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venerdì 1 maggio 2020

MARCO ZELIOLI LEGGE: "NEL FRATTEMPO VIVIAMO" DI NAZARIO PARDINI, GUIDO MIANO EDITORE



NAZARIO PARDINI
Nel frattempo viviamo, 2020 
Recensione di Marco Zelioli


In un mondo in cui la divisione sembra fare il bello e il cattivo tempo, “L’unica voce / che unisce ogni elemento / è il momento dell’arte, / è il sesto senso / che l’anima possiede” (La geometria che attorno, p.16). Così, fin dall’inizio, si presenta l’autore, navigato cantore della vita, nella sua più recente raccolta di poesie: Nel frattempo viviamo, Guido Miano Editore, Milano 2020.
Nei suoi versi, a volte sofferti ed elaborati, più spesso fluenti e di semplice lettura, ci offre un esempio di come anche la nostalgia che sopraggiunge con l’allungarsi dei ricordi della vita (“di foto ormai sfumate / di visi giovanili d’altri tempi”, come scrive in Restano stanze vuote, p.19) possa essere ‘governata’ ed osservata con occhio sempre giovane, ma non ingenuo, come in questa arguta nota: “In chiesa / si prega in silenzio / e ci si pente, / al cimitero / ci si ripromette / di essere buoni, / nella vita / ci si odia / e si alimentano chiese e cimiteri.” (p.65); o come in questi versi: “Spazi, culto, pensiero, / resurrezione, mistero, / sorte, vita, / non finisce il discorso, /  è già finita” (p.39) – o in questi altri: “Siamo incastonati / solo per un attimo / in un’immensità di vuoto / che per non scorarti / finge di essere blu.” (p.42). E benché gli uomini siano Miliardi ed ancora di più (p.22) “divisi in due schiere, / quelli che mai nati / non conobbero fine / e quelli che portano in seno / il mestiere di esistere” (‘mestiere’ che evoca lo sconfortato modo d’intender la vita di Cesare Pavese nel suo diario Il mestiere di vivere), il Pardini non lo vive con pessimismo, forse perché riconosce il senso della vita non in cose grandiose, che forse sfuggono alla comprensione umana, ma nella semplicità delle minuzie: “E l’armonia del mondo / si nasconde / e si confonde / in mezzo alle minuzie” (Il rustico sul colle, p.21). Minuzie come questa, che fa insieme pensare e amaramente sorridere: “Nel foglio di quel giornale / ha incartato due uova / la contadina. / Si intravedono / due necrologi. / Sono serviti anche da morti.” (p.26); così da poter guardare anche al destino quasi con leggerezza: “L’anima è come un galeotto / è sempre in procinto di fuggire” (p.59), per cui convien prendere la vita col sorriso, vera medicina dell’anima: “Una strada stretta e pien di ghiaia / è la vita, / nei pochi tratti lisci appare gaia, /  ma in salita / o in qualche buca piena di motriglia, / ti scatta la tristezza e il parapiglia. / Ritorni addietro, cerchi un prato verde, / ma il piede ti s’affonda e ti si perde.” (p.75). E se non tutto ciò che l’uomo osserva può farlo crescere nel suo intimo, né può essere descritto con le parole (“Cessate, occhi, di nutrire la mia anima! / Non ho più parole da consumare / e mi abbrucia / l’immensità imprigionata” – L’immensità, p.105), però “nel frattempo viviamo” (L’ombra del fico, p.20).
Insomma, questa “sorta di zibaldone esistenziale in versi” – per usare un’espressione della Prefazione di Enzo Concardi – risulta lettura insieme piacevole (anche per la venatura comico-sarcastica di non poche liriche della seconda parte) ed istruttiva, perché, avvicinando la vita quotidiana alla poesia, rende quest’ultima meno altezzosa o distante di come pare a leggere altri poeti del nostro tempo.
Nazario Pardini è presente in diverse storie della letteratura e in importanti opere pubblicate da Guido Miano Editore, come Contributi per la Storia della Letteratura Italiana. Il secondo Novecento, vol. IV (20203). Ha al suo attivo molti libri di critica letteraria, racconti e poesie, di cui cito solo le ultime tre raccolte, per lo stesso Editore: I dintorni della solitudine (2019), I dintorni dell’amore ricordando Catullo (2019), I dintorni della vita. Conversazione con Thanatos (2019).

Marco Zelioli

Nazario Pardini
NEL FRATTEMPO VIVIAMO
Prefazione di Enzo Concardi, 2020
Guido Miano Editore, mianoposta@gmail.com


1 commento:

  1. Prof. Pardini, confesso che sfogliando il blog, mi ha incuriosito il titolo della sua raccolta che apparentemente riporta a qualcosa di quotidiano, forse prosastico, in modo letterario crepuscolare,ma il succo è la fatica e la gioia del 'mestiere di vivere' con sincerità,senza artefazioni.

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