lunedì 20 ottobre 2025

Mostra di Stefania Camilleri al Museo Crocetti – 18/30 ottobre 2025

Questa mostra d’arte, nata da una lunga ricerca sull’universo e sulle sue più affascinanti teorie, si muove entro l’orbita di un auspicabile incontro tra Scienza e Coscienza, tra pensiero scientifico e pensiero umanistico, tra rigore analitico e vivacità creativa. Nessuna separazione. E’ questa la spinta, il motore ideale del presente evento artistico. Non è vero che le scienze e le tecniche siano responsabili di quella deviazione che potrebbe condurre verso l’ingloriosa uscita di scena dell’uomo. Certo, il rischio si corre, ma se questo dovesse accadere, la responsabilità non ricadrebbe sulla scienza e sulla tecnica, bensì sulla pigrizia dell’uomo che preferisce abdicare nei confronti della macchina anziché dominarla creativamente e portarsi all’altezza morale del progresso raggiunto. Umanesimo e Scienza, un unico destino.

I movimenti artistici di inizio Novecento non avrebbero avuto la potenza che hanno mostrato di avere, se non avessero trovato alimento nelle contemporanee scoperte scientifiche che rivoluzionavano il mondo promuovendo da un’altra angolazione lo stesso superamento delle apparenze sensibili promosso dalle arti figurative. E non era Platonismo, come potrebbe sembrare, bensì Cosmocentrismo: tornerò sul concetto tra breve. Affascinata dai misteri del cosmo, Stefania Camilleri dà vita, in questi suoi nuovi elaborati artistici, a vere e proprie feste cromatiche con zumate brillanti su angoli segreti della vita universale. Un tripudio di luci e colori, di effervescenze materiche dove balenano stelle e galassie, nebulose e pianeti.

Una scoperta di tesori nascosti, di frammenti solitari nello spazio, ma non isolati o dispersi, alla deriva, bensì in profonda relazione e inesplicabile osmosi tra di loro. L’Universo è anche un Multiverso, e viceversa, l‘uno nell’altro fusi. Sta qui l’olismo estetico di questa fervorosa pittrice, il suo amore per la realtà profonda da cui il mondo fenomenico risulta animato, il suo entusiasmo per la Quantistica come scienza dell’Informazione. Qui la sua ammirazione per Margherita Hack cui la sua mostra è dedicata. Potrebbe sembrare fuori dal tempo una poetica ispirata alle armonie del cosmo, fuori dal contesto di inquietudini e angosce in cui oggi viviamo. A uno sguardo disattento, questi elaborati potrebbero sembrare platonicamente evasivi, ma non è così.

Il titolo della mostra è emblematico. Siamo fatti di stelle sta a significare che le stelle non stanno fuori, ma dentro di noi. Un invito pertanto rivolto a noi stessi, esseri smarriti, per ricollegarci alle nostre sorgenti autentiche, alle radici cosmiche da cui veniamo. Siamo fatti di stelle, locuzione mutuata da Margherita Hack, richiama i principi etici di cui la celebre astrofisica era nutrita. Atea dichiarata, lei spingeva ad innalzare gli occhi al cielo, non certo per evadere dal mondo in senso ascetico, ma per andare a cogliere lassù e trasferire quaggiù le vere fonti battesimali della vita, ossia ciò che noi stessi siamo, ma che noi stessi nascondiamo in nome di un umanesimo abnorme, tronfio, dispotico, irriguardoso: quell’Antropocentrismo oramai da abbandonare per porre il Cosmo al centro, giacché il Cosmo è quello che realmente siamo.

Tutto ciò era chiaro nelle arcaiche cosmogonie, nei miti fondativi delle culture native che narrano di un’età dell’oro dimenticata, ma torna oggi ad essere chiaro negli indirizzi più lucidi della cultura contemporanea, che dietro la tenda dell’Antropocentrismo non intravvedono il Nulla, bensì il Cosmo e le Stelle che sono la nostra vera casa. In questa mostra tutto ciò è presente a lettere cubitali. Così come in nuce era presente nei movimenti artistici d’avanguardia influenzati dal Primitivismo (Picasso docet), con visioni prelogiche, essenziali, elementari; o anche in quelle tendenze che cercavano nell’esperienza interiore profonda al di là delle apparenze (Kandinsky docet) le forme universali. Percorso analogo a quello della ricerca scientifica che veniva puntando i fari sul retroscena cosmico delle superfici sensibili, mondane.

Non esistono separazioni tra arte e scienza, anche se la scienza è scienza e la poesia è poesia. Non è lecito confondere i due campi, ma se lo scibile nasce per intero dall’uomo, è impensabile che fra le due discipline non esista e non possa esistere un punto di contatto o di unione. Professoressa di matematica, Stefania Camilleri è da sempre affascinata dalle scienze, ma ha trovato nel percorso artistico la sua più autentica realizzazione. Non è una novità, la storia è piena di illustri esempi di personalità scientifiche che hanno dedicato grandi attenzioni all’arte e alla poesia. E viceversa. Leonardo docet, uomo d’ingegno universale, in pari grado scienziato ed artista, matematico e filosofo, inventore e musicista.

E che dire di Galileo che nel Sidereus Nuncius parla del moto delle stelle con indiscutibile rigore scientifico, ma nondimeno con una profonda ammirazione per la bellezza e l’armonia del cosmo, palesando una visione ed una sensibilità squisitamente poetiche? Quel Galileo che, guarda caso, tornava alle teorie eliocentriche proposte da Aristarco di Samo più di mille anni prima, contraddicendo le tesi tolemaiche sviluppate in età storica e recuperando conoscenze arcaiche avanzate in ambiti pitagorici (ma in qualche misura anche egizi), in età mitico-sapienziale? Non sempre il mito è privo di fondamento. A volte contiene anticipazioni che la scienza successivamente convalida o può convalidare.

Intuizione, stupore ed incanto sono alla base di ogni scoperta ed ogni avveduto ricercatore sa che il mistero è il migliore alleato della conoscenza. Lo sapeva benissimo Galileo, ma nel manifesto del Circolo di Vienna redatto nel 1929, sgomenti leggiamo: <Precisione e chiarezza vengono perseguite, le oscure lontananze e profondità impenetrabili respinte. Nella scienza non si dà profondità alcuna; ovunque è superficie>. Dogma inaccettabile. La Quantistica, al contrario, spinge a indagare nell’impalpabile, nell’invisibile, echeggiando ciò che i mistici orientali avevano intuito quattro/cinquemila anni or sono: l’interdipendenza di tutte le cose, la loro complementarità in un progetto di cooperazione cosmica.

Le opere qui esposte (trentotto in tutto, tra cui sei installazioni), raccontano un viaggio interstellare intuitivamente condotto dall’artista fra pianeti, galassie, meteoriti e teorie cosmiche tra le più suggestive. I linguaggi visivi, fortemente materici, sorprendono per la capacità di scendere nei meandri nascosti della materia, utilizzando tecniche e supporti tra i più svariati: dibond, legno, resina, fibre ottiche, LED, diorite, polistirolo e terre preziose, prestando particolare attenzione alla relazione tra materia e luce. C’è anche da dire che questa è una mostra d’arte narrata: esperimento forse unico, che permette di ascoltare in cuffia, per ogni opera, una illuminante didascalia poetico-scientifico-filosofica che arricchisce il tutto con suggestioni uditive.

La storia artistica di Stefania è ricca di molteplici esperienze, a partire dai vaporosi acquerelli maturati alla scuola del Maestro Vladimir Khasiev, dalle cui atmosfere nordiche, mentali, lei tuttavia si discostava per una mediterranea, sanguigna e sognante vivacità incline al materismo informale. Acquerelli, i suoi, acquatici e celestiali, dove la Natura, senza perdersi come realtà sensibile, veniva colta nel mistero evanescente e cosmico di una luminosa energia. Da allora, molta acqua è passata sotto i ponti, fino a questa odierna, stupefacente avventura nel cosmo, dove l’astrattismo materico, che nelle formulazioni di insigni esponenti esalta la funzione entropica e disgregatrice del caos, subisce una poderosa virata, giacché l’Universo non è mai a senso unico, ma è armonia di contrari, dove Cosmos e Caos interagiscono perennemente tra di loro.

 

 

                                                            Franco Campegiani

 

 

 

 

 

Angela Ambrosini :" SPAZIO E TEMPO IN ANGELO DI MARIO, POETA SCULTORE " ( Bollettino Lunigiana Dantesca n. 218- ottobre 2025 )

 

                                                               Famiglia bronzo 1980

 

 Senza titolo,creta


Spazio Tempo, creta

Crocefisso, creta bianca

 PUNTO DI SPAZIO

 

L’innominabile Spazio,

senza nome, senza limite.

Non archi di luce o cerchi di confine.

Ma ogni punto di Spazio vuoto

è Dio.

Ma ogni punto separato di spazio è energia

e tutto ciò che è-non è diviene, senza mai toccare o essere raggio.

Innumerevoli punti divengono

velefuocoluce. Innumerevoli.

Ognuno si stringe, stringe, abbraccia

così immensamente, con tanta enormità

che diventa Dio. E non chiedergli nulla,

perché piaga e spada,

perché voce e silenzio,

perché vita e morte.

Non ti può ascoltare,

le sue orecchie non ascoltano

che il furore e la pace.

Da ogni lato sopravviene,

per ogni lato vola via,

con l’immane eternità.

E quando lo preghi,

ti dici le preghiere

per il tuo cuore vuoto

verso il proprio spazio.

 

Angelo Di Mario, da Spazio Tempo, Il Club degli Autori,1998

 

Poeta, scultore, etruscologo reatino scomparso nel 2013, Angelo Di Mario ha profuso inesauribile slancio di ricerca e creatività visionaria in ogni ambito della sua poliedrica attività artistica e culturale custodita, grazie alla tenacia e all’amore della figlia, la giornalista Maria Grazia Di Mario, nella suggestiva Biblioteca Casa Museo di Vallecupola di Rocca Sinibalda, scrigno documentario tangibile della corposa produzione del nostro studioso. Dicevamo “visionario” e questo è tanto più vero se pensiamo che il suo fervore d’indagine si spinse persino in ambito etruscologico, ideando un innovativo metodo di decifrazione di questa lingua così controversa proprio a causa del suo mistero. Ma non è dell’etruscologo (autore di un centinaio di articoli e numerose pubblicazioni specifiche sulle iscrizioni non solo etrusche) che vogliamo parlare, quanto del poeta, favorevolmente recensito da critici di rilievo come Bàrberi Squarotti, un poeta spesso intrinsecamente avvinto alla fluidità scultorea del segno espressivo e all’indomita ricerca del senso dello spazio.

La lirica qui proposta, Punto di spazio, tratta dalla raccolta Spazio Tempo, 1998 (titoli entrambi non certo casuali, come casuale non è il titolo Spazio Tempo di una sua scultura) ne è esemplare dimostrazione. Abbiamo scelto questa poesia, tra le tante dei tredici libri da lui scritti, per l’arduo approccio filosofico che l’autore impone a se stesso e al lettore. A partire dal primo verso, “L’innominabile Spazio, il poeta pone il focus su quello che crediamo sia il rovello filosofico di ogni scultore, di ogni scultore che faccia della sua arte una tensione creativa oltre le capacità stesse della possibilità umana. Il rapporto con lo spazio incarna in Di Mario scultore il rapporto con il divino, inteso non solo in senso religioso (si pensi alla serie di crocefissi e pietà), ma sacrale in senso lato, non esclusa “la serie numerosa di sculture a forma circolare”, come da lui spiegato nella densa postfazione al volume 118 di A più voci (Mosaico, Casa Editrice Seledizioni, Bologna, 1987). E ben sappiamo, in merito, come il cerchio sia simbolo dell’eterno ritorno e dell’infinito. L’indagine ossessiva sul tempo e sullo spazio, sull’eternità e sulla forma, sull’assenza e la presenza, si coagula in un pensiero speculativo per il quale (ci riferiamo ancora alla succitata postfazione) la forma, cioè l’apparenza, coincide con il tempo nel quale tutto muta e l’eternità si trova pertanto associata all’assenza di cui lo spazio è espressione suprema. “L’assenza rappresenta lo spazio/l’eterno”. Di qui il senso dell’incipit della poesia “L’innominabile Spazio / senza nome, senza limite”, incipit nel quale la tautologia “innominabile/senza nome” risuona come un’eco nella mente di chi legge. E ancora “ogni punto di Spazio vuoto / è Dio”, laddove, al contrario, il concetto di energia si salda alla materia, cioè a “ogni punto separato di spazio”. E di nuovo: “Innumerevoli punti divengono / velefuocoluce. Innumerevoli”, quasi a voler visualizzare nell’unico spazio (appunto) tipografico del neologismo velefuocoluce il senso del calore e del colore con tutte le sue sfumature (vele) possibili, ipotizzando un ambiente di punti nel quale “ognuno si stringe, stringe, abbraccia / così immensamente, con tanta enormità / che diventa Dio”. Versi solo apparentemente indecifrabili ma che, riteniamo, intendono tradurre in pensiero lirico il mistero della creazione contemplata nella dimensione dello Spazio (non a caso recante l’iniziale maiuscola).

A parte certe reminiscenze, sicuramente improprie, ma inevitabilmente dirompenti nella nostra memoria dalla concezione epicurea del clinamen come origine  della materia nata dallo scontrarsi nello spazio di punti nella loro caduta dall’alto verso il basso, affiora anche un parallelismo tra il primo verso e “l’inconcepibile universo” del racconto L’aleph di Borges, la prodigiosa apparizione di un solo punto luminoso nello spazio nel quale lo scrittore argentino vede racchiuso l’intero universo in tutte le sue dicotomiche manifestazioni, sia passate che future. Analoga dicotomia si snoda nei versi di Di Mario nelle coppie nominali ossimoriche che conciliano “piaga e spada”, “voce e silenzio”, “vita e morte”, “furore e pace”. E questo misterioso Dio a sua volta, quasi ossimoricamente, in una ciclicità inesauribile a moto alterno “da ogni lato sopravviene, / per ogni lato vola via / per l’immane eternità”. Un’eternità inafferrabile al pensiero umano che attonito sente il “cuore vuoto / verso il proprio spazio”. E con il concetto dello “spazio” si chiude in circolarità tematica questa bellissima, ermetica lirica, ermetica in forza dell’indecifrabile natura dell’essenza divina e della sua potenza creatrice.

Mutatis mutandis, con altra forma comunicativa, quella ardua della materia, il nostro artista esprime analoghi crucci, ma in modo non sequenziale come avviene nel linguaggio, bensì simultaneo, tipico della spazialità dell’arte scultorea. Illuminante, al riguardo, è l’acuta esegesi che della sua opera plastica fa il critico d’arte e giornalista Luigi Tallarico (in Angelo di Mario, dall’archivio alla parola poetica, “Atti della conferenza in merito all’autore”, 28 settembre 2024, Vallecupola, Rieti, Edizioni Angelo Di Mario APS, pp. 39-40). La poetica dello spazio, da cui è soggiogato il Di Mario poeta, è ora trasposta nella durezza della materia attraverso “l’arcana simbologia di un ritmo, di una tensione, di un concavo/convesso godibile come uno spettacolo di ‘interno plastico’ e composto da più figure concatenate dalla stessa polivalenza tensiva ed espressiva, servita fino all’astratta purezza, per completare il modulo della ‘sua’ forma plastica”. Qui, nella scultura, in questo gioco di concavo/convesso (afferma il Tallarico) si offre all’artista “la possibilità di un’interna rivisitazione dello spazio e della luce, sicché nei volumi cavi il gioco delle penombre consente arcane interpretazioni e nello stesso tempo tramuta in un’incorporea sostanza la materia, verificata da una plurispazialità che penetra nelle superfici bianche delle convessità (…) con il risultato di assicurare quella morbidezza di passaggi tra interno-esterno, nel gioco di luce ombra”.

 Persistono quindi nella scultura, sia in creta che in bronzo, quegli “archi di luce o cerchi di confine” negati invece dal Di Mario poeta nel terzo verso della succitata lirica, laddove il Di Mario scultore trascina nell’arte plastica con la schermaglia di vuoto-pieno anche quella consequenziale di ombra-luce.

Le varie serie in pietra, bronzo, creta bianca o colorata di depurate figure umane o di magmatiche forme antropomorfe alternate a informi geometrie circolari spesso dentate o recanti orbite vuote al loro interno e non di rado riferite a una visualizzazione plastica del tempo, non possono non farci riflettere sulla concezione che Angelo Di Mario possiede della fragile condizione di noi esseri umani definiti, in un’altra significativa poesia, grinze di tempo inesorabilmente corrosi da questa categoria labile e peritura contrapposta, nuovamente, a quella dello spazio, sovrano e incessante:

“Perché nasciamo restando ai traguardi / mummificati dal caotico silenzio: / grinze di tempo sullo spazio interminabile/ che è mare violento e duraturo equilibrio” (in Proiezione fossile, Pellegrini Editore, 1972).

 

Angela Ambrosini

Rubrica “Il sofà delle muse”, pp. 67-68

 

 

 

 

 

 

EMOZIONI PER IL ROMANZO : L’ARCOBALENO NELLE POZZANGHERE DI MARIA RIZZI


 

Il desiderio di mettere a fuoco passo dopo passo tutti elementi di questo avvincente romanzo,  ha rappresentato per me la via più giusta. Argomento : Il testo ha la forma inequivocabile di un giallo perfetto, costruito dalla mente fervida dell’autrice. Tocca tra l’altro, temi molto profondi e di sicuro uno  specchio eccellente per il lettore. La protagonista è la scrittrice, nei panni di un commissario di polizia alle prese con un problema sicuramente presente, tra i tanti che aleggiano in questo mondo sempre più corrotto, manipolato da gente di potere le cui mani plasmano la libertà, le guerre e tutto ciò che soffia la parola pace via dal nostro quotidiano. Il testo noir è un susseguirsi di colpi di scena abilmente costruiti da una mente con retaggi polizieschi, forse un recondito desiderio, come la scrittrice stessa ammette, una voglia atavica di appartenere al mondo maschile. Ha contagiato il lettore con uno stile incalzante, capacità non comune, uno stile mai incerto, guidato da passi sicuri e scene contenenti una costante sorpresa, con immensa partecipazione e logicità interpretativa. Protagonisti : Numerosi e sottilmente descritti i protagonisti. Il commissario,  una donna, abile nel condurre le inchieste, combattuta fra il senso del dovere e la necessità della vicinanza famigliare. Intraprendente nel condurre le indagini, nessun ostacolo la ferma, insieme alla sua squadra che la segue con lo scopo e con ferrea volontà di portare a compimento gli orrori incontrati dagli omicidi di bambine sulla soglia dell’adolescenza, a quelle ancora in vita, violentate da un giro decisamente deleterio, coinvolte in assurde maternità dalle quali non possono liberarsi.  Tenerezza è la parola giusta per la protagonista nei confronti di queste creature abbandonate a sé stesse , senza alcun aiuto e sfruttate da uomini senza scrupoli. Nella figura del commissario Miriam De Falco, affiora la donna sensibile, forte, volenterosa, scrupolosa, ma anche la madre nostalgica, amante del suo passato, costituito e affastellato di ricordi giovanili, spesso ricorrente e messi in evidenza da scritture in corsivo, piacevolmente leggibili. Il team di investigatori e polizia che circonda il commissario, è, a volte, utopistico, l’audacia porta uno di loro a  subire una grave operazione dopo  un forte scontro con dei malviventi. Mi chiedo se, oggigiorno ci sia questa preparazione in ogni membro, della polizia …sarebbe veramente splendido.  Purtroppo il lassismo impera e  dobbiamo ben guardarci sulle capacità di tutela per ogni cittadino che si rivolge all’arma di difesa. Il femminicidio dilaga, non si riesce ad arrestarlo, e nel libro della scrittrice è ben messo in evidenza. Elementi costruttivi del romanzo : Fra i vari temi rilevati, emerge anche una parte poetica,  radici della scrittrice, che donano una nota stupenda all’intero romanzo. La nostalgia è alle porte e bussa ogniqualvolta, il commissario De Falco torna con la mente alla sua infanzia e all’oggi della sua famiglia, ulteriormente corredata da una solitudine da affrontare. Il dubbio spesso galleggia intorno all’abbigliamento pratico e di secondaria importanza, al profumo del caffè per avere la prontezza dell’azione, e al chiedersi quale sia la via migliore da seguire per raggiungere la positività del caso. Qualche volta si scopre ironia nei subalterni del commissario, come la ricerca di una strana forma di resurrezione personale. Il senso della scelta, porta diretta al finale di questo fiato sospeso fino all’ultimo, finale costruttivo, ma inaspettato. Vince il buonsenso, il desiderio più grande prenderà il sopravvento e la protagonista, dimostra fino all’ultima parte, dopo la conclusione delle indagini, che nella vita c’è sempre una scelta da attuare, e vedere “ l’arcobaleno nelle pozzanghere”, è un gran dono.

 

Con affetto grande

Patrizia Pallotta

 

 

 

"QUADERNI MALEDETTI " Stefano Labbia


 



 


 

 

 

Settima raccolta di poesie dell'autore italo brasiliano Stefano Labbia. In questi canti si affastellano maturità, conquiste, gioia ma anche dolore, umanità, speranza, violenza e ferocia. Il Labbia si dimostra grande cantore dei nostri tempi fiero di vivere nella verità e per la verità.

 

 

                                                        NOTE DELL'AUTORE

 

 Questa raccolta è un inno alla vita. Alla speranza. Ma anche al desiderio di rivalsa, all'amore. S'è nutrita di tutte le brutture del cosmo, di quello che chiamo "pigro universo" che spesso e volentieri se ne fotte di tutto e di tutti. Che fa crepare il povero sul ciglio della strada ed il ricco avvolto in una coperta di cachemire. "Quaderni maledetti" è uno spazio saturo. Ma vuoto al tempo stesso: pieno di domande, caos generato da noi esseri mortali e a volte così meschini... Ma c'è anche tanta letizia, tanta gioia di vivere. Ci sono barlumi sinceri di speranza: le cose possono cambiare. Migliorare. Perché noi siamo – utopisticamente – l'universo. Siamo il problema ma anche la soluzione. Siamo tutto. E a volte... a volte siamo niente.

 

 

Stefano Labbia.


BIO

Stefano Labbia, classe 1984, è un giovane autore italiano di origine brasiliana, Founder de Black Robot Entertainment, casa di produzione e management agency di prodotti audiovisivi inglese, di Black Robot Publishing, casa editrice con sede in Gran Bretagna e di Trainer! App LTD, fitness company. Nato nella Capitale d'Italia, ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, “Gli Orari del Cuore” nel 2016 per Casa Editrice Leonida. Nel 2017 ha dato alle stampe la sua seconda silloge poetica dal titolo "I Giardini Incantati" (Talos Edizioni) ed il suo primo romanzo "Piccole Vite Infelici" (Elison Publishing - ebook) vincitore del Premio Elison 2017 come miglior romanzo inedito. Nel 2018 "Piccole Vite Infelici" è stato pubblicato in versione cartacea da Maurizio Vetri Editore. L'autore ha pubblicato inoltre una raccolta di racconti, "Bingo Bongo & altre storie" (Il Faggio Edizioni – ebook) nello stesso anno. Nel 2019 è uscita la sua terza raccolta poetica dal titolo "Vivo!!!" (Tempra Edizioni) e la sua prima graphic novel "Killer Loop'S #1" per LFA Publisher. Nel 2020 ha dato alle stampe "Nel Rifugio Sommerso" la sua quarta raccolta di poesie, la sua seconda raccolta di racconti brevi (Amazon), "Il padre di Kissinger era un bastardo" (Black Robot Publishing), edita in lingua italiana e inglese ed il suo secondo romanzo, "Come vivere in tre comode rate" (Black Robot Publishing) seguito ideale de "Piccole Vite Infelici". Nel 2021 esce sul mercato italiano e inglese con la sua terza raccolta di racconti brevi "Il trucco di Moliére" (Black Robot Publishing). Dà inoltre alle stampe la sua quinta silloge poetica dal titolo "Amore dopo amore" (Amazon), la prima raccolta di racconti brevi "Bingo Bongo e altre storie" (Amazon) per la prima volta disponibile in edizione cartacea e "Discarika", la sua prima piéce teatrale (Amazon). La seconda edizione de "Piccole Vite Infelici" viene edita da Black Robot Publishing in doppia lingua, italiano e inglese. Nel 2022 pubblica la sua sesta raccolta di poesie dal titolo "Poesie maledette" (Amazon). Ha pubblicato / è inoltre presente in: "Un penny dall'inferno" (Senso Inverso Edizioni - 2017 - Raccolta di racconti horror di Autori Vari selezionati tra i vincitori del Concorso Letterario "Luce Nera" III edizione); Antologia poetica "Versus Sulmona 2016 - 2017" - Lupi Editore (AAVV - selezionato in occasione del Premio Letterario "Versus Sulmona 2016 - 2017); Antologia di racconti "Preghiera di un uomo che cade dalle nuvole" - vincitore del concorso letterario "Oceano di Carta 2017" (Senso Inverso Edizioni – 2017); Antologia racconti e poesie "Una città che scrive. Una città che rinasce." 2017 (Associazione "Una città che...") selezionato per il Premio Letterario Internazionale "Una città che scrive 2017"; Raccolta poetica "Rosa" selezionato per il concorso letterario "Versi in Volo" (Sensoinverso Edizioni - 2017); "Nello specchio" - Antologia di racconti horror di Autori Vari selezionati tra i vincitori del Concorso Letterario "Luce Nera" IV edizione (Senso Inverso Edizioni – 2018). Ha ideato e pubblicato, per Aster Academy, il volume di illustrazioni "Super Santa for Peace" realizzato grazie alla collaborazione di artisti internazionali, basato sui personaggi da lui ideati presenti in Super Santa e Kremisi, due graphic novel che firma come autore, il cui ricavato è andato totalmente alle vittime del terremoto del Messico del 2017. Una raccolta di racconti brevi di autori vari a tema fantasy da lui ideata, "Fantàsia", è stata pubblicata da ASROO, Associazione scientifica per il retinoblastoma e oncologia oculare nel 2020 a cui tutto il ricavato è stato dedicato. Nel 2021 la raccolta di racconti brevi di cui è ideatore e che vede protagonista uno dei supereroi da lui ideato, Super Madness, viene pubblicata da Horac Nepal, Associazione internazionale senza scopo di lucro per l'infanzia a cui il progetto artistico umanitario è dedicato. L'antologia dal titolo "Super Madness: Peace" è stata realizzata da scrittrici e psicologhe e tutto il ricavato dalla vendita del libro è andato alla casa famiglia Horac Nepal. Una sua storia breve che affronta la tematica del tabagismo da lui ideata e disegnata da Giovan Giuseppe Trani è stata pubblicata su La Lettura supplemento del Corriere della Sera (RCS) - novembre 2018. A marzo 2019 su La Lettura supplemento del Corriere della Sera (RCS) viene pubblicata una seconda storia breve da lui ideata e sceneggiata per i disegni di Andrea Bormida (Sergio Bonelli Editore). Tematica: la guerra. A settembre 2020 su La Lettura supplemento del Corriere della Sera (RCS) viene pubblicata una terza storia breve da lui ideata e sceneggiata con i disegni di Vinicius de Souza. Tematica: Alzhaimer. Nell'agosto 2021 una storia breve che firma come autore appare su La Lettura, supplemento culturale del Corriere della Sera (RCS) per i disegni di Daria Montanari. Tematica: il bullismo. Una sua intervista esclusiva è apparsa sul numero 284/19 nella storica rivista italiana dedicata alla nona arte "Fumo di China" (2019). Collabora dal 2017 con i portali di cultura e spettacolo Okay News e Youtubers Italia. Ha scritto per 2duerighe.com (cinema e teatro - 2016 / 2017), MyReviews.it (cinema ed editoria – 2016 / 2018) "Il Nostro", free press magazine mensile (2017), The Freak (autore / poeta - 2016 / 2017), Oubliette Magazine (cinema, arte, musica e teatro - 2016 / 2017) e ItLondra / ItParigi (2017), Insidetheshow (2018 / 2019). Ha ideato, condotto e curato un programma radio dedicato a cultura, poesia, teatro e musica sulla radio indipendente Deliradio.it (2017). È stato tra i giurati del Premio ArgenPic 2018 – sezione Comics (2018). Ha curato la prefazione del libro "Super Santa for Peace" (Aster Academy Edizioni - 2018), e di "Incanto" volume di poesie di autori vari (Apple Store - 2021). Ha ideato e scritto lo spettacolo teatrale comico "Discarika", una piéce che tocca i temi di energia e consumismo facendo riflettere con un sorriso sulle labbra (2019) e "Tulle" un dramma teatrale che parla in modo sincero dei rapporti di coppia (2019). Nel 2016 firma la regia e la sceneggiatura del pilot della serie comica "Boh" arrivando nella Top 20 all'Infinity Film Festival di Mediaset. Nel 2019 firma la sceneggiatura dei primi tre episodi della sitcom "The Offsite" ideata da Andrea Tranchina (Regista e autore) per Black Robot Entertainment LTD. Ha inoltre collaborato alla stesura e all'ideazione (come autore / co-autore) di “Butterfly Lies” (2015 / 2016 - UK – idea, soggetto e sceneggiatura), “Safe” (Idea, soggetto e sceneggiatura – Tv Show - USA – 2015), “Life Goes On - La vita va avanti” (Idea, soggetto e sceneggiatura – Film – 2015), "American In" (Idea, soggetto e sceneggiatura - Sitcom - USA - 2015), “(R)Evolution” (Idea, soggetto e sceneggiatura – 2015), “Police Assault - Justice” (Idea, soggetto e sceneggiatura - Tv Show – USA - 2014), "WMW – What Men Want" (dramedy – UK – 2015 / 2016 – Idea, soggetto e sceneggiatura), “Fear” (fantastico - UK - idea, soggetto e sceneggiatura - 2015 - 2016) , "Sisco" (drama - USA - 2017) e "Dallas Boulevard" (crime - dramedy - USA – 2015).


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCHEDA TECNICA:

 

 

Titolo: Quaderni maledetti

 

Autore: Stefano Labbia

 

Genere: Poesia

 

Anno: 2023

 

Editore: Amazon

 

Pagine: 69

 

Copertina: Stefano Labbia

 

Link per l'acquisto diretto: https://www.amazon.it/gp/product/B0BRZ7GW3B/

 

 

BANDO DI PARTECIPAZIONE XXVI EDIZIONE del Premio Nazionale di Poesia “La Gorgone d’Oro”

 

 

 

Art. 1 - IL CONCORSO

 

       Il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” di Gela, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Gela, indìce ed organizza la 26ª edizione del Premio Nazionale di Poesia “La Gorgone d'Oro”.

 

Il concorso è suddiviso in tre sezioni:

 

A.   Poesia religiosa e/o poesia a tema libero in lingua italiana;

B.    Poesia religiosa e/o a tema libero nei vari dialetti regionali italiani;

C.   Libro di poesia edito a partire dal 2016 in lingua Italiana e nei dialetti regionali (sono ammesse anche opere nella forma dell’haiku).

 

Art. 2 – SEZIONI E MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DEGLI ELABORATI

 

Sezioni A e B: Possono partecipare autori residenti in Italia e all'estero.

 

Ogni concorrente può presentare:

 

·        fino a tre composizioni poetiche, ciascuna della lunghezza massima di 40 versi;

·        oppure da cinque a sette haiku.

 

Gli elaborati possono essere inviati:

 

·        per posta ordinaria: sette copie dattiloscritte di ciascun testo, non firmate,

           accompgnate da una nota contenente la sezione prescelta, le generalità dell’autore,

           l’indirizzzo di residenza, il recapito telefonico, l’indirizzo e-mail e un breve

           curriculum letterario. Alla documentazione va allegata anche l’attestazione del

           versamento previsto dall’art. 9.         

 

·        per posta elettronica: un file Word per ciascun testo (sempre non firmato), insieme a una nota in formato Word con le stesse informazzioni sopra indicate (sezione

prescelta, dati anagrafici, recapiti e breve curriculum), oltre all’attestazione di

versamento di cui all'art. 9. L’indirizzo a cui inviare il materiale è:

centrozuppardogela@gmail.com

 

 

Sezione C: Possono partecipare autori residenti in Italia e all'estero.

 

È richiesta la presentazione di una o più opere in cinque copie, edite a partire dal 2016.

Le copie vanno spedite esclusivamente per posta ordinaria, accompagnate da una nota

contenente:

·        le generalità dell’autore;

·        l’indirizzo di residenza;

·        un recapito telefonico,

·        l’indirizzo e-mail;

·        un breve curriculum letterario;

·        l’attestazione di versamento di cui all'art. 9.

 

Il poeta può concorrere a tutte le sezioni del Premio.

 

Art. 3 – PREMI

 

Sezione A

 

·        1° Classificato: Trofeo “Gorgone d'Oro” + assegno di Euro 500,00;

·        2° Classificato: Trofeo “Gorgone d'Oro” + assegno di Euro 300,00;

·        3° Classificato: Trofeo “Gorgone d'Oro” + assegno di Euro 200,00.

 

Premi sezione B

 

·        1° Classificato: Trofeo “Gorgone d'Oro” + assegno di Euro 400,00;

·        2° Classificato: Trofeo “Gorgone d'Oro” + assegno di Euro 300,00.

 

Premi sezione C

 

·        1° Classificato: Trofeo “Gorgone d'Oro” + assegno di Euro 500,00;

·        2° Classificato: Trofeo “Gorgone d'Oro” + assegno di Euro 300,00.

 

Il premio in denaro sarà consegnato esclusivamente in presenza. Al partecipante assente alla cerimonia sarà riconosciuto soltanto il 50% dell’importo.

 

L’organizzazione si riserva di assegnare ulteriori premi speciali predisposti per poeti segnalati dalla giuria, tra cui:

 

          Premio alla carriera

          Premio della Cultura “Salvatore Zuppardo”

          Premio “Don Giulio Scuvera”

          Premio “Ignazio Buttitta”

 

Art. 4 – PREMIAZIONE

 

La cerimonia di premiazione si terrà a Gela nel mese di luglio 2026. La data e i dettagli

organizzativi saranno comunicati successivamente.

 

Art. 5 – SCADENZA

 

Tutte le opere concorrenti devono pervenire entro e non oltre il 31 dicembre 2025.

 

Modalità d’invio

 

·        Sezione C (obbligatorio) e, facoltivamente, le Sezioni A e B: spedizione a mezzo posta ordinaria al seguente indirizzo: Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana

“Salvatore Zuppardo”, Via Cammarata, 4 – 93012 Gela (CL) - tel./fax 0933.937474 –

Cell. 339.2626015.

·        Sezioni A e B  (in alternativa): invio dei testi in formato Word all’indirizzo e-mail:

           centrozuppardogela@gmail.com

 

 

Art. 6 – GIURIE

 

Le giurie di esperti, una per ciascuna sezione,  esamineranno i lavori presentati e formuleranno le relative classifiche. Il giudizio delle giurie è insindacabile è inappellabile.

I nominativi dei componenti saranno resi noti soltanto al momento della premiazione. Le giurie si riservano la facoltà di non assegnare premi qualora gli elaborati pervenuti non

risultassero adeguati.

 

·        Le opere concorrenti non saranno restituite.

 

Art. 7 – ANTOLOGIA

 

Il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” curerà la pubblicazione di un'antologia contenente le poesie vincitrici di tutte le sezioni e/o quelle segnalate dalle giurie.

 

Art. 8 – CLAUSOLA

 

I poeti che si siano classificati al primo posto nelle rispettive sezioni della 26ª edizione del Premio non potranno partecipare all’edizione successiva. Essi entreranno tuttavia di diritto a far parte della giuria del concorso, qualora lo desiderano.

 

Art. 9 – QUOTA DI PARTECIPAZIONE

 

A titolo di contributo per spese di segreteria è richiesta una quota di € 20,00 per ciascuna sezione a cui si intende partecipare. Il versamento può essere effettuato tramite:

 

·        assegno bancario o postale;

·        conto corrente postale n. 19894930

·        bonifico bancario IBAN: IT23H0760116700000019894930

 

Entrambi i pagamenti dovranno essere intestati a: Associazione Centro di Cultura e

Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”. La copia dell’avvenuto versamento va

allegata agli elaborati, all’interno della busta chiusa (vedi art. 2).

 

                                                                                                                     

                                                                                                                      Il Presidente

                                                                                                                Prof. Andrea Cassisi