CIVETTA
Singhiozza in mezzo ai rami, il piccolo
rapace.
Ogni estate lo sento, accompagna le ore
con quel grido in due tempi.
È un richiamo d’amore?
Da un albero ad un altro, più vicino e lontano
lo perdo e lo ritrovo sopra l’onda del vento.
Tu mi piaci, civetta, né ti penso notturna,
oppur malaugurante.
Io vorrei decifrare quel tuo singulto
continuo e misterioso, che talvolta mi prende
e quasi mi affratella.
D’ESTATE
Le lunghe
sere d’estate
screziano
l’aria che lenta s’imbruna.
Attendo il
cielo scuro
e l’aereo che
brilla tra le nuvole.
Di te il
ricordo prende forma
- così, senza
dolore.
Altro amore
batte dietro
quella
finestra che s’accende,
altro
pensiero, altre parole.
Sia con loro
il tempo,
ripeto piano,
lunghi
l’estate - e i giorni .
I POETI
I poeti scrivono la notte,
il corpo stanco e la mente in
subbuglio.
Cercano nel silenzio le risposte
indagano nel buio le ragioni.
I poeti scrivono la notte
parlano con il cielo e con le stelle
invocano la luna e l'ombra scura
di un cipresso piantato nel giardino.
Se una fessura s'apre tra le nubi
brillano le parole
come diamanti dentro un campo
incolto.
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