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martedì 13 dicembre 2016

CLAUDIO VICARIO "INEDITI"




Mi ritrovai solo...

Mi ritrovai solo quel giorno
e altri infiniti giorni ancora,
né una vena s'aprì per dare spazio
al fluire di questo amaro sangue,
né amor mi fece scudo
ché il tempo non rinnova
l'albero piagato sulla riva
che i rinsecchiti rami esala
tristi e lievi nel vento
per quell'ermetico riflesso
che li specchia nell'acque.
Lieve tristezza m'accompagna

con i suoi suoni, e s'allontana
mentre ritorni e mi riprendi,
rifugio di segreti e di silenzi,
morte di terra e coni d'ombre
ove in continuo affondo
e l'anima assetata ancor sospira.

Non più odo la tua voce

Non più odo la tua voce,
quel raggio di sole e di cielo
che si fermava sui muri,
si adagiava su un'ombra sopita
in questa ora in cui
dormono i cuori
sepolti nella pietra
tra incomprensioni e silenzi
dai mutevoli volti, adagiati
sul buio ingannevole,
privati dei suoni
che si schiudono
ai sospirati abbandoni.
Per me si è fatta sera
ascoltando l'abisso
dell'ultimo palpito della terra
devastata e oscura
ove germogliano i semi
che danno un volto alla vita,
or che mi sei più lontana.


Claudio Vicario

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