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martedì 30 marzo 2021

ANNALISA RODEGHIERO: "FRAMMENTI INEDITI"

XV

 

Se questo silenzio è l’eco di polvere

sul disordine di abbandoni inspiegati e delle colpe-

se le madri anche avessero sbagliato

nella bontà, se nella semina

avesse avuto radici storte il seme

e il tropismo della terra non ne avesse corretto

il verso, servirebbe ora sfasciare

- invocato, dei semi maturi, il dio - per ricostruire a norma,

a norma sgusciare come il giorno

nella chiarità-  origine, distesa arata, solco.

 

 

XVI

 

Essendo presenti a tanto stupore, trattenere l’oro dell’alba

sui boschi ancora neri del nord, nella ferita dei venti,

delle radure il respiro-  dei semi deposti dai merli.

Come torbiere custodire antiche memorie nel fondo.

Imparare dai campi riarsi, il sogno di neve.

 

Cancellarsi come neve, come neve crearsi.

 

 

XXVIII

 

     Penso, molto semplicemente, che l’acqua sia l’immagine del tempo.

               Iosif Brodskij

Comunque guardarsi intorno

da un punto distante, avvertire

nella fatica d’argine-  agitarsi il fondo,

acqua anarchica nel ribaltamento.

Sarà questo gonfiarsi d’anse rabbiose

a condurci dove si rammendano le colpe,

inconsapevoli di cosa rimarrà

nell’iride della mancanza,

quando spossati torneremo

-nel nulla, nel tutto -  che siamo.

 

 

 

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