lunedì 30 aprile 2012

Poesie edite ed inedite di Valeria Serofilli


Dai tempi

Già ti conosco / meglio, ti ho riconosciuto



Sei lo stesso / dei tempi della clava

che si ostina con la pietra focaia

che mi stringe / al riparo dagli orsi



Sei l’antico etrusco

che abbraccio sul sarcofago

il bizantino con me nel mosaico



Ti ho riconosciuto

Sei lo stesso / con me steso sul triclinio

mentre sorseggi assenzio e mi accarezzi



Sei il fontanone romano / che mi schizza

e io la vestale che

scherza con il getto



Sei lo stesso con cui danzo

il minuetto e mi difende

da chi tenta lo sgambetto



Lo stesso che adesso

mi accompagna in ascensore

mentre clicca su fb “mi piace” o “commenta”

e che su Marte mi sposerà all’istante

cercando un varco telematico al consenso



Lo stesso sei, che stringo a me

dai  tempi / ad adesso.



Preghiera del Poeta



Quando uscirà / il mio nuovo libro

avrà pagine di vento, i colori del tramonto

inchiostro d’alba / la pelle dei bambini

di tutto il mondo



Il mio nuovo libro / quando uscirà

sarò uscita anch’io,e fuor di scena detterò

parole intrise della saggezza

di chi non più la cerca

Sarà allora che il mio Editore

venderà copie a milioni / e le ristampe

e presentazioni ovunque /ed interviste

Quando uscirà / il mio nuovo libro

sarò famosa d’erba e nuvole

e da un angolo di cielo, assaporerò finalmente

ciò a lungo negatomi

E se mi commuoverò

il mio sorriso / rifranto all’infinito

avrà tutte le sfaccettature

della luce, rugiada mattutina le mie lacrime

Il mio pubblico immenso:

ogni poeta / ogni ricerca di senso

Sarà storia il trascorso, il vissuto un esempio

consiglio ogni sbaglio

Senza rilegature le pagine, si spargeranno a mille

seme di giudizio / maturato a pelle, perle di esperienza



Rilassata / altrove, ne gusterò

il sapore, raccogliendo il frutto

del mio trascorso ardore

Ora che più non preme

anche se oltre, il senso, non

verrà disperso / eredità sofferta

ma mai rimorso, il tentativo di suggerimento

Non più resoconto

né agli altri, né a me stessa


Unico giudice: l’Eterno.


(Da “Amalgama”, in Valeria Serofilli - La parola e la cura, I Quaderni di Poien, Monografie di poeti contemporanei, puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010).




Resoconto

(In morte di Mario Luzi


 L’eredità non so del mio strano rapporto

con la vita o meglio / il suo diporto

Ora / altro poco conta, caro

né più né meno di come ti ricordo



Col vivere si versa / al vivere un acconto

ma sempre infine ti si riversa il conto

in scomodo ritardo, prolisso contrattempo

Fili di carrucola dipanano, strane circostanze / meccanismi

ricordi a branchi / brancolano il buio

ed io qui in attesa di dire - cosa? -

Quello che è stato, o quel ch’essere poteva?



Qui con i miei fantasmi / (a) tracimare

sciogliendo il giusto, il vero dal superfluo

scandagliandone il ritmo ed il meandro

scindendo l’essere dal non / l’ora dal quando



Lo strano riversarsi / lo strasogno

tra annichilimento e resoconto / catarsi

a summa del percorso, quel tuo darsi – strano a dirsi –

in fogli sparsi / aspersi di consenso, di non detto

Discorsi – quanti, (ricordi?) – sui corsi e sui ricorsi

il pessimismo / bicchiere mezzo vuoto

l’ottimismo, se è bicchiere mezzo pieno

l’altra metà è fine del sentiero



Ed ora qui / a riflettere se è vero, se esista un senso al verso

del pensiero, o se tutto è già scritto, falso e vero

Se è nel libro che ti addossi contro / in quel palmo riverso

nascita e mescita, rimescolìo d’intenti / fraintendimenti

E noi assuefatti (ad) ossigeno e certezze, in bilico tra un sé stessi e il niente…

Ah! Se potessi / al vivere

non dover mai / dare

un resoconto!

 (Da “Nel senso del verso”, libro con audiolibro, ETS, Pisa 2006).





Il Fornaio



Quando il Fornaio / impastò la mia pagnotta

vi mise sale / lievito, sesamo di giudizio / smalto rosso

di zenzero un pizzico

amore molto / vino bianco

e forse un po’ d’inchiostro



La unse quel tanto di sudore / giusto lavoro

la spezzettò in tasche di ricordo



Ne serbò briciole / per piazze di piccioni

e per  piccole tese mani di ogni colore



Pezzi più grossi / cartilagine rigenerante

azione/ non azione

o per sgualcite merende sui banchi / ricreazione



Infornò il tutto, indicandone i tempi

di cottura / doratura



Lasciò detto che / quotidiana messe

pane vita fosse / per me

questa Poesia.



( inedita)




Prof.sa Valeria Serofilli

Via Ciardi 2F

 56010 Pontasserchio di San Giuliano Terme (Prov. Pisa)







NOTA BIOBIBLIOGRAFICA





Valeria Serofilli insegna Lettere presso gli Istituti d’istruzione secondaria.

Come operatrice culturale è Presidente del Premio Nazionale di Poesia “Astrolabio” e organizzatrice e curatrice degli Incontri Letterari presso lo storico Caffè dell’Ussero di Pisa e il Relais dell’Ussero di Corliano.

E’ curatrice della collana “Passi – Poesia, I libri dell’Astrolabio” per la Puntoacapo Editrice di Novi Ligure e redattrice della rivista La Mosca di Milano e del proprio sito letterario www.valeriaserofilli.it. Autrice di poesia, saggistica e testi di prosa, in qualità di saggista ha pubblicato il volume I Gigli di Nola, pp.254, (Rotary Club, Nola 1993) mentre sette sono i suoi volumi in poesia quali Acini d’anima (Pisangrafica, Pisa 2000); Tela di Eràto, (Sovera Multimedia, Roma, 2002); Fedro rivisitato (Ed. Bastogi, Foggia 2004); l’audiolibro Nel senso del verso (Ed. ETS, Pisa 2006), rappresentato al Teatro Verdi di Pisa in forma di spettacolo; Chiedo i cerchi (Puntoacapo Editrice, Novi Ligure, 2008); Nel senso del verso-Nuovo volumeLeonida Edizioni, Reggio Calabria 2009 (Opera vincitrice del Premio Gaetano Cingari 2008) e Amalgama in Valeria Serofilli “La parola e la cura” della collana I Quaderni di Poiein, (Puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010).

Per la narrativa breve di recente uscita Il quaderno di Dedalus, Annuario di narrativa contemporanea (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2012) contenente le due raccolte di racconti per ragazzi “Comete per la coda” e “Come essere tondi in un mondo di quadrati”

Tra le altre pubblicazioni:

 Premio Astrolabio 2008, Antologia (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2009);

 Premio Astrolabio 2010, Antologia (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2011);

Antologia dei poeti puntoacapo, (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010, pp. 125-130)



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Tre poesie di Rina Accardo



MALINCONIA



E tu, malinconia, perché mi annienti?

Una spirale nel vuoto dei sensi.

Sopprimi nel fiato scosceso

una larva di vita

che più non nasce nel circuito del previsto

e nell'imprevisto giace.





VOCE



E visualizzo dialoghi inesistenti,

la mente vola

in quell’abitacolo

racchiuso da vetri appannati.

Parole lontane dal dire sentito,

discorsi enfatizzati

a coprire un silenzio di fondo,

loquace nell’aria.








MIRAGGI

Notti
custodite nel ricordo
del tuo sorriso addosso.
Guance che scottano
nell’ammanto di un sogno.
Son rimaste lì,
scolpite,
le lancette del nostro tempo.


Rina Accardo


Tre poesie edite di Giorgina Busca Gernetti


                       LA PAROLA ALATA


                      in memoria di Peter Russel


«È buia la mia stanza,

o forse gli occhi miei per sempre spenti.

Non potrò più vedere


le timide violette tra le foglie

sulle prode virenti

e il vivo bianco delle pratelline

che nel verde sorridono

come stelle nel buio della notte.

Non vedo più, ma canto

il viola profumato delle morbide

corolle che cingevano

il capo della dolce e bella Saffo.

Libero il canto mio, anche se spente


son le pupille. Vivono,

ancor più vive che nei verdi prati,

le candide stelline.



                                              Oltre la cecità, oltre le sbarre


                                              d’un tenebroso carcere

                                              libera vola la parola alata,

                                              quasi gabbiano alto tra le nuvole

                                              che navigano bianche nell’azzurro.



Libera la poesia.

                                              Libero il canto.



Si libra il verso nell’immenso ètere,

supera le barriere

dello spazio, del tempo.

Dal mitico passato misterioso

rapido e lieve vola

nell’ignoto futuro

e il presente dilata in una plaga

illimitata, senza giorni e luoghi,

ma splendida in un sito fascinoso

nell’incanto del giorno e della notte.

Libera la parola creatrice,

anche nel buio, di ciò che riluce

per un soffio di bellezza divina.

Divina la parola

che vita rende ai morti, che l’effimero

eterna con la forza del suo canto.»


dal libro Parole d’ombraluce, Genesi, Torino 2006




ALLORA VIDI IL MARE


Era per me l’infanzia favolosa,

culla di miti eterni,

di visioni ideali che s’imprimono

per sempre in fondo all’animo.



Allora vidi il mare!



Immenso lago senza fine azzurro

che con l’azzurro del cielo s’abbraccia

nel lontano orizzonte indistinguibile.

Vidi a riva il miracolo dell’onda:

la spuma citerèa

le adornava la cresta e si scioglieva

nel suo infrangersi dolce sulla rena

e nel ritrarsi lento verso un’altra

piccola cresta azzurra bianco-ornata.

Il lago immenso respirava torpido

ansimando, lentamente gonfiando

la sua cèrula massa.

Nasceva un dolce senso di vertigine

in me, che solo i fiumi conoscevo

e i laghi, di cui vedi l’altra sponda.



Nella mia prima infanzia sognatrice

il mare fu il più grande e sacro mito

che s’imprimesse a fondo nella mente

e nell’animo, pregno

per sempre del suo fascino immortale.

Appresi l’arte di fendere l’acqua,

di lottare vincente contro l’onde,

d’allontanarmi dalla riva, osando

nuotare verso il mobile orizzonte.

Nacque un amore profondo, perenne

per l’amico, il fratello, il padre, il mostro

incattivito di furia e marosi,

il dio dei miti d’Odisseo, d’Enea,

di Giàsone e dei nobili Argonauti,

la culla della nostra civiltà.



 dal libro Parole d’ombraluce, Genesi, Torino 2006




SI SON SPENTE LE LUCCIOLE



Rivedo i luoghi dove ho già sorriso

                               Giovanni Pascoli


Ritornare nei luoghi dell’infanzia

lontana e immaginifica

l’animo stringe nell’acerba morsa

del dolente rimpianto.



V’era una siepe candida e odorosa

se i rami degli spini

improvvisi apparivano canuti

d’impalpabili petali.



Il ruscello canoro tra le pietre

del greto e il sussurrare

degli alti frassini alla brezza docili

era patria serena.



I piedi scalzi immergere in quell’acqua

limpida e carezzevole

- piccoli pesci a branchi in trasparenza -

era gioia segreta.



E la notte pareva illuminata

da due sciami di stelle:

nella volta del cielo buio gli astri,

le lucciole nei prati.



E le piccole mani racchiudevano,

lievemente stringendola,

una vivace luce intermittente:

una magica lampada!



La misteriosa lucciola, nel buio

della mia notte, l’anima

allora illuminava, nell’infanzia

che cede alle illusioni.



Ma nulla ho ritrovato nel ritorno.

Ora tutto è mutato.

Erano l’ombra d’un sogno le lucciole,

la mia lampada magica?



Più non le vedo nella notte scura

dei miei luoghi d’infanzia,

nell’oscura tristezza della vita

senza vaghe illusioni.



La campagna è più scialba e forse spoglia.

Si son spente le lucciole,

lievi creature della notte, spenti

i miei sogni infantili.



Echeggia ancora il sussurro dei frassini

presso il roco ruscello,

ma l’acqua scorre via viscida e torbida,

non più specchio di pesci.



Cerco invano la siepe dell’infanzia

- rammento ancora i graffi

sul braccio e qualche strappo nella veste -.

Il biancospino è morto.


dal libro Parole d’ombraluce, Genesi, Torino 2006






Giorgina Busca Gernetti è nata a Piacenza ma vive a Gallarate (Va), dove si è trasferita con il matrimonio. Laureata con lode in lettere classiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha insegnato per molti anni lettere italiane e latine nel liceo classico della città in cui risiede tuttora.

Ha studiato pianoforte presso il Conservatorio Musicale “Giuseppe Nicolini” di Piacenza.

La vocazione poetica è nata in lei negli anni dell’infanzia, ma solo nel 1998 ha deciso di non tenere più segreta questa sua passione. Sono usciti, infatti, per i tipi della Genesi di Torino, i libri di poesia Asfodeli (1998), La luna e la memoria (2000), Ombra della sera (2002) e Parole d’ombraluce (2006), presentato alla Fiera del libro di Torino (2006), al Centro “Pannunzio” di Torino (2007) e nel “Pianeta Poesia” di Firenze (2010). Per le Edizioni del Leone di Spinea ha pubblicato il libro di poesia Onda per onda (2007), con prefazione di Paolo Ruffilli.

Le sono state inoltre pubblicate come premio, perché vincitrici di concorso, quattro sillogi di poesie: Nell’isola dei miti, ALAPAF, Bagheria (Pa) 1999, La luna e la memoria, Edizioni del Cenacolo, La Spezia 2000 (poi confluita nell’omonimo libro), La memoria e la parola (ETS, Pisa 2005) e L’anima e il lago, Pomezia-Notizie, Pomezia 2010, con prefazione di Giuseppe Panella della Scuola Normale Superiore di Pisa, pubblicata in seconda edizione con Nota dell’autrice e breve rassegna critica presso Yucanprint, Lecce 2012.

È in preparazione un nuovo libro di poesia.

Scrive anche racconti, alcuni dei quali sono stati pubblicati con il titolo Sette storie al femminile nell’annuario collettaneo Dedalus n. 1, Quaderno di prosa contemporanea a cura di Ivano Mugnaini, Puntoacapo, Novi Ligure (Al) 2011.

È inclusa in alcune storie della letteratura, opere di critica letteraria e antologie di poeti contemporanei, anche destinate alle scuole superiori. Alcune poesie sono state tradotte in inglese e in tedesco. Con le sue opere edite o inedite ha conseguito il 1° premio in numerosissimi concorsi. Collabora a riviste del settore, cartacee o informatiche, con scritti di vario genere, saggi e recensioni.

È socia di varie Accademie e Centri culturali tra cui l’“Elogio della Poesia” di Torino, presieduta dall’editore e critico prof. Sandro Gros-Pietro (fino al 2007), il Centro “Pannunzio” di Torino (fino al 2011) e “Novecento Poesia”-“Pianeta poesia” di Firenze, presieduto dal prof. Franco Manescalchi. È stata inclusa honoris causa nella sezione-poeti dell’“Accademia d’Arte Moderna” di Roma.

Ha partecipato ai Convegni di poeti e relatori, organizzati a Torino dall’Associazione culturale “Elogio della Poesia”, , denominati “Nostalgia dell’eterno” (2003), “Natura benigna / Natura matrigna” (2006) e “La gioventù del mondo” (2006), articolato in vari “Incontri con l’Autore”.

A Piacenza, sua città natale, nel 2004 le è stato organizzato un “Incontro con l’Autore” presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Nel 2007, sempre a Piacenza, ha presentato tutti i suoi libri di poesia in un altro “Incontro con l’Autore” presso l’Atelier d’Arte di Roberta Braceschi.

A Firenze, oltre alla già citata presentazione di Parole d’ombraluce nel 2010 da parte di eccellenti Relatori, tra cui il prof. Giuseppe Panella, nel 2012 il Centro Culturale Firenze Europa “Mario Conti, presieduto” dall’On. Marco Cellai, le ha organizzato nel celebre Caffè Storico Letterario Le Giubbe Rosse un incontro con l’Autore sul tema Classicità e modernità nella poesia di Giorgina Busca Gernetti. Tra gli eccellenti Relatori spicca il prof. Enrico Nistri per la sua acuta e profonda analisi critica di tutta la produzione poetica dell’Autrice.

Giorgina Busca Gernetti ha ottenuto lusinghieri giudizi di consenso dalla critica più qualificata sia per lettera (Giorgio Bárberi Squarotti, Antonio Piromalli, Vittoriano Esposito, Francesco d’Episcopo e altri), sia su riviste cartacee e in siti informatici. Di questi critici o prefatori non si cita alcun nome nel timore di spiacevoli dimenticanze. Si rimanda ai sottoscritti Siti e Blog di riferimento.





http://www.literary.it/   (Autori on line)




http://antonio-spagnuolo-poetry.blogspot.it/   (archivio purtroppo andato perduto)









Poesie edite di Nevio Nigro


ATTESA


"L'ora è lenta/ ed il silenzio/ dolce./ Assenti/ le parole/ innamorate./ La rosa della speranza/ ha perso/ il cuore./ All'ombra/ della nuvola/ che passa/ l'immobile/ stagione/ attende./"




SEGUIMI


"Seguimi in questa sera/ così non sarò solo./ Ti aspetterò/ sul molo del mio mare./ Sai dove sono./ Insegnami la luce./ Possiedo la tua assenza./ Perciò vieni./ Poco si deve andare/ Così poco./"




IL MARE DI NOTTE

"Come il mare di notte/ culli i miei sogni./ E fai pensar d'amore/ se il giorno soffre/ il lungo camminare./ Carezze brune/ e dolce non parlare./ Come il mare di notte./ Quando tace./"




SOGNI

"Ho bisogno di sogni/ non vivo senza./"
Fammi sapere di più, ti ringrazio veramente, tuo Neviopoeta.







Nota Biobibliografica


Nevio (Tripoli 1930), medico, già professore ordinario, poeta, vive a Torino, ma ha compiuto i suoi studi in parte in Africa Orientale (Adis Abeba) e in parte in Italia: Cecina, Roma, Bologna (dove si è laureato) e Torino. Ha pubblicato diverse opere poetiche: Se (1976), Non tutte d'amore (1992, introduzione di G. Bárberi Squarotti), Il colore del vento (1994), Lune d'amore (1995), Occhi segreti (1996), Senza sentir parole (1997, prefazione di Dante Maffia), Ore brevi (1997), Emozioni clandestine (1999), Le donne oscure (2000) e Il sale dei baci (2002), Tra funerali e sottane (il sacro e il profano) (2003, prefazione di A. Spagnuolo), Quel passo di danza (2004, prefazione di M.L. Spaziani e saggio di A. Maia), Sogni sospesi (2007, postfazione di Plinio Perilli), Incontri (2008). Sue poesie sono state tradotte in russo, rumeno e spagnolo; in quest’ultima lingua sono state pubblicate sue poesie sulla “Rivista Universitaria “ di Saragozza (Campus de Huesca) nel 1998 e ’99 nella rubrica “Poesia italiana contemporanea”. Collabora a riviste ed antologie poetiche sia come autore che come critico. Ha vinto diversi primi premi letterari: 1977, Torino “Speranza”; 1989, "Firenze”; 2001, “Rabelais”; 2003, “Città di Lerici”;, “Augusta Taurinorun” per l’edito; “Rabelais”; Torino “Augusta Taurinorum”; 2004, “Mario Soldati”; 2005, “Pinayrano”; 2007, "Pannunzio-una vita per la poesia". Ha meritato numerose citazioni alle sue opere in diverse riviste letterarie: "Poesia", "La Nuova Tribuna Letteraria", "Il Ragguaglio Librario", "Alla Bottega", "Flumen" (Spagna), "Gradiva" (Usa), "YaleIitalian Poetry" (Usa), "Novilunio" (Svizzera).