IL
GIARDINO DI IERI
Ho
appoggiato la testa
su
un cuscino di petali di rosa
trafugati
dal giardino di ieri
quando
la cetonia dorata
volava
basso
e
le bambine crudeli si divertivano
a legarle
un filo
alla
zampetta verde smeraldo
per
farla roteare come una giostra
C'era
un pozzo frigo
dove
calavamo un secchiello
di
cocomero
da
consumare sotto la pergola dell'uva
al
monotono gorgheggio delle galline ovaiole
innamorate
della nonna dalla pezzola nera
Non
è la prima volta che mi introduco
nel
giardino di ieri
a
prelevare profumati petali
e
scenografiche zinnie
per
far dispetto alle farfalle
Esso
è piccolo e colorato
Anche
se una grande casa da tempo
lo
ha seppellito
io
l'ho salvato
preservato
ingannato
E'
bastato un semplice copia incolla
per
farlo scivolare per sempre
nella
mia stanza interiore
nel
tempo soggettivo dei ricordi
dove
tutto rimane immutato.
E
tu sempre affacciata alla finestra
a
contemplare degli uccelli il volo
fin
là dove cielo e terra si sfiorano.
Tu
che sognavi fulgidi orizzonti
ed
approdi novelli in isole di sogno.
Adesso
incredula al buio
di
ante chiuse.
Esterrefatta
che la tua finestra
si
sia serrata così velocemente.
Orfana
dei tuoi riccioli ribelli
sulla
tua poltrona rossa riposi.
Con
i sogni svaniti nella nebbia
attendi
che l'ennesima chemio
ti
traghetti sulla spiaggia della guarigione,
frontiera
ambita dalle finestre ampie.
Oggi
che un refolo di vento
ha
schiuso uno spiraglio,
un
po' di luce giunge.
Alcuni
fili d'oro s'intravedono,
in
attesa che la tessitrice
ritorni
ad intrecciare trama e ordito.
Se
ti avvicini il sole ti accarezza
luce
di speranza gli occhi inonda
e
scorgi l'orizzonte dell'approdo.
Forza
ragazza ancora pochi passi,
avrai
capelli nuovi ed ali grandi
e
pure agili dita per creare
morbidi
sogni, lisci come seta.
Sono dei ricordi indelebili quelli descritti da Serenella nel suo "giardino di ieri" con un dettato accattivante a leggerla. La descrizione diviene particolareggiata che assapora il genere crepuscolare ma a pari tempo essenziale poichè l'autrice non fa giri di parole ma mira all'essenziale creando (non volutamente) una dicotomia quando dice di "bambine crudeli" la quale da forza alla lirica. In "la tessitrice di sogni" l'autrice esterna, seppure con la sempre descrizione dettagliata, la sua forza d'animo che scorre sui binari della incrollabile speranza che la fa credere alla vita nonostante le cupe ombre immancabili lungo il percorso esistenziale. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaSerenella non finisce di stupire con le sue liriche che incidono l coscienze e vibrano come arpe. "Il giardino di ieri" tocca tasti cari a ognuno di noi. Lei canta "C'era un pozzo frigo /dove calavamo un secchiello / di cocomero / da consumare sotto la pergola dell'uva /al monotono gorgheggio delle galline ovaiole" e io torno nella villa di Portici dove sono cresciuta e dove questi riti si compivano tutta l'estate. Il giardino di ieri ci consente d distillare linfa per fronteggiare l'oggi e il domani. La seconda poesia, nel suo lieve ermetismo, apre spiragli su un'esistenza diversa, dove possano trovare posto i sognatori, gli unici capaci di coniugare i verbi al futuro. Grazie di queste perle, Serenella... e un forte abbraccio a te e al nostro Nume Tutelare.
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