mercoledì 18 aprile 2012

Tre poesie di Daniela Quieti


Si agitano i bastioni


Si agitano i bastioni
cadono le torri
mentre la bocca asseconda
il distinguo delirante
e la notte non sa urlare.
Con chi combatte il buio?


Svegliarmi e perdermi
contro scogliere e palafitte
strette da silenzi.


Io sogno un ritorno
ancestrale
una cometa che mi guidi
a un cielo d’albe chiare.


Tratta da "L'ultima fuga", Tracce, 2011  



Natale non è Natale senza te


Natale non è Natale senza te
non m’importa di regali
è che Natale
proprio non è Natale senza te.  
Tutto è come se tu fossi qui
nelle tenebre di queste strade
che spaventano le luci
commemorano il dono speciale   
sotto l’albero che non c’è.

Ora suona il campanile
in logica non occasionale
ma manca, sai, 
quel sogno sotto il vischio
della notte attesa di salvezza
e d’amore
appena pronunciato
in cerca di candide slitte
di guglie e tenere speranze.

La strenna non è dove
si raccoglie
una minestra per tutti
sulla terra 
effetto serra tornato alla normalità
assistenza sanitaria
non più guerra
o deforestazione
ghiacciai liquefatti e disastri nucleari. 

Ti cerco ovunque mentre prego

una riscrittura vorrei
del pianto
che costò l’aver amato
un segno basterebbe
nel tuo recinto
a ricomporre brandelli di corona
divina convergenza
che dalle stelle scende
e ancora m’innamora.

Inedita




Tento di comporre


Tento di comporre
una traduzione perfetta
di ciò che siamo
ma la scrittura cade
sul segno
e grava d’ombra
il gesto
che schiude l’ascesa
al declino
d’un altro domani.


Tratta da "L'ultima fuga", Tracce, 2011 




Nota biobibliografica



Daniela Quieti è nata e vive a Pescara. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, specializzata presso l’Istituto Italo-Africano, è giornalista pubblicista e scrive per le testate “Agricoltura Oggi” e “Thema L’Informazione”, collabora a riviste specializzate ed è nella redazione del portale “Voglia di libro”. Dirige la collana “Campi Magnetici” per le Edizioni Tracce e fa parte di giurie di prestigiosi concorsi fra cui il Premio “Città di Penne-Mosca”. Ha pubblicato i libri di poesia I colori del parco, Stampa Terenzio 2007, Cerco un pensiero, Tracce 2008, Uno squarcio di sogno, Tracce 2010, L’ultima fuga, Tracce 2011, e di narrativa Altri tempi, Tracce 2009 ed Echi di riti e miti, Ibiskos Ulivieri 2010. Della sua produzione letteraria hanno detto e scritto autorevoli critici. Ha vinto numerosi premi tra i quali: Un bosco per Kyoto, Città di Penne, Scriveredonna, Città di Empoli Domenico Rea, Il Golfo, Autori per l’Europa, Città di Pontremoli, Città di Cattolica, Portus Lunae, S.Margherita Ligure, Premio Autore, I Grandi Maestri Contemporanei-Lido di Camaiore.

Per il suo impegno letterario e sociale le è stato conferito dall'Università della Pace della Svizzera Italiana il Premio Internazionale “Donna dell'Anno” 2011 per la cultura.










4 commenti:

  1. Le liriche di Daniela, ricche di pathos e intrise di profondo senso del lirismo, non si assoggettano a gabbie metrice, esulano dalle comuni forme poetiche, conquistano il loro senso, la loro identità nel tentativo di una fuga dalla comuni forme di vita materialistica, vuota di contenuti, arida e di un ritorno all'esistenza ancestrale, al tempo dell'amore, della purezza. L'autrice si raccoglie in meditazione non per fuggire da se stessa, ma per allontarsi dagli stereotipi, dai luoghi comuni e per ritrovarsi. Fugge dal tempo che è costretta a subire e... donna, nel senso più completo del termine, torna a concepire le storie mai dimenticate. Sa narrare in versi, arte tanto rara quanto superba.
    E' un unicum nel panorama della lirica italiana! La conosco bene e, da sempre, l'ammiro
    infinitamente!Maria Rizzi

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    1. Grazie, grazie di cuore Maria cara, per l'affettuosa attenzione e per le belle parole che mi dedichi. Con la sensibile percezione che ti connota, sai interpretare le ragioni dell’anima e coglierne l’anelito di restituire allo spirito affranto una qualche certezza da opporre alla quotidiana precarietà dell’essere. Ti giunga un fortissimo abbraccio

      Daniela Quieti

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  2. Conosco bene la scrittura di Daniela: ne ho seguito gli sviluppi convinto di avere a che fare con un dettato che porta aria fresca nella poesia contemporanea. Ho anche recensito il libro da cui sono tratte due delle liriche qui proposte: libro che segna un passo decisivo - come ho avuto modo di dire - nella sua maturazione poetica. Ma non mi piace ripetermi: così, in questa sede, mi soffermerò su alcuni passaggi. "Io sogno un ritorno ancestrale / una cometa che mi guidi / a un cielo d'albe chiare": ecco, Daniela esprime un anelito che è di molti oggi, ma lo fa dopo essersi domandata (si legga la prima strofa): "Con chi combatte il buio?" e prima ancora, dopo quel grido strozzato in gola, dopo il delirio. E' questa la novità; in definitiva, il prendere le distanze dal vuoto del post-moderno. Cito ancora, sulla stessa riga, "Ti cerco ovunque mentre prego / una riscrittura vorrei / del pianto"(seconda strofa della seconda lirica).Il suo perfezionismo nel comporre (3° lirica) deriva dalla consapevolezza che il gesto (lo scrivere) "schiude l'assenza / al declino / di un altro domani". Non mi dilungo oltre: dico soltanto che questo non sarà un cammino qualunque.

    Sandro Angelucci

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  3. Carissimo Sandro, ti ringrazio particolarmente per aver visitato questa pagina e per la generosa nota critica con cui rinnovi, da amico e pregevole poeta, la tua attenta riflessione ai miei versi. Conosci e riconosci, nelle vicende del mondo e dello spirito, quell’anelito a una "verticalità" etico-religiosa dell'esserci che possa consolare l'umana dimensione restituendo alterità di senso alla distruttiva violenza del mondo. Davvero grata, ricambio profondamente i sentimenti di stima che ci coinvolgono nell'avventura creativa e ti saluto con affetto

    Daniela Quieti

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