venerdì 7 maggio 2021

NAZARIO PARDINI LEGGE: "VITA NEL CUORE DELL'AMORE E DELLA FEDE" DI DOMENICO DISTEFANO



GUIDO MIANO EDITORE

NOVITÀ EDITORIALE 

È uscita l’ultima raccolta di poesie:

VITA NEL CUORE DELL’AMORE E DELLA FEDE

di DOMENICO DISTEFANO

con prefazione di Nazario Pardini


Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “Vita nel cuore dell’amore e della fede” di Domenico Distefano, prefazione di Nazario Pardini, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2021.

 



«… Per quei delicati boccioli,

che si schiudono alla vita,

rivolgo un’orazione al Cielo,

affinché illumini il loro cammino

e ogni giorno regali un po’ d’amore,

disdegnando il ricorso all’apparenza

a danno della sostanza

e auguro di conservare sempre

il sorriso e la serenità,

la salute e la fiducia in sé»

(Guardando i miei figli bambini).

 

Qui è il focus della poetica di Domenico    Distefano; ogni sua vibrazione emotiva, ogni suo palpito vitale. Sono gli affetti a motivare le sue vertigini, a renderle concrete e preziose come punti luce. È guardando le mossucce dei figli, i loro gesti e i loro sguardi che il poeta raggiunge il regno di Orfeo, il Paradiso dell’ispirazione e la poesia sgorga fluente e immediata consegnandosi a parole che ne definiscono il senso; che ne concretizzano significato e significante. Poesia semplice e diretta questa che non ha bisogno di astrusi accorgimenti figurativi, di marchingegni retorici, dacché è l’animo che parla rivelando tutto se stesso in una confessione di epigrammatica spontaneità. Una poesia elegante, fine, delicata, i cui versi si fanno tatuaggi di stati emotivi che si giocano il corso della vita: affetti, radici, poesia dell’home; versi concisi, apodittici, vibranti; uno spartito musicale di accessori di effetto contrattivo ed estensivo ad accompagnare le varianti e le angolature dell’esistere. E si sa che la vita non sempre scorre liscia, ma, come una barca in mare aperto, a volte incontra sole e luce, a volte tempeste e scogli su cui è facile imbatterci. Importante è amare, sognare, credere, e continuare il viaggio verso l’isola, quella della quietudine, quella degli slanci verso il Cielo; tirando in ballo Paul Verlaine si potrebbe dire: «Le ciel est par-dessus le toit».

Sì, quel Cielo che ripaga le nostre sottrazioni e verso il quale dirigiamo tutto noi stessi nei momenti di maggiore sconforto. L’isola è lontana, difficile approdare alle sue rive, soprattutto per noi umani che non la vediamo nemmeno col cannocchiale, considerando che la nostra vista è bieca e precaria. Ma è sufficiente averla nella mente, nel cuore; la sua immagine ci dà la forza di proseguire con i volti e la presenza delle persone care che saranno di conforto nel prosieguo del viaggio. Basta un loro sguardo, una loro parola, un loro cenno a farci sentire potenti, a darci la forza di completare il cammino che tanto rassomiglia alla vita. Il poeta rema, perché sa che c’è l’isola fatata, l’isola della salvezza, l’isola della beatitudine. Tutti assieme su quell’isola ricamata di fiori e panorami ineguagliabili, godranno di mari riposanti e sereni. Durante il viaggio non è difficile perdere volti che noi ritenevamo eterni, imperdibili. Sono momenti di grande sconforto che mettono in crisi la coscienza e la fede, ma che rafforzano anche la nostra voglia di esistere. D’altronde è proprio sulle difficoltà, sugli inciampi, che cresce e si rafforza il nostro essere.

Le immagini dei volti cari le porteremo in noi, nella nostra memoria a farci compagnia; è a loro che ci rivolgeremo nei momenti difficili, rievocando tempi di passate primavere. Domenico Distefano si appiglia alla natura, ai suoi messaggi, alle sue configurazioni per concretizzare i suoi stati emotivi. I suoi versi si fanno concreti, visivi, più ampi e fecondi perché la Natura è prodigiosa nell’elargire simboli che raffigurino il diluirsi del tempo. Una Natura vissuta come mano divina, come gioia di una compagna che ti segue e ti protegge; sembra quasi che essa prenda per mano il poeta e lo trascini nei suoi meandri più nascosti, nei luoghi più impensati, per nutrirlo di colori e di vibrazioni; naturalmente quando il poeta rincasa, quando rientra in se stesso, non ha più le semplici immagini reali: esse hanno riposato dentro il suo esistere intingendosi di emozioni preziose; è così che nasce la sua poesia: tanti stati d’animo che trovano nelle vibrazioni del mare, dei colli, e dei panorami le figure equivalenti; quelle che ora si sono custodite del suo sentire: «Nel piovoso e rigido inverno, / il sole, sbiadito e occhieggiante, / accarezza i presenti. / Parla un antico linguaggio, / già scritto su fogli di vita, / più bella, men bella, / e le cose assumono / speciali significati umani…» (Or sembri quasi un’ombra).

Una silloge completa, plurale, proteiforme che tocca tutti gli àmbiti del vivere: la realtà, le memorie, i sogni, le gioie, le ambizioni, gli affetti, la famiglia, eros: «Quel dì della nostra fiorita giovinezza, / tra verdi prati e folta vegetazione / limpido nella valle scorreva, / mormorando, il rio / e gli uccelli intrecciavan voli / e innalzavan gorgheggi / al cielo azzurro della stagion novella, / prodiga di doni, / quand’io ti sfiorai con gli occhi / e un palpito di cuore mi tradì…» (A mia moglie: ieri, oggi, domani); o A mio padre (A Nicola Distefano): «Pallido moriva / l’ultimo raggio di luna, / quando anche tu svanivi / come nebbia al sole, / in un tiepido mattin / di mezz’aprile. / Ironia della sorte: / “Aprilis” da “aperire” / è “aprire, nascere, sbocciare”…»; comunque sempre vivi i riferimenti ad una Natura che collabora empaticamente alla costruzione dei messaggi; «Sacro e solenne / è in Chiesa il rito, / che il peccato originale cancella. / Benedice il celebrante, / beneventano, allegramente. / La collettività partecipa / alla presenza dei genitori, / padrino e madrina / e gioisce per Vittorio, / entrato a far parte / della comunità ecclesiale / e che, da oggi, può contare / sulla protezione divina…» (Il battesimo di Vittorio); slanci di fede, di escatologico impatto spirituale: «Dalla nostra casa, / grembo di gioia / e di tante prove, / o Vittorio, mio nipotino, / pregherò il Signore / di guidare i tuoi passi / verso agevoli sentieri, / dove crescono alberi annosi, / dai rami sempreverdi / e dai frutti copiosi, / frequentati da uomini / rispettosi ed altruisti, / amanti della pace / e della cultura, / della giustizia e del lavoro / e dove aliti di vento / diffondono l’armonia, / che sovrana dimora / associata all’Amore / senza confini…» (Pregherò il Signore), dove rami sempreverdi, uomini rispettosi, pace, cultura, giustizia, lavoro, Amore ci dànno la piena consapevolezza di un poeta che dà tutto se stesso per l’equilibrio e l’armonia del mondo intero.

Fino ad un pensiero di metapoesia che inquadra il poeta anche a livello estetico: «Poesia, parli di noi, / esuli in terra e assetati di vita, / che ci stupiamo davanti al creato, / davanti ad un prato fiorito, / ad un gorgoglìo, ad un germoglio, / ad un battito d’ali, / ad un’alba o tramonto, / al cielo stellato, / all’innocenza di un bimbo…» (Poesia), dove il sentimento panico accompagnato da una generosa inclusione spirituale contribuisce ancora una volta a dare voce ad un animo zeppo di motivazioni umane.

Tante altre le occasioni che infoltiscono i contenuti di questa polivalente opera. Fino al compimento della silloge con la lirica dal titolo Uguaglianza: «Non sono le lingue o i capelli / o i diversi colori della pelle / a rendere diversi i fratelli. / Simili Iddio volle creare / gli uomini nel nascere e morire, / nel pensare e nel sentire, / nel piangere e nel gioire», dove si rafforza il concetto di giustizia che per il poeta costituisce il fondamento della vita.


Nazario Pardini

 

Domenico Distefano è nato il 18 febbraio del 1948 a Montalbano Elicona (Me) dove risiede. Laureato in Lettere Classiche presso l’Università di Messina, ha insegnato materie letterarie nelle scuole secondarie. Attualmente è in pensione. Ama la vita e la natura e nel tempo libero coltiva la passione per la poesia. I suoi versi lasciano intravedere una personalità protesa a carpire i segreti dell’anima. Ha partecipato a concorsi letterari ottenendo diversi riconoscimenti. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Il giorno non è mai troppo lungo, 2014; Tracce d’esistenza, 2015; Viaggio di un poeta in cerca di un lettore, 2018. La sua attività letteraria è trattata nelle seguenti opere: Alcyone 2000 - Quaderni di poesia e di studi letterari n°9, Guido Miano Editore, Milano 2016; Dizionario Autori Italiani Contemporanei, quinta edizione, ivi, 2017; Contributi per la Storia della Letteratura Italiana, quarto volume, terza edizione, ivi, 2020.

 

Domenico Distefano, Vita nel cuore dell’amore e della fede, pref. Nazario Pardini, Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 68, isbn 978-88-31497-49-7; mianoposta@gmail.com.

 

 

 

 

1 commento:

  1. Complimenti al nostro Mentore e Maestro e all'Autore di questa Silloge, breve romanzo del quotidiano, delle storie che appartengono a tutti. Nazario scrive che Domenico Distefano "tocca tutti gli àmbiti del vivere: la realtà, le memorie, i sogni, le gioie, le ambizioni, gli affetti, la famiglia, l'eros" e la lirica postata ne è palese dimostrazione. Leggere queste esegesi è molto formativo per coloro che devono entrare nel mondo della critica letteraria, come la sottoscritta... Ringrazio il nostro Nume Tutelare e il Poeta e auguro a entrambi un buon fine settimana!

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