lunedì 30 aprile 2012

Tre poesie edite di Giorgina Busca Gernetti


                       LA PAROLA ALATA


                      in memoria di Peter Russel


«È buia la mia stanza,

o forse gli occhi miei per sempre spenti.

Non potrò più vedere


le timide violette tra le foglie

sulle prode virenti

e il vivo bianco delle pratelline

che nel verde sorridono

come stelle nel buio della notte.

Non vedo più, ma canto

il viola profumato delle morbide

corolle che cingevano

il capo della dolce e bella Saffo.

Libero il canto mio, anche se spente


son le pupille. Vivono,

ancor più vive che nei verdi prati,

le candide stelline.



                                              Oltre la cecità, oltre le sbarre


                                              d’un tenebroso carcere

                                              libera vola la parola alata,

                                              quasi gabbiano alto tra le nuvole

                                              che navigano bianche nell’azzurro.



Libera la poesia.

                                              Libero il canto.



Si libra il verso nell’immenso ètere,

supera le barriere

dello spazio, del tempo.

Dal mitico passato misterioso

rapido e lieve vola

nell’ignoto futuro

e il presente dilata in una plaga

illimitata, senza giorni e luoghi,

ma splendida in un sito fascinoso

nell’incanto del giorno e della notte.

Libera la parola creatrice,

anche nel buio, di ciò che riluce

per un soffio di bellezza divina.

Divina la parola

che vita rende ai morti, che l’effimero

eterna con la forza del suo canto.»


dal libro Parole d’ombraluce, Genesi, Torino 2006




ALLORA VIDI IL MARE


Era per me l’infanzia favolosa,

culla di miti eterni,

di visioni ideali che s’imprimono

per sempre in fondo all’animo.



Allora vidi il mare!



Immenso lago senza fine azzurro

che con l’azzurro del cielo s’abbraccia

nel lontano orizzonte indistinguibile.

Vidi a riva il miracolo dell’onda:

la spuma citerèa

le adornava la cresta e si scioglieva

nel suo infrangersi dolce sulla rena

e nel ritrarsi lento verso un’altra

piccola cresta azzurra bianco-ornata.

Il lago immenso respirava torpido

ansimando, lentamente gonfiando

la sua cèrula massa.

Nasceva un dolce senso di vertigine

in me, che solo i fiumi conoscevo

e i laghi, di cui vedi l’altra sponda.



Nella mia prima infanzia sognatrice

il mare fu il più grande e sacro mito

che s’imprimesse a fondo nella mente

e nell’animo, pregno

per sempre del suo fascino immortale.

Appresi l’arte di fendere l’acqua,

di lottare vincente contro l’onde,

d’allontanarmi dalla riva, osando

nuotare verso il mobile orizzonte.

Nacque un amore profondo, perenne

per l’amico, il fratello, il padre, il mostro

incattivito di furia e marosi,

il dio dei miti d’Odisseo, d’Enea,

di Giàsone e dei nobili Argonauti,

la culla della nostra civiltà.



 dal libro Parole d’ombraluce, Genesi, Torino 2006




SI SON SPENTE LE LUCCIOLE



Rivedo i luoghi dove ho già sorriso

                               Giovanni Pascoli


Ritornare nei luoghi dell’infanzia

lontana e immaginifica

l’animo stringe nell’acerba morsa

del dolente rimpianto.



V’era una siepe candida e odorosa

se i rami degli spini

improvvisi apparivano canuti

d’impalpabili petali.



Il ruscello canoro tra le pietre

del greto e il sussurrare

degli alti frassini alla brezza docili

era patria serena.



I piedi scalzi immergere in quell’acqua

limpida e carezzevole

- piccoli pesci a branchi in trasparenza -

era gioia segreta.



E la notte pareva illuminata

da due sciami di stelle:

nella volta del cielo buio gli astri,

le lucciole nei prati.



E le piccole mani racchiudevano,

lievemente stringendola,

una vivace luce intermittente:

una magica lampada!



La misteriosa lucciola, nel buio

della mia notte, l’anima

allora illuminava, nell’infanzia

che cede alle illusioni.



Ma nulla ho ritrovato nel ritorno.

Ora tutto è mutato.

Erano l’ombra d’un sogno le lucciole,

la mia lampada magica?



Più non le vedo nella notte scura

dei miei luoghi d’infanzia,

nell’oscura tristezza della vita

senza vaghe illusioni.



La campagna è più scialba e forse spoglia.

Si son spente le lucciole,

lievi creature della notte, spenti

i miei sogni infantili.



Echeggia ancora il sussurro dei frassini

presso il roco ruscello,

ma l’acqua scorre via viscida e torbida,

non più specchio di pesci.



Cerco invano la siepe dell’infanzia

- rammento ancora i graffi

sul braccio e qualche strappo nella veste -.

Il biancospino è morto.


dal libro Parole d’ombraluce, Genesi, Torino 2006






Giorgina Busca Gernetti è nata a Piacenza ma vive a Gallarate (Va), dove si è trasferita con il matrimonio. Laureata con lode in lettere classiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha insegnato per molti anni lettere italiane e latine nel liceo classico della città in cui risiede tuttora.

Ha studiato pianoforte presso il Conservatorio Musicale “Giuseppe Nicolini” di Piacenza.

La vocazione poetica è nata in lei negli anni dell’infanzia, ma solo nel 1998 ha deciso di non tenere più segreta questa sua passione. Sono usciti, infatti, per i tipi della Genesi di Torino, i libri di poesia Asfodeli (1998), La luna e la memoria (2000), Ombra della sera (2002) e Parole d’ombraluce (2006), presentato alla Fiera del libro di Torino (2006), al Centro “Pannunzio” di Torino (2007) e nel “Pianeta Poesia” di Firenze (2010). Per le Edizioni del Leone di Spinea ha pubblicato il libro di poesia Onda per onda (2007), con prefazione di Paolo Ruffilli.

Le sono state inoltre pubblicate come premio, perché vincitrici di concorso, quattro sillogi di poesie: Nell’isola dei miti, ALAPAF, Bagheria (Pa) 1999, La luna e la memoria, Edizioni del Cenacolo, La Spezia 2000 (poi confluita nell’omonimo libro), La memoria e la parola (ETS, Pisa 2005) e L’anima e il lago, Pomezia-Notizie, Pomezia 2010, con prefazione di Giuseppe Panella della Scuola Normale Superiore di Pisa, pubblicata in seconda edizione con Nota dell’autrice e breve rassegna critica presso Yucanprint, Lecce 2012.

È in preparazione un nuovo libro di poesia.

Scrive anche racconti, alcuni dei quali sono stati pubblicati con il titolo Sette storie al femminile nell’annuario collettaneo Dedalus n. 1, Quaderno di prosa contemporanea a cura di Ivano Mugnaini, Puntoacapo, Novi Ligure (Al) 2011.

È inclusa in alcune storie della letteratura, opere di critica letteraria e antologie di poeti contemporanei, anche destinate alle scuole superiori. Alcune poesie sono state tradotte in inglese e in tedesco. Con le sue opere edite o inedite ha conseguito il 1° premio in numerosissimi concorsi. Collabora a riviste del settore, cartacee o informatiche, con scritti di vario genere, saggi e recensioni.

È socia di varie Accademie e Centri culturali tra cui l’“Elogio della Poesia” di Torino, presieduta dall’editore e critico prof. Sandro Gros-Pietro (fino al 2007), il Centro “Pannunzio” di Torino (fino al 2011) e “Novecento Poesia”-“Pianeta poesia” di Firenze, presieduto dal prof. Franco Manescalchi. È stata inclusa honoris causa nella sezione-poeti dell’“Accademia d’Arte Moderna” di Roma.

Ha partecipato ai Convegni di poeti e relatori, organizzati a Torino dall’Associazione culturale “Elogio della Poesia”, , denominati “Nostalgia dell’eterno” (2003), “Natura benigna / Natura matrigna” (2006) e “La gioventù del mondo” (2006), articolato in vari “Incontri con l’Autore”.

A Piacenza, sua città natale, nel 2004 le è stato organizzato un “Incontro con l’Autore” presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Nel 2007, sempre a Piacenza, ha presentato tutti i suoi libri di poesia in un altro “Incontro con l’Autore” presso l’Atelier d’Arte di Roberta Braceschi.

A Firenze, oltre alla già citata presentazione di Parole d’ombraluce nel 2010 da parte di eccellenti Relatori, tra cui il prof. Giuseppe Panella, nel 2012 il Centro Culturale Firenze Europa “Mario Conti, presieduto” dall’On. Marco Cellai, le ha organizzato nel celebre Caffè Storico Letterario Le Giubbe Rosse un incontro con l’Autore sul tema Classicità e modernità nella poesia di Giorgina Busca Gernetti. Tra gli eccellenti Relatori spicca il prof. Enrico Nistri per la sua acuta e profonda analisi critica di tutta la produzione poetica dell’Autrice.

Giorgina Busca Gernetti ha ottenuto lusinghieri giudizi di consenso dalla critica più qualificata sia per lettera (Giorgio Bárberi Squarotti, Antonio Piromalli, Vittoriano Esposito, Francesco d’Episcopo e altri), sia su riviste cartacee e in siti informatici. Di questi critici o prefatori non si cita alcun nome nel timore di spiacevoli dimenticanze. Si rimanda ai sottoscritti Siti e Blog di riferimento.





http://www.literary.it/   (Autori on line)




http://antonio-spagnuolo-poetry.blogspot.it/   (archivio purtroppo andato perduto)









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