giovedì 6 maggio 2021

LINO D'AMICO: "VAI DOVE TI PORTA.....IL TEMPO"

VAI   DOVE TI  PORTA……IL TEMPO

(Riflessioni sulla Terza Età)


Molti organi di stampa hanno posto in evidenza le problematiche e lo stato psicologico di quelle persone che hanno superato la soglia anagrafica dei fatidici “…….anta”.  E’ questa una età che lo scrittore Conrad era solito definire “Linea d’ombra”e cioè il momento del passaggio in una età in cui viene avvertito in maniera inequivocabile che una certa fase esistenziale sta per terminare nei suoi contenuti e pertanto deve essere abbandonata  senza recriminazioni, mentre un’altra fase si profila e come tale dovrà essere vissuta senza traumi.  Quale sia questo momento, nessuno lo può suggerire perché è profondamente oggettivo e, di conseguenza, senza tempo, limiti, termini di paragone,  Naturalmente le considerazioni di Conrad, ai nostri giorni non sono più coerenti perché il concetto stesso relativo ai parametri della durata della vita è radicalmente variato. Ciò che allora era riferito ad un quarantenne,  ai nostri giorni  può ampiamente essere appannaggio di un settantenne.  Ciò nonostante si è posta attenzione sulle situazioni di affanno che questa età potrebbe comportare, anche se molte fonti affermano che la Terza Età può, e deve essere vissuta al meglio in quanto se ognuno non è arbitro del proprio destino, lo è certamente nei mezzi, nei modi e nelle decisioni con cui il nascente futuro potrebbe essere reso appetibile. In altre parole la Terza Età non deve essere sinonimo di vecchiaia, ma volontà di vivere l’inizio di un tempo nuovo basato su concetti diversi da quelli fino allora seguiti. “Mens sana in corpore sano”, dicevano i nostri progenitori latini, e non si pensi che solamente le persone di elevata cultura o di impegnata attività sociale, pubblica o imprenditoriale possano rappresentare esempi eclatanti di dinamicità, elasticità mentale e longevità.  Chiunque, sulla base delle proprie possibilità, capacità, preferenze, cognizioni, può raggiungere lo scopo scegliendo tra diversificate attività quali la lettura, lo studio, il giardinaggio, il volontariato, l’hobbistica in genere, ciò che gratificherà la mente ed il corpo e che contribuiranno a saturare un tempo che diversamente verrebbe consegnato passivamente alla “noia”. E’ determinante percorrere oggettivamente, e naturalmente sotto il profilo anagrafico, il proprio sentiero ma, allo stesso tempo, ricercare soggettivamente le condizioni per renderlo il meno accidentato possibile, evitando le asperità e fronteggiando gli ostacoli che via via si frapporranno lungo il cammino. E’ chiaro ,purtroppo, che le difficoltà che si devono fronteggiare non sempre sono di facile soluzione, appaiono le prime rughe, l’efficienza fisica dà i primi segni di calo, i figli se ne vanno, la casa diventa più vuota, troppo silenziosa, e ci si trova a gestire molto tempo libero. Parallelamente arriva la fase del pensionamento, agognato da molti, ma per un grande ed insospettato numero di soggetti, considerato come una sorta di rifiuto da parte della “ società produttiva”, a non più usufruire delle proprie potenzialità. Improvvisamente emerge un senso latente di solitudine, ci si sente ignorati, declassati socialmente, oppressi da sensazioni di smarrimento ed infine assillati dal rifiuto di accettare  il nuovo contesto di situazioni nei confronti delle quali ci si sente estranei e nelle quali appare difficile un rapido inserimento. Eppure se si analizza obbiettivamente la situazione, in effetti, il nuovo stato di cose che si viene a vivere, ha molti aspetti positivi. Si prende coerenza della propria maturità  decisionale e della possibilità di realizzare molte di quelle fantasie, forse da sempre poste in un cassetto, ed ora pronte ad essere concretizzate.  Non per nulla il vivere la terza età forgia a rendere ricchi, se non altro, di esperienza che può ora essere messa a frutto e, se cambiamenti dovranno esserci, ben vengano, ma bisognerà accettarli coscientemente  perché, da come verranno recepiti, dipenderà il resto dell’esistenza.

E’ basilare mantenere una alta stima di se stessi, concetto che nulla ha da vedere con il narcisismo, cercando di minimizzare gli inevitabili acciacchi che il volgere del tempo infligge, non tediare il prossimo con i propri malanni, imparare ad essere tolleranti verso gli altri cercando di apprezzarne gli aspetti migliori.  Vivere bene la “Terza Età”, quindi, significa ricercare l’adattamento ad un periodo nuovo di vita, diverso sotto l’aspetto umano, sociale, affettivo e fisico, nel quale, però, se lo si desidera intensamente, i propri orizzonti possono essere ampliati, i desideri esauditi, le aspirazioni soddisfatte ed infine, perché no, i sogni realizzati. Vero è che tutte queste considerazioni possono essere accettate o meno da chi si identifica in simili situazioni, come è pur vero che “non c’è ”peggior sordo di chi… non vuol sentire” Sta quindi ad ogni singolo individuo, a chi  naviga queste acque,  decidere in prima persona affinché il futuro possa essere vissuto al meglio.

Pertanto …..in bocca al lupo e… crepi il lupo……

Lino  D’Amico

 

4 commenti:

  1. Carissimo Lino
    Hai scritto un vero e proprio manuale ad uso e consumo della "terza età"! Parole sagge, composte, piene di vita e nello stesso tempo di equilibrio.
    Condivido tutto ciò che hai scritto e ti abbraccio con amicizia insieme al nostro Condottiero che vigila sulla sua Isola incantata!

    Loredana D'Alfonso

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  2. Lino mio, quest'analisi della terza età è un fortissimo riscatto, una risposta a coloro che sostengono miseramente la teoria dello 'scarto'. Gli anni della maturità rappresentano il tempo per reinventarsi, come scrivi con efficacia e intelligenza, per scoprire passioni sopite, per dedicarsi al prossimo con nuova libertà. Victor Hugo sosteneva che gli anziani rappresentano il nostro tempio, la 'biblioteca di fede' e occorre ricordarlo sempre con pagine simili alla tua, soprattutto in periodi in cui le morti di troppi padri e nonni vengono considerate poco importanti. Un paese di anziani non è fruttuoso economicamente... concetti di una tristezza senza fine. I rappresentanti della terza età rappresentano saggezza, valori, Cultura e vanno tutelati, custoditi e amati. Bellissima la tua lettura, Amico mio, un'altra istanza che il nostro Mentore ha accolto con entusiasmo... Ti ammiro e ti voglio bene.

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    1. Grazie Maria carissima per l'abbraccio con cui cingi i miei ... "Anta" e con il tuo sentire sincero privilegi i miei scritti con positivo commento.
      Ti stringo forte e saluto il nostro Condottiero che tutti ci riunisce sotto ls sua ala protettrice
      Lino D'Amico

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  3. Carissima Loredana. Mi fa particolare piacere ricevere queste tue positive considerazioni. Appartenendo alla folta schiera degli "Over... anta", e cercando di vedere il famoso bicchiere mezzo pieno. è stato quasi natural per me esternare queste considerazioni. E in questo contesto e finalità ne ho fatto tema, qualche anno fa. del discorso tenuto in occasione della giornata inaugurale dell'Anno Accademico dell'Università dell Terza Età del mio Comune. Sono considerazioni che spero possano essere recepite da chi naviga le acque della terza età superando le inevitabili difficoltà al meglio. A te, gentile Loredana,ancora grazie per l'amicizia che mi hai concesso e al nostro Nocchiere un caldo abbraccio.
    Ad maiora.
    Lino D'Amico

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