domenica 29 aprile 2012

Tre poesie di Giuseppe Panella




UN SOLO GIRO DI GIOSTRA

[alla memoria di mio padre Attilio]


Era come in un sogno mattutino,

limpido, attonito e precoce,

come nel ricordo di una giornata autunnale,

le foglie gialle ancora a vorticare

in un’aria tiepida di sole

già presaga dell’avvento

invernale, del freddo,

del tempo grigio e ansioso

che non riesce a durare,

ancora torpido e incapace

di riscaldare il vento e i corpi

attratti irresistibilmente

dal  calore comune

che li congiunge e separa,

sdipanando la storia di ognuno

e congiungendola nell’amore

e nell’odio, nell’affetto e nell’orrore

che produce il contagio…

“Non è ancora venuto il tempo di chiudere

la partita per emettere

la fattura finale“ – mi disse l’uomo

che mi sedeva davanti, vecchio e bianco

ma orgoglioso nella sua saggezza…

Avrei voluto capire allora come si potesse

riuscire a morire senza soffrire e senza inorgoglirsi,

trasformando tutto in tenera dolcezza

e in rimpianto assoluto,

rendendolo un atto che sembrasse

soltanto naturale, intatto,

un gesto che non bruciasse come

quello    di solito fatale –  che rende gli uomini

tutti simili al destino che congiunge

ognuno al rimorso del genere animale…

Volevo capire come si potesse morire

senza piangere, senza dolersi

di aver terminato il solo giro di giostra

che ci tocca in sorte amministrare…

Quel giro unico e (spesso) felice

di cui ognuno recepisce il velato riscontro

ma non dice…






 

TRA TUTTI I  MIEI POSSIBILI PASSATI.





L’amore è la sola sentinella

che ti protegge assorta per le strade;

l’amore è la realtà fatidica

di chi rimane ad aspettarti

quando ti risvegli impavido

dal sonno forte in cui

il tuo corpo è sprofondato invano

per paura di amare e di non essere amato;

l’amore è il nemico di sempre

che scaglia la sua lancia consacrata

nel tuo cuore indifeso

e uccide la volontà impudica

di rimanere da soli a confidare

ciò che non si può dichiarare

senza pericolo e senza piacere

di offrirsi e di scoprirsi;

l’amore è il sorriso in una lunga notte

di disperata allegria e di mistero;

l’amore è il sogno di dare a qualcuno

tutto quello che si può ancora concedere

per il gusto intenso e puro

di ricevere ciò che non si può restituire

se non a costo di distruggerlo;

l’amore è l’insieme di tutti i possibili passati

che si sono vissuti senza dimenticarne alcuno…








MAESTRA D’AMORE



“…e Morte non avrà più dominio”

      (Dylan Thomas)



1.

… il ricordo dell’amore trascorso è comunque struggente

come lo è sempre il racconto di ciò che siamo stati una volta,

il sentimento vibrante e sicuro di non volere rinnegare più niente

(quello che ci ha a volte traditi travolti stregati

e non ci ha concesso il diritto di replica o di insegnamento)

è nella gioia e nel dolore di questo svolgimento…

qui si annida il rimpianto e il fervente

segreto del tempo ci nega ciò che si voleva

conoscere dal proprio corpo di amante…

tutti abbiamo avuto una maestra d’amore,

il sogno sepolto sotto la coltre di lana e il cuscino,

qualcosa che ci ha insegnato il sopito dolore

che sapeva di morte di gloria e di destino…

… ma chi ci ha raccontato cosa volevamo dal mondo

e ha scandito il tempo e le storie con insondato sorriso,

ci ha rimandato agli avvolgenti scenari di sfondo

(cogliendo l’oscurità del futuro, cancellandoci il pianto dal viso)

è viva ormai in ciò che non dimenticammo,

in ciò che ci ritorna in mente quando rivediamo

con gli occhi della mente, il rimpianto del cuore

tutto quello che fummo e vogliamo essere ancora…

… a vincere non è lo strazio e il dispetto di aver abbandonato

ciò che dopo tanto tempo ancora ricordiamo

ma è ciò che rimane in noi,

ancora vivi, ancora disperati,

degli attimi che ci hanno una volta conquistati…

… è stata la nostra maestra d’amore, la vita,

 ora e sempre, e per tutto il tempo sempre inseguita

perché continuasse a insegnarci il diletto

e il gusto e il concetto

di poter essere amati…



2.



Love is the more majestic teaching

We receive from the life

And in its tremendous awakening

We connect the mind

To others true desire



Life is the most pathetic teacher

Of love’s restrained pain

And souls and bodies suffer

(Except in our brain)

For the denial to obtain

The well desired object

When the other reject us

And our heart results neglected

By the mean and unfair refusal’s strength…



All we want a love teacher’s nest

In which we can have the rest

We desire and sigh and want

In the moment in which we have to affront

The question of all questions

That we escape don’t



I can’t go on without rememberin’

The lost time of my youth

In which always love stayin’

On the lips of my mouth



I had a teacher then

And I didn’t have her in vain

The love isn’t only an affair

You can get anywhere…



3.



 ho conosciuto quindi

l’affanno del vivere da solo

nel momento in cui volevo

cercare l’aiuto del mondo

e ho trovato quello

- solo ma sufficiente –

di lei che mi insegnò

e mi fu maestra d’amore

(ma non soltanto nel cuore)

e mi rese edotto e lusinghiero

del gesto che libera

e trasforma i desideri

in piaceri e i piaceri

in sofferenze non risparmiate

a chi capisce che in quell’istante

misterioso e colpevole

il dolore e il piacere

non possono che essere usati

se vogliono essere durevoli…

… ho imparato a mie spese

quello che l’amore concede

a chi si offre al suo potere

e lo sostiene piegandosi

a sua volta al suo magistero

infinito e profondo,

senza pace ed eterno,

irraggiungibile e pronto…

a mia volta fui io un maestro d’amore

per chi già tutto sapeva

e illustrava il piacere a venire,

cercando di saldare la mente al corpo

e il corpo al desiderio

senza ritenere sprecato il tempo

impiegato e goduto

di quell’apprendistato infinito…



4.



Time has gone

And it shall be mine

Again and again

If I’ll be able to remain

The same kind of then…

Time has gone

And it’ll be the same day

In which I taught

The good taste of love…

Time has gone

But I cannot lose it

If I’ll be the same man

Who would teach

The nice strength

To come to Heaven and Hell

And also beyond

As they could be

in the sweetest flow…



5.



… ma il tempo prende la strada più diritta

e restituisce soltanto gli andirivieni,

gli insegnamenti giusti e quelli sbagliati,

le donne amate e quelle solo sfiorate

(anche se nel profondo),

i sogni riparatori, le conchiglie forate,

i gesti inutili e i rituali dimenticati.

i sospiri perduti, i santi invocati,

le azioni ignorate e perfette…

vorrei insegnare a tutti

il modo di vivere e di morire

così come l’amore vissuto lo ha insegnato

a me…

e congiungermi al passato vuol dire

ancora, oggi, per me, sano di mente

se non di corpo o in attesa di liquidazione,

ritornare all’insegnamento ricevuto

e farne un regalo a chi non è ancora venuto

a riceverlo in dote o in donazione…



6.



Voglio insegnare ancora a me stesso

e non smetterò mai d’imparare

il disegno perfetto

che mi porta ad ammirare

il momento insensato

che dà ragione lo stesso

al mio desiderio di voler continuare,

a comprendere e a non dimenticare…

perché così  ancora una volta

Death Shall Have No Dominion






GIUSEPPE PANELLA



Giuseppe Panella è nato a Benevento l’8/3/1955. Si è laureato in Storia della Filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa dove attualmente insegna ed è stato ospite nel 2008 della New York University di Stony Brook per una serie di lezioni sulla poesia contemporanea e sulla letteratura italiana del Novecemto.

Si è occupato di filosofia politica e storia del pensiero politico (su questi temi ha pubblicato un’edizione degli scritti di Robert Michels, Socialismo e fascismo (1925-1934), Milano, Giuffré, 1991), di teoria e storia dell’estetica (ha curato la Lettera sugli spettacoli di Jean Jacques Rousseau per Aesthetica Edizioni di Palermo e Il paradosso sull’attore di Denis Diderot per La Vita Felice di Milano). Di particolare importanza il suo “Elogio della lentezza. Etica ed estetica in Paul Valéry”, in aa.vv. Paul Valéry e l’estetica della poiesis, a cura di M. T. Giaveri, Aesthetica Preprints 23, Palermo, 1989.

I suoi interessi teorici si sono successivamente spostati sullo studio della nozione di Sublime dal legato longiniano classico ai suoi sviluppi otto-novecenteschi (su cui ha scritto, in collaborazione con F.-Walter Lupi, un libro dal titolo Del Sublime, Frosinone, DismisuraTesti, 1992 e Il Sublime e la prosa. Nove proposte di analisi letteraria, Firenze, Clinamen, 2005). Più recentemente è passato ad occuparsi di  teoria della letteratura (tre saggi su letteratura e psicanalisi sulla rivista “Il Notes Magico” negli ultimi tre anni) e di filosofia del romanzo moderno (è sua l’edizione del romanzo Jcosameron di Giacomo Casanova, scelta e introduzione a cura di Giuseppe Panella, Milano, La Vita Felice, 2002) e i volumi monografici:  Alberto Arbasino, Firenze, Cadmo, 2004, Lo scrittore nel tempo. Friedrich Dürrenmatt e la poetica della responsabilità umana, Chieti, Solfanelli, 2005,  e Il lascito Foucault (in collaborazione con Giovanni Spena), Firenze, Clinamen, 2006. Più recentemente ha pubblicato Émile Zola, scrittore sperimentale. Per la ricostruzione di una poetica della modernità, Chieti, Solfanelli, 2008; Pier Paolo Pasolini. Il cinema come forma della letteratura, Firenze, Clinamen, 2009; Il sosia, il doppio, il replicante. Teoria e analisi critica di una figura letteraria, Bologna, Elara Edizioni, 2009; la traduzione di Jules Verne, Un dramma in Livonia, Matera,  AltriMedia, 2008 con una postfazione di Giuseppe Panella; l’edizione di Joseph Addison, I piaceri dell’immaginazione, Firenze, Clinamen, 2009 e la traduzione di Oscar Wilde, La ballata del carcere di Reading, con un saggio introduttivo di Giuseppe Panella, Verona, Bonaccorso Editore, 2009; Jean Jacques Rousseau e la società dello spettacolo, Firenze, Pagnini, 2010 e Il mantello dell’eretico. La pratica dell’eresia come modello culturale, Piateda (Sondrio), CFR Edizioni (Quaderno 1), 2011.

Come poeta, ha pubblicato otto volumi di poesia, tra i quali Il terzo amante di Lucrezia Buti (Firenze, Polistampa, 2000) ha vinto il Fiorino d’oro del Premio Firenze dell’anno successivo.

Ha inoltre realizzato in collaborazione con David Ballerini due documentari d’arte, La leggenda di Filippo Lippi, pittore a Prato (2000) (trasmesso su Rai2 l’anno dopo) e Il giorno della fiera. Racconti e percorsi in provincia di Prato (2002).


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