La
violoncellista
La violoncellista estrae dal pozzo della notte
un alveare volante, le rotaie
della metropolitana, un tonfo,
un garrulo stuolo di cornacchie,
il vento che gonfia le lenzuola, il vento
che fa di marzo un maestro di nitidezze.
L'archetto si profuma di laghi.
La violoncellista ci abitua ad ogni sorta di miracolo marino
la testa gonfia di singhiozzi
percorre le incongruenze delle periferie
i sussulti dei treni inghiottiti dalla nebbia
i tornanti scoscesi dell'amore.
La violoncellista esibisce a volte un sorriso che non è di
questo mondo
ricorda le beatitudini del bosco
siepi di rosmarino spalancate sulle palpebre.
Ma io voglio vedere le sue gambe voglio vedere
se l'alba le disegna una città di mare sulla fronte.
Alle clarinettiste della banda aprile
porge nuovi alfabeti sulle labbra e avvolge
la scansione degli anni al ceppo della primavera.
Le clarinettiste costeggiano le occorrenze
del vento, l'impellenza dell'amore
e l'idea stessa di una geologia del corpo,
le mani frammentarie e il farneticare
luminoso dei capelli, le promesse di una fertilità
terrena, la continuità delle gambe.
Le precede il fiume di una musica rotonda
che si sgrana in forma d' acini d'uva,
polpa d'anguria, si dissipa nel segreto dei chicchi
di una melagrana, si allarga nel respiro
di un'erba invaghita della luce.
I gerani
Sono tranquilli scalatori:
si sono arrampicati
fino all'estremo rosso
senza un cenno d'affanno,
senza un lamento.
Sono acrobati del colore:
si tengono in equilibrio
tra bellezza e meraviglia.
Sono maestri pirotecnici:
hanno guizzi di fuochi d'artificio,
i petali sono lapilli di vulcano
che segnano l'inchiostro della notte.
Non bruciano
eppure vivono perennemente sulle soglie del fuoco.
Se li guardi a lungo sanno come stordirti
ma tengono ben salda la testa sulle spalle.
Soltanto dondolano lentamente
sotto la carezza di un domestico vento.
Si tengono abbracciati stretti a un acuto profumo.
Sanno come si vive:
spargono bellezza senza chiedere nulla in cambio.
Sanno come si muore:
senza clamori, in silenzio,
in punta di piedi se ne vanno.
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