Carmen
Moscariello, Pizia non dà più oracoli,
Gangemi Editore International, 2021
La
nostra Carmen si presenta alla scena letteraria con una opera, poetica, di
grande portata umana, simbolica, reificante stati d’animo, e suggestioni di
forte impatto culturale.
Entrare
nella sua poesia significa conoscere il mondo, la bellezza, l’amore, la vita,
la storia, la cultura, gli affetti; tutti i suoi guizzi semantici, tutte le sue
cavalcate simboliche, tutti i suoi giochi significanti. Insomma la sua poetica
fatta di armonie, di notti, passi funesti, cani, lune che miagolano acqua:
(…)
Prigionieri
delle ombre
i
figli dell’acqua bisbigliano
alla
morte
poi
il boato di fango irrompe,
cancella
ogni forma.
Una
poesia nuova, fortemente simbolica, densa, i cui versi ora di ampia stesura ora
di misura rattenuta seguono il diagramma di una sinfonia che raggiunge il colmo
nel momento di maggiore ispirazione. Conosciamo
bene la Nostra, la sua ecletticità versatile; è sufficiente dare uno sguardo al
suo curriculum per rendersi conto della portata della sua arte scritturale.
L’opera si suddivide in quattro spartiti: Primo Spartito- Pizia non dà più oracoli, dove troviamo poesie di esplicita
significazione: Pizia, (Io non
appartengo a un paese di ruscelli e di riviere/ma agli artigli della storia,
dove/ l’acqua festeggia ancora il buon mattino:/appartengo a un montagnone con
un gran numero di valloni/ dove i terremoti hanno messo il nido e la civetta la
notte/porta i responsi dei morti./ Si vive su un piede solo/ in eterno
squilibrio.), e continuano poesie con titoli di ampia fioritura poetica. Non ha più segreti, Le ombre perdute, Le mie
porte hanno passo d’addio, … Il
responso di Pizia, Rabdomante, … fino a Il mio fanciullino. Ogni composizione
è accompagnata nel risvolto da preziose illustrazioni di Lilly Brogi, una vera
ricchezza del testo. Un valore aggiunto.
Secondo
Spartito- L’altro emisfero, è
costellato da poesie introdotte da una citazione di Cristina Campo: “Ora è
sparsa l’acqua della vita/ e tutta la lunga scala/ è da ricominciare”. I titolo
si susseguono con profonda intuizione emotiva: Mediterraneo (… Nero è il mare, denunzia, accusa urla/i bambini
dormono nel letto di foglie/lo stelo di vento sta a guardare/ anche lui non
vede non sente), Sete (… Esangui le
anime morte imbellettano una danza/
macabra, vestita di stracci, orlata di odio,/nelle crepe dei muri conditi al
pet coke), Lascerò a voi la mia parola (… Infilate collane con perle
australiane e il
bianco più bianco/ imperli la parola e il vostro sorriso), fino a Due occhi (Il mio daimon inquieto
sfoglia tutte/ le pagine della storia e una tigre/ impetuosa rincorre una mandria di lupi).
Terzo
Spartito- Le lacrime delle donne: da Terra Promessa dedicata a Alda Merini, fino
a Quando la neve si scioglierà dedicata a
Aldo Masullo “… Chissà se ci salveremo/…/ Appena egli andrà via non
scenderò più dal mio aereo/ sorvolerò tutte
le ebbrezze del mondo,/ mi porterà fino a te. Ascolto più in profondità/
la mia anima mi prende per mano, mi illumina/l’immenso cielo il dolce pensiero
di voi./Finirà, sì, finirà questo disastro.”.
Quarto
spartito, da Prigionieri di un virus,
da Prigionieri (Che succede?/ Perché
tu Natura ci abbandoni?/…/ Mi fermo lì sulla risacca, non c’è anima viva, siamo
reclusi./ Il vento è vago, indifferente nemmeno assorto./ Sulla spiaggia pulita
come non l’ho mai vista/ ci sono i giocattoli pietosi, le barche/ rovesciate
dal vento di Giuseppe e Leonardo,/ non li vedo da mesi), fino a Estrema unzione dedicata a Papa
Francesco (… Muti non proferiamo più
parole. E’ questa una primavera disperata:/senza pane, senza abbracci./ Nel
passo divino tra vele ammutinate/seguo la tua strada.). I versi veloci, si inseguono in una successione di armonica
fattura: concretezza, realismo, minimalismo, affetti verso i nipoti al di là di
ogni afflato emotivo. Un vero melologo, un mix di parola e animo, un mix che si
fa gioia, dolore, cuore, avventura; sì, un insieme che ti agguanta e non ti
molla. E navighi assieme alla poetessa in un mare di bonacce e trabucchi, in
una storia che si distende in uno spartito di armoniche misure; di
vicissitudine umane, dove il cuore si apre alla natura, a tutto ciò che brilla
e illumina. C’è il memoriale, il sogno, la questione del tempus fugit,
dell’esistenza breve e fugace che l’uomo deve vivere senza avere il tempo né la
possibilità di conoscere il visionario apporto del dove e del quando. Tutto è
labile, fugace, provvisorio, instabile, e la poetessa sente questo apporto di
precarietà, tanto che, non di rado, si fa triste. E non è detto che un certo
sentimento di nostalgia non si impadronisca del suo esistere. D’altronde c’è anche
una spinta sicura verso l’alto, c’è anche un ancoraggio certo, a darle quella certezza
escatologica; c’è il suo abbraccio al cielo, al mondo, a Dio nella speranza che
tuteli i suoi, che li segua con occhio protettivo. Cosa non sempre costante
nella ricerca esistenziale dei veri poeti (e Carmen lo è), dove oltre la siepe il
pensiero si sperde, si annulla nell’assoluto, dato che lo sguardo umano è
bieco, è incapace di superare il limen,
si arrende di fronte alla smisuratezza del tutto. Ella crede alla vita, ai suoi intarsi, alla
sue vicende ora benevole ora meno, comunque valide a sottrarla ai meandri
della melanconia. Un’opera la sua che
tocca tutte le note del vivere, e lo fa
con un linguaggio fine, educato, esplicito, suasivo, in cui la parola diventa
reificazione di tanti stati d’animo. E anche se il sentimento d’amore sembra
vincere su altri motivi ispirativi, su altri temi poetici, è l’insieme che ci
dà l’idea della pluralità dell’opera, del suo polisemico valore contenutistico.
E quando la voce lirica, più vicina ai nostri intendimenti scritturali, si fa
più tenue, più carica di empito umano, tutto coinvolge e ogni nostro sentire si
fa partecipe; perché è qui che la sua
vena artistica esplode, in tutta la sua scorrevolezza, in tutto il suo apporto
umano, in tutta la sua carica emotiva. Senza dubbio la sua poetica è lontana da
ogni tentativo di sperimentazione narrativa, dove si annulla ogni emozione,
ogni memoriale biografico; qui tutto è fattivo attivo, la scrittrice prende in
mano la situazione e si fa attrice prima della storia; narra e racconta se
stessa, ogni tremolio della sua esistenza: quindi sentimento, memoriale, realtà
contingente, tutto diventa sostanza di una vicenda. Non c’è alcun frammento in
cui non si trattino momenti sentiti e vissuti. Sì, esiste una corrente
minimalista, di prosastica positura, di spersonalizzazione. Cosa che non accade
assolutamente nel cuore della sua poesia, dove ogni verso è la concretizzazione
di uno stato d’animo, di un pensiero, di una meditazione, di un concetto che
nella loro complessità ci danno la visione
della filosofia di vita della Nostra. Quello che più conta nel suo poema è il
fatto che sia riuscita a portare in sé la continuità della vita, a non
perdere ‘il talento di invecchiare senza diventare adulto’- “La
canzone dei vecchi amanti” di Jacques Brel. Partendo da una considerazione
amara sulla poesia italiana contemporanea, ci sono poeti che, non
necessariamente giovani o giovanissimi, trovano un loro modo autentico di
esprimere il senso della ricerca umana del vero, del bello, del bene – pur
nella consapevolezza dell’esistenza del falso, del brutto e del male nel mondo
d’oggi come in quello del passato. Poeti che trovano il modo di esprimersi
anche in versi di facile lettura, non astrusamente arzigogolati, e la cui
essenza poetica non risiede nella forma complicata del verseggiare, ma nella
nitidezza dell’espressione, che proprio per scelta rifugge dalle complicazioni
ermeticheggianti di troppi scrittori contemporanei. Con questa considerazione
sulla poesia della Moscariello credo sia bene concludere il mio discorso
esegetico. Dato che questa è la poetessa, il suo verso, la sua narrazione: è
nella semplicità comunicativa il suo valore aggiunto; è giusto nel suo intento
di comunicare tutta se stessa, ogni ambito del suo sentire, del suo esistere;
nel suo intento d’affetto verso tutti quelli che rendono prezioso il suo
cammino; verso i suoi nipoti che sono il focus del suo poema.
Nazario Pardini
complimenti di cuore a entrambi
RispondiElimina