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martedì 4 agosto 2020

GABRIELLA VESCHI LEGGE: "NELLA TUA GIUSTIZIA MIO DIO" DI CLAUDIO COMINI




Claudio Comini
Nella tua giustizia mio Dio
Guido Miano Editore, 2019 
Recensione di Gabriella Veschi
Qui cantat, bis orat: questa massima attribuita a Sant’Agostino si può senza dubbio estendere a Nella Tua giustizia mio Dio (Guido Miano Editore, Milano, 2019), una rassegna di liriche divisa in due sezioni (Nuove poesie e Altre poesie) di Claudio Comini, poeta, la cui vastissima produzione, iniziata nel 1993, è stata coronata da prestigiosi e innumerevoli riconoscimenti e premi.
In tutta la raccolta la poesia si sostanzia di preghiera e si trasforma in melodia: ogni composizione si apre con una struggente invocazione a Dio, rivelando una forte tensione mistica nel gioire del soggetto lirico di fronte all’infinita grandezza e misericordia divine, simboleggiate dall’archetipo della luce irradiante, emanazione della potenza creatrice, contrapposta alla debolezza dell’uomo colto nelle sue fragilità. Nasce spontaneo un confronto con la Divina Commedia: il Signore è onnipresente e mai viene meno la profonda spiritualità di Comini, poeta la cui voce è stimolo per i suoi simili e il cui dettato poetico si trasforma in un dialogo rigenerante quanto inaspettato con il trascendente; la parola, indispensabile nutrimento in un’epoca di falsi idoli, è un monito a non lasciarsi attrarre dalle tentazioni e un’esortazione a confidare nella giustizia divina, “sorgente che disseta / quelle anime cadute in rovina” (Sempre Tu nei cieli più infiniti), garanzia di Pace profonda, come scrive Monsignor Giuseppe Vegezzi nella Prefazione all’opera.
Comini, come il sommo poeta, sente la necessità per sé e per l’umanità intera (Preghiera; Se ho sbagliato, perdonami o Dio) di ritrovare la via del bene, della solidarietà e dell’amore per il prossimo, valori ormai da tempo dimenticati nel marasma delle “battaglie e guerre / contro le avversità” (Giustizia), con cui la vita sfida ogni essere umano, ma anche metafora della lotta di ciascuno per raggiungere la salvezza, intesa come quella dello spirito e dunque beatitudine in un regno ultraterreno.
Il linguaggio delle poesie inserite nella silloge è semplice, colloquiale, i versi brevi dipingono bozzetti impressionistici; il paesaggio del Lago Maggiore costellato di monti e piccoli borghi, assurge quasi a Paradiso dantesco, risuonano musiche e canti celestiali, regna una profonda armonia (“Brillano / sul lago le luci / di mille e più stelle”, Brilla la tua luce). Lo stile è nello stesso tempo classicheggiante per il nitore formale, ottenuto grazie ad una accurata opera di cesellatura che evidenzia la perfetta simmetria delle strofe. La musicalità del ritmo è resa attraverso raffinate sinestesie, poiché spesso i componimenti si aprono con una percezione visiva e su di essa si innestano figure retoriche inerenti alla sfera del suono: “Oltre confine / l’eco della voce corre / al diffondersi dell’ignoto” (L’eco della voce). E’ evidente l’influsso di L’Infinito di Leopardi, ma in Comini prevale la dimensione soprannaturale, la necessità di tendere verso Dio, “alla ricerca di quell’Assoluto” (L’eco della voce) che solo può appagare.
Al di là della piacevole sensazione di leggerezza suscitata dalla soavità del paesaggio, emergono i grandi temi che affliggono la società contemporanea, le diseguaglianze, la lotta tra il bene e il male, la sofferenza, la morte, ma l’uomo, pur se travolto dalle vicissitudini terrene, troverà speranza nella fede, per dissolvere il velo di nebbia che attraversa l’ esistenza e nuovamente “germoglierà il fiore” (Elegia d’autunno), in segno di rinascita.

Gabriella Veschi

Claudio Comini. Nella Tua giustizia mio Dio. Prefazione di Mons. Giuseppe Vegezzi. isbn: 978-88-31497-01-5. Guido Miano Editore, 2020; mianoposta@gmail.com.


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