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lunedì 29 settembre 2014

PRESENTAZIONE DI "LA TOGA NERA" DI GINO DI TIZIO

Venerdì 3 ottobre alle ore 17 e 30 presso la Sala Convegni della Provincia di Chieti in Corso Marrucino presentazione del libro: "La toga nera" di Gino Di Tizio (Edizioni Noubs). Partecipano: Vito Moretti, già Docente Università “G. D’Annunzio” di Chieti, Silvano Barone, Direttore TG 3 Abruzzo, Giovanni Legnini, membro del Consiglio Superiore della Magistratura, Stefano Trinchese, Preside Facoltà di Lettere dell’Università “G. D’Annunzio”.

IL LIBRO

Un romanzo ambientato in una città di provincia abruzzese illumina i retroscena di un mondo che tende a occultare fatti e misfatti. La storia di un giovane magistrato che viene trasferito per lavoro nella sua terra d’origine innesca il racconto di vicende impensabili dalle quali traspaiono, dietro la calma apparente, efferati e inimmaginabili crudeltà, i mali oscuri del nostro presente e le contraddizioni del mondo della giustizia.

L’AUTORE

Gino Di Tizio, nato a Chieti il 30 settembre del 1940, ha cominciato giovanissimo a scrivere sui giornali, sulle orme del padre Rocco, giornalista sportivo. La prima sua collaborazione risale al 1957, con il quotidiano L’Appennino. E’ stato redattore de “Il Tempo”, per un breve periodo de “Il Messaggero” e de “Il Mezzogiorno”, ha collaborato anche con “Il Roma” e “Il Giorno”. E’ stato per oltre trent’anni corrispondente de “Il Corriere dello Sport!, per il quale è stato anche inviato.
Dal 1965 al 1998 ha diretto il settimanale “Gazzetta di Chieti”, nel 1998 ha fondato il quotidiano La Cronaca Locale, diventato poi Cronaca d’Abruzzo. Nel mondo della emittenza radiotelevisiva è stato direttore di Radio Elle, poi di Telemaiella, Tvl, diventata poi Rete Otto. Ha collaborato con Telemax, Teleabruzzo e Antenna 10. Autore di una monografia su Luigi Capozucco, per raccontare i suoi cento giorni da sindaco di Chieti, dal titolo “Serit Arbores”. Ha scritto anche una storia del basket femminile teatino, per raccontare le vicende del Cus Chieti di cui è stato uno dei fondatori. E’ stato  allenatore della squadra del Cus fin dalla sua nascita. Ha guidato la squadra per tre anni nella massima serie, partecipando alle coppe internazionali.




PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO "SAN FRANCESCO D'ASSISI", GRATUITO

I edizione Premio San Francesco d'Assisi
(SENZA TASSA DI LETTURA)

Art. 1 – L’Archeoclub d’Italia sede di Patti Patti bandisce la Ia edizione del concorso Nazionale di Poesia “San Francesco d’Assisi”, che si articola in tre sezioni:
a) poesia dedicata a San Francesco si partecipa con una poesia
b) poesia dedicata alla pace si partecipa con una poesia
c) raccolta di poesie d’ispirazione religiosa max 40 poesie. Ogni poesia non deve superare i 30-40 versi.
Le poesie devono essere inviate in word, titolo in grassetto, corpo 12, carattere New Times Roman in formato A4. La raccolta di poesia dev’essere inviata in un unico file di word.
Oltre all’opera va inviato un breve curriculum artistico
Saranno scartate le opere che non rispetteranno i requisiti indicati.
Art. 2 – Le opere vanno inviate al seguente indirizzo email: archeoclubpatti@gmail.com scrivendo nell’oggetto:
premio San Francesco sezione A
oppure
premio San Francesco sezione B
oppure
premio San Francesco sezione c
Art. 3 - Ogni autore deve inviare unitamente alle opere un curriculum contenente i dati anagrafici, il numero di telefono (obbligatorio) o l’indirizzo email.
Art. 4 - Il concorso è gratuito. Non è richiesta alcuna quota di lettura
Art. 5 - Ogni partecipante al premio riceverà il verbale del concorso e tutte le eventuali relative informazioni. Le notizie del concorso saranno pubblicate sul sito www.libreriatindaripatti.it
Art. 6 - Il premio deve essere ritirato personalmente o da un delegato il cui nome deve essere indicato alla segreteria tramite lettera o fax.
Art. 7 – La data di scadenza al premio è fissata al 20 ottobre 2014
Art. 8 – Entro il 15 novembre 2014 i partecipanti riceveranno copia del verbale. Tutte le opere che la giuria riterrà, meritevoli saranno inserite in un’antologia del premio dedicata a San Francesco.
Art. 9 – La data di premiazione è fissata nel mese di dicembre 2014. Nel verbale sarà specificato l’orario e il luogo.
Art. 10 – E’ possibile partecipare a tutte le sezioni.
Art. 11 - Premi. Al primo classificato della sezione A e B targa e diploma. Al primo classificato sezione C sarà pubblicata gratuitamente l’opera presentata al concorso. Ai secondi e terzi classificati di ogni sezione coppa e diploma. La giuria se lo ritiene opportuno può assegnare delle menzioni speciali ad autori meritevoli.


CORRADO CALABRO': "POESIE"

Il tempo si raggruma

Sei qui:
non si dibatte più, mosca impazzita,
nella rete delle ore la tua assenza.

Sei qui:
non pialla più il cervello
la tua attesa.

Sei qui:
il tempo si raggruma,
lo spazio prende corpo in questo evento.



Incontro rovesciato

Ho incrociato stanotte, rientrando,
i piccoli fari furtivi
degli occhi di un gatto.


(da: Antologia "Città della Spezia". Zappa Editore. Sarzana. 1994)



domenica 28 settembre 2014

PAOLO BUZZACCONI: "TERESA"

Il Poeta, dall'anima grande e trasparente, riscuote consensi, esprimendosi in liriche come quella pubblicata. Sembra impossibile tenere fuori una lirica come Teresa di Paolo Buzzacconi, che ci ipnotizza coi suoi versi. In occasione del Premio Nazione "Voci" di Abano Terme ha vinto, nella sezione Nicola Rizzi, Silloge inedita, la pubblicazione con la Casa Editrice Effigi. La Silloge è quasi pronta. 


Teresa                                 
Er pane, er latte, l’ova, la farina,
lo shampo, li pelati, l’amuchina
e poi fusilli, penne, rigatoni,
un fiasco de Frascati e ‘du meloni.
Un pacco de grisini, er detersivo,
l’olio pe frigge, quarche aperitivo,
lo zucchero, er caffè, ‘du cipollette,
la candeggina, er sale e tre birette.
Teresa a fà la spesa è troppo forte,
co venti euro riempe quattro sporte!
Se spurcia carma tutti li scaffali,
si c’è da sceje lei nun cià rivali.
Se capa li prodotti a metà prezzo,
la frutta e la verdura pezzo a pezzo.
Le mejo offerte su le mejo cose,
le più gajarde, quelle più gustose!
Poi, quanno ch’er carello è bello pieno,
l’infila da ’na parte e in un baleno
- senza fasse notà da li banchisti -
imbocca ar volo er varco “Senza acquisti”.
Teresa fa la spesa pe stà bene,
pe immagginà ’na vita senza pene.
Finge d’avè un lavoro, ’na casetta,
 ’na bella  famijola che l’aspetta.
Mentre fa spesa torna ner passato,
rivive tutto er bello che c’è stato,
er sole che ogni giorno je rideva,
er tempo che ’sto monno l’accojeva.
E’ l’unica finestra che cià er còre,
l’unica cura pe placà er dolore.
E mentre dorme sopra ’na panchina
Teresa paga er conto e se incammina…

Paolo Buzzacconi  

sabato 27 settembre 2014

CLAUDIO FIORENTINI: "GLI EROI SILENZIOSI DELLA LETTERATURA"


Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade

Gli eroi silenziosi della letteratura


Si può trovare, nel nostro ambiente, una fonte inestimabile di energia che viene alimentata dal lavoro silenzioso di pochi e grandi eroi dell’arte. Potremmo dire che sono le nostre famiglie, i nostri amici, loro che ci supportano e ci sopportano, ma ci sono anche spazi bellissimi nella blogosfera, e in special modo in questo prestigioso blog (e chi lo anima). L’insieme compone un magnifico tessuto di incoraggiamenti e stimoli da cui noi prendiamo la forza, di pazienza e tolleranza da cui ritagliamo il nostro spazio creativo, di spazi e di incontri da cui impariamo e in cui condividiamo, e poco importa che questi spazi siano virtuali o reali.
Tuttavia esiste un tipo di lavoro, da cui molti di noi traggono giovamento, che raramente viene messo in luce e sicuramente non viene quasi mai citato nei nostri interventi. Mi riferisco all’opera volontaria di tanti appassionati che fanno quanto è in loro potere per mettere in risalto la cultura in tutte le sue rappresentazioni, portando a conoscenza del pubblico le opere di chi non ha megafoni che le promuovano.
Esistono, infatti, circoli e associazioni che hanno la virtù di promuovere l’arte solo per l’amore all’arte, tra questi posso citare l’IPLAC, il Polmone Pulsante, Il Pagsus di Cattolica, Spazi all’arte… ma sono certo che ciascuno di noi ne potrà elencare quantomeno altri due o tre a testa, ricavando così una lista di spazi virtuosi, dove operano gli eroi silenziosi della cultura. Mi chiedo: e se questi centri si aggregassero formando una rete?
Non è di questo che voglio scrivere, del resto è stato scritto anche un manifesto culturale (Il Bandolo) che va in quella direzione, per il quale ci auguriamo di trovare sempre più sostenitori che, una volta apposta la firma, vogliano operare in quella direzione e animare un vero e proprio movimento culturale, che intenda colmare il vuoto del sistema dell’Arte come lo conosciamo oggi.
Il punto del mio commento, invece, riguarda chi dà vita a circoli e associazioni,  perché questi non sarebbero nulla senza l’esempio virtuoso degli eroi silenziosi che gli danno vita.
Li chiamo eroi silenziosi, e sono persone in carne ed ossa che dedicano gran parte del proprio tempo alla promozione delle opere altrui, senza chiedere nulla in cambio.
Queste persone sono spesso scrittori o poeti, hanno competenze e relazioni nel proprio campo, potrebbero lavorare per autopromuoversi, per ritagliarsi uno spicchio di celebrità, ma sono degli idealisti e non lo fanno, perché trovano più giusto promuovere il lavoro degli altri che il proprio. Non traggono vantaggi da questa loro opera, e vengono ripagati esclusivamente dalla soddisfazione di chi ne beneficia, spesso senza neanche ricordare che di tanto in tanto occorre dire grazie.
Vorrei citare un nome tra tutti, molti di voi la conoscono, è Maria Rizzi, infaticabile organizzatrice e promotrice, sempre pronta ad aiutare, guidare e dar supporto gli altri, colmando con questo le molte carenze del mondo dell’editoria e accogliendo, stimolando e incoraggiando l’autore a fare sempre un passo in più.
Certo, non è la sola, parlo di lei solo perché conosco la sua opera “in ombra” e so quanto vale. Molti scrittori, io per primo, le sono debitori, e so per certo che tutta l’energia che Maria spende per gli altri, è un meritorio lavoro di promozione della cultura letteraria contemporanea, e come tale va apprezzato.
Maria, che è anche una valida scrittrice e poetessa, fa ben poco per promuovere i propri libri perché tutto il suo impegno è rivolto agli altri, e so benissimo che quando leggerà questo articolo dirà che non lo merita, ma credo che sia importante per noi tutti ricordare che molte volte le cose accadono grazie agli eroi silenziosi che spesso rimangono volutamente (e immeritatamente) nell’ombra.
Sono certo che molti tra di noi vorranno unirsi a me per ringraziare tutti questi eroi silenziosi per il loro magnifico lavoro!
  
Claudio Fiorentini



NAZARIO PARDINI DA "LA CENERE CALDA DEI FALO'"

LA CENERE CALDA DEI FALO'

Le faville volarono nel cielo
di una notte d'estate.
Si spensero i falò col primo giorno.
Ceneri calde sulla fredda rena,
incise di romanze e di sorrisi,
furono sparse dalla tramontana.




LA TREBBIA

E l'arsura trapassa la pezzuola
che difende la gola dalla pula.

Odori agri,
compagni di calure,
ritorni violenti di campagna
diffusi dalle manne trangugiate
alimentano immagini procaci
sopra le braci
di fuochi di fascine.


DA: Nazario Pardini: LA CENERE CALDA DEI FALO'
ETS. Pisa. 1997

BENITO SABLONE DA: "L'ANGELO DI REDON"

Benito Sablone


Il deserto è una laguna
dove annega la logica del tempo
e i morti risorgono
con la polvere addosso e le camicie
con ricchi polsini di stelle
Nelle poche caverne
un dio si nasconde che deve ancora nascere
e va e viene
con modi eleganti e poche parole
Eppure la sua impazienza
si legge nel silenzio
nel leggero strusciare delle suole
nella polvere ardente
che attraversa i raggi del sole

DA: Benito Sablone: L'ANGELO DI REDON (1989 - 1996) Edizioni Tracce. Pescara. 2000  

PASQUALE MARTINIELLO: "NON RIESCO A SPEGNERE"


Pasquale Martiniello


NON RIESCO A SPEGNERE

Non riesco a spegnere
il caro debito di luce
al tuo seno

Urla sempre pigro il vento
e mi uccide le candele
o madre

La borsa mi campa a fatica
con spiccioli di tempo
O lontano sciopero di vele

Oche non mie
il tuo sogno di mare
aperto a preghiera d'infinito

DA: Pasquale Martiniello: La vetrina. Editrice Ferraro
Napoli. 2001


giovedì 25 settembre 2014

MARIA RIZZI SU: "IL PRIMO LIBRO DEI RE" DI LUCA GIORDANO




Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade


Luca, con la tua straordinaria sensibilità hai dato connotati di 'preghiera', nell'accezione più pura, alla lirica di Claudio. E sei ricorso al passo biblico più idoneo. Il silenzio è custode dell'interiorità.
Certo, si tratta di un silenzio definito sì negativamente come sobrietà e disciplina nel parlare e perfino come astensione da parole,ma che da questo primo momento passa ad una dimensione interiore: cioè al far tacere i pensieri, le immagini, le ribellioni, i giudizi, le mormorazioni che nascono nel cuore.
Infatti è “...dal di dentro, cioè dal cuore umano, che escono i pensieri malvagi..” (Marco 7,21).
E' il difficile silenzio interiore quello che si gioca nel cuore, luogo della lotta spirituale, ma proprio questo silenzio profondo genera la carità, l'attenzione all'altro, l'accoglienza dell'altro.
Sì, il silenzio scava nel nostro profondo uno spazio per farvi abitare l'Altro, per farvi rimanere la Sua Parola, per radicare in noi l'amore per il Signore; al tempo stesso, e in connessione con ciò, esso ci dispone all'ascolto intelligente, alla parola misurata, E così, il doppio comando dell'amore di Dio e del prossimo, è ottemperato da chi sa custodire il silenzio.
A quel punto si può ripetere, senza timore di cadere nella retorica, l'affermazione di E. Rostand: “Il silenzio è il canto più perfetto, la preghiera più alta”.
In quanto conduce all'ascolto di Dio e all'amore del fratello, alla carità autentica, cioè alla vita in Cristo, allora il silenzio è preghiera autenticamente cristiana e gradita a Dio. Vi sono grata per la profondità delle vostre riflessioni, che inducono a scavare nei meandri dell'anima.... 

Maria Rizzi 




CLAUDIO FIORENTINI: "C'ERA SOLO UN RIFLESSO...", A PASQUALE BALESTRIERE


RIFERIMENTO ALLA POESIA SORTE DI PASQUALE  BALESTRIERE PUBBLICATA SUL BLOG DI SETTEMBRE

Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade

Caro Pasquale,

La tua bellissima poesia "Sorte" merita di essere commentata, ma non ho né la capacità né la voglia di farlo. Per questo vorrei solo raccontarti cosa mi è successo ieri, leggendola. Non sono un poeta a tempo pieno, forse neanche un poeta, ma a volte, ora raramente, mi capita di scrivere versi sotto l'effetto di una droga che vive dentro di me. Si tratta di una droga pesante, di quelle che se non le prendi vai in astinenza e soffri dentro, ma dentro... perché è dentro che vive la più potente delle nostre pulsioni, è dentro che vive l'IO. E il mio IO ieri ha bussato alla porta spingendomi a scrivere versi, sotto l'influenza della poesia, in questo caso della tua poesia.
La forza di "Sorte" è quella di dare inizio a un lavorio interno, a uno scavo di quelli che non ti lasciano scampo. Devi entrare, devi scavare ancora di più, altrimenti soffrirai la crisi di astinenza di cui parlavo, l'astinenza di sé.
Vedi, io credo che la poesia, che il nostro frenetico vivere rende inutile, abbia il potere di cambiare gli eventi, e chi la legge sa quanto sia profondo il movimento che scaturisce dalla lettura. Non so dire cosa si muova, ma so per certo che la poesia può cambiare la percezione del momento che stai vivendo. Questa è la sua forza.
Come ho scritto tempo addietro: immagina un ingegnere che debba progettare un detonatore di mine antiuomo, lo farà senza pensarci... ma se prima di andare a lavorare leggesse qualche poesia di quelle da cui scaturisce il dialogo interiore, come si sentirebbe? Il detonatore lo progetterà lo stesso, ma cosa gli rimane dentro? Forse un piccolo dubbio? Ecco il punto: un dubbio, per quanto piccolo, per quanto insignificante, qualcosa deve pur fare. Non so cosa, ma non importa. Importa che quel piccolo dubbio sia un seme di pensiero, e proprio quel seme può rendere l'uomo migliore.
Ieri quel seme mi ha portato a scrivere dei versi, che mi permettono di rispondere alla tua "Sorte".



C’era solo un riflesso, una strana chiamata
come un accenno a qualcosa di più grande
messo di traverso tra l’ora e il poi,
e rivoltato, rigirato, scansato
il nulla
                               il vuoto
misero avanzo di mistero che si oppone a vivere anche ora che è vinto.
C’era solo quello.

Ora, che di luce e buio non resta che l’accenno,
il tempo si consuma senza lentezza e senza fretta
fino a scompigliare ogni sua istanza
fino ad annullarsi nella vergogna di scoprirsi breve.

L’osservo da fuori, ma è dentro che succede
dentro mi vive e mi percuote
dentro mi ama e mi dis-ama
Fuori
                               c’è solo distanza

E quel riflesso, avanzo di mistero
mi appare controvoglia
sapendosi specchio di qualcos’altro.

Claudio Fiorentini 24 settembre 2014


mercoledì 24 settembre 2014

LORETTA STEFONI: "ALLA PIETRA LA MEMORIA"


Salvo D'Acquisto

Il 23 settembre 1943 (seconda guerra mondiale) dopo l’esplosione accidentale di una bomba a mano, furono eseguiti dei rastrellamenti e catturate 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona. Lo stesso D'Acquisto fu forzatamente prelevato dalla caserma da parte di una squadra armata di SS, e fu condotto nella piazza principale di Palidoro, dove erano stati radunati gli ostaggi. Fu tenuto un sommario "interrogatorio", nel corso del quale tutti gli ostaggi si dichiararono ovviamente innocenti. Salvo D'Acquisto si era autoaccusato del presunto attentato, addossandosi la sola responsabilità dell'accaduto e chiese l'immediata liberazione dei rastrellati. I 22 prigionieri furono lasciati liberi e immediatamente si diedero alla fuga, lasciando il sottufficiale italiano già dentro alla fossa, dinanzi al plotone d'esecuzione. Un testimone fece in tempo però, mentre correva, a sentire il grido "Viva l'Italia" lanciato dal carabiniere, seguito subito dopo dalla scarica di un'arma automatica che portava a termine l'esecuzione. Il comportamento del militare aveva colpito le stesse SS, che il giorno dopo, secondo quanto riferito da testimonianze, riferirono: "Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte." Salvo D'Acquisto fu fucilato all'età di nemmeno 23 anni. Le sue spoglie sono conservate nella prima cappella sulla sinistra, adiacente all'ingresso, della Basilica di Santa Chiara di Napoli.

Loretta Stefoni non è solita comporre le sue liriche in metrica, ma di tanto in tanto si diletta con versi senari, posiuole;  però, per la prima volta, si è cimentata a verseggiare in ottonari con il fine ultimo di dare lustro alla figura di Salvo D'Acquisto;  ebbene, la bella e intensa lirica creata, partecipante alla 1^ edizione del Premio Letterario Internazionale Salvo D'Acquisto (la cui premiazione si svolgerà a Pescara il 19 ottobre p.v.), ha ottenuto il terzo posto.  Comunque il verso libero è quello che sente più consono a dare voce alle sue emozioni, del resto, i tanti successi ottenuti, che non stiamo certo ad elencare, ne sono una conferma. Questa la poesia:

Alla pietra la memoria

Tra giunchiglie e tamerici
… alla pietra la memoria.
Una stele porta inciso
solo il nome di colui
che d'alloro cinse il capo.
Gesto eroico senza tempo
che, ancor oggi, come allora,
bagna il ciglio e muove il petto
e di madre cela il pianto.
Il baratto della vita,
la follia di quella guerra
con l’agnello da immolare
sull’altare della Patria
per mattanza d’innocenti.
E nel volo assai tranquillo
di rondoni e gabbianelle
s’è smorzato il fiero sguardo
di quel giovane in divisa
che decoro fece e onore
al vessillo tricolore;
un singhiozzo ed un respiro
per la terra sacrosanta
ed un ultimo suo grido:
“Lascia libera l’Italia!”

Loretta Stefoni


ADRIANA ASSINI PRESENTA "LA RIVA VERDE", AD ALBANO LAZIALE


               
Adriana Assini: La Riva Verde
Scrittura & Scritture. Napoli. 2014. Pg. 184. €. 12,50

Una rinfrescata di modernità che fa della Storia 
un racconto a noi vicino





Guerra dei cent’anni: desolazione, campagne abbandonate, vedette per mettersi al riparo entro le mura, pestilenze (celebre quella del Boccaccio: “Nell’anno del Signore 1348 la mortifera pestilenza giunse a Firenze…”); un tremendo flagello in Europa;  interrogatori e sentenza del 24 maggio 1431 per Giovanna D’Arco: “…per questo motivo noi ti giudichiamo come eretica  e stimiamo che tu sia da espellere dalla Chiesa e che tu debba essere consegnata alla potenza secolare”; una guerra, appunto, questa dei cent’anni, che finendo nel 1453, si trascina fino alle soglie dell’età moderna. 

Ma per quanto riguarda Bruges, località in cui si sviluppa la maggior parte degli avvenimenti del nostro romanzo, il mercato della lana, dei vestiti, e l’industria tessile vi prosperano fin dal XII secolo, grazie  alla stabilità garantita dal patronato dei conti di Fiandra. Tra il XIII e il XIV secolo il re di Francia Filippo il Bello invia nella regione una forza di occupazione per annettere le Fiandre. Ma la città si ribella in massa e caccia i francesi durante i famosi Mattutini di Bruges; successivamente il predominio sul fiorente mercato tessile di cui Bruges è il centro commerciale sarà una delle principali cause di questa ferale guerra tra Francia e Inghilterra.
       È in questo periodo che si dipanano gli avvenimenti del romanzo La riva verde di Adriana Assini… (dalla recensione di N. Pardini).

CARLA BARONI SU "I PREMI LETTERARI"

Carla Baroni, poetessa

Caro Nazario,
                      qualche tempo fa è apparsa sul tuo blog una serie di articoli sui taroccamenti, disguidi, o altro di alcuni premi di poesia, tutte cose che non invogliano certamente a prender parte a simili concorsi. Comunque, dato che questo è l'unico modo per fare conoscere i nostri lavori e dall'esterno non è facile giudicare l'affidabilità o meno di un concorso, si continua a partecipare fidando nell'onestà dei giurati e degli organizzatori. Premetto che non sono una che protesta quando vede l'ingiustizia di certe graduatorie e anzi ringrazio anche per una semplice segnalazione quando, a mio giudizio, avrei meritato molto di più: mi riservo soltanto il diritto del mugugno che esercito solo con gli amici più intimi. È forse questa apparente rassegnazione, questo accettare con il sorriso sulla bocca che vengano talvolta premiate poesie che sono la evidente parafrasi di testi che dovrebbero essere noti, soprattutto di Montale, – perché copiare significa anche questo- che fa di me la giuggiolona con scritto giocondo sulla fronte. Ed è per tale motivo, per sfatare cioè questa fama immeritata che mi sono involontariamente guadagnata, che voglio riferire che cosa mi è capitato al Rhegium Juli di quest'ultima edizione.
Vengo avvertita con non molto anticipo che sono finalista per una silloge inedita di poesia che contiene anche molte liriche premiate in altri concorsi. Al Rhegium ho sempre partecipato con una raccolta perché, data la distanza da Ferrara mia città, il compenso per la poesia singola copre appena le spese. Ma per la silloge si promette, in caso di vincita che viene proclamata solo nella cerimonia conclusiva, la pubblicazione di ottocento copie della raccolta inviata, pubblicazione che viene poi distribuita - anche se in veste molto modesta- al colto e all'inclita procurando una certa notorietà.
Da come mi viene risposto quando confermo la mia presenza alla serata finale capisco subito che non ho alcuna speranza di vittoria: se stessi a casa farei un grande piacere all'organizzazione. Però ai premi si fanno conoscenze, si intrecciano amicizie e parte delle spese sono pagate.
Non sto a dilungarmi a descrivere la premiazione: dico soltanto che non si è classificata alcuna silloge perché, alla richiesta fatta da me pubblicamente, nessuna di  esse aveva raggiunto il punteggio necessario per essere vincente. In definitiva mi ero fatta dodici ore di treno (unica condizione per essere rimborsata delle spese di viaggio) e altrettante le avrei fatte al ritorno per sentirmi dire, in sintesi, che le mie poesie erano così brutte – e così quelle degli altri candidati - da non meritare alcun riconoscimento. Mi ero accorta che mi avevano fatto leggere, in un ventaglio di quaranta poesie, quella di minore impatto però...
Analoga conclusione per la poesia dialettale ma i partecipanti erano tutti del luogo e non avevano fatto alcuna spesa.
Poiché la clausola interna addotta a giustificazione non appare nel bando, poiché, in caso di parità, il premio avrebbe dovuto essere diviso tra i concorrenti, poiché un vincitore già da oltre due anni attende la pubblicazione della sua raccolta, poiché inoltre sembra che l'anno scorso la sezione silloge non fosse prevista, quali conclusioni si possono trarre da tutto ciò? Ognuno la pensi come vuole ma si ricordi che questo non è un premio gratuito ma viene pagata una tassa di lettura il che configura anche diversamente le responsabilità degli organizzatori di fronte alla legge.
E allora faccia attenzione chi mi ha seguito in questo mio sfogo prima di dissanguarsi in tentativi inutili in concorsi a pagamento. Già una trentina di anni fa qualcuno, più esperto di me, mi aveva avvertita che esistono perfino premi che figurano solo sulla carta: insomma chi li riceve restituisce la somma assegnata, gli rimane soltanto la gloria se gloria è.
Credo, a questo punto, che dovremmo mettere i piedi per terra e costituire un sindacato poeti. Ne salterebbero fuori delle belle!
Ciao, grazie dell'ospitalità.


Carla Baroni

martedì 23 settembre 2014

PREMIO TULLIOLA, MARTEDI 7 OTTOBRE, CASTELLO MIRAMARE, FORMIA


Associazione culturale Tulliola
Premio letterario internazionale Tulliola - Renato Filippelli
XXII Edizione – 2013/2014

Martedì 7 ottobre 2014 ore 16,30
Castello Miramare di Formia (LT)


La medaglia del Presidente della Repubblica


 comunicato stampa


La medaglia del Presidente della Repubblica alla XXII edizione della manifestazione
Formia, 7 ottobre: Premio 'Tulliola' a poeti, narratori, saggisti
Per la legalità a Liana Esposito, per la cultura e l'impegno sociale a Masullo, Montano e Piscopo



         Al Premio internazionale Tulliola” è stata conferita la Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica in merito alla ventiduesima edizione della manifestazione. La cerimonia di consegna dei riconoscimenti si terrà martedì 7 ottobre 2014 alle ore 16:30 al Castello Miramare di Formia (LT).
         Carmen Moscariello, fondatrice e presidente dell’Associazione culturale Tulliola, organizzatrice del Premio, ha anche ottenuto – per il Premio per la Legalità contro le mafie – una Medaglia dal Presidente della Camera per Liana Esposito, Pubblico Ministero della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli, e una Medaglia dal Presidente del Senato per Aniello Montano, che sarà tra i premiati di spicco insieme ad Aldo Masullo e a Ugo Piscopo per aver contribuito alla nascita di uno Stato sempre più democratico a garanzia dei diritti umani.
         Di seguito l'elenco dei finalisti, proclamati dalla Giuria presieduta da Ugo Piscopo (presidente onorario è Erasmo Magliozzi) e formata da: Marina Argenziano, Mary Attento, Lorenzo Ciufo, Serena Dal Borgo, Manfredo Di Biasio, Gelsomina Filippelli, Michele Graziosetto, Giuseppe Limone, Erasmo Magliozzi, Giuseppe Manitta, Carmen Moscariello, Giuseppe Napolitano, Domenico Pimpinella, Annella Prisco, Mario Rizzi, Antonio Spagnuolo.
         Vincitori della sezione Poesia edita “Renato Filippelli” sono: primo posto a Michele Urrasio per “Sillabe di silenzio”, secondo a Nazario Pardini per “Si aggirava nei boschi una fanciulla”, terzo ad Andrea Verzi per “Cielo di cristallo”, quarto a Michela Marano per “Frammenti in versi”, quinto a Laura Croce per “La scienza e la voce”.
         Sezione Narrativa edita: primo premio ad Antonio Piscitelli per “Zacinto mia”, secondo premio a Nicoletta e Luigino Vador per “Il maestro di violino”; terzo premio ex aequo: Antonino Crisafi “Gocce d’amore”, Giancarlo Piciarelli “Come quando fuori piove”; quarto ex aequo: Giuseppa Mistretta “Lettera a Corleone”, Lorenzo Tenerani “Geminix”; quinto ex aequo: Vincenzo Pisanò “Le ali del gabbiano”, Vittorio Casali “Ancora insieme”.
         Per la Saggistica, primo premio a Paolo Miggiano per “A testa alta”, secondo premio ad Albino Bernardini per “Un secolo di memorie”, terzo premio a Gennaro Cesaro per “Napoli dei suicidi, delle vite bruciate e della monnezza”, quarto premio a Federico Bardanzelli per “L’isola di Circe”.
         Per la sezione Opere edite e inedite dedicate a Renato Filippelli saranno premiati: Dante Ingrossi “Verso l’infinito”, Antonio Villa “A volo radente. Nella spiritualità di Renato Filippelli”.
         La Presidente dell’Associazione Tulliola ha inoltre deciso di assegnare una Menzione speciale a Giovanni D'Andrea per la meritoria e singolare opera letteraria di divulgazione scientifica La lunga guerra all’ultimo guerriero divino nel Meridione d’Italia: l’Arcangelo Michael”.
         Ai vincitori del Premio (di cui sono segretari Barbara Vellucci e Mario Rizzi) saranno donate opere degli artisti: Celestino Casaburi, Antonio Conte, Ernesto D’Argenio, Franco De Luca, Gerardo De Meo, Raffaella Fusciello, Antonio Scotto, Chiara Scrobogna, Gianni Simione.
         L'Associazione culturale “Tulliola”, che è la più antica di Formia (figura al N. 8 nell'elenco delle associazioni), lo scorso anno è stata premiata con una medaglia del Presidente della Repubblica per le meritorie finalità perseguite. Per l'organizzazione del Premio Tulliola e per altre iniziative non chiede contributi ad enti pubblici, né a privati.



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INFO:
Carmen Moscariello, presidente Associazione culturale “Tulliola”
via Paone S. Remigio, 04023 Formia (LT)
tel: 320/8597966 - email: carmen.moscariello@yahoo.it
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comunicazione e media relations:
dott.ssa MARY ATTENTO
Mob. +39 340 7676184
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con preghiera di diffusione

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Associazione culturale Tulliola


Premio letterario internazionale Tulliola - Renato Filippelli
 XXII Edizione – 2013/2014


Martedì 7 ottobre ore 16,30
Castello Miramare di Formia (LT)


Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha destinato una Medaglia
quale suo premio di rappresentanza alla XXII Edizione del Premio Tulliola

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GIURIA
Presidente della giuria Ugo Piscopo
Presidente onorario Erasmo Magliozzi
Presidente del Premio Carmen Moscariello

Componenti della Giuria:
Marina Argenziano, Mary Attento, Lorenzo Ciufo, Serena Dal Borgo, Manfredo Di Biasio, Gelsomina Filippelli, Michele Graziosetto, Giuseppe Limone, Erasmo Magliozzi, Giuseppe Manitta, Carmen Moscariello, Giuseppe Napolitano, Domenico Pimpinella, Annella Prisco, Mario Rizzi, Antonio Spagnuolo
Segretari del Premio Barbara Vellucci e Mario Rizzi

Artisti che hanno donato le loro opere per premiare i vincitori:
Celestino Casaburi, Antonio Conte, Ernesto D’Argenio, Franco De Luca, Gerardo De Meo, Raffaella Fusciello, Antonio Scotto, Chiara Scrobogna, Gianni Simione.

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Per gli altissimi contributi resi dai loro studi e dal loro impegno sociale, culturale e umano
per essere operai della cultura, cittadini militanti a difesa del senso civile del vivere e del rispetto per la vita soprattutto dei più umili, per aver contribuito alla nascita di uno Stato sempre
più democratico a garanzia dei diritti umani, saranno premiati:
Aldo Masullo (opera dell'artista Gerardo De Meo)
Aniello Montano (Medaglia del Presidente del Senato)
Ugo Piscopo (opera dell'artista Gerardo De Meo)
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Premio per la Legalità contro le mafie
Per l'impegno e il coraggio dimostrati nello svolgimento del suo lavoro e nella diffusione
della cultura della legalità, la Presidente del Premio Carmen Moscariello
ha ottenuto una Medaglia dal Presidente della Camera per Liana Esposito
Pubblico Ministero della DDA presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli
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All’unanimità, la Commissione giudicatrice del Premio ha deciso di assegnare i premi nel modo seguente:
Per la Poesia edita:
Primo premio a Michele Urrasio “Sillabe di silenzio”, Catapano
Secondo premio a Nazario Pardini “Si aggirava nei boschi una fanciulla”, Edizioni ETS
Terzo premio ad Andrea Verzi “Cielo di cristallo”, Pendragon
Quarto premio a Michela Marano “Frammenti in versi”, Delta 3
Quinto premio a Laura Croce “La scienza e la voce”, Libroitaliano World
Segnalati:
Bartolomeo Errera per “Dervisci”, Guida
Carmelo Consoli per “Cortometraggi”, Edizioni del Leone
Nicoletta Corsalini per “La solitudine delle maree”, Edizioni Agemina
Claudia Piccinno per “Il soffitto”, edizioni La lettera scarlatta
Chiara Scrobogna per “Cose comuni”, Montedit
Pierangela Fleri per “L’eco nel tempo”, Rupe Mutevoli
Monica Fiorentino per “Ceneri di rose”, Carta e Penna Editore
Vito Mauro per “La luna crollerà”, Edizioni Thule

Per la Narrativa:
Primo premio ad Antonio Piscitelli “Zacinto mia”, Guida
Secondo premio a Nicoletta e Luigino Vador “Il maestro di violino”, Ibiscos Editrice Risolo
Terzi ex aequo: Antonino Crisafi “Gocce d’amore”, Kimerik; Giancarlo Piciarelli “Come quando fuori piove”, Kimerik
Quarti ex aequo: Giuseppa Mistretta “Lettera a Corleone”, Kimerik; Lorenzo Tenerani “Geminix”, Kimerik
Quinti ex aequo: Vincenzo Pisanò “Le ali del gabbiano”, Edizioni Segno; Vittorio Casali “Ancora insieme”, Edizioni Helicon

Per la Saggistica:
Primo premio a Paolo Miggiano “A testa alta”, Di Girolamo Editori
Secondo premio ad Albino Bernardini “Un secolo di memorie”, Kimerik
Terzo premio a Gennaro Cesaro “Napoli dei suicidi, delle vite bruciate e della monnezza”, Bastogi
Quarto premio a Federico Bardanzelli “L’isola di Circe”, Uni Service
Segnalati:
Antonio Villa “Il grande traghettatore”, Caramanica
Antonio Pecchia “E venne il Papa”

Per la sezione Opere edite e inedite dedicate a Renato Filippelli saranno premiati:
Dante Ingrossi “Verso l’infinito”
Antonio Villa A volo radente. Nella spiritualità di Renato Filippelli.

Il giudizio della Giuria è insindacabile.
Per aver diritto al premio bisogna essere presenti alla cerimonia di premiazione. Tutti coloro che non saranno presenti non potranno ritirare il premio successivamente.
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Menzione speciale dell'Associazione culturale "Tulliola"
a Giovanni D'Andrea
per la meritoria e singolare opera letteraria di divulgazione scientifica
La lunga guerra all’ultimo guerriero divino nel Meridione d’Italia: l’Arcangelo Michael
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Il Premio non ha ricevuto o chiesto contributi economici né a privati, né a enti pubblici. Le Targhe, comprese quelle in argento, come pure gli inviti e le locandine, sono donati da Aldo Zangrillo, politico e industriale pontino di specchiata onestà e umanità. Trenta opere di artisti vari sono donate da Carmen Moscariello, dieci litografie e quattro acquerelli da Mario Rizzi.
Non è stata richiesta tassa di lettura per nessuna delle sezioni del Premio.
Nessun giurato ha ricevuto gettoni, tutti hanno provveduto a proprie spese per viaggi e soggiorni.
Si ringraziano con molto affetto e riconoscenza Carla Celletti, Cavaliere del lavoro, e “la deliziosa” manager Maria Luisa D’Andrea per la principesca ospitalità che da ventidue anni riservano ai partecipanti e ai vincitori del Premio, mettendo a disposizione gratuitamente le sale del Castello.



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L'Associazione culturale “Tulliola” è la più antica di Formia, figura al N. 8 nell'elenco delle associazioni.

         Tulliola era l'amatissima figlia di Marco Tullio Cicerone, il celebre oratore romano che possedeva una sontuosa villa a Formia a poca distanza dalla casa di Carmen Moscariello, fondatrice dell'Associazione e del Premio. Proprio di fronte al mausoleo monumentale di Cicerone, ucciso al Formia nel 43 a.C., sono visibili i resti di un altro edificio funebre, che si vuole sia la tomba di Tulliola.


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INFO: Carmen Moscariello, presidente Associazione culturale “Tulliola”,
via Paone S. Remigio, 04023 Formia (LT)
tel: 320/8597966 - email: carmen.moscariello@yahoo.it



comunicazione e media relations:
dott.ssa MARY ATTENTO
Mob. +39 340 7676184
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Skype maryra30
Facebook Mary Attento
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