è nato a Torino il 18 agosto 1937 e vive a Roma.
Figlio d'arte (il padre Domenico era un grande musicista solista), si dedica alla poesia da molti anni. Ha partecipato a vari concorsi letterari aggiudicandosi numerosi premi.
E’ membro di giuria.
Molte le pubblicazioni.
Questo nostro
tempo consumato
Anche se i segreti si aggiungono al tempo e al ricordo
cespugli di oleandro si sfrondano
negli occhi delle gavine che adorano le nuvole
E dove quel ricordo si fa specchio – gremito di nostalgie –
non si comprendono i toni delle parole
quando tutto trepida
e tutto ci riconduce alle ricordanze d’allora
Quello che si cela nella mente
è lo sfavillìo della candela che si smorza
il letargo che travolge i tocchi delle campane
che smagliano quanto poco c’è ancora da sfogliare
Ora non c’è sogno da rivivere nella terra di cicale
né accanto al muro che ci divide
Forse in pergole assolate si accenderanno
i dubbi della vita
ci rincorreranno gli stridi degli uccelli
a raffigurare voli di fantasie
e le nostre età ci disseteranno con essenze di calendule
Ma sarà sempre il cuore a darci una carezza
e a ricordarci questo nostro tempo consumato
Adesso tutto è buio
Lascia che i petali della luna
brucino le fragranze della terra
che la brezza distratta dai prilli degli uccelli
ci ricordi quel lembo d’amore
che rese confusi i lunghi giorni dell’estate
Forse mi legherò per sempre a questo cielo
avvolgerò nei rami delle querce
quei tagli che mi folgorarono
e avvertirò quel brivido che separò dal cuore
la follia di ritrovarmi
Adesso tutto è buio
come quel docile lampo che sale agli occhi
e poi scompare
Se ombre cadranno sui tetti storditi dagli uragani
non sarà più il vuoto della tua voce a rattristarmi
Così vedrò ingiallire il melograno
i semi volare a nutrire campi di frumento
e attutire quegli strappi offuscati dalle parole
Ed infine se il clima turberà gli umori
sarò acqua piovana che scivola dalle tempie
e nulla più ascolterò
Quelle effigi che separammo
dal chiarore del primo gemito
e che si persero tra i vicoli
forse torneranno a cercare di nuovo altri sogni
Ma se l'albeggiare fuggirà dove si ferma il vento
là si scioglierà l'iride a tentare altri colori
Allora pregherò
di non essere dimenticato in questo luogo
che mi rammenta lo strazio di quel vento
Con il segno della croce
guarderò incredulo il passo dei colombacci
e i girasoli che si frastornano al sole
Ora non c’è più olezzo di mela cotogna
nelle strade della mia infanzia
Ogni cosa si è avvizzita
ed io resto con un filo d’erba tra le dita
sperando che germogli un fiore
Sapessi almeno dove sei
Se le memorie impoveriscono
le stagioni che non tornano
l'alba sorprende gli occhi
e slega le bocche alla speranza
Eppure tu ripetevi che il tempo
avrebbe sfogliato altri giorni
accanto a quegli stridi stentorei
che mi rammentavano la spuma del mare
E quando mi raccontavi delle sere che non hanno fine
rincorrevamo quanto perduto nei sogni
leggevamo la malinconia su pietre levigate
mentre stringevamo nelle mani
le ombre che ci sfioravano
Ricordi quei sogni che consumammo al sole
e che smarrimmo ai turbamenti della pioggia?
Oggi poco è mutato
Ma del nostro vivere
che ci lascia increduli di fronte alla morte
e a questo Iddio che cerco e non trovo
non sarà ancora per molto
E' questa l'avventura -
diceva mio padre -
se il cielo si adombrava
e il silenzio si addormentava fra i bulbi della luna
Quel silenzio che oggi mi coglie di lontano
tra gli anfratti delle siepi e il rantolo del vento
Sapessi almeno dove sei
o dove vanno i tuoi pensieri
con quella tua ombra che non tace
e che mescola nell'aria gli sguardi oramai a me ignoti
Ora la favola è giunta al termine
maghi e streghe non fanno più paura
ed è un sottile brivido a trattenere il mio pianto
Allora sia questo odore di terra piovana
un sussurro un frammento di buio
e un tiepido abbraccio alla mia inquietudine
Queste poesie di Ceccarossi, connotate da sofferta trepidazione,oscillano tra la memoria di un passato costellato di umori, fragranze, dolcezze, e la consapevolezza di un presente buio, indocile, preoccupato. Ma c'è sempre spazio per la speranza:"... sarà sempre il cuore a darci una carezza...";"... ed io resto con un filo d'erba tra le dita / sperando che germogli un fiore"; "Allora sia questo odore di terra piovana / ... / un tiepido abbraccio alla mia inquietudine".
RispondiEliminaIn questi versi è opportuno sottolineare anche un' acuta e vibratile sensibilità che si alimenta di natura e vi si immerge, fino a perdersi e ad annullarsi in essa.
Pasquale Balestriere
Direi che soprattutto le parole alate di Giannicola segnano il confine al di là del quale l'arte poetica si fa universale.
RispondiEliminaNicola Cariello