domenica 8 aprile 2012

Antonio Spagnuolo su "L'azzardo dei confini" di Nazario Pardini

NAZARIO PARDINI : “L’azzardo dei confini” – Book Sprint edizioni- 2011 – pagg. 220 - € 14,60 –
Con il ponderato gioco delle parole, dei significati e dei significanti, la memoria proietta il tradizionale endecasillabo fra gli approdi di una avventura, non più occasionale, ma rivissuta con le nostalgie che i ricordi e le figure sono capaci di ridisegnare, con tocchi e pennellate multicolori. Il rapporto tra la vita quotidiana e l’abbandono personale, che conduce a liberarsi da sovrappesi e illusioni, si fa messaggio, di pensieri e di accensioni, che con la poesia si avvinghia, per creare ritmi e sospensioni. In molte pagine le stagioni rincorrono memorie, tra le rare foglie di un dicembre piovoso e freddo o tra le sere primaverili, ricche di brina e di incantevoli languori . Il tono personale chiude, laddove per altri si recita per distanze e corrosioni, qui in un fluttuare lieve quale la penetrazione di realtà e suggestioni, per definire il senso delle cose, o per reinventare interrogazioni filosofiche, che incontriamo affascinati nel ben delineato “Dialogo sul suicidio tra un filosofo e un gesuita”. Il poeta riesce a incidere nel verso emozionanti rievocazioni, nell’avvicendarsi di ritorni che richiamano nostalgie ed epifanie, desideri e speranze. L’impegno esistenziale volge frequenze che sono esperienze vissute o abbandoni sussurrati, per quelle dimensioni dell’onirico che si trasforma in congiunture sentimentali o fulminazioni consolatorie. Il canto ancora una volta si dimostra l’unica possibilità di liberazione e di rivelazione nella forma avvincente del ritmo.
ANTONIO SPAGNUOLO -

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