FRANCO
DONATINI (Prof. Università di Pisa) LEGGE: “VERSO UN ALTROVE” DI CRISTINA
LASTRI
Verso un altrove, il
titolo di una nutrita silloge della poetessa Cristina Lastri, che riassume, sul
piano del significato e del significante, gli elementi che caratterizzano la
sua poetica e allo stesso tempo ne addita di nuovi.
La
raccolta si struttura in tre sezioni successive, dai titoli, Percorsi Zen, Archi temporali, Viaggi
onirici, tre ambienti che corrispondono a tre contesti esistenziali e, da
un altro punto di vista, alle fasi di un percorso interiore che si riflette
specularmente su quello artistico.
Lo
Zen è una condizione dello spirito che consente di accedere a una visione del
cuore delle cose, anche di quelle quotidiane, spesso vissute in maniera
superficiale, ma che celano nel profondo verità e relazioni nascoste. È il
modo per dare un senso alla vita, cercare quei riferimenti che stanno su un
piano più intimo e allo stesso tempo universale rispetto alla realtà esterna. È
quindi qualcosa intimamente connesso a quello che è il concetto di poesia,
intesa come approfondimento interiore e collegamento all’universale. Proprio
come scrive la poetessa nella lirica Puro
amore: il tuo sguardo vuoto di
paesaggi / si fa candida visione / circonda l’anima, addensa pensieri. / Oggi
ti cerco, in un viso / re del tempo e dello spazio / cantando la grandezza del
silenzio. O come in Orizzonti: Cosa cela l’orizzonte? / Il tutto, l’irreale
/ l’ideale, la pace / l’amore, un’altra vita. E ancora nella lirica Il volo: rendo magico il mio volo / leggero, luminoso... / Diventa danza nel blu
/ su note perpetue, avvolgenti. È un modo nuovo di accostarsi
alle cose, alla vita di tutti giorni per viverne l’essenza profonda, il
messaggio recondito in esse contenuto e spesso ignorato, la creazione di un
altrove dove superare i condizionamenti e vivere attimo dopo attimo, con
libertà, consapevolezza e creatività il percorso della propria esistenza.
Nella
seconda sezione Archi temporali si
esprime il tentativo, di andare oltre la condizione contingente per indagare
poeticamente il complesso e mai risolto legame dello spazio e del tempo, due
attributi intimamente legati che la percezione poetica svela al di là della
realtà fisica, calandoli nella sfera interiore del sentire profondo. Solo la
poesia con la forza creativa della poiesis, consente di scoprirne e di
sovvertirne i legami intrinseci, attraverso la loro soggettivizzazione. Nella
poesia in generale, così come in queste liriche, lo spazio e il tempo perdono
la loro oggettività, per divenire espressione dello stato interiore, modi di
viverne le pulsioni, adeguandosi allo stato animo, in sostanza sostituendo la
percezione alla realtà. E così, ad esempio nella lirica Il volo delle rondini, la natura diventa evocatrice di pensieri e
associazioni profonde, in ultima analisi paradigma della vita umana, con i suoi
disegni reconditi e inaccessibili al senso comune: Nel volo delle rondini / c’è il mistero dell’amore / un disegno forse
astratto / in girandole stranite / stordisce / chi s’incanta a guardare. E
così in Futuro antico, un titolo
dalla valenza ossimorica, un inquietante grido amaro allo scorrere del tempo: Anniversario anomalo / di un argento
ossidato... / Ombra tangibile, sfuocata / di unione nel tempo scoppiata. /
Guardo la prole, cerco le parole / il cuore oggi non mi duole. / Futuro antico.
E ancora in Riflessioni, dove il
tempo si materializza nella progressiva e irreversibile degradazione fisica e
interiore: Il tempo lascia segni / li
vedo sul mio volto / li sento addosso / ne prendo nota / nell’agenda virtuale;
/ non c’è da star male / è la ruota che gira / non la puoi fermare. Una
visione pessimistica della vita, come in Pietre
di luna: Pietre di luna / rocce di
lava / sale sparso / tutto intorno è sabbia, che nel finale invece lascia
spazio a un barlume di speranza: All’ombra
del sasso / un fiore mai visto / ha bucato la terra, arida. È una
riconciliazione seppur amara e tardiva con la vita a livello biologico, che
tuttavia evoca a livello interiore la tensione verso la rinascita.
Infine
l’ultima parte, Viaggi onirici, punto
di arrivo di questo percorso che è allo stesso tempo umano e filosofico e che non
a caso è l’ultima della raccolta. Il pessimismo della ragione, di derivazione
leopardiana, sul fallimento della possibilità di determinare la propria
esistenza, come il percorso Zen avrebbe auspicato, porta come conseguenza il
vivere l’esistenza attraverso il percorso onirico, in sostanza la sostituzione
della realtà con il sogno. La vita diviene così presenza nella sfera onirica,
che deriva dalla contemplazione del miracolo cosmico e desiderio di perdersi in
esso come nella poesia Gli occhi come le stelle:
Gli occhi come stelle / tracciano
sentieri, / nello spazio siderale / bucano il buio più nero / oltre il tempo,
al di là del vero. / La mente cerca spiragli / levita su concetti terreni / sui
peccati umani... / Il cuore non sa dove andare / ondivago, nell’ombra tace. La
realtà si fa rarefatta, il cuore si abbandona, oltre la dimensione spazio
temporale. Ma non tutto è stravolto da questa palingenesi onirica. La donna, la
donna per eccellenza della letteratura classica, l’evocazione mitica e mai così
concreta della fedeltà e dell’intelligenza femminile, Penelope, compie il miracolo,
lo fa attraverso l’attesa, ferma il tempo di cui la tela è il paradigma, la
tela che si può fare e disfare, e come il tempo percorrerlo avanti e indietro,
superandone la sua intrinseca e inevitabile irreversibilità: Penelope / né pene / né colpe / solo esili
fili / penduli / caduti dal peplo / per legare la tela, / per disfare il tempo.
/ Help! / L’arte dell’attesa: / un capolavoro.
Concludendo,
si tratta di una silloge profonda sul piano dei
contenuti, ma altrettanto intrigante per quanto riguarda il costrutto e la
versificazione. C’è sempre nei versi una scelta sapiente del ritmo, che segue
lo stato d’animo, cantilenante per evocare il senso di adattamento, rotto e
spezzato per esprimere la disperazione, concitato di fronte al coinvolgimento
emotivo per i propri affetti, mistico nella contemplazione evocativa della
natura. Insomma una poesia che esprime la sua forza comunicativa attraverso un
riuscito equilibrio tra significato e significante.
Prof.
Franco Donatini, Università di Pisa
DAL TESTO
Puro amore
Del tuo amore vorrei amare la purezza.
Come briciole di luce
il tuo sguardo vuoto di paesaggi
si fa candida visione
circonda l’anima, addensa pensieri.
Oggi ti cerco, in un viso
re del tempo e dello spazio
cantando la grandezza del silenzio.
Orizzonte
All’orizzonte
il giorno si apre
in reiterate aurore...
la luce muore
in quotidiani tramonti.
Cosa cela l’orizzonte?
Il tutto, l’irreale
l’ideale, la pace
l’amore, un’altra vita.
Speranza sei infinita
come un’eterna attesa.
Un viaggio oltre la linea
che delimita - in apparenza -
il confine con l’ignoto.
Una mattina d’estate
(in principio era il giorno)
Stamani posso decidere:
posso meditare, meritare
gioire, poltrire, capire.
Senza fretta, senza occhiali
fissare il cielo nella stanza
ancora un altro po’.
Il mondo preme
anche i fili di luce
e le voci di fuori.
Posso fare un sacco di domande
(anche a me stessa)
cercare parole nuove
mettere nero su bianco.
Suggello l’attesa ...con tè.
SOSTE
Ricostruire, resettare
scegliere il passo
per la prossima alba
capire dov’è la partenza
e cominciare a sognare
a tessere idee
per vederle eteree, prendere corpo.
Profumo di spezie in cucina
aria di scoperte da assopite
occasioni da cogliere.
Sola al timone
padrona del tempo
naufraga tra
terra e cielo
BREVI NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE
Cristina Lastri è nata nell’estate del 1958 a Pisa,
dove vive e lavora. Dopo essersi laureata in Scienze motorie e sportive entra
nel mondo della scuola, dove opera come
insegnante di scuola primaria. E’ una “cercatrice di poesia” e si dedica alla
scrittura per passione: ha al suo attivo la pubblicazione di tre raccolte
poetiche: D’istanze (2009), Rosso profondo (2015), Verso un altrove (2019) e
varie antologie tematiche dove ha contribuito con poesie e racconti. Segue gli
aspetti socioculturali della lettura ad alta voce e promuove la scrittura di
genere attraverso la co-conduzione di laboratori in un gruppo di scrittura al
femminile.
*Per scoprire di più vedi:
https://www.facebook.com/cristinalastri.semidipoesie/
RICEVO E PUBBLICO
RispondiElimina"innanzitutto ringrazio il prof. Franco Donatini per l'attenta disamina alla silloge e il prof. Nazario Pardini per lo spazio dedicatomi nel suo blog, che spero diventi l'inizio di un dialogo poetico/letterario con chi vorrà leggere e commentare l'articolo. CL"
Grazie
Cristina Lastri
Grazie alla cara Cristina per avermi accolto in amicizia nel suo mondo e per condividere con me il frutto del suo prezioso impegno letterario. Niente nasce per caso, in particolare la bellezza che racchiude il senso della vita. I tuoi versi, Cristina, sono pieni di bellezza e di verità che si svela lentamente, parola dopo parola,facendo luce. Ti auguro di continuare ad illuminare la strada. Laura Vanni
RispondiEliminaLaura, cara amica prima che collega, le tue parole sincere sono arrivate dritte al cuore; ti ringrazio per l' interesse a ciò che scrivo, i tuoi pareri attenti mi sono davvero d'aiuto. Se è vero che il poeta illumina con le parole, spero di continuare il percorso grazie alla luce riflessa di chi legge. CL
RispondiEliminaAttenta e intensa, come al solito, la disamina del prof. Franco Donatini. Forse la scelta del successivo elenco di poesie poteva essere più oculata e riportare per esempio tutta la poesia "Pietre di luna", commentata dal professore...
RispondiEliminaGrazie comunque per la rubrica.
Affascinante e coinvolgente la nota del prof. Donatini che invoglia ed invita ad una lettura empatica dei testi di Cristina Lastri a cui va il mio personale ad maiora.
RispondiEliminaHai colto nel segno Anna (come la disamina del prof.Donatini) e te ne sono grata. La lettura empatica mi piace parecchio :)
EliminaGrazie a te Claudia per il commento! CL
RispondiEliminaDavvero un'accurata indagine quella del prof. Donatini sulla tua raccolta. Un'indagine sulla poesia che nasce dalla vita e dai suoi misteri. Spazio e tempo inconciliabili nella realtà, ma nel sogno possibili, la terribile bellezza del mondo che offre gioie e dolori, la nostra mente che vuole capire, ma che si perde nel concetto dell'infinito..."Il mondo preme /anche i fili di luce / e le voci di fuori". Sono sempre più convinta che Poesia sia anche Preghiera, un modo di avvicinarsi alla Trascendenza. E questo si avverte nei tuoi versi. Un abbraccio, cara Cristina, e buona continuazione!
RispondiEliminaAnnalisa concordo con il tuo accostamento poesia/preghiera perchè la poesia non ha confini e spesso diventa atto di preghiera e raccoglimento.C'è estremo bisogno di entrambe le cose in questi giorni.
EliminaMi congratulo con il prof Franco Donatini per questa sua lettura della silloge poetica di Cristina Lastri; è un commento di grande chiarezza e completezza, una vera esegesi, che con l'aggiunta di poche liriche opportunamente scelte e postate in calce alla recensione, dà al lettore la sensazione di avere "conosciuto" l'opera nel suo pieno significato, nel contempo gli mette la voglia di leggere l'intera silloge. Il commentatore cita anche alcuni versi che senza appesantire il dettato aiutano a comprendere sia il significato dei contenuti che il valore estetico del testo. Tali citazioni si trovano disposte come pietre miliari, e ciascuna è di grande pregnanza ai fini della giusta interpretazione , quasi una guida alla lettura. Alcune mi hanno colpito : " Gli occhi come stelle/ tracciano sentieri/ nello spazio siderale/ bucano il buio più nero..." ..." l cuore non sa dove andare/ ondivago..."; e più sotto : " Penelope/ né pene /né colpe/ solo esili fili/ penduli/ caduti dal peplo...etc"
RispondiEliminaCitazioni come inserti di pizzo nella trama di questa recensione misurata e insieme esaustiva della silloge "Verso un altrove".
A questo punto leggere le quattro liriche che seguono diventa un piacere aggiuntivo, una controprova di quanto il lettore ha già appreso, la conclusione di un percorso esistenziale che ha avuto inizio con il riferimento alla filosofia Zen e che via via , attraverso le varie fasi di un discorso dibattuto nell' intimo dalla poetessa, giunge ad un deciso quanto sofferto punto d'arrivo. : " Ricostruire, resettare....; ....sola al timone/ padrona del tempo/ naufraga tra terra e cielo." ( ved. la poesia "SOSTE").
Una soddisfacente recensione per l' Autrice di una silloge che merita di essere letta.
Il mio augurio e i miei complimenti al Critico e alla Poetessa .
Edda Conte
Mi congratulo con il prof Franco Donatini per questa sua lettura della silloge poetica di Cristina Lastri; è un commento di grande chiarezza e completezza, una vera esegesi, che con l'aggiunta di poche liriche opportunamente scelte e postate in calce alla recensione, dà al lettore la sensazione di avere "conosciuto" l'opera nel suo pieno significato, nel contempo gli mette la voglia di leggere l'intera silloge. Il commentatore cita anche alcuni versi che senza appesantire il dettato aiutano a comprendere sia il significato dei contenuti che il valore estetico del testo. Tali citazioni si trovano disposte come pietre miliari, e ciascuna è di grande pregnanza ai fini della giusta interpretazione , quasi una guida alla lettura. Alcune mi hanno colpito : " Gli occhi come stelle/ tracciano sentieri/ nello spazio siderale/ bucano il buio più nero..." ..." l cuore non sa dove andare/ ondivago..."; e più sotto : " Penelope/ né pene /né colpe/ solo esili fili/ penduli/ caduti dal peplo...etc"
RispondiEliminaCitazioni come inserti di pizzo nella trama di questa recensione misurata e insieme esaustiva della silloge "Verso un altrove".
A questo punto leggere le quattro liriche che seguono diventa un piacere aggiuntivo, una controprova di quanto il lettore ha già appreso, la conclusione di un percorso esistenziale che ha avuto inizio con il riferimento alla filosofia Zen e che via via , attraverso le varie fasi di un discorso dibattuto nell' intimo dalla poetessa, giunge ad un deciso quanto sofferto punto d'arrivo. : " Ricostruire, resettare....; ....sola al timone/ padrona del tempo/ naufraga tra terra e cielo." ( ved. la poesia "SOSTE").
Una soddisfacente recensione per l' Autrice di una silloge che merita di essere letta.
Il mio augurio e i miei complimenti al Critico e alla Poetessa .
Edda Conte
Sono onorata Edda del tuo commento/apprezzamento al nostro lavoro; quello del critico e il mio, comunque derivano dall'amore per le parole che, come ben sai, si basa sull’umiltà artigianale del POIEIN greco, il fare, e come su due binari, la poesia si fa quando si scrive e quando si legge;
EliminaE’ un fare che prima o poi va condiviso, altrimenti è relegato nei confini dell’estraneità. Poesia, allora, come viatico per avere cura della nostra anima, lasciandoci trasportare dentro e fuori di noi "Verso un altrove".
E' una bell'intervento sulla tua forma poetica, che condivido. Mi piace il tuo modo di affrontare il tema, che ho sempre indagato, spazio-tempo e quel sentire profondo che arriva da un altrove lasciandosi andare alla forza del creato, a un'altra dimensione che può essere spiegata solo dall'espressione poetica. Complimenti e un augurio di tornare ad avere incontri di poesia come prima.
RispondiEliminaGrazie Anna. Ti rispondo riferendomi al concetto spazio/tempo; partendo dal presupposto che ogni forma letteraria è legittima, quando un testo dovesse sistematicamente sabotare il nesso spazio-tempo, si colloca in un diverso organismo di scrittura, rispetto alla prosa; per esempio quello della poesia lirica, in cui il rapporto col mondo non è assente, ma viene in linea di principio distillato in immagini e simboli, separati da un contesto spazio-temporale compiuto.
RispondiEliminaEcco allora, come scriveva Leopardi nell’Infinito, “tra interminati spazi mi sovvien l’eterno”, che grazie all’immaginazione del poeta si può trascendere, oltrepassare il tempo e spaziare nell’immensità. Noi nella nostra quotidianità ci proviamo, sperando come dici anche te, di poter continuare il discorso poetico pubblicamente quanto prima.
La poesia di Cristina Lastri si muove fra opposti e contrari alla ricerca di un equilibrio e di una armonia finali, che vengono raggiunti, lasciando la porta aperta alla speranza. Luce/buio o ombra; bianco/nero; spazio/tempo; terra/cielo; arrivi/partenze; presente/futuro: la poeta mescola pessimismo e rinascita; cercando "parole nuove" e "grandezza del silenzio". L'universo scende nella vita quotidiana, fra sogni, erba che spunta dai sassi, té e cucina... IL fare femminile concreto si prende ironicamente una rivincita, nel tempo dell'attesa. La forma è musicale e ritmica, fa uso di rime e ossimori. Non manca "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli...I "fili di luce" dell'alba e del tramonto portano al "tessere idee", all'altrove, all'oltre la linea.
RispondiEliminaRingrazio chiunque si sia preso del tempo per leggere e riflettere sulle mie parole, sul mio sguardo poetico del mondo. Devo dire che ha ben colto l’ambivalenza dei miei stati d’animo che, credo, siano compagni di vita della maggior parte di noi; la speranza, la rinascita è quella che “fa nascere un fiore dal letame”, la poesia è l’amica che ti fa tendere lontano, forse altrove.
EliminaCara Cristina, mia amica che ami camminare, cantare, leggere ad Alta Voce per gli altri e scrivere versi che sono materno viatico che si prende cura della prole e cerca parole che guariscono le eterne ferite del nostro essere mendicanti d’Amore.
RispondiEliminaE’ proprio bello camminare insieme a te, Verso un altrove per i sentieri della Vita, senza fretta, senza occhiali, gli occhi guidati dalla bussola del cuore che penetra quanto celato oltre la siepe dell’orizzonte.
Si, Franco Donatini, esperto nocchiero e sensibile nuovo Ulisse, sa leggere i disegni reconditi e profondi della tua anima poetica e apprezzare la fedeltà e l’intelligenza femminile della tua tela che fa e disfa il tempo per entrare nella Luce della Poesia in un percorso senza tempo.
Grazie, cara per questo invito a camminare insieme senza fine.
Giuseppina Nieddu
Carissima Giuseppina, amica di passioni ma ancor prima di un sentire comune, nel ringraziarti per l’attenzione posta alle parole mie e di Franco Donatini, spero di tornare ad incontrarci presto in luoghi culturali per intessere magari assieme canti e parole…alla ricerca della luce nella poesia nascosta, camminando nei sentieri dell’altrove, perché i versi nella tela della vita vanno oltre il tempo e lo spazio, al di là dell’amicizia.
EliminaCara Cristina,ho letto le poesie di Rosso profondo:molte, anzi la gran parte, le ho trovate stupende, molto profonde, struggenti per le emozioni che riescono a trasmettere, quindi complimenti per riuscire a portare sul foglio realtà, fantasia, illusione, disincanto.
RispondiEliminaPer alcune poesie di questa raccolta, al fine di capire appieno il loro significato intrinseco, mi riprometto di parlarne con te alla prossima occasione d'incontro.
Molti complimenti!
Grazie Lucia delsentito commento alla mia poetica..."rossa". Adesso sono in procinto di andare verso un altrove, sempre con l'ausilio delle parole. Alla fine del viaggio, se vorrai, ne riparleremo ancora una volta, magari davanti a una tazza di tè.
EliminaLo farò molto volentieri.
EliminaGrazie Cristina, a presto.
La poetica di Cristina Lastri
RispondiEliminaIl paradigma più calzante della poetica di Cristina Lastri, è a mio parere la lirica “Riflessioni”, contenuta nel volume “Verso un altrove”.
L'ic et nunc di un percorso creativo – ed esistenziale – della poetessa, che non indugia nei sentimentalismi di immediato impatto sul lettore.
Qui ed ora devi stare
coi tuoi passi proseguire
e l'animo sbieco
di chi non torna indietro
Chiunque abbia il piacere – e la fortuna – di accostarsi a questa poesia, e agli ultimi versi in particolare, non potrà esimersi dall'assimilare il perentorio sprone. Nonostante “l'animo sbieco”. Perché nessuno può affermare di avere un animo perfettamente lineare. Ma al tempo stesso, come recita il pensiero Zen, accogliere il fluire della vita, nella pienezza del suo momento presente...
Piero Pancanti 19 marzo 2021
Caro Piero Pancanti, devo dire che le tue "riflessioni" hanno centrato le mie, addirittura focalizzando nella lirica citata i miei "persorsi zen".Grazie delle tue parole che denotano, oltre l'amicizia, quella capacità di leggere tra le righe, tipica di chi ha familiarità con la scrittura.
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