Una poesia di intensa
vicissitudine esistenziale, dove, il verso, diluito in segmentati ritorni
fonici, abbraccia con energica andatura la liricità del canto. Sono gli input
panici, sono le parvenze naturali a farsi oggettivazioni di abbrivi emotivi che
volano in alto: dalla rosa perfetta, al mare dal sapore di salsedine; dai vorticosi voli dei gabbiani, alla luna nell’intreccio
d’Amore; dalle tremule stelle, dalla luce di diamanti e zaffiri, al cielo in
arcobaleni di pace; fino alla Bellezza “… perché se viva/ io voglio essere,/
nell'eterno sentimento/ che tutto consuma e placa,/ di te ho bisogno tempo,
tempo/ clemente e veritiero,/ nell'istante atteso e/ sconfessato/ della luce
metafisica/ nella nuova cosmogonia mia/ di silenzio e d'argento”. Una
carrellata di armonie e scintille, di spazi e di slarghi, di amori e riflessi,
di voli e di cieli, dove l’autrice, con grande impatto simbolico, è alla ricerca
di se stessa, del suo mondo di infinite libertà, per tradurlo in versi di euritmica
fluidità lirica.
Nazario Pardini
SCINTILLA D'ETERNITA'
Esisto, eppure
non per me vorrei
chiedere al tempo
d'esistere ... vorrei,
ma per ... chiedere
alla fonte d'essere
viva,
sempre;
alla rosa di crescere,
perfetta;
al mare di avvolgersi
nell'onda dal sapore
di salsedine,
salsedine ad
inebriare i gabbiani
nei vorticosi voli
della divina libertà;
alla luna piena di
brillare l'incanto
che svapora
la notte profonda
nell'intreccio d'Amore
in comunione alle
stelle,
carezzevoli e tremule,
che hanno luce
di diamanti e zaffiri;
al cielo terso
di godere
delle molteplici
sfumature
consegnandole
ai trionfali colori
dell'arcobaleno,
definiti e franchi e
di pace;
al sole,
di levarsi
grande e
ineguagliabile
nello splendore
del mattino di
promesse,
cullandole fino a sera
nel tramonto infuocato
che non spegne
l'auspicio
ma dona
e ha radice di vita e
di calore;
alla neve,
nel soffice biancore
accecante
delle illusioni,
di farsi lieve,
anzi danzare con
fiocchi
delle rinate certezze,
anima di grandine
benedetta,
e all'ombra di
scolorarsi finalmente
della sua stessa
ombra,
sollevarsi
dal peso malinconico e
dolente
della sua misura e
forma,
filtrarlo e scolpirsi
nel libero respiro
della mutualità
a percorrere tempo e
spazio
di memoria proiettata
in una verticalità
di futuro illuminato:
luce e bellezza.
Sì, chiedere luce e
bellezza
perché se viva
io voglio essere,
nell'eterno sentimento
che tutto consuma e
placa,
di te ho bisogno
tempo, tempo
clemente e veritiero,
nell'istante atteso e
sconfessato
della luce metafisica
nella nuova cosmogonia
mia
di silenzio e
d'argento.
Rita Fazio
11 giugno 2014
Per Richards la poesia è l'espressione di una "esperienza la più intensa ed organizzata":qui l'esperienza è un percorso narrativo dal particolare all'universale,per concludersi con una presa di coscienza come nel miglior bildung-romanz.Una pacata ,profonda e calda sensualità pervade tutta la lirica .E' il desiderio, l'ansia ,la tensione di partecipare, di impadronirsi della natura, di introiettarsi in essa.Una tensione che si risolve solo nel possesso della totalità del reale.Il punto di arrivo del viaggio narrativo:una metafisica totalizzante che tutto spieghi e tutto acquieti (franco49)
RispondiEliminaGrande, sensibile commento espresso nella misura giusta "chez moi" e si fa armonia e spirito.
EliminaSi, ho armonia fisica con la realtà; il vero è il tutto e lo spirito si fonda sull'amore.