In
esergo:
E’ un miracolo esser vivi
in questo nuovo mattino
profumato di sole.
Un inno alla luce, in questa silloge dal titolo
PIANO SOLARE: qui il paesaggio ci spinge alla collina ove si disfano ulivi come
resti di antichi naufragi…; e il tramonto lento si adagia dentro un fuoco di
nuvole. La natura si fa quasi contaminazione francescana in questo abbandono di
meravigliose scoperte. E il poeta accompagna le visioni con sinfonie verbali di
accostamenti creativi e intuitivi. Anche la malinconia diviene prova di canto
in un ottobre che passando sui colli spoglia la campagna. Quasi a significare
che l’indebolimento della luce per Gasparroni diviene sottigliezza di vita:
“Già la notte/ ci accarezza con mani di cristallo”. Ma subito a risvegliare i
palpiti emotivi del poeta si affaccia il meraviglioso SONNO D’AMORE, dove
“Azzurri uccelli/ cantano nella tua stanza/ quando ti dèsti/ dal lungo sonno d’amore”. Tutto si fa festa, caleidoscopio di colori,
concretizzazione di stati emotivi in un crescendo di vitali sensazioni, di
sprazzi di CIELO E DI MARE: “Ogni nuovo mattino ha la sua luce/miti
trasparenze/ nei tuoi occhi il mare./ Cammina il giorno innanzi/ ai nostri
passi in fuga eterna/ e speranze reca e vuoto d’anima./ Appeso a questo cielo/
il nostro cuore”. RITORNI, MEDITAZIONI, CAMPOTOSTO (Lieti salimmo…), fino a
PRIMAVERA: “Come l’alba/ cresce l’erba sui monti/ e tutto si rinnova”. La vita
continua il suo magnifico viaggio fra i palpiti di erotico abbandono e le
accese speranze in contrade senza nome oltre i confini del silenzio… Un volo en
haut, su nel cielo a suggere l’azzurro dalle poppe del creato.
Nazario Pardini
splendore
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