Claudia Piccinno si presenta alla scena culturale con una nuova crestomazia critica di grande valenza letteraria, editata per i caratteri di IL CUSCINO DI STELLE. Un testo di ben 197 pagine che mette in evidenza la versatilità della nostra scrittrice, eclettica nello stilare le analisi dei diversi scrittori presi in esame; il libro si divide in otto sezioni: SEZIONE POESIA, SEZIONE NARRATIVA, SEZIONE FAVOLE, SEZIONE SAGGI, SEZIONE EPISTOLE, SEZIONE ANTOLOGIE, SEZIONE INGLESE, SEZIONE ARTICOLI. Una antologia curata, bene impostata, da cui emerge la valenza analitica della scrittrice, che stila l’analisi di un testo di ogni scrittore, proteiforme, di generosa lucidità scritturale. NOTE DI LETTURA di CLAUDIA PICCINNO, il titolo. Una Antologia di pregevole fattura per copertina, quarta, risvolti di copertina, composizione, caratteri… Penso che ogni scrittore avrebbe piacere di avere in biblioteca un testo del genere, magari con uno scritto della scrittrice dedicato ad un suo volume. La Piccinno, docente, si occupa di poesia e traduzioni. Ha al suo attivo numerosi libri di poesia in più lingue. Rappresenta in Europa organismi votati alla pace, cultura e solidarietà tra cui il Wip, il Wfp, Aim… Ha tradotto e promosso in Italia e all’estero poeti provenienti dalla Turchia, Germania, Arabia Saudita, Serbia, India, Grecia. Cura la rubrica poesia sulla gazzetta di Istambul ed è ordinatrice europea per la rivista PAPIRUS, Artshop edizioni. Come esempio delle sue doti critiche trascrivo qui di seguito i due sue interventi su due miei editi: CRONACA DI UN SOGGIORNO E IL SORRISO DEL MARE
Non ho
competenze critiche, se non una grande esperienza di lettrice e so quanto leggere
poesia sia diverso dal leggere prosa. Occorre rileggere per sentire la
comunione col poeta, perché spesso lo stile è intriso di espedienti per non
dire. Non è questo che mi è accaduto coi versi del Nostro che sono arrivati
immediati, densi di musicalità e afflato lirico, e li ho riletti invece con un
duplice intento, memorizzarne la bellezza e promulgarla ovunque. Farò in modo
che la sua voce superi i confini. Scrivere della sua poetica è per chiunque
sfida grandissima, cosi ho deciso di lasciare che la sua voce si sedimenti
dentro me per poi tradurla in lingua inglese, senza tradirla. Sono in ascolto.
Ho colto per ora il senso generale della sua poetica: raccontare la vita
terrena come fosse un soggiorno temporaneo. Come un lupo di mare, Nazario redige
un diario di bordo, ma lo fa in versi, eleganti e classici, intrisi di
ossimorici abbandoni. Leggendo mi par di conoscere tutti i suoi familiari, il
fratello Sauro, a cui si deve l'opera di copertina, la madre dalle mani
screpolate dal lavoro, il padre che si staglia come esempio di rettitudine e
onestà, la donna amata, il figlio e le nipoti. Come una cronaca, questa
raccolta ha un chi, un dove, un quando. Il dove è un luogo a metà strada tra la
meravigliosa campagna pisana e l'isola della memoria, sospesa tra fughe ed
ancoraggi, lontana dai rumori di terra, dai frastuoni che inondano le strade,
dove il nostro poeta è ospite e medita sulle vicende umane. Leggendo la
lirica La mia isola si intuisce come essa altro non sia che la cultura, un
sapere enciclopedico che stimola il pensiero e dove Nazario respira la verità
che hanno cercato sempre i pensatori nei secoli dei secoli. Il quando nasce con
la sua infanzia, attinge alla mitologia e aspira a un tempo ultraterreno.
Perché non è solo commiato d'autunno come qualcuno ha scritto, c'è il futuro
della primavera, la speranza di un Eden fiorito, la fede che esista un altro
azzurro, oltre quello del mare, un azzurro dove fare ritorno, perché come egli
stesso scrive, l'azzurro è il nostro primo amore. Non si riduce però alla
cronaca il libro di Pardini, come le parabole contiene molteplici messaggi, ed
Egli che molti di noi vivono come un padre spirituale, il nostro babbo poetico,
ci invita a concentrarci sulla bellezza per trovare pace in terra, ci esorta con
paterno esempio a trovare la nostra isola dove respirare eternità e dove
divulgare canti che superino i confini. Per far questo, ritengo che occorra
fare un passo indietro e restare in ascolto (Claudia Piccinno).
Quando
ho ricevuto la copia autografata del libro Il sorriso del mare di Nazario
Pardini, l'ho tenuto tra le mani e come sono solita fare sin da bambina, quando
mi regalano un libro, l'ho annusato, ho esplorato la cover, ho apprezzato la
veste grafica e gli ho scritto una mail per ringraziarlo. Solo dopo qualche
minuto, ho scoperto di aver ricevuto la copia numero 8.
Ho
pensato subito che l'otto, se ruota a 90 gradi, assomiglia all'infinito e fa
pendant con la foto di copertina.. Sembra incredibile, ma esattamente un anno
fa a Rodi ho visto un tramonto simile ed ho cercato la mia foto.
Cerca le
differenze, ho pensato.. Ci ho visto subito nella mia foto, i due alberi in
primo piano e il terzo sullo sfondo.
Nazario,
Delia e la gioventù.
Esiste
Delia? È forse archetipo di Laura e Beatrice? No. Delia c'è, sicuramente non
corre più sulla battigia ma i suoi occhi sono profondi e caldi come il tramonto
della copertina o come quello che qui allego.
Ho avuto
il privilegio di leggere alcuni di questi componimenti circa un anno fa, quando
erano ancora inediti e ne ho tradotti alcuni in inglese. Ma leggendoli ora, uno
dietro l'altro, essi assumono il senso di un unicum, un poema d'amore compiuto
.
Qui
Nazario ci racconta l'amore, quello senza tempo, che ritorna ogni sera prima di
addormentarci come il cortometraggio di ricordi lontani, eppure tanto vicini
perché non ci hanno mai abbandonati.
Parte
integrante di questo amore lungo tutta la vita del poeta, oggetto di
contemplazione e adorazione è appunto il mare che a volte è solo un riflesso,
uno spettatore, altre volte è colui che accoglie l'Arno e i suoi fratelli, come
il padre invocato dal Nostro, lo accoglierà, noi speriamo il più tardi
possibile, tra le sue braccia nel cielo infinito.
Sorride
il mare di Nazario e a volte invia burrasche per cancellare orme nella sabbia,
ma la mente sa ripescare azzurrità e le concentra negli occhi blu di
Delia.
L'amore
non si scorda, ed è come un mosaico che mette a punto tutti i suoi frammenti
come si trattasse di un'unica stagione.
Non
finisce mai un amore non vissuto, è infinito esattamente come il mare.
Il mare
lo sa e sorride.
Grazie
Nazario per avermi trasmesso questa grande lezione di vita.
Con questa antologia dal titolo "In ordine sparso" (Il cuscino di stelle, 2020), a cura di Armando Iadeluca, Claudia Piccinno raggiunge un importante traguardo per una scrittrice, saggista, traduttrice e poeta: una raccolta di commenti critici, qui tutti raccolti e messi a fattore comune, per la comprensione della sua opera, della sua poetica, del suo…
Variegata, commovente, ricca di pathos questa pagina di Claudia Piccinno, che presenta la sua Opera divisa in otto sezioni, definita quanto mai eclettica perché viaggia sui registri della poesia, della narrativa, dei saggi, delle fiabe, delle epistole., delle antologie, degli articoli, degli scritti in inglese. Solo una donna con la conoscenza e le potenzialità di Claudia può consentirsi un viaggio così vasto e completo nei meandri dell'arte. Complimentarsi è cosa riduttiva. E cosa dire del suo appassionato commento alla plaquette del Vate "Il sorriso del mare"? L' autrice, dopo la vibrante disamina delle liriche asserisce che "Non finisce mai un amore non vissuto, è infinito esattamente come il mare"... Il mare rappresenta l'elemento del nostro Nazario, 'lo specchio nel quale contempla la sua anima' e la Nostra lo sa bene, conosce il nostro Nume Tutelare come pochi. La ringrazio di cuore per questa pagina che arricchisce e insegna. E abbraccio lei e il Maestro con tanto tanto affetto.
RispondiEliminaGrazie mille cara Maria e ancora grazie al nostro Vate
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