Corri Delia!
Ti ricordi con quanta timidezza
ci guardavamo negli occhi. Era il tempo
delle mele. Il tempo delle fughe.
E ne facemmo una straordinaria,
lungo il mare, di notte, quando il battito
accompagnava i fremiti del cuore.
La rena risplendeva ai raggi della luna,
e l’onda luccicava. Tutto ci era vicino,
e tutto accompagnava quella fuga
che facemmo inesperti. Ma tu ricordi?
O sei chiusa nell’oblio
voluto dalla vita.
Eppure eri tu, quella sera, sul mare,
a disegnare un cuore
sperso chi sa dove ed io con te.
Non posso fare a meno di rivivere
la bàttima lenta e melodiosa
di una chitarra; di una canzonetta
che volemmo come melodia
di una storia d’amore. Corri Delia!
Ancora corri come lo facesti
un po’ pazza sul battito dell’onda
quella sera di luglio. Corri! Le memorie
ti saranno vicine e tu rinata
canterai a squarcia gola e a braccia nude
al ritmo della nostra serenata
Complimenti Nazario!
RispondiEliminaIl nostro inimitabile Condottiero merita ogni tributo. La sua voce è la Storia della Letteratura contemporanea e noi abbiamo l'onore di abitare il blog che lui ha fondato e ha chiamato, non a caso, Lèucede, ispirandosi alla meravigliosa isola greca dalle acque cobalto, dove sorge la rupe che, secondo la leggenda, vide il suicidio della poetessa Saffo. La traduzione delle sue liriche nelle varie lingue e, in quest'occasione, in macedone, mi riempie il cuore di gioia. Delia, simbolo di ogni donna, sarà conosciuta e amata e Nazario riceverà l'alloro anche nei Balcani, in una regione che nel VII secolo a. C. fu dei romani. Mi congratulo con i traduttori e stringo al cuore il nostro illustre e umilissimo Nume Tutelare.
RispondiEliminaComplimenti vivissimi Nazario! Complimenti a te, ma soprattutto alla tua straordinaria poesia che merita di essere conosciuta ed amata nel mondo per il potere indiscusso che ha di far rifiorire l'amore e la gioia di vivere, i valori elementari e universali dell'esistenza, in questa nostra martoriata e inautentica civiltà.
RispondiEliminaFranco Campegiani