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mercoledì 16 giugno 2021

ANITA MENEGOZZO: "SI COMPIONO PER ME I GIORNI DEL PARTO...", POEMETTO

 Si compiono per me i giorni del parto

È da un bel po' che ho un mondo nel mio grembo

ignoto, o per i più, misconosciuto

 

Lo so che sembra assurdo solo dirlo

però devo comunque raccontarlo

rischiando che sia preso per delirio

 

Stanotte ho come complici il silenzio

il bianco generoso di un bel libro

la luna che fa lume mentre scrivo

 

Come un messaggio dentro una bottiglia

come affidassi un figlio ad una cesta

commetto un folle gesto di speranza

 

Da mesi mi specchiavo dentro un vetro

senza nemmeno l'ombra di un riflesso

stringendo dentro il pugno un fazzoletto

 

Guardavo sulla gonna l'altra mano

segnata dall'età e dalla fiducia

da secoli sprecati di fatica

 

E mi struggevo  molto più che invano

come ogni goccia cade dove piove 

già rassegnata a trasmigrare altrove

 

Che quando non si ha più che  una valigia

si brucia anche quel poco  che ci resta

purché ci sia  più tiepida la vita

 

Ma venne il tempo della dissolvenza

che spezza il filo  del  convincimento

sfilando la certezza alla certezza

 

Ho ancora impresso nell'orecchio guercio

quel quasi tentativo di discorso

di un medico più affranto che maldestro

 

Già percepivo il sisma del tormento

sul  quel pallore intenso di conchiglia

di questa donna che mi rassomiglia

 

Da quell' ambulatorio laggiù in fondo

tra noi non uno sguardo che sia uno

per darci il tempo  di incassare il colpo

 

Quanto può farsi eterno un corridoio

ed avvinghiarsi muto lo sgomento

in una processione senza Cristo!

 

Nessun rimedio al mondo tranne il braccio

finché non si fa chiaro che barare 

è osare un compromesso col coraggio

 

Nel mentre ci fu  tutto un mondo intorno

che con  tempismo sincrono e perfetto

si defilò facendo un passo indietro

 

Deliberammo di comune accordo

che avremmo visto il mostro vivo o morto

a costo di passare per l'inferno

 

Io onoro ogni mio impegno se riesco

e avere un obbiettivo di futuro 

mi ha dato  un entusiasmo primitivo

 

E quanto alla persona  che ho al mio  fianco

che ha  cura di quest'anima che resta

la sento come fosse già una figlia

 

Banditi gli orologi e i calendari

viviamo come vivono gli artisti

cosi anticonformisti e originali

 

O come fanno i preti tibetani

intenti  in un mandala contro vento

Il mondo nel disegno e nel granello

 

E non demorderemo nella sfida

purché l'animo regga e non si arrenda

scoprendo ciò che sa ma non rammenta

 

Sì, la  memoria aiuta nella vita

ma quando l' universo si dilata

può convenire far tabula rasa

 

E in  quell' eterno prossimo a venire

godremo di sinapsi  più  evolute

che adesso non riusciamo a concepire

 

Ne parlo spesso alle allucinazioni

sorridono perché sono curiosa

“insisti che ci  arriverai da sola

 

Comunque è tutta gente più che urbana

non parlano di me in terza persona

come fossi   defunta oppure tonta

 

So che è una terapia poco ortodossa

farsi da soli cavie da ricerca.

da noi se non mi sbaglio non si usa

 

Ma se vi sembro  debole e indifesa 

ormai non ho da perdere un bel nulla

se non il senso di una vita spesa

 

La quiete regna in seno a ogni tempesta

L eterno arriva al prima di ogni colpa

e l'ultimo orizzonte è l'innocenza

 

Mendicheremo invano provvidenza  

finché  ci rispecchiamo a somiglianza

scambiando la sinistra con la destra

 

E quanto a questa  nebbia che ci incalza 

 fingiamo che sia un grande mosca cieca                      

ci penso io a sbirciare dalla benda 

 

Ho scritto tutto quello che ho potuto

adesso mi concedo al mio riposo

come all'onesta urgenza di uno sposo

 

Eppure questa razza disumana

che basta un bicchier d'acqua ad affogarla

 se impara dagli errori si rialza

 

La prova sta nell'espressione assorta

sul nel volto sempre invitto di ogni nonna

 non per oblio ma per misericordia.

 

6 commenti:

  1. Cara Anita, gli scrittori inventano e spero che questo bel poemetto descriva una storia di fantasia. Se non è così coraggio, io ti sono vicina.
    Carla Baroni

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  2. RICEVO E PUBBLICO

    Cara Anita, non vuoi o non puoi rispondere. Mi sarebbe piaciuto fare amicizia con te se amicizia si può dire scambiare qualche parola a commento di un testo o dell'una o dell'altra. Comunque questo mio secondo intervento, decisamente polemico, si deve al fatto che a fronte di un poemetto, a mio parere, veramente meritevole per forma e levità delle immagini - anche se l'argomento è scontato, strascontato - nessuno degli abitanti di Leucade abbia postato un rigo, un semplice “mi piace” come si fa su facebook mentre molto spesso alcuni di loro si sbrodolano in lodi sperticate a componimenti molto modesti o per amicizia, o perché sollecitati o perché certe persone molto anziane vanno trattate come bambini a cui si fa credere che il disegnino in cui raffigurano mamma e papà sia degno di Raffaello. L'abilità del recensore sta appunto nel non superare i limiti della credibilità e del buon senso in quanto, altrimenti, non solo si cade nel ridicolo ma si dequalifica anche in maniera abbastanza pesante il blog in cui si è ospitati e che non merita tutto questo avendo al suo attivo interventi molto meritevoli. Sono io che ho preso un abbaglio? Può darsi: chi mi dirà il perché e il per come è sempre ben accetto. Sbagliando si impara.

    Carla Baroni

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  3. Carla mia, ti scrivo sulla pagina di Anita, che conosco da una decina di anni, e con la quale ho condiviso esperienze umane prima che artistiche, in quanto abbiamo avuto occasione di raccontarci i vissuti... come è accaduto con te, in alcune circostanze... Io sono una promotrice dei commenti e non frequento facebook,pur essendo iscritta, in quanto i like, come vengono chiamati, li trovo totalmente privi di senso. Ho la mia pagina per gli eventi. Siamo in ritiro pandemico da un anno e quattro mesi e non ho nulla da postare sulla bacheca. Le storie degli altri le rispetto, ma non catturano il mio interesse. Ho molti mezzi per comunicare con coloro che stimo o che amo. Il blog di Nazario è un'Isola di prescelti. Gli abitanti li ha voluti lui. Ed è proprio il Nume Tutelare, che vorrebbe più di te e di me, che esistesse confronto e contraddittorio. Sono consapevole che pagine straordinarie come questa rischiano di restare senza commenti e me ne addoloro. Mi sento in colpa io stessa, perchè un Poemetto simile rappresenta un viaggio originale, forte, sanguigno nell'Arte e nella vita. Il grido di una Poetessa libera dalle convenzioni, non omologata, capace di esprimere in versi ineccepibili a livello stilistico la forza e il coraggio di lottare. Colgo l'essenza di questo straordinario Poemetto nei seguenti versi: "Ma se vi sembro debole e indifesa/
    ormai non ho da perdere un bel nulla /se non il senso di una vita spesa". Anita è una donna fortissima e un'Artista autentica e nei suoi scritti c'è sempre una vena provocatoria, oltre alla rabbia e alla sofferenza. Esistono poche guerriere come lei. Plaudo ai suoi meravigliosi versi e concordo con te, Carla, sulla necessità di dare maggiore vitalità a un blog così prestigioso. Vi ringrazio e vi abbraccio entrambe!

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