Wanda Lombardi
VOLO NELL’ARTE
Recensione di Anna Castrucci
Volo nell’arte è il
titolo dato alla silloge di Wanda Lombardi, pubblicata per Guido Miano
Editore (2021) nella collana Parallelismo
delle Arti. Si tratta di 33 componimenti poetici, ma solo in alcuni di essi
a mio avviso riverbera quel comune linguaggio, quella sensibilità artistica che
possa giustificare, in un parallelismo delle arti, un felice incontro in cui si
compenetrino, nell’ispirazione, Poesia e Pittura, Fotografia, Musica e Scultura.
La poetessa
indubbiamente colta e raffinata, appare soprattutto sinceramente appassionata della
bellezza e dell’arte al punto da dedicare interi componimenti alla descrizione
di opere pittoriche, scultoree o a brani musicali che a lei destano poetiche
emozioni. È il caso di ricordare A Federico
Zandomeneghi, pittore impressionista, dinnanzi al cui ritratto l’autrice,
ispirata, coglie quanto la scontrosità del carattere dell’artista sia pari solo
alla delicatezza del suo tratto sulla tela, descrivendone la brillantezza dei
colori e i contrasti nelle figure. È sufficiente una visita al Museo dell’Ermitage
perché la Lombardi, emotivamente coinvolta, largisca sapientemente descrizioni dei
molteplici stili osservati, soffermandosi ammirata sulla scultura di Paolina
Bonaparte paragonata a Venere mollemente distesa (Una
scultura del Canova). Altri avvicinamenti artistici, creati
dalla grande enfasi descrittiva e poetica dell’autrice, possiamo notarli nel
componimento Nella Musica dove a suo
dire, nell’ascolto dell’Adagio di Barber, la poesia eguaglia la musica nei
silenzi; il Notturno di Chopin è capace di destare l’io poetico dell’autrice
con momenti di vera magia; mentre Le quattro stagioni di Vivaldi aprono il suo
animo a suggestioni forti e delicate insieme.
Leggere Wanda Lombardi
resta comunque un viaggio nel tempo. È come attraversare un portale invisibile
che con un balzo spazio temporale, un vero e proprio volo, proietta il lettore
dall’oggi ad un tempo passato quando il poetare si snodava lieve tra aulici
eloqui descrittivi e versi composti in sinuose e a volte risonanti rime. Chiuso
il libro a lettura ultimata, resta nel cuore un certo spaesamento, un sottile
sgomento dell’animo per il quale è facile chiedersi dove ci troviamo o ancora in
quale spicchio di tempo siamo caduti.
Per comprendere al
meglio questa poetessa, è d’obbligo tracciare le dovute differenze tra la
poesia contemporanea e quella tradizionale di ispirazione classica o meglio
neoclassica. Molti tipi di poesie contemporanee ad esempio, sono scritte in
versi liberi o sciolti e non tengono considerazione della rima. Di contro, i
componimenti tradizionali aderiscono ai rigidi formati, ne sono esempio i
sonetti, le ballate o le odi. Inoltre, i componimenti contemporanei di solito
sono brevi ed usano per esprimere concetti e sensibilità, un linguaggio più
familiare che facilmente raggiunge i moderni lettori. Detto ciò mi sembra di
poter affermare che la poesia di Wanda Lombardi, pur differendo per molteplici
aspetti da quella di epoche passate, non riesce a distaccarsi completamente da
temi e ritmi di maniera della poesia neoclassica. È d’altronde assai evidente
la propensione della Lombardi al poetare tradizionale poiché le sue
composizioni sembrano seguire nella struttura e nei ritmi, regole ben più rigide
di quelle della poesia contemporanea. Ella ha molta cura del verso rimato e
delle strofe che si snodano attraverso costruzioni ben articolate, e ciò
conferisce alla sua scrittura modi e maniere di ispirazione classica. Prima di
lei illustri maestri della poesia e della letteratura mondiale, come William
Shakespeare, Alexander Pope e John Donne, o per restare in
Italia, Petrarca, Marino e Parini, hanno seguito, le stesse rigide regole cui
la Lombardi si ispira, ma in piena aderenza alla loro epoca storica e al gusto
allora in auge.
Indipendentemente dallo
stile tutto soggettivo, che caratterizza la scrittura poetica dell’autrice,
vanno sottolineati alcuni dei temi facilmente riscontrabili in Volo nell’arte poiché possono aiutano il
lettore ad una migliore comprensione di questa singolare poetessa. Gli
argomenti più comuni sono pertanto l’amore, la famiglia e la morte. Tutti
trattati con grande sentimento e immersi in atmosfere di crepuscolare rimpianto.
La poetessa rispinge nostalgicamente gli anni trascorsi, i cari affetti
perduti, un mondo ormai invisibile, perché esistito a suo tempo e a cui ella
ancora guarda con intenso desiderio, nonostante abbia la consapevolezza di
vivere in un’ epoca di cambiamenti repentini e dell’impossibilità oggettiva di
ri-tornare alla classica perfezione del passato. Sarà proprio per questo che la
Lombardi predilige nella sua scrittura poetica, ricorrere a forme e strutture neoclassicheggianti.
Un delicato stratagemma per mantenere alto il ricordo della bellezza e dell’amore
vissuti e che ancora ella desidera nelle forme più pure.
Ritengo che accada, in
Wanda Lombardi, un vero e proprio processo di sublimazione attraverso il quale,
la poetessa riesce ad elevare la forza del suo desiderio sino a raggiungere e a
suo modo cristallizzare, un alto livello di bellezza, armonia e spiritualità
propri di un aulico passato e a lei soggettivamente confacenti. Ne sono esempio
versi come “Vibrar fero dell’animo le
corde” (Nella Musica), “E mi sovvien dei giorni, tuoi terreni” (in
Mamma). Ma anche nell’intero componimento
Primavera, dove con chiara evidenza, la Lombardi esprime ancora la sua cristallizzata
visione di bellezza e il suo attaccamento alla vita, dedicando alla stagione
dell’amore ben 10 strofe indipendenti di tre versi ognuna, la cui metrica
ricorda gli haikù giapponesi, però, sorprendentemente “arricchiti” da
orecchiabili rime.
19
Luglio 2021
Anna Castrucci
Wanda Lombardi, Volo nell’arte, prefazione di Rossella Cerniglia; Guido Miano
Editore, Milano 2021, pp. 80, isbn 978-88-31497-38-1.
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