sabato 30 settembre 2023

Maria Rizzi su “Skill Mismach” e processo pedagogico delle risorse umane di Giancarlo Prosperi e Giorgina Di Ioia - ITARD Edditore -

 

Ho ricevuto dal professor Giancarlo Prosperi, Sociologo e Pedagogo, un interessantissimo Saggio nel quale si cimenta, insieme alla dottoressa Giorgina Di Ioia sul problema attualissimo dello Skill Mismatch, ovvero la differenza tra le competenze degli individui e quelle che dovrebbero possedere per svolgere bene il loro lavoro. Giancarlo Prosperi, da insegnante, pone come focus delle sue argomentazioni  la scuola, e chiede che quest’ultima evolva le proprie modalità didattiche aprendo l’attività educativa alla formazione delle nuove professionalità emergenti, mettendo da parte i modelli pedagogici e didattici ritenuti obsoleti. Nel saggio l’Autore sottolinea quattro percorsi educativi partendo dal “counseling”. Tenendo presente che c’è stato il passaggio da una società relativamente stabile a una caratterizzata da molteplici cambiamenti, che hanno portato a una modificazione del paesaggio educativo, le finalità degli interventi di counseling scolastico tendono a valorizzare le risorse dell’individuo, dell’ambiente e della comunità scolastica per permettere agli insegnanti, ai genitori e agli alunni di governare i cambiamenti all’interno della complessità educativa. Prosperi adotta l’espressione locus di controllo, con la quale si intende letteralmente ‘luogo attraverso cui si esercita il controllo’. In Psicologia si può definire come una disposizione mentale o un atteggiamento attraverso cui si influenzano le proprie azioni e i risultati che ne derivano. La famiglia è il primo ambiente nel quale il bambino apprende a dare significato alle sue azioni e alle conseguenze di esse. Lo sviluppo del locus di controllo interno è influenzato dallo stile familiare: molte persone che lo presentano sono cresciute in famiglie che pongono attenzione all’impegno, alla responsabilità e alla costanza nel raggiungere un obiettivo. E il raggiungimento degli obiettivi è ricompensato in modo positivo. Viceversa chi ha un locus di controllo esterno proviene da nuclei familiari che esercitano un basso controllo e non considerano centrale l’assunzione di responsabilità. Il secondo percorso educativo fa riferimento all’autoefficacia. Si tratta della fiducia di un individuo nelle proprie capacità di esercitare un controllo sugli eventi e gestire la propria vita. Rappresenta quindi il senso di “essere capace di” . Il terzo percorso educativo si riferisce alla motivazione e, come asserisce Prosperi, riassume in sé la pianificazione per il futuro, l’auto - oggettivazione, l’espressione di sé e la filosofia di vita, che consiste nel proprio sistema di valori. L’ultimo percorso educativo riguarda l’autocontrollo comportamentale. L’autoregolazione cognitiva include tre processi: controllo inibitorio - memoria di lavoro - flessibilità cognitiva. Quando un soggetto sa monitorizzare il proprio autocontrollo è capace di orientare il comportamento verso l’ambiente esterno. Nel testo l’Autore cita la “teoria del campo” di Kurt Lewin. Si tratta di una teoria di matrice gestaltica, che individua nel ‘campo’ lo spazio vitale all’interno del quale agiscono tutti i fattori psicologici che influenzano il comportamento individuale nel qui e ora. Nella sua approfondita disamina il nostro Giancarlo Prosperi analizza la psicologia ambientale. “Per avere qualche speranza di essere noi stessi dobbiamo avere molti luoghi dentro di noi”. Questo pensiero dello psicoanalista, scrittore e filosofo Jean Bertrand Pontalis ci richiama ai nostri luoghi interiori, forse quelli che un tempo hanno rappresentato qualcosa di importante: le esperienze e i ricordi che non possono prescindere dai loro correlati emozionali e affettivi. La psicologia ambientale, nonostante sia una branca delle scienze psicologiche, si caratterizza anche per un approccio multidisciplinare nel rapporto tra ambiente e comportamento, infatti diviene argomento della sociologia urbanistica, che studia come l’uomo operi su trasformazioni ambientali. Esiste, afferma l’Autore, “un’elevata correlazione tra comportamento indesiderabile e ambiente fisico, come nel caso della devianza minorile”.  Nella psicoterapia della Gestalt i meccanismi di difesa vengono chiamati ‘resistenze’ e le difese vengono utilizzate quando si matura la paura, si avverte il pericolo. La resistenza si applica nel contatto interpersonale, nell’incontro Io - Tu. Si verifica ‘il confine del contatto’ quando, in questo spazio, la relazione non è armoniosa e si manifestano disturbi di vario genere. Le resistenze presentano anche aspetti auspicabili. Per esempio la confluenza è un elemento positivo quando c’è la necessità di lavorare in gruppo per un obiettivo comune, il cosiddetto ‘gioco di squadra’. Se si suona in un’orchestra tutto funziona meglio se ci si adatta agli altri evitando di prendere troppo spazio per i propri virtuosismi. Diremo con Prosperi, che “la socializzazione autentica avviene quando il rapporto Io - gruppo è reciproco, cioè quando il soggetto, partendo dalla cultura, dai valori, dalle norme sociali, agisce per migliorarli tramite l’apporto della propria cultura, dei propri valori e delle proprie norme familiari”. Una sfida importante per il sistema scolastico è rappresentata dall’integrazione dei minori di cittadinanza straniera. L’Autore, partendo dal dato di fatto che l’intelligenza sia considerata la forma più evoluta di adattamento all’ambiente, ha affrontato l’assunto secondo il quale esista una forma di intelligenza diversa per ogni etnia. Analizza la cultura nipponica, quella indiana, e quella statunitense e giunge alla conclusione che l’intelligenza è fortemente influenzata dall’ambiente. Fattori come la crescita, l’educazione, la disponibilità delle risorse conformano e definiscono il potenziale intellettivo. Il capitolo che mette in particolare evidenza l’esperienza pedagogica del nostro Saggista riguarda il rapporto tra adolescenza e risorse umane. La trasformazione dei modelli educativi familiari e la diffusione dei mass media sono solo alcuni degli elementi che hanno causato cambiamenti significativi sul modo di interpretare la relazione con la scuola da parte delle ultime generazioni di adolescenti.  L’epoca di internet e del narcisismo richiede nuove modalità di declinare l’autorevolezza adulta. L’adolescente sviluppa la convinzione che dedicarsi al culto di sé sia di primaria importanza e appare assorto nella ricerca della propria identità non più forgiata dagli adulti e dalle istituzioni. La scuola dovrebbe evitare di ricorrere ad azioni svalutanti o infantilizzanti, che mortificano il Sé nascente degli adolescenti e generano ferite narcisistiche profonde. Pratiche educative e disciplinari tipiche della scuola di un tempo, pensate per soggetti con caratteristiche edipiche, dovrebbero essere abbandonate, poiché il contesto relazionale non le giustifica più. E Prosperi, con arguzia, collega gli assunti elencati con la società consumistica. Il Sociologo Bauman, nel suo libro “Consumo, dunque sono” spiega che il valore supremo del mondo nel quale viviamo è la ricerca della felicità, una felicità istantanea, che deriva non dalla soddisfazione di un bisogno, ma dalla soddisfazione continua di tanti bisogni, o capricci, in poco tempo. Il Nostro scrive: “i giovani in questo tipo di società, rischiano di non trovare un’occupazione e di restare emarginati, costretti a lavori saltuari, neri, precari, saltuari o sottopagati … e le reazioni che ne derivano vanno dalla ribellione attraverso l’azione politica, la violenza, all’accettazione nella speranza di una futura integrazione”. Mi sembra giusto concludere la sua attenta e valida lettura della situazione con un’espressione di W. Ghoete dedicata ai nostri giovani: “Qualunque cosa tu possa fare, qualunque cosa tu possa sognare comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza”. Sento il dovere di dedicare alcune considerazioni anche a Giorgina Di Ioia, Pedagogista clinico, già giudice onorario minorile presso la Corte d’Appello del Tribunale di Campobasso e docente come Giancarlo Prosperi, presso la scuola secondaria. Il suo approccio è ecologico e sistemico. Approccio ecologico, perché inteso come una lente attraverso la quale osservare e analizzare il mondo. I ritmi e la velocità della trasformazione digitale impongono con forza di adattare a essi il ritmo di vita biologico delle persone al fine di preservarne il benessere e le caratteristiche umane e naturali, per generare opportunità migliori e per includere anche coloro che dalla trasformazione del lavoro rischiano di essere tagliati fuori. In anni recenti numerosi enti di ricerca e organizzazioni hanno approfondito la bio - economia e la bio –mimetica al punto da integrarle nei processi di lavoro delle organizzazioni e nei piani di sviluppo delle città e delle aree abitate. In un futuro non troppo lontano gli stessi Personal Computer che utilizziamo potrebbero essere realizzati anche con elementi naturali. Per quanto riguarda l’approccio sistemico - relazionale spiega il comportamento dell’individuo focalizzando l’attenzione sull’ambiente nel quale egli è vissuto, sul sistema, sulla rete di relazioni della quale fa parte e, in tal senso, considera la famiglia come sistema transazionale soggetto a cambiamenti. L’Autrice afferma che la scuola nella Transizione ecologica va intesa come “lo sviluppo integrato di processi atti a sostenere nel tempo la comunicazione, la sicurezza, la salute, la formazione, la rigenerazione e l’espressione inclusiva delle qualità formative, lavorative, professionali e umane”. Nell’era della Scuola Digitale si deve essere sempre alla ricerca di un aggiornamento del proprio bagaglio culturale per essere pronti al nuovo che avanza e non essere presi in contropiede. Non si cresce mai da soli, il confronto con le persone è alla base della formazione e una sana competizione porta ad aumentare la produttività. Le competenze sono il biglietto da visita nel mondo del lavoro; acquisire le giuste skills potrà fare la differenza e aprire molte porte. L’Autrice cita la metodologia “learning by doing”, ovvero l’imparare attraverso il fare. Lo studio teorico che ha un riscontro di tipo pratico consente di comprendere meglio e memorizzare più velocemente. D’altronde il primo ad asserire che “ciò che dobbiamo imparare a fare lo impariamo facendolo” fu Aristotele. Credo dovremmo ringraziare gli Autori di questo testo formativo, completo e di altissimo spessore. Le loro argomentazioni dimostrano che per modificare i Sogni dobbiamo aumentare le competenze.

        Maria Rizzi

 

 

 

 

 

1 commento:

  1. Ringrazio di cuore il Vate per aver pubblicato la recensione di questo libro, scritto a due mani, che può essere considerato un manuale pedagogico, sociologico e di transizione ecologica per le nuove scolaresche. E ringrazio, altresì, Giancarlo Prosperi per avermelo donato. Un abbraccio circolare al nostro Condottiero e ai due autori!
    Maria Rizzi

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