mercoledì 28 febbraio 2018

MARIA RIZZI; "COMUNICATO: PROROGA DEL PREMIO VOCI"


COMUNICATO

Il Premio "Voci" Città di Roma è stato prorogato al 7 marzo.
Potete ancora inviare le vostre Opere.
Vi attendiamo sicuri che gradirete quest'ultima possibilità.
Con affetto caldo, nonostante le condizioni climatiche.
                                                 
Maria Rizzi

CERTAMEN APOLLINARE POETICUM: RISULTATI


Certamen Apollinare Poeticum V Edizione
Risultati Laurea Apollinaris Poetica 2018:

Vivian Lamarque I sezione:
volume di poesia edito Vincitore:
“Paradigma di esse” (Evaristo Seghetta Andreoli)

Publica Laus

“Dialoghi interrotti” (CarlaBaroni)
Canti e silenzio” (Giannicola Ceccarossi)
Eclissi Luci e ombre” (Emma Mazzuca)

Premiazione: Il 21 aprile 2018 alle ore 18 presso la Biblioteca “Don Bosco” Indirizzo: Biblioteca Don Bosco Università Pontificia Salesiana Piazza dell’Ateneo Salesiano 1 00139 Roma

martedì 27 febbraio 2018

M. L. DANIELE TOFFANIN, MASSIMO TOFFANIN "LA GRANDE STORIA IN MINUTE LETTERE"


·                  Maria Luisa Daniele Toffanin, autrice di numerosi libri di poesia (tra cui Fragmenta, E ci sono angeli e Florilegi femminili controvento) e di prosa (I luoghi di Sebastiano con Massimo Toffanin), ha conseguito numerosi premi e consensi. Collabora con diverse riviste come critica e con il CILM dell’Università di Udine. Le sue poesie figurano anche in antologie internazionali. Ex docente, promuove iniziative culturali nell’ambito dell’Associazione Levi-Montalcini e dà vita ad incontri letterari nel Cenacolo di Poesia di Praglia. Ha curato con Mario Richter gli atti del convegno da lei organizzato Il sacro e altro nella poesia di Andrea Zanzotto.
·                  Massimo Toffanin, ex funzionario di banca, si dedica a ricerche di storia contemporanea. Socio fondatore e presidente del Centro studi onorevole Sebastiano Schiavon, ha organizzato vari eventi, in particolare mostre fotografiche, convegni e concerti di musica relativi alla prima guerra mondiale. Ha curato diversi quaderni di storia e ha pubblicato saggi biografici tra cui Sebastiano Schiavon lo strapazzasiori (2006) ed altri e, con Maria Luisa, il romanzo I luoghi di Sebastiano.

Credo sia un privilegio non comune ritrovare un carteggio quasi intatto, tale da illuminare non solo le personalità degli scriventi, ma anche il contesto storico in cui sono datate le lettere. Un modo per approfondire la conoscenza delle vicissitudini personali narrate, ma anche del complesso periodo inclusivo il ventennio fascista, il periodo prebellico e bellico fino al settembre del 1945. Qui si snoda la storia delle anime dei protagonisti, ma anche la grande storia che attraversa Padova, la Grecia, i campi di concentramento polacchi e tedeschi. Un carteggio che si allarga pure a riflessioni amicali, sociali, economiche sulla città prima bombardata, poi occupata e infine sul primo faticoso tentativo di ripresa.
Delle 597 lettere, che costituiscono la corrispondenza tra Gino e Lia dal 1935 al 1945, sono state tratte le più significative appunto per le informazioni su Padova, le descrizioni paesaggistiche della Grecia, racconti di vita militare che ben contrastano con quelle del periodo di prigionia, sofferte, ristrette al massimo, sempre sotto il controllo della censura.
Alcune possono sembrare ripetitive, per il continuo richiamo agli affetti, in particolare alla figlia Marisa appena nata; ma l’argomento famiglia, in realtà, diviene il leitmotiv del pensiero e quindi delle parole di chi è lontano dalla persona amata, diviene l’ancora di salvezza a cui aggrapparsi come certezza del presente e speranza nel futuro. Così potrà sembrare assillante il discorso sui pacchi, che sono garanzia di sopravvivenza, in chiave fisica e psicologica. È un po’ come «Sergentmagiù, ghe rivarem a baita?» nel Sergente nella neve di Mario rigoni Stern, quale scaramantica risposta intima affermativa.”

[Incipit del libro]




lunedì 26 febbraio 2018

CLAUDIO FIORENTINI: "NUOVE DA CAPTALOONA"


Claudio Fiorentini,
collaboratore di Lèucade

Oggi puntata speciale, usciamo dal nostro percorso abituale per proporre un autore spagnolo, Eduardo Mendoza (sicuramente tra i migliori narratori di oggi), e una raccolta di pasquinate fresca di stampa che, nel rispetto della tradizione, ᅵ di autore (o autori) rigorosamente Anonimo. Buon ascolto!
https://www.spreaker.com/user/performingradio/visioni-da-captaloona-26022018

PALAZZO DEI DOMENICANI: "DONNE IN VERSI"

Alleghiamo il programma del Salotto Romano che avrà luogo il 1 marzo p.v. nella Sala Capitolare del Chiostro della Minerva, nel Palazzo dei Domenicani in p. della Minerva 42 (Pantheon), come sempre dalle 16,30 fino alle 19 circa.

L’incontro prevede in apertura la consueta rubrica “i puntini sulle i”, aneddoti e curiosità storiche, archeologiche e letterarie a cura del prof. Romolo Augusto Staccioli, Presidente dell’ArcheoClub di Roma.
Seguirà “Donne in versi”, una presentazione di piccole e grandi storie di poetesse italiane dal XVI al XX secolo, raccontate da Sandra Avincola (letterata, scrittrice, saggista) con gli interventi dei conduttori, Francesca Di Castro e Sandro Bari.
In conclusione, i poeti presenti avranno modo di esporre le loro composizioni.
Invitandovi a partecipare, vi ricordo che l’ingresso è libero e che tutte le presenze sono gradite.
Sandro Bari e Francesca Di Castro

salotto.romano@libero.it




























BUZZACCONI, VULTAGGIO, TOFFANIN: POESIE SULLA NEVE



Cari amici, avete mai notato come condividere un contrattempo o un piccolo disagio riesce a far cadere quelle barriere che (scioccamente) mettiamo fra noi e le altrui esistenze? 
A volte basta niente: un autobus che non passa, i terminali della posta che si bloccano, l'erogazione della corrente che si interrompe... e si ritorna a parlare, ad accogliersi. Stamani, molto più romanticamente, è stata la neve a "sciogliere" la nostra freddezza. Dunque, per quanto può sembrare un pò strano, io auguro di cuore buon gelo a tutti! 
Ed allego un mio piccolo pensiero "a tema"
Un caro saluto    


Effetto neve

Freddo che graffia il volto stamattina,
solo sguardi veloci per la strada.

Da tanto non sentivo così forte
la voglia di lanciarmi in un saluto:

"Buongiorno... quanta neve! Tutto bene?"

"Benone, grazie! Certo, fa freschetto..."

Un attimo d'azzurro, nel grigiore.
Sorrisi puri, caldi come il sole.

Furba la mente!

Prova a cancellare
i cinque sottozero che hai nel cuore.

Paolo Buzzacconi  



Caro Paolo, è sempre un piacere leggerti ancor più per il tuo modo di essere e di fare che non lascia nulla alla banalità, alla sufficienza, alla superficialità. Risultato evidente sono i tuoi versi e il tuo pensiero che trova spunto in quella che per tanti altri è stata solo una bella nevicata. Condivido il tuo pensiero e il tuo stato d’animo consapevole, però, che a volte non è solo il “gelo” a raffreddare i rapporti, bensì peculiarità e limiti personali.


Effetto “tempo…rale”

In non conosco neve, amico mio,
nella mia terra chi la vince è il sole,
e pure nel più forte turbinìo
c’è lo scirocco e soffia dove vuole!

Però conosco il “gelo” di cui dici,
che va al di là del freddo e della neve,
il freddo che ci ha reso, ormai, infelici
lasciandoci all’indifferenza lieve

che tiene tutti nel grigio infossato.
Le nostre vite, ignote, equidistanti
sono slegate, pur se lato a lato;

non c’è la voglia di guardare avanti,
di dire bravo, a chi più bravo è stato.
Proprio così: alteri…”ed” ignoranti!

La neve, in ogni luogo e tale e quale
è il cuore tuo…ch’è unico e speciale!

Giuseppe Vultaggio



Caro Paolo ed amici, bella idea questa condivisione metereologica ! Io però, che detesto il gelo e amo la neve solo per il suo manto immacolato, così mi difendo a mio modo:


QUEST’ATTIMO RAPITO AL VENTO

Seduta a febbraio sulla panchina
in un angolo di vegetale pace

lungo il gelsomino magro, il nido muto
una mano di viole primine
difese accese dal sole
un sipario dietro di candido elleboro
e di eriche rosa squillanti

e vedere il vento poco più in là
agitare agitare gli arbusti
nell’azzurro quasi innocente
e non sentirlo il vento dentro.
Quale gioia rara questo momento !

Così è da vivere il gelo del dopo
-già ossessiva-mente evocato –
da lontano senza lasciarsi turbare
chè quest’attimo rapito al vento
tra un bene e un male
rimane tutto nostro e della viola
e dell’erica e della rosa di Natale 
e ci può così consolare.
  
24 febbraio 2018 ore 14.45

Maria Luisa Daniele Toffanin




Ciao, Paolo, 
non posso non condividere il tuo bel pensiero. Grazie della tua presenza sempre viva e calda in mezzo a noi. Mi permetto di rispondere con il mio abituale modo, di cui tu sei maestro. Ecco, quindi, pochi versi con i quali saluto te e tutti gli altri.

Siamo nel fresco, sì, siamo gelati,
ma il grande Buzzacconi ce lo dice:
noi siamo tutti figli e siamo amati.
Chi scalda la parola fa felice.

Se il cuore è caldo e siamo nella neve,
con il disagio o contrattempo pure,
anche la gran distanza si fa breve:
annulla la pigrizia e le paure.

Enisio Di Tullio

FRANCESCO CASUSCELLI: "COGLI FRATELLO QUESTE VIOLE"


Francesco Casuscelli,
collaboratore di Lèucade

Un esortativo, sentito e quanto mai ispirato canto alla vita, all’amore, ai palpiti di un profumato raggio di sole che puntuale allunga il passo nel vento di febbraio. “Il cuore profumato d’un raggio di sole/ Che allunga il passo nel  vento di febbraio”. Una poesia gentile, armoniosa, calda, che, su un tappeto  di morbido velluto, ci chiama alla vita;  al risveglio della stagione che bussa; a cogliere i fiori dai calici; a bere il vino dell’amore… per la gioiosa sorpresa del domani.


Cogli fratello queste viole
Gli occhi della terra che aprono
Alle promesse di primavera
Cogli con mani tremanti
Il cuore profumato d’un raggio di sole
Che allunga il passo nel  vento di febbraio
Cogli l’abbraccio della terra
Assaggia sulle sue tenere labbra
Il risveglio della stagione che bussa
Cogli fratello questi fiori
dai calici beviamo il vino dell’amore
ebbri di vita e di passione
per la gioiosa sorpresa del domani

Francesco Casuscelli

EDDA CONTE: "ERA UN TEMPO..."



Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade

Poesia che va morbida e elegante come un tappeto di velluto per i passi di antiche primavere. La dolcezza della verità torna a palpitare fra i giochi dell'infanzia e la memoria calda e rinnovata porta in un vassoio d'argento ricamato il tempo in cui "la vita era un pensiero solo dal profumo di "Violetta di Parma" che si passava appena con un dito sui polsi e dietro il lobo delle orecchie.". Quanta passione riposata in un nobile animo!  Spunteranno ancora i ciclamini per la via che sale al Belvedere, carissima amica, se il memoriale sarà fervido e lucido; se  accompagnerà, con la luce di un faro che illumina il porto, vertigini di amore, di contemplazione, di profumi che assediano un animo votato al canto.

Nazario Pardini


ERA UN TEMPO...

"Spuntano ancora i ciclamini
per la via che sale al Belvedere
Tra i villini nuovi
l'aia non ha più voci
né svolazzi di oche e di tacchini.
   Parlano gli ulivi rinsecchiti
dei giochi di un'infanzia
lontana e non più mia
quando sui prati la calura estiva
inaridiva l'erba
e il mormorio dell'acqua del torrente
spengeva l'afa del meriggio...
  Tra i glicini e i lillà la Villa ..
i tavolini di ferro per il tè..
le signore..
l'aria buona
che scendeva giù dal monte...
Era un tempo di merletti e di collane
un'oasi di finzioni e di piqué
quando la vita era un pensiero solo
dal profumo di "Violetta di Parma"
che si passava appena con un dito
sui polsi e dietro il lobo delle orecchie."

Edda Conte