domenica 22 giugno 2025

Premio Letterario Nazionale Ubaldo GIACOMUCCI & Riccardo SANTINI

L’Associazione Culturale Italia é… Next Generation

indice e organizza la 4° Edizione del Premio

Letterario Nazionale Ubaldo GIACOMUCCI & Riccardo SANTINI

Scadenza iscrizioni 15 settembre 2025

Poesia – Narrativa

REGOLAMENTO

La partecipazione al concorso è aperta a tutti, purché maggiorenni, senza limiti territoriali e di nazionalità o altra condizione sociale e si articola nelle categorie inedite - edite nelle cinque sezioni di seguito definite.

POESIA:

Sezione A – Poesia inedita o edita a tema libero in italiano.

Sezione B – Poesia inedita o edita in vernacolo.

NARRATIVA:

Sezione C – Racconto a tema libero, comprendente anche testi che trattano: Tradizioni, Folklore, Usi e Costumi, Avventura, Thriller, Noir, Giallo e Storico.

Sezione D * SPECIALE COSTA Edizioni:

Possono partecipare a questa sezione solo ed esclusivamente poeti e autori facenti parte della Costa Edizioni con poesie a tema libero in italiano, poesie in vernacolo edite o inedite e racconti di qualsiasi genere, editi o inediti.

Sezione E – Manoscritto inedito. Max 250.000 battute, con tolleranza del 10%

Art 1: Sono ammesse opere che sono state già premiate in altri Premi Letterari. L’autore partecipando con i suoi lavori, dichiara, che l’opera proposta è di propria stesura e non lede in alcun modo i diritti d’autore ed editoriali propri e/o di terze parti. Le opere, delle sezioni A-B-C-D- potranno essere edite o inedite.

Le opere, della sezione E - dovranno essere esclusivamente INEDITE. Non si accettano libri.

Art 2: Dettaglio sezioni.

POESIA:

Sezione A – Poesia in lingua italiana: max 40 (quaranta) versi. (Non è ammesso l’invio di libri). Il concorrente può partecipare con un numero massimo di 2 (due) liriche, edite o inedite a tema libero.

Sezione B – Poesia in vernacolo: max 40 (quaranta) versi. (Non è ammesso l’invio di libri). Il concorrente può partecipare con un numero massimo di 2 (due) liriche, edite o inedite in dialetto con relativa traduzione in lingua italiana, pena l’esclusione.

NARRATIVA:

Sezione C – Racconto a tema libero max 20.000 battute spazi inclusi (Non è ammesso l’invio di libri). Il concorrente può partecipare con più racconti inediti o editi ai generi di seguito citati: Tradizioni, Folklore, Usi e Costumi, Avventura, Thriller, Noir, Giallo e Storico, specificandolo nella scheda di partecipazione.

Sezione D * SPECIALE COSTA Edizioni – Poesie in italiano, poesie in vernacolo max 40 (quaranta) versi ma anche racconti a tema libero max 20.000 battute spazi inclusi (Non è ammesso l’invio di libri). Il poeta o lo scrittore facente parte della C.E. COSTA Edizioni può partecipare con più poesie dei due generi previsti inediti o editi e i racconti inediti o editi ai generi di seguito citati: Tradizioni, Folklore, Usi e Costumi, Avventura, Thriller, Noir, Giallo e Storico, specificandolo nella scheda di partecipazione (Non è ammesso l’invio di libri).

Sezione E – Manoscritto inedito. (Non è ammesso l’invio di libri). Max 250.000 battute, con tolleranza del 10%. N.B. è ammesso un solo manoscritto ad autore.

Art 3: Il carattere da utilizzare per la scrittura delle opere è il Times New Roman 12 in formato word su foglio standard A4. Per le poesie il limite è di 40 (quaranta) versi; per i racconti a tema libero, la lunghezza non deve superare le 20.000 battute spazi inclusi; una ragionevole tolleranza del 10% potrà essere accettata. I testi dovranno essere privi dei dati personali dell’autore, pena la squalifica dal concorso. Non sono ammesse opere che presentino elementi denigratori, razzisti, xenofobi, pornografici, scurrili, blasfemi, offensivi della morale e del senso civico comune, palesemente provocatori e propagandistici di ideologie incitanti all'odio, alla violenza e alla discriminazione, né saranno ammesse opere che fungano da proclami ideologici religiosi e politici.

Art 4: Le opere non verranno restituite; i concorrenti ne resteranno tuttavia unici proprietari, conservandone tutti i diritti. A tutela degli stessi, in base all’articolo 5 del GDPR tutti gli elaborati verranno distrutti alla cessazione del trattamento dati per scopo del concorso.

Art 5: I dati personali trasmessi verranno trattati in conformità ai sensi dell’art. 13 del Regolamento UE 2016/679 per le sole finalità connesse al concorso. Si informa che i dati verranno inseriti nella nostra banca dati. Il trattamento dei dati sarà finalizzato al proseguimento degli scopi statutari e alla comunicazione dei servizi ed iniziative proposte dall’Associazione Italia è... Next Generation. Il trattamento potrà effettuarsi con o senza l’ausilio di strumenti elettronici o comunque automatizzati nei modi e nei limiti necessari per il proseguimento dei fini statutari, anche in caso di eventuale comunicazione a terzi e nel rispetto delle modalità previste dall’articolo 13 del Regolamento UE 2016/679 (modulo di raccolta, utilizzo, aggiornamento, pertinenza e conservazione). Agli interessati sono riconosciuti i diritti secondo il Regolamento UE 2016/679, in particolare, il diritto di accedere ai propri dati personali di chiedere la rettifica degli stessi, il loro aggiornamento e la loro cancellazione qualora fossero incompleti, erronei o siano stati raccolti in violazione della legge, nonché di opporsi al loro trattamento per motivi legittimi.

Art 6: Tutti i componimenti saranno sottoposti in forma anonima alla valutazione della Giuria dall’organizzazione del Premio, composta da critici letterari, poeti, scrittori, giornalisti e giurati emozionali. L’operato della Commissione sarà svolto nel pieno rispetto delle linee guida dell’Associazione che gestisce il Premio Letterario. La giuria determinerà una classifica in considerazione della qualità delle opere, dei valori dei contenuti, basandosi su una sensibilità umana e artistica. L’operato della Giuria è insindacabile e inappellabile. La Giuria, inoltre, se lo riterrà opportuno potrà anche decidere di non assegnare i premi se non si sarà determinata la qualità e la quantità sperata.

Art 7: Modalità e termini per la partecipazione per le opere delle sezioni A- B- C- D, che potranno essere edite o inedite e dovranno essere spedite entro e non oltre il 15 settembre 2025, unicamente a mezzo e-mail, all’indirizzo: premio.giacomucci@italiaemagazine.it La mail dovrà contenere inoltre: la scheda di partecipazione firmata e compilata in stampatello in ogni sua parte; attestazione del contributo di partecipazione. Le opere della sezione E, dovranno essere esclusivamente inedite e spedite entro e non oltre il 15 settembre 2025, unicamente a mezzo e-mail, all’indirizzo: premio.giacomucci@italiaemagazine.it La mail dovrà contenere inoltre: la scheda di partecipazione firmata e compilata in stampatello in ogni sua parte; attestazione del contributo di partecipazione.

Art 8: Non si accettano e non verranno presi in considerazione libri editi, in quanto non previsti in questo regolamento, né sarà restituito il contributo delle spese di segreteria, né verrà rimborsato ogni contributo versato che sia maggiore di quanto richiesto.

Art 9: La premiazione è fissata per sabato 29 novembre 2025 alle ore 16,00 a Pescara, Teatro Cordova. Qualora non fosse consentito realizzare eventi, per problemi legati a pandemie e/o eventi naturali e atmosferici, la segreteria del Premio comunicherà un eventuale slittamento della premiazione o il link di collegamento per la Cerimonia in remoto. Pensando a un’eventuale premiazione in presenza, si comunica che i premi verranno conferiti il giorno stesso della manifestazione e che l’autore dovrà ritirare personalmente il premio, si accettano deleghe. Nel caso l’autore fosse impossibilitato a ritirare personalmente il premio dovrà comunicarlo preventivamente (tassativamente 10 giorni prima).

AVVERTENZA: è previsto solo ed esclusivamente l’invio delle targhe e relative motivazioni previo pagamento delle spese postali da parte dell’autore richiedente, le pergamene saranno inviate solo ed esclusivamente via e-mail in formato pdf.

Art 10: Ogni autore (o chi ne tutela i diritti), proponendo la propria opera al Premio, sottoscrive e accetta integralmente e incondizionatamente il contenuto del presente regolamento, comprensivo di 10 (dieci) articoli. L’Autore dà anche piena assicurazione che la rappresentazione o eventuale pubblicazione dell’opera non violerà, né in tutto, né in parte, diritti di terzi. L’Associazione Italia è… Next Generation si riterrà sollevata da eventuali rivalse di terzi, di cui risponderà esclusivamente e personalmente l’Autore. Nel caso in cui non venisse raggiunta una quantità di testi congrua per una sezione o la qualità all’interno dello stesso e la Giuria non dovesse esprimere notazioni di merito per determinate opere, l’Associazione Italia è… Next Generation si riserverà il diritto di non attribuire il premio. A tutti i partecipanti verranno fornite, con ampio preavviso, tutte le indicazioni circa la premiazione.

CONTRIBUTO DI PARTECIPAZIONE:

Per prendere parte al Premio è richiesto un contributo di partecipazione a copertura delle spese organizzative, così differenziato:

Sezione A – Poesia in lingua italiana: € 15,00 massimo di 2 (due) liriche, edite o inedite a tema libero.

Sezione B – Poesia in vernacolo: € 15,00 massimo di 2 (due) liriche, edite o inedite in dialetto con relativa traduzione in lingua italiana, pena l’esclusione.

Sezione C – Racconto a tema libero: € 15,00 per una singola opera, € 20,00 per due opere, € 25,00 per tre opere.

Sezione D * SPECIALE COSTA Edizioni per i soli autori della casa editrice COSTA

Poesie in lingua italiana, massimo di 2 (due) liriche, edite o inedite a tema libero € 15,00 (Non è ammesso l’invio di libri).

Poesie in vernacolo massimo di 2 (due) liriche, edite o inedite € 15,00 (Non è ammesso l’invio di libri).

Racconto a tema libero: € 15,00 per una singola opera, € 20,00 per due opere, € 25,00 per tre opere (Non è ammesso l’invio di libri).

Sezione E – Manoscritto inedito: € 20,00 per un solo testo ad autore. (Non è ammesso l’invio di libri).

L’iscrizione andrà fatta sul modulo allegato e perfezionata con il pagamento della quota tramite Bonifico bancario alla Banca Intesa San Paolo IBAN: IT37K0306909606100000404691 Intestato a: Associazione Italia è Next Generation. Causale: Iscrizione di (nome e cognome autore), 4^ Ed. P.L.N. GIACOMUCCI & SANTINI; Sezione/i…

Premi sezione narrativa (A-B-C-E):

1° premio – Targa, motivazione della giuria.

2° premio – Targa, motivazione della giuria.

3° premio – Targa, motivazione della giuria.

* Per ogni primo classificato e per le opere meritevoli la casa editrice Costa Edizioni potrà, a discrezione, fare una proposta editoriale.

Verranno altresì assegnati Premi della Critica, Pergamene Speciali, Menzioni d’Onore e Segnalazioni di Merito a opere ritenute meritevoli.

Premi sezione D:

Premi Speciali. Pergamene Speciali, Pergamene d’encomio: Menzioni d’Onore e Segnalazioni di Merito a opere ritenute meritevoli.

• Targa Speciale “Pino Costa” assegnata nella sezione E “Manoscritto inedito”;

• Targa Speciale “Ubaldo Giacomucci” assegnata nella sez. A – poesia in lingua italiana;

• Targa Speciale “Riccardo Santini” assegnata nella sez. A – poesia in lingua italiana;

• Targa Speciale “Mara Seccia” assegnata nella sezione B – poesia in vernacolo, anche a tema ironico;

• Abruzzo siti web, conferirà la targa a un’opera delle sezioni del Premio, meritevole di assegnazione;

• Il M° Leo Strozzieri, critico d’arte, realizzerà un’opera a propria discrezione che sarà assegnata in una delle sezioni del Premio;

• Italia è… Magazine, conferirà la Targa: “Premio della Critica”, a un’opera delle sezioni del premio, meritevole di assegnazione;

• Premio Speciale Associazione Sentieri di Parole, proprietaria dei Premi Letterari “SET ART” e de “Le Pietre di Anuaria” a un significativo racconto nella sezione C;

• L’Associazione Culturale “Quasar”, conferirà la targa Premio “Quasar” a un significativo racconto nella sezione narrativa, racconti a tema libero o nelle sezioni poesie che abbiano qualche attinenza con il “cielo e le stelle”;

• Pergamena Speciale ai migliori racconti a tema: Tradizioni, Folklore, Usi e Costumi, Avventura, Thriller, Noir, Giallo e Storico;

• Pergamena Speciale - Marco Probo Mariano poeta sulmonese del 1400;

• Pergamena Speciale - Muzio Muzii storico e poeta teramano del 1535;

• Pergamena Speciale - Muzio Febonio religioso e storico avezzanese del 1597;

• Pergamena Speciale - Sebastiano Mascetta poeta colledimanicese fine 1700;

• Pergamena Speciale - Bernardo Maria Valente poeta giulianese del 1711;

• Pergamena Speciale - Romualdo Parente scrittore, poeta dialettale scannese del 1737.

I premiati saranno informati con una mail di conferma entro 10 NOVEMBRE 2025.

Le comunicazioni saranno inviate esclusivamente via mail.

Ai sensi dell’art.13 del Regolamento UE 2016/679 i partecipanti acconsentono al trattamento, diffusione e utilizzazione dei dati personali da parte dell’organizzatore Associazione Italia è…Next Generation, per lo svolgimento degli adempimenti inerenti al concorso e altre finalità culturali afferenti. Le adesioni non conformi o pervenute in maniera diversa da quanto previsto dal regolamento e non regolarizzate entro i termini di scadenza indicati, non saranno prese in considerazione.

Media partners: Italia è Magazine… i colori dell’informazione; Abruzzo Siti Web; Logos Cultura, periodico online; Giulianova News, quotidiano online;

Presidente del Premio Letterario Ubaldo Giacomucci & Riccardo Santini (senza diritto di voto): Elena Costa – Giornalista - Editore - Presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi.

I nomi dei giurati saranno resi pubblici durante la cerimonia di premiazione per evitare spiacevoli fastidi come contatti con il giurato, non in linea con l'etica del Premio.

MAIL DI RIFERIMENTO - premio.giacomucci@italiaemagazine.it È possibile chiedere informazioni sia per e-mail che per contatto telefonico, al numero 338-5462024.

giovedì 12 giugno 2025

Sandro Angelucci : "LA Poetica di Angela Ambrosini"


 L’Autrice, che ci onora della sua presenza inaugurando il ciclo d’incontri Tra natura e letteratura, che terremo qui, nella biblioteca-casa museo Angelo Di Mario, è una delle voci più autorevoli e schiette della poesia italiana contemporanea.

Angela Ambrosini - questo il suo nome - ci raggiunge da Città di Castello, borgo medioevale disteso lungo l’alta valle del Tevere e non distante dai confini umbri con la Toscana.

Le sue opere sono molto spesso ispirate dal cuore verde della sua regione (tanto prossima - sia geograficamente che spiritualmente - ai paesaggi del reatino e della sabina).

Sarebbe, tuttavia, limitativo soffermarsi esclusivamente sulle descrizioni naturali, in quanto questa poetica è, sì, incentrata sui luoghi e le suggestioni dagli stessi esercitate, ma questi stimoli producono, nell’animo della poetessa, un’accoglienza ed una dilatazione tali da farli espandere in tutte le direzioni.

Si passa perciò - con una disinvoltura disarmante - dai paesaggi fisici a quelli dello spirito, dagli spazi dell’infanzia a quelli del dolore. E dirò di più: tanto profondi sono, da divenire un’unica dimensione interiore, che ingloba anche il tempo, anche le emozioni, anche la vita.

Facciamoci rapire dall’armoniosa musicalità della sua poesia. Da Infanzia (una delle ultime liriche che contribuisce alla costruzione della più recente silloge, Il tempo rappreso, data alle stampe per i tipi di “LuoghInteriori Editore” in Città di Castello, nel giugno dello scorso anno) stralciamo alcuni dei versi più modulati e significativi: “Sentivo il tepore degli orti / farsi germoglio a sera /. . . . / Non l’ansia del poi / m’era compagna: / solo il tonfo della pioggia / ostinato alle ringhiere /. . . . / Poi, di nuovo / a piedi nudi il giorno / aspettavo inarcarsi / d’attese avido, / d’addii avaro. / Non più sentivo / nel giro dei cieli / il cappio del tempo / stringersi piano.”.

Ho scelto questi passi perché li ritengo esemplificativi sia dal punto di vista dei significati che dei significanti. Occorre ricordare che la scrittura poetica è l’unica in grado di comunicare il proprio messaggio contenutistico attraverso la forma, l’unica a renderla non solo maniera ma sostanza. Riflettiamo su questo, se davvero vogliamo entrare nel vivo, nella carne, nel sangue dell’autentico poetare.

E mi piace ritrovare tutto ciò sul finire della mia citazione, dove è evidente la ricerca di un periodare inusuale per l’utilizzo normale e canonico che se ne fa, ma che, per la Ambrosini, costituisce la cifra stilistica attraverso la quale ogni vero poeta si distingue da qualsiasi altra voce. Canta così la poetessa: “…Poi, di nuovo / a piedi nudi il giorno / aspettavo inarcarsi / d’attese avido, / d’addii avaro. / Non più sentivo / nel giro dei cieli / il cappio del tempo / stringersi piano.”.

Proviamo a rendere tangibile il succitato assunto proponendo una versione - diciamo così - prosastica dello stralcio in questione. Il risultato sarà il seguente: “…Poi, di nuovo a piedi nudi aspettavo inarcarsi il giorno, avido d’attese, avaro d’addii. Non sentivo più il cappio del tempo stringersi piano nel giro dei cieli.”.

La differenza è manifesta e irrefutabile, nel senso che chiunque avrebbe potuto esprimere un pensiero (comunque profondo) come quello appena riportato, ma nessuno sarebbe stato in grado di rivelarlo nel modo in cui ce lo ha esposto l’autrice della lirica. Questo per dire che lo stile è indissolubilmente legato all’artista in ogni manifestazione dell’arte stessa ed in particolare nella parola, per ciò che concerne lo strumento usato da chi comunica in versi.

Ma torniamo ad occuparci dei vari stadi di un poiein tanto proprio quanto suggestivo. Ho, finora, preso in considerazione l’ultima raccolta della poetessa; si rende, tuttavia, necessario ripercorrerne l’iter creativo a partire dalle prime prove, dai primi vagiti, onde risalire, con lei, la vena ispiratrice fino alle polle sorgive.

La Ambrosini rende pubblico il suo sentire nel 2006, con la pubblicazione di Silentes anni, per conto di “Tracce Edizioni”. Sfogliandone le pagine, ci si avvede subito che i temi prediletti sono già presenti: l’attenzione agli anni infantili, ad esempio: “Tutto quello che ho imparato / tutto quello che so ora, / prima vorrei fosse stato, / negli arpeggi / della gioventù, / nel tempo che il tempo ignora”, dov’è palpabile l’anelito ad una condizione che possa fare tesoro della maturità in un tempo - oramai trascorso - in cui l’innocenza non aveva ancora lasciato il posto al disincanto. E poi la natura - come potevano mancare i versi dedicati alla stessa - il colloquio tra l’animo suo e le presenze del creato. Da Quest’ottobre chiaro: “S’innalzeranno taciturni i fiumi / all’abbraccio dell’imbrunire, / s’udrà solo l’indecifrato merlo / effondersi alto nel tempo / e il canto suo m’accoglierà ricolma / all’incalzare dei boschi….”.

Intervallato, nel 2007, dallo sconfinamento in Semi di senape (L’Autore Libri Firenze), breve raccolta di racconti in prosa poetica, esce, nel 2008, Fragori di note, sempre per “Tracce Edizioni”. A distanza di soli due anni dall’esordio in poesia, è già possibile riscontrare dei progressi nella nuova silloge: il dettato si fa più articolato e la ricerca linguistica diventa più esigente.

Da Sinfonia: “Indimenticati suoni d’estate, / quando il cane latrava nell’ora / della notte più alta / . . . . / Poi la cicala a inondare / schegge di cielo fra mare / di bossi e puntuti abeti, / . . . . / Mai taceva il pomeriggio / sulle folte note del grillo / . . . . / A tratti, greve il ronzio / d’un aereo rapiva la mente / …proprio come ora / qui, che dal centro del tempo / tutto questo mi rivive, / fra brandelli di suoni / trapunti d’eterno.”: versi che si distendono tanto nel passato come nel presente.

È di marzo del 2012 Controcanto, una nuova raccolta che la Nostra dà alle stampe per i tipi di “Edimond” Editore in Città di Castello. Prosegue, anche qui, il suo lavoro intorno alle figure retoriche ed ai registri poetici che più le si confanno: l’enjambement, che contribuisce a creare un senso di continuità dilatando il ritmo ed enfatizzando parole-chiave legate al concetto basilare del testo; la sinestesia, ossia l’associazione espressiva di parole pertinenti a due diverse sfere sensoriali. In Acquerello - ad esempio - si ritrovano insieme sia l’una che l’altra figura “E azzurro era / il silenzio”, nel poco spazio di due brevissimi versi. La reiterazione, in Qualche volta d’estate, del titolo nel corpo della lirica e finanche, in fondo, alcuni Haiku (rispettandone la metrica originaria delle sillabe, ossia 5-7-5): “Soffio di luce / l’autunno oggi mi parla: / pace che trema”.

Cinque anni dopo è la volta di Ora che è tempo di sosta (CTL Editore in Livorno). Dedicata al padre, con un’opera pittorica di Liliana Agostini Ambrosini in copertina, la nuova silloge è preceduta da una introduzione dell’autrice: “Credo sia d’obbligo una premessa - scrive - a una raccolta poetica nata, in buona parte, dall’accostamento a immagini (foto, dipinti e, persino, creazioni in ceramica) nell’intento di sbriciolare l’apparente asimmetria tra i due codici espressivi, semantico e asemantico. Un sodalizio, quello tra immagine e parola, al quale sono stata educata fin dall’infanzia […] A sostanziare tale ricerca non solo di stile, ma, prioritariamente, di contenuti, è la metafora, la cui amplificata capienza semantica consente di annullare tutte le dissonanze, tutte le distanze […] La poesia, diceva Ezra Pound […] è ‘semplicemente linguaggio caricato di senso al più alto grado possibile’ (e) ‘la bellezza in realtà non è che la vita fisica in una sua condizione ideale’, asseriva William Butler Yeats […]”.

Ho voluto riportare questo estratto, dalla presentazione, in quanto ci dà l’esatta misura del libro, un libro che riesce davvero nell’intento euritmico d’interazione tra le arti.

Ma questo processo non è destinato a concludersi, tanto è vero che, nel 2021, Angela - in collaborazione con l’artista Edi Magi e la scrittrice Daniela Calzoni - dà vita ad un elegante e multidisciplinare catalogo d’arte e poesia dal titolo Di forma e di parole, nel quale convergono le esperienze di ciascuna sia in ambito letterario (ivi compresa la traduzione dallo spagnolo all’italiano delle sue liriche) sia in quello della pittura e della ceramica. Un’opera, che appaga tanto l’occhio quanto la mente, pubblicata anch’essa da LuoghInteriori Editore in Città di Castello. Un’opera dove i colori delle splendide tavole vanno ad intrecciarsi con i versi dalle stesse ispirate alle poetesse. Mi sento di compendiare con l’haiku della Ambrosini, che così si esprime in proposito: “con altra lingua / a specchio si cercano / forma e parole”.

E siamo arrivati alla silloge più attuale: l’ultima fatica letteraria della poetessa: Il tempo rappreso, di cui ho parlato in apertura. Ci torniamo, tuttavia, molto più preparati, molto più edotti su quelle che sono le caratteristiche, le peculiarità di questa scrittura. Possiamo farlo poiché l’abbiamo vista nascere e l’abbiamo seguita lungo il percorso della sua crescita graduale e costante negli anni. In virtù di ciò, mi urge, in questa sede, disquisire delle conquiste raggiunte attraverso un labor limae certosino, messo in atto con risoluta umiltà. Un lavoro di cesello tanto sulla parola quanto sulla sua collocazione all’interno del verso.

Scorrendo le pagine dei libri precedenti, mi sono reso conto che diverse liriche erano già presenti in quelle raccolte, ma più d’una non venivano semplicemente riprese, bensì recuperate alla luce di una rilettura successiva che tenesse conto delle nuove esigenze dell’autrice, necessità non solo formali ma esplorative dei significanti fonici e logici dei versi. Come già fatto, darò conferma concreta di tutto questo.

Le poesie Per te e 2 Novembre sono presenti sia ne Il tempo rappreso che in Ora che è tempo di sosta. Desidero comparare dei passi che sono stati modificati nell’ultima versione. Mi riferisco alla cernita che segue: dalla silloge del 2017, “…onda d’acque e di cieli, / a lavare tradimento e martirio / in silenzi d’amore…” e ancora: “…Non più ti sia dubbio / e affiliata lamiera l’attesa / del figlio…”, mutati ne Il tempo rappreso con l’elisione della parola tradimento dalla prima citazione e trasformando il secondo stralcio in “…Non più ti sia dubbio / e affilata lamiera quest’attesa, / padre,…” (da Per te). Analogamente in 2 Novembre 2015, dove, dalla raccolta del 2017, viene anzitutto rimosso l’anno dal titolo e, successivamente, cambiata la disposizione dei seguenti versi: “…Mi rimane l’espiazione / per la proda inesplorata / d’un infanzia, la mia, che fu serena…” in “…Mi rimane la proda / d’un’infanzia, la mia, che fu serena… (da 2 Novembre).

Com’è evidente, siamo di fronte a rifiniture delicatissime e molto attente. In particolare, a me hanno colpito le elisioni, cioè a dire la grande vigilanza, posta dalla Ambrosini, all’essenzialità del dettato. Non si tratta di aggiungere ma di togliere (come qualcuno, più importante di me, osservava).

È tempo di chiudere: lo faccio con l’auspicio, per Angela, di persistere nella ricerca meticolosa di una parola sempre più densa ed essenziale; ispirata dal canto, dai colori e dalle atmosfere di una natura che ci parla ancora, che resiste e ci offre momenti di bellezza assoluta, pari a quelli che stiamo vivendo oggi, qui, a Vallecupola.

 

 

 

     

 

Sandro Angelucci                                                                                    

        

Rosaria Mariagrazia Fiorentino legge :" Più volte sciolto " di Antonio Spagnuolo

 


Più volte sciolto,

Antonio Spagnuolo

 

Antonio Spagnuolo, come tutti i poeti consapevoli, riflette e dialoga con il tempo, con l’identità e l’esperienza umana. Fin dalle prime pagine di Più volte sciolto, affronta la percezione del tempo come entità fluida e implacabile, espressa in versi che sembrano sospendere l’attimo, ma ne testimoniano l’inesorabile progredire. Uno dei molti possibili esempi al riguardo si trova nella lirica “Il tempo non si allenta per l’essenza” di pagina 7 in cui la dimensione temporale è affidata a immagini suggestive ma allo stesso tempo adeguatamente aspre, ineludibili: 

 

Il tempo non si allenta per l’essenza
che ha un suono suo nel buio,
come punto distorto dal respiro,
o quando gli occhi vorrebbero rincorrere
accenti ed aliti di antiche presenze.
Batte la bianca meridiana al galoppo
per una stagione che grugnisce,
oltre spensieratezze giovanili,
oltre i monotoni affanni
rivolti a rimembrare le scosse
di ogni ora che passa.
Inutile conchiglia la sfida delle attese
nel passo felpato della nostalgia,
nella provvisoria prudenza
delle ceneri, quando il fuoco
di una lunga agonia ha sfigurato
l’incerto sembiante.

 

Questi versi, assieme a molti altri, evidenziano il tema centrale dell’opera: il contrasto tra l’effimero e l’eterno. Il poeta non si limita a percepire e descrivere il tempo come un semplice fluire cronologico, ma lo interpreta come una dimensione in grado di mutare ogni esperienza in memoria, rendendo ciascun istante un patrimonio irripetibile.

Il passato è inteso come componente inevitabile dell’identità. Nella lirica “Ogni giorno noi siamo il passato” emerge una riflessione sulla condizione umana inestricabilmente legata alle esperienze individuali, spesso incomprensibili per gli altri:

 

Ogni giorno noi siamo il passato
perché ognuno di noi è il passato!
Distante un cielo vuoto di speranze
con le promesse che rimbombano a valle,
contro la pietra di una folgore divina,
fugando una speranza che protegge
la mia stessa paura,
ecco l’astuzia e il decorso di una misera
rima ed il timore della cruna incrinata
che accetta ancora un embolo di vocali.

 

Come un mantra, la percezione del presente diviene continua ripetizione e rielaborazione dei ricordi. Spagnuolo invita il lettore a interrogarsi sul senso della memoria e sulla costruzione dell’identità personale.

Il linguaggio di questo libro è denso, simbolico e fortemente evocativo. Il poeta utilizza una serie di immagini visive e uditive che creano un’atmosfera quasi ipnotica. In quest’ottica, la lirica “Leggiadra o singolare o repentina” è uno dei componimenti in cui si distingue la capacità di Spagnuolo di fondere l’istante emotivo con la memoria visiva, di modo che la forma diventi riflesso dell’interiorità:

 

Leggiadra o singolare o repentina
s’adduce una sfrenata voglia
per qualche orma, nel rapido mutare
del sospiro, che torna a promesse
ormai illeggibili e sfalda le intenzioni.
Ecco le crepe da sanare riaffiorare
in vertigini malvage fra i gradini
che un tempo furono abbaglio.
Ad uno ad uno rinnovano ora calmi
i cento passi che trovammo insieme
nella mappa illusoria dell’abbraccio,
ad aspettare il cancello che preciso
apre al delirio.

 

Attraverso la scelta di termini come “leggiadra” e “singolare”, il poeta manifesta un’eleganza formale che tuttavia non può essere fine a sé stessa. Il motivo dominante del libro è una profonda espressione emotiva che Spagnuolo esprime appieno, senza edulcorazioni.

Nella lirica “Così era l’abbraccio delicato”, e in altre, simili e affini, si assiste ad una sorta di conciliazione tra le due istanze: l’intimità dell’esperienza viene celebrata con immagini che richiamano la delicatezza e la transitorietà dei sentimenti:

 

Così era l’abbraccio delicato
che mi cullava improvviso
in una nenia, un canto, una melodia,
e a mulinello cedeva in un cratere.
Fiore di loto la tua letizia
esplodeva al mattino come albore,
l’abbaglio dei colori in dubbiosa caduta
replicava quel gioco di mola mancina,
che nei vapori filtrava ancora amore.
Ora taglio nel bronzo qualunque intesa,
per falene nel vento e tumulti
deviati dalla fiaba fra rottami e crepacci.

 

Il gesto dell’abbraccio si fa simbolo di un attimo di intimità che, pur nella sua fugacità, racchiude un universo di emozioni. La metafora della nenia e del canto suggerisce un’armonia che trascende il tempo e lo spazio, rendendo l’esperienza personale universale.

La lirica “Il risveglio dell’infinito è un percorso” rappresenta invece un punto di svolta nella riflessione poetica: qui il poeta si confronta con il senso della creazione e della ricerca interiore, un cammino fatto di tensioni, desideri e speranze.

 

Il risveglio dell’infinito è un percorso
emozionale che gioca con i miei vent’anni,
e corrompe le dimensioni oniriche
liberando tensioni.
Prigioniero dell’orizzonte tento di acchiappare
un nuovo giorno trattenendo negli occhi
e ridestando il tuo grido di gioia,
rubando tenerezze alla tua immagine
proiettata nel futuro inutilmente.
Nella nuda corteccia tutto riappare
all’intreccio degli angeli sorpresi
per quel mutevole spazio che appartiene
ad illusioni pericolose o affascinanti.

 

 

Questa sezione del libro suggerisce una visione dinamica e in continua evoluzione, in cui l’esperienza giovanile si intreccia con la consapevolezza della finitezza. Spagnuolo indaga le profondità dell’animo umano, senza nascondersi dietro formule consolatorie.

Più volte sciolto spazia dalla meditazione sul tempo alla celebrazione della fragilità umana, senza mai accantonare una costante ricerca di bellezza e verità interiore. Il linguaggio poetico di Spagnuolo, denso e a tratti criptico, invita il lettore alla partecipazione interpretativa: ogni verso si carica di molteplici significati, a volte in apparente contrasto, a testimonianza della complessità della condizione umana.

 

Nella lirica “Avvento” il poeta si confronta con immagini cariche di simbolismo religioso e mitologico: Ne riporto qualche verso, invitando tutti ad una lettura integrale del libro:

 

“Egli è l’inafferrabile! / Un Cristo che dalla croce lignea / cerca, duemila anni, / di lacerare  le tenebre…” 

 

Non si tratta soltanto di una rievocazione cristiana: è, piuttosto, un’allegoria della lotta contro l’oscurità interiore, una metafora della condizione esistenziale in cui il desiderio di luce si scontra con la realtà del dolore e della perdita. La forza evocativa di tali immagini permette al lettore di immergersi in un universo poetico in cui il sacro e il profano si intrecciano in maniera indissolubile.

La varietà tematica e la ricchezza stilistica di Più volte sciolto rappresentano una sfida sia per il poeta che per il lettore. Da una parte, Spagnuolo impiega un registro linguistico elevato e una tecnica metrica raffinata, capace di creare sinfonie di suoni e di significati. Dall’altra, il contenuto rimane profondamente radicato nella realtà dell’esperienza umana, tra memoria, desiderio e rivelazione. Questa doppia dimensione, sia estetica che esistenziale, conferisce al volume una forza che lo rende coinvolgente e capace di suscitare riflessioni profonde.

ROSARIA MARIAGRAZIA FIORENTINO

 

 

"LA BROCCA DI HEIDEGGER SI È ROTTA PER SEMPRE" Recensione dell'artista Davide Morelli alla silloge Kolektivne NSEAE (Edizioni Divinafollia, 2024) dell'artista Ivan Pozzon

 Ivan Pozzoni in un'epoca di specialismo è uno dei pochi letterati e poeti ad avere non solo una vastissima cultura ma una visione globale. Il suo manifesto o antimanifesto è costituito da un solidissimo corpo teoretico e da una dichiarazione di intenti, che, a differenza di molti altri, realizza compiutamente con esiti felici nella sua poesia. È innanzitutto un poeta che va oltre ogni cosalità, ben cosciente che la brocca di Heidegger si è rotta per sempre. Il poeta, per essere chiari, non segue la strada di alcuni della presunta oggettività, che poi di fatto diventa mera oggettualità fine a sé stessa. La sua poesia è ontologia estetica, coniugata all'etica. La chiarezza espositiva coesiste con l'espressione artistica; la comunicatività coesiste con la letterarietà ed è tutto ciò la caratteristica peculiare, che denota una grande originalità in una comunità poetica fatta di banali o illeggibili, come scrive in questo caso giustamente Berardinelli. Stilisticamente il poeta rivela grande maestria e padronanza del verso lungo, che spicca per la musicalità, in anni in cui molti sono fabbricanti di versicoli. La poesia di Pozzoni è completa e versatile: c'è l'infrastruttura psichica senza cadere nell'atomismo joyciano del flusso di coscienza o nella psicanalisi, c'è la struttura economica senza cadere nel determinismo economico marxista, c'è la sovrastruttura filosofica e culturale senza scadere nei culturemi, c'è la fenomenologia amorosa senza cadere nello sdilinquimento e nel sentimentalismo ma descrivendo a ciglio asciutto le contraddizioni insanabili insiti nella natura e nella cultura del nostro tempo. La questione dell'io lirico, che spazia dai poetini egorifetiti all'io residuale della poesia di ricerca è complessa ed è filosofica, letteraria, psicologica. Dirò solo che nella poesia di Pozzoni non c'è nessun ego smisurato ma un equilibrio ponderato tra io e mondo: non c'è il presunto egotismo stendhaliano, professato da alcuni per guardarsi l'ombelico, né la tanto decantata rimozione dell'io lirico perché Pozzoni è perfettamente conscio dell'impraticabilità odierna di queste due vie, dopo i libri di Guido Mazzoni e le diatribe conseguenti tra poeti neolirici e poeti di ricerca. Ma il pregio maggiore non è quello di creare una poesia, basata sull'accumulo, che cerca di restituire la complessità del mondo, ma quello di raccogliere i cocci della brocca heideggeriana con sapiente ironia e con un'autoironia, che giunge all'autogogna implacabile ma senza autocommiserazione. Pozzoni sa che ci vuole una nuova brocca (forse non heideggeriana), sa che la metafisica è in crisi o ritenuta un problema così secondario (come intuì Guénon) dalla maggioranza al punto che i più avveduti ne decretano la morte, sa che un intreccio indissolubile di nichilismo, consumismo, capitalismo selvaggio creano una crisi irreversibile sia nel mondo che nell'io, sa che esiste un individualismo omologante, una parvenza di soggettività senza più il soggetto e ci restituisce non una descrizione utopicamente onnipervasiva del mondo ma la sua irrapresentabilità. A differenza di molti altri il poeta ha indagato a fondo il rapporto tra ontologia, estetica, metafisica con ottimi risultati poetici e letterari. In ultima analisi il poeta è nel mondo ma lo attraversa, lo oltrepassa e la sua poesia non è semplice testimonianza, ma anche poesia civile per la sua critica sociale e politica: è una poesia fisica e metafisica allo stesso tempo. Non solo ma questa ironia sferzante, che non risparmia nessuno, neanche il poeta, non solo ci fa riflettere ma ci porta a sorridere per la nostra pochezza in un mondo assurdo (ancora una volta Heidegger con la sua deiezione). 


Davide Morelli

Perchè andare oltre al détournement semantico?

La trasformazione del riot in canzonetta, in jingle, ricalca, con una ironia dissacrante e scanzonata, la seduttività dei linguaggi tecnici dell’estetica consumistica dei lirici/elegiaci, degna di una canzone dei Jalisse (r(i)tta dal rigor mortis), estremizzando la loro seduttività orientata alla vendita (business o marketing art) fino all’implosione del linguaggio lirico in linguaggio ordinario. Siamo come Li(e)chtenstein: sostituire il pop con la pop art e sostituire la Svizzera, nella tutela del segreto bancario, a favore dell’evasore fiscale dell’arte italiana. E, allora, con la rivolta (riot) il lettore (fake) comprenderà che i lirici/elegiaci Mondadori, i lirici/elegiaci degli inserti dei giornali (esempio massimo di scrittura anti/culturale spregevole) come Repubblica, Stampa, Avvenire, Messaggero, democristiani e cooptativi, non stanno dicendo niente di significativo, trasbordando, in massa, nel tardo-moderno. Lì sarà costretto a costruirsi una nuova cartografia socio/etno/antropologica, senza la gabbia protettiva di «canone» e «tradizione». Lo hijacking è stato definito da Douglas B. Holt - in maniera maggiormente modernista- come «[...]turning expressions of the capitalist system and its media culture against itself[...]» (Douglas B. Holt, Cultural Strategy Using Innovative Ideologies to Build Breakthrough Brands, Oxford University Press, 2010, 252). Il nostro dovere è estremizzare e indirizzare, come una bomba a mano, la seduttività del modernismo, causandone l'implosione/esplosione. La praxeologia dello hijacking, nata dal blague situationniste e, attraverso le azioni punk, arrivata alla culture jamming (accompagnata dalla guerrilla communication) di fine XX, trovano la loro eredità nelle neo-avanguardie millenials, e nel loro hijacking anti-consumistico. Il tardomodernismo slitta la strategia: agisce sulla contro-strategia della struttura consumistica della recuperation (attraverso il labelling approach del disforme) e slitta, con un contrattacco behavioral change, attraverso il "dedoublement de Man" dell'artista e l'остранение šklovskijana del lettore (fake), dal mero attacco al brand all'intero linguaggio tecnico del marketing estetico, favorendo «shock, shame, fear, and anger» (Erika Summers-Effler, The Micro Potential for Social Change: Emotion, Consciousness, and Social Movement Formation, in Sociological Theory, 20/1, 2002, 41–60). Il boicottaggio/sabotaggio artistico è accompagnato dalle retaliatory actions (legal consequences), su modello dell'anacronistico movimentismo Monochrom o CrimethInc. Mark Dery fa risalire le origini del culture jamming al carnevale medievale, che Michail Bachtin interpretò, in Rabelais, come una sovversione ufficialmente sancita della strutturazione sociale. Quindi il tardomodernismo considera centrali nella sua praxiahijackingdedoublementостранение, carnevalizzazione, huomorismo/ironie luciniane. Il rischio sarebbe la creazione di una nuova ontologia estetica tardomoderna "sperimentale", lontanissima dalla politologia e dalla sociologia dell'arte e dal movimentismo militante del KNSEAE.

Kolektivne NSEAE

IL XXVIII PREMIO NAZIONALE MIMESIS di poesia 2025

 

 


di seguito nominato Premio, è indetto e organizzato dall’Associazione Culturale Teatrale Mimesis - Comune di Itri - LT, con il supporto di Wikiamo web agency, A. Caramanica Editore, il blog Alla volta di Leucade e il Circolo IPLAC.

 

REGOLAMENTO

SEZIONE A) Poesia inedita: Si partecipa con un massimo di tre poesie a tema libero, in lingua italiana o in uno dei dialetti d’Italia (con traduzione e indicazione della provenienza). Per poesia inedita s’intende mai divulgata tramite qualsiasi mezzo, né associabile all’autore. In caso contrario, l’autore potrà darne notizia alla Segreteria (prima della pubblicazione della graduatoria definitiva) che provvederà a spostarla nella sezione B.

SEZIONE B) Poesia edita: Si partecipa con un massimo di tre poesie a tema libero, in lingua italiana o in uno dei dialetti d’Italia (con traduzione e indicazione della provenienza). Non si può partecipare con opere già premiate in questo concorso.

L’inosservanza delle regole comporterà l’esclusione dei testi anche a premi attribuiti.

GIURIA DEL PREMIO

Presidente Nazario Pardini (ex ordinario di Lingua e Letteratura Italiana, poeta, critico letterario); vice pres. Patrizia Stefanelli (presidente dell’Associazione C. T. Mimesis, poetessa, commediografa, regista teatrale); Pierluigi Albertoni (poeta, scrittore, drammaturgo, regista teatrale e cinematografico, critico d’Arte); Vittorio Di Ruocco (poeta, scrittore, dirigente ARPAC); Alessandro Izzi (docente, poeta, autore teatrale, narratore, saggista); Mario Manfio (poeta vincitore 2024, scrittore, pittore, scultore); Paolo Statuti (poeta, traduttore, pittore); Daniela Quieti (poetessa, scrittrice, giornalista pubblicista); Paolo Stefanini (poeta vincitore 2024, accademico); Segretario: Giovanni Martone.

La Giuria, pro bono e con giudizio insindacabile, valuterà le liriche in forma anonima e stilerà una graduatoria di 12 vincitori per sezione.

Le opere premiate saranno pubblicate in un volume a spese del Premio. I poeti, conservando tutti i diritti, ne autorizzano la stampa senza nulla a pretendere.

PREMI SEZIONE A Poesia inedita

classificato: € 500, targa con motivazione incisa, 5 copie dell’antologia.

classificato: € 200, targa con motivazione incisa, 5 copie dell’antologia.

classificato: € 100, targa con motivazione incisa, 5 copie dell’antologia.

VINCITORI dal 4° CLASSIFICATO: Targa con incisione della poesia, 5 copie dell’antologia.

PREMI SEZIONE B Poesia edita

classificato: Contratto editoriale per la pubblicazione di una silloge di 64 pagine in 100 copie, targa con motivazione, 5 copie dell’antologia.

classificato: € 200, targa con motivazione, 5 copie dell’antologia;

classificato: € 100, targa con motivazione, 5 copie dell’antologia.

VINCITORI dal 4° CLASSIFICATO: Targa con incisione della poesia, 5 copie dell’antologia.

PREMIO “NICOLA MAGGIARRA” Trofeo e una copia dell’antologia al poeta primo classificato tra i poeti della provincia di Latina (non presente tra i 24 vincitori).

PREMIO SPECIALE “GIURIA STAMPA”

Conferita a una poesia, tra le 24 vincitrici, dai giornalisti: Franco Cairo, Orazio La Rocca, Gaetano Orticelli, Orazio Ruggieri.

La Segreteria, mantenendo la graduatoria, spedirà a proprie spese la targa e un’antologia. Per i premi in denaro e il contratto editoriale è richiesta la presenza degli autori.

La serata di premiazione, preceduta da un aperitivo, si terrà a Itri nella terza settimana del mese di agosto 2025.

MODALITÀ D’ISCRIZIONE

L’iscrizione al concorso prevede un contributo di €15 per una sezione e €25 per due, da versare tramite:

-ricarica PostePay n. 5333171222725364 intestata a Patrizia Stefanelli Cod. Fiscale STFPRZ60D50D708D. Causale: Contributo per spese di segreteria.

-PayPal a: info@associazionemimesis.com

-bonifico verso Associazione Culturale Teatrale Mimesis IBAN IT 04N 01030 74000 000000658870 MPS filiale di Itri (LT). Causale: Contributo per spese di segreteria.

INVIO OPERE: entro il 15 giugno 2025 (prorogato)

Tramite e-mail a info@associazionemimesis.com

Scrivere nell’oggetto: Premio Nazionale Mimesis, nome e cognome del poeta partecipante, sezione.

Allegare tre file: 1) Le poesie senza alcun segno particolare in un unico file formato word, carattere Times New Roman 12; 2) dati anagrafici, domicilio, n° di telefono, indirizzo e-mail; 3) copia del versamento.

Tramite servizio postale: a Giovanni Martone, Contrada Campanaro Alto, 9 - 04020 Itri (LT). Spedire una copia di ogni poesia con i dati personali e la sezione in cui si concorre. Accludere al plico copia della quota contributiva versata. Farà fede il timbro postale.

Tutti gli autori riceveranno notifica della corretta ricezione delle opere e dell’iscrizione al Premio.

Risultati in www.associazionemimesis.com

htthps://www.facebook.com/premiomimesis/ e nel blog Alla volta di Leucade. La segreteria del Premio contatterà i vincitori, tramite e-mail e telefono, almeno 15 giorni prima della data di premiazione. L’autore, con la partecipazione al concorso, accetta le norme del bando, dichiara la proprietà delle opere, acconsente al trattamento dei dati personali ai sensi del d. Lgs. Nr.196/2003. Telefoni utili: 3475243092/ 3403243843.

“Anni d’Argento” Premio di Poesia – XXVII edizione con il patrocinio del Comune di Guardiagrele e del CNS Libertas CONI

 REGOLAMENTO

 La partecipazione è aperta a tutti i poeti, residenti in Italia o in altro Paese europeo, che abbiano compiuto il sessantesimo anno di età. Si concorre con una sola poesia in lingua italiana di non più di trenta versi, a tema libero, mai pubblicata né premiata in altri concorsi. Ogni composizione, priva di qualsiasi annotazione (dedica, commento, contestualizzazione, …), dovrà pervenire in numero di otto copie anonime e senza il mittente entro il giorno 8 settembre 2025 al seguente indirizzo: Associazione Pensionati Guardiesi “Anna Tantalo” - Via Tripio 73 – 66016 Guardiagrele (CH). Nel plico va inserita pure una busta chiusa in cui l’autrice/autore indicherà cognome e nome, luogo e data di nascita, indirizzo, numero telefonico, eventuale e-mail, dichiarando inoltre che la poesia non è stata già premiata. La quota di partecipazione, per spese di lettura e segreteria, è di € 20,00 (venti), da inviare ben occultati insieme agli elaborati oppure mediante bonifico al seguente numero IBAN IT58R0538777730000004367122 presso B.P.E.R., intestato a Associazione Pensionati Guardiesi; la copia del bonifico sarà inserita nella busta chiusa insieme ai dati anagrafici. Una giuria di esperti esaminerà le poesie e sceglierà le nove finaliste. Fra queste individuerà quelle cui assegnare i seguenti premi: 1° classificato € 400,00 (quattrocento) più targa, 2° classificato € 200,00 (duecento) più targa, 3° classificato € 100,00 (cento) più targa. Agli altri finalisti saranno consegnati medaglie e diplomi di partecipazione. I nomi dei componenti della giuria verranno resi noti nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà domenica 28 settembre 2025 alle ore 16.30 nel salone dell’Ente Mostra dell’Artigianato Artistico di Guardiagrele. Il giudizio della giuria è inappellabile. Gli autori prescelti, avvisati in tempo utile, sono tenuti a ritirare, personalmente o tramite delegato, il premio conseguito nel corso della manifestazione conclusiva durante la quale leggeranno le loro poesie che potranno essere pubblicate e divulgate a cura dell’Associazione Pensionati Guardiesi. Guardiagrele 12 maggio 2025. Il Presidente Dottor Lorenzo Cinquino

domenica 1 giugno 2025

Rita Fulvia Fazio :"Luce di creatività. Affondi, stimolanti riflessioni sul nostro viaggio interiore...e poi De André e una sua canzone: Suxanne "

 I colori tenui, delicati del cielo primaverile, quanto prima avrebbero assunto la pienezza solare dell'estate. Non passò inosservata quella vena tenera e malinconica, ma frizzante, negli animi degli scolari che presto avrebbero preso altre strade, perlopiù gli uni lontani dagli altri. 

E c'era fermento, condivisione di bellezza, con i compagni di studio, nei festeggiamenti di quel fine anno scolastico: dischi in classe di vari cantanti, e anche il  prezioso 33 giri di Fabrizio De Andrè: "Tutti morimmo a stento." Se ne percipiva fascinazione e gioia, alimento pieno e riflesso.
Cogliere la coscienza sociale del mondo che ci circonda voleva dire anche aprirsi alla frequentazione della discografia di Fabrizio De André, al filo rosso che collega il lavoro artistico della sua produzione musicale, quale cantautore del "male di vivere", del "male oscuro".  È voce raffinata, etica, mitica e apre la strada a non dimenticare, sebbene segnati, come ci ricorda il poeta Eugenio Montale "Spesso il male di vivere ho incontrato" che "Dai diamanti non nasce niente/ dal letame nascono i fior."
Cattura il fruitore all'ascolto del proprio intimo sentire nella alchemica magia della rappresentazione tenera, ironica del maturato versificare esperienziale a noi trasferito con la dolcezza del dono partecipato.
Quel pescaggio caratterizzante il  mare magnum del torbido dei violenti nelle pieghe dell'umanità ferita, nella prigionia degli ultimi, degli annegati, espresso nella tensione a illuminarne la disperazione e superarla, attingendo all'umanesimo. Viene in aiuto il verso celebre "Che la pietà non vi rimanga in tasca."
In una società che non sembra diventare mai migliore, è appropriato  prendere, quale esempio, unitamente ad artisti di generi vari, il cantautore Fabrizio che, attraverso la sua lucida sensibilità e acutezza, mira a cedere bellezza ad ascoltatori attenti e capaci. Coloro i quali sanno accogliere, nel profondo di sè stessi, quei sentimenti atti a germogliare nell'accrescimento di una nobile esistenza.
Molto forte in lui preme, e informa nelle sue canzoni, la lettura della complessità della vita. E allora, altrettanto noi, con altrettanta tempra e  manifesta gratitudine, coltiviamo la personale speranza per migliorarsi nell'essenza di uomini migliori e liberi, attivando la trasposizione emotiva all'ascolto della sua melodia che, come miele, scivola e impregna la nostra profondità, della bellezza!
E come lui fu attratto dalla composizione  poetica, la prima che Leonard Cohen scrisse, dal titolo "Suzanne", e splendidamente ne fece un adattamento, anche noi facciamola nostra. 
È una canzone le cui parole e la cui  melodia si integrano benissimo nei versi dalla profonda significazione esistenziale.
Nell'esamina del testo del cantautore, Suzanne, si evince che esso è retto da tre differenti strofe, una specie di ritornello con varianti che legano i riferimenti tematici culturali. La significazione fra di loro viene esemplificata e data dalla connotazione spirituale. Nodale è il riferimento, il pescaggio di Gesù nella seconda strofa: Gesù è "marinaio" e comprende  "...quando fu sicuro che soltanto agli annegati fosse dato di vederlo..." e indirizza l'elevazione dello spirito "... siate marinai finché il mare vi libererà...". È qui che troviamo il trait d'union della spiritualità: è centrale al brano e la fa da padrone, nel nostro viaggio di scoperta dell'animo umano, fintanto che noi possiamo desiderare di sperimentare la fiducia e dire: "E tu vuoi viaggiargli insieme/ vuoi viaggiargli insieme ciecamente / forse avrai fiducia in lui/ perché ti ha toccato il corpo con la mente."  È il nostro rapporto con la spiritualità espressa nel concetto della sua elevazione.
In tutto il componimento, fin dal principio, i versi la collegano, stimolano l'uno all'altro. A iniziare da chi "...amore non ha da offrirle...", e tuttavia resta  sorpreso che il suo spirito sia di già nell'amore "...lei è già sulla tua onda/ e fa che il fiume ti risponda/ che da sempre siete amanti." 
Sono versi poetici, euritmici incantevoli. Restiamo affascinati dal coinvolgimento della materia e dello spirito di cui si rintraccia l'indissolubile legame delle strofe:  "...perchè ti ha toccato il corpo con la mente ".../  ...che le hai ..."/ "...che ti ha ...".
La rappresentazione individua qualcosa di più della semplice reciprocità, qualcosa che va oltre, è l'empatia del tocco magico: mente e cuore, assunta nella centralità dello spiritualità.
La vera essenza della vita è guardare in faccia la realtà. 
La realtà è quella della disgregazione sociale. "Suzanne regge lo specchio." della pazzia del mondo "...sì lo sai che lei è pazza..." "...per questo sei con lei..." perchè "... ti dà la mano ... per "...viaggiarle insieme..."; per essere marinai " come Gesù "...E Gesù fu marinaio..." ed evitare di naufragare nel mare della disperazione, assumendo a sè l'esortazione "Siate marinai finché il mare vi libererà", perché solo agli "annegati" è dato di "vedere" la luce,  Gesù, che, "...nella nostra mente lui non naufragò.", di vedere quella luce, che, tanto viva, spinge a essere colta e vissuta "E tu vuoi viaggiargli... insieme ciecamente..."  .
E perchè insegna a percepire, individuare, riconoscere le differenze "...fra la spazzatura e i fiori..."; scoprire "...eroi tra le alghe marce..."; distinguere le sfumature nella luce del mattino fin dalla luce degli albori: "bambini" e "amore". È necesario connettersi con la semplicità, nella sua essenza di verità; e con la purezza dell'amore. Poichè il mondo dell'interiorità è solo percettivo.
Poichè la libertà è solo dell'immaginazione;  è una idealità, una questione mentale, sentimentale, emotiva, spirituale ma non concreta, non si esplica fattivamente, dice infatti forse "...forse avrai fiducia in lui..." (Gesù). Alfine, forse, mossi dalla fede, si potrà far parte di quegli iniziati alla sfera della coscienza dell'armonia della libertà, stimolata dalla luce.
La struttura del testo individua, nelle tre strofe susseguenti, un pensiero, una tematica esplicitata attraverso un progetto. C'è la pazzia, c'è Gesù, ci sono le sfumature dei colori, le molteplici rifrazioni della luce degli specchi a fare i conti con la corporea realtà che l'uomo è destinato a vivere attraverso il pensiero, il desiderio, la fede. C'è lo stimolo ad evitare d'esser preda; piuttosto, riflettere la creatività. E c'è anche la strada spirituale che permette l'elevazione dell'amore: quel sentimento che è verità che non può concepire la mente, che è pace e ispirazione. L'amore è pazzesco e desidera l'amore di noi: è a noi amante. E la spiritualità ce lo consegna. 
Ho scritto questo mio aforisma nell'ultimo libro di poesie dedicato all'Amore:
《L'Amore è l'incontro con la propria libertà》.
... e mette le ali!