Rosario Aveni: Fiamme tremule. Ibiskos-Ulivieri Editrce. Empoli. Pp. 56
... E
anche se dalla lettura complessiva emerge una chiara visione della vita come
percorso di dolore e disillusione, in linea con le tematiche dell’ermetismo,
del realismo, e post-realismo della letteratura contemporanea; e anche se la
parola stessa è frutto di questo disagio nei suoi irritamenti contro le
convenzioni, o nei suoi accostamenti ad una poetica di riflessiva inquietudine;
tuttavia è nella poesia che il poeta sembra cercare un’àncora di salvataggio; è
a lei che crede; è a lei che affida il suo taedium
affinché lo gridi al mondo, e lo perpetui, forse, anche foscolianamente; è con
lei che pensa di sopperire a quell’attimo sparuto in cui si sente condannato. E
non è detto che quel suo ancoraggio non
gli apra lo sguardo ad una sorgente rigenerante di luce:
(…) Vengono da mondi sconosciuti
itinerari in cieli limpidi
cantano felici
Al tramonto mi chiederanno
di volare insieme a loro
lontano
Sole che vieni
inebriami di pace
alza antiche vele
e se gli occhi saran chiusi
spalancali per sempre
al tepore dei tuoi raggi (Dalla Prefazione di Nazario Pardini).
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