martedì 31 gennaio 2023

GABRIELLA VESCHI: "IMPREVISTI BATTITI"

  1.  

NOVITÀ EDITORIALE

 

È uscito il libro di poesie:

IMPREVISTI BATTITI di GABRIELLA VESCHI

con GUIDO MIANO EDITORE

prefazione di Michele Miano

 

 

Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “Imprevisti battiti” di Gabriella Veschi, con prefazione di Michele Miano, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2023.

 

La complessa personalità di Gabriella Veschi ci induce ad una particolare valutazione della sua opera letteraria: oltre a dedicarsi alla poesia si occupa di critica letteraria con saggi e monografie su autori contemporanei e del passato.

La sua poesia evita di limitarsi ad una immediata descrizione e ricezione del reale. Intento della poetessa è quello di librarsi al di sopra delle contingenze del mondo, delle sue fragili miserie, per assurgere ad una dimensione che schiuda le porte ad una primigenia purezza.

Una poesia che attinge direttamente ad una dimensione lirica soggettiva, dove il tono sommesso e colloquiale conferisce alla composizioni un pacato ritmo, venato da una sottile malinconia di fondo.

Poesia che ad una attenta lettura risulta scarnificata e che va al di là delle immagini, dei riferimenti terreni per inseguire una metafisica verginità che non è di questo mondo. La sua è una poesia di umano e cosmico contrasto tra vita e morte, luce ed ombra, inverno e primavera, gioia e dolore, allegria e pessimismo cadenzata tuttavia con levità di toni e di sapienti scansioni a volte discorsiva, sempre sorretta dal dettato lirico che non ignora la lezione della melica italiana di classica fattura. L’ispirazione di Gabriella Veschi affonda le radici in un ampio registro: a volte prevale l’amarezza, il disincanto distaccato di chi osserva la realtà caduca ed effimera altre volte sembra cogliere nelle immagini e negli spettacoli della natura i profondi significati della realtà e della vita, in una ricerca di armonia e luce, di una pace profonda.

Si legga a titolo esemplificativo la lirica Cosa rimarrà: «Cosa rimarrà / delle bellezze del creato, / delle bionde messi ondeggianti / alla carezza del vento, / della distesa celeste, / della serena calma del mare / nelle frizzanti sere d’estate, / delle umide ampolle di nebbia / al passaggio del / malinconico autunno…».

La poetessa sa evocare affetti dal profondo e percepisce le voci del mistero, la ricerca insondabile di un’altra strada; al riguardo emblematica la poesia Alternativa: « cerco una luce che / mi conduca alla / ricercata pace / dopo i giorni / sconvolti dai / vortici della / bufera…».

Avverte la fuggevolezza del tempo, insieme alla tragicità dell’indifferenza umana che rende vana a volte la stessa parola. Il suo linguaggio di solito controllato, a volte rivela una certa irruenza, segno di una viva passionalità e di un’energia che attraversano il suo mondo interiore, aperto al delicato sentire, come anche l’impulso dei sensi. La poetessa sa opporsi con vigore all’ingiustizia e alle sconfitte, seppure cosciente del potere dell’illusione, che spesso ottenebra e oscura i nostri tempi come in Guerra in Ucraina: «Parole respinte / di fronte agli orrori / di una guerra senza senso / né soluzione…». Dove agli orrori della guerra e delle lacerazioni sociali antepone una profonda e pacata spiritualità. Il suo è un grido di donna ferita, ma anche un’anima capace di meditare e urlare all’infinito il suo disappunto, trasformando il dolore in schietta poesia.

E ancora: «…Fuori il mondo / destabilizzato / non risponde, / freddo e amorfo / come un manichino / incancrenito…» (La piazza degli orrori).

Se nella magia della natura ella riscopre i valori universali che l’uomo ha quasi del tutto perduto, è per ritrovare i suoi equilibri interiori che amalgama il suo pensiero con la purezza del sentimento. Veschi è poetessa che canta l’angoscia della fragilità umana che non ha scampo. Sa essere sguardo di donna del proprio tempo, che sa cogliere e interpretare il dolore, la solitudine, la morte della speranza, la sconfitta consapevole. Le ribellioni, le guerre, i soprusi la violenza non sono altro che la personificazione di un’inarrestabile forza che altera anche le coscienze più fortificate nello spirito, dalle quali però ella si discosta. La sua è una voce che si alza dal magma vulcanico dei crudi interessi umani, una voce che trova nel verso il proprio testamento spirituale, il proprio messaggio di rinascita dei valori umani.

Una versificazione la sua a volte dirompente ed essenziale, che sa cogliere della società ipertrofizzata dal puro utilitarismo, una cronistoria della nostra civiltà tecnologica, della nullificazione che scardina la vera identità dell’uomo. Tuttavia, nonostante lo scandaglio dolente, Gabriella Veschi sembra trovare in un rapporto generoso e fecondo con la vita, la natura, i fatti e le vicende che dominano le sue giornate di ricerca interiore per approdare fortunatamente a una poesia ricca di emozioni, impreziosita da immagini liriche ma anche di meditazione e di valori e descrizioni naturalistiche.

E così emergono delicati quadretti che dipingono la sua città; si legga Ad Ancona, un mattino: «…Il cielo terso / si estende / sfolgorante nel suo / pallido celeste, / si affaccia nel / vuoto di una / finestra senza vetri, / a fotografare / i resti / di un anfiteatro intatto, / splendore desolato…» dove sembra prevalere un atteggiamento più lirico, di pura contemplazione, di scavo interiore, un’oasi di serenità dove estraniarsi dai mali del vivere quotidiano.

La poesia diventa così rifugio, espressione estetica e che in qualche modo consola, guarisce, risana mentre la memoria affiora qua e là e ne sorregge la vera ispirazione.

Una poesia che in sintesi cede il passo alla speranza, «… inizia la folle corsa, / dimentica del dolore / ti elevi verso il cielo…» (Cavalcando), in quanto per la nostra autrice, abbandonarsi alla scrittura è già vivere di spirituale trascendenza.

Michele Miano

 

 

_________________

L’AUTORE

Gabriella Veschi (Ancona, 1959) insegna Materie letterarie presso il Liceo artistico Mannucci di Ancona. Si è occupata di teorie della traduzione e di Letteratura italiana e straniera, pubblicando articoli e saggi critici in riviste e libri riguardanti vari scrittori: Dolores Prato, Ugo Betti, Stanislao Nievo, Sebastiano Vassalli, Leonardo Sciascia, Amelia Rosselli, Sylvia Plath. Per la poesia ha pubblicato le raccolte: Salita e simili (2016), 28 Novembre (2017), Tra natura, memoria e aneliti d’infinito (2021), Il fragile filo dell’esistenza (2022).

________________

 

Gabriella Veschi, Imprevisti battiti, prefazione di Michele Miano, Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 90, isbn 978-88-31497-95-4, mianoposta@gmail.com.

RUTA FULVIA FAZIO "VERSO LA LUCE"

 "Verso la luce."

   di RITA FULVIA FAZIO

Dal piazzale al Santuario sul colle / 
levatosi al rèfolo del mare, /
ti investe un passo leggero /
sulla soglia aperta / 
nella fresca penombra: /incede ovattato e riposante, /
il senso di spera luminosa/ 
e salvifica anima, /
Verso la luce /
di commovente bellezza /
versata da Dio in noi.

Una buona serata.

Fulvia



Inviato da smartphone Samsung GalaxRITA FULVIA FAZIO; "

lunedì 23 gennaio 2023

G. CECCAROSSI: "BEATI QUI NON VIDERUNT ET CREDIDERUNT"

 




non c'è Strada né vicolo dove Rifugiarmi

se guardo IN alto  e ilo cielo...soltanto lo scirocco mi acarezza

..Beàti qui non vidérunt et credidérunt (Gv 20, 29)

di Giannicola Ceccarossi

  • Editore: Ibiskos Ulivieri
  • Collana: Phalaenopsis
  • Illustratore: Borovikovsky V. L.
  • Data di Pubblicazione: dicembre 2022
  • EAN: 9788832722253
  • ISBN: 8832722259
  • Pagine: 46
  • Formato: rilegato
     GIannicola Ceccarossi in questo libro mette in evidenza il suo processo spirituale e metafisico, toccando i tasti principali dell'esistenzialismo e della natura del nostro corpo. Una silloge meditata, attraverso una  concatenazione di liriche che ci trascinano in un mondo diverso da quello abituale. del poeta.
    Partendo dalla prima lirica si capisce il profondo travaglio esistenziale del poeta. che  Ci fa capire il processo meditativo ed emotivo che lo coinvolge. Non è di certo improprio
    ricorrere ad una perifrasi che chiude la saggia prefazione del nostro Balestriere:" una tensione spirituale che va ben oltre la religiosità e vi troverà pure una densa fervida umanitas che tutto  ingentilisce eletto viatico e stigma di una vera nobiltà, non solo poetica"

    venerdì 20 gennaio 2023

    claudia piccinno antologia poetica"


    claudia piccinno


    Claudia Piccinno si presenta alla scena culturale con una nuova crestomazia critica di grande valenza letteraria, editata per i caratteri di IL CUSCINO DI STELLE.  Un testo di ben 197 pagine che mette in evidenza la versatilità della nostra scrittrice, eclettica nello stilare le analisi dei diversi scrittori presi in esame; il libro si divide in otto sezioni: SEZIONE POESIA, SEZIONE NARRATIVA, SEZIONE FAVOLE, SEZIONE SAGGI, SEZIONE EPISTOLE, SEZIONE ANTOLOGIE, SEZIONE INGLESE, SEZIONE ARTICOLI. Una antologia curata, bene impostata, da cui emerge la valenza  analitica della scrittrice, che stila l’analisi di un testo di ogni scrittore,  proteiforme, di generosa lucidità scritturale. NOTE DI LETTURA di CLAUDIA PICCINNO, il titolo. Una Antologia di pregevole fattura per copertina, quarta, risvolti di copertina, composizione, caratteri… Penso che ogni scrittore avrebbe piacere di avere in biblioteca un testo del genere, magari con uno scritto  della scrittrice dedicato ad un suo volume. La Piccinno, docente, si occupa di poesia e traduzioni. Ha al suo attivo numerosi libri di poesia in più lingue. Rappresenta in Europa organismi votati alla pace, cultura e solidarietà tra cui il Wip, il Wfp,   Aim… Ha tradotto e promosso in Italia e all’estero poeti provenienti dalla Turchia, Germania, Arabia Saudita, Serbia, India, Grecia. Cura la rubrica poesia sulla gazzetta di Istambul ed è ordinatrice europea per la rivista PAPIRUS, Artshop edizioni. Come esempio delle sue doti critiche trascrivo qui di seguito i due sue interventi su due miei editi: CRONACA DI UN SOGGIORNO E IL SORRISO DEL MARE

    Non ho competenze critiche, se non una grande esperienza di lettrice e so quanto leggere poesia sia diverso dal leggere prosa. Occorre rileggere per sentire la comunione col poeta, perché spesso lo stile è intriso di espedienti per non dire. Non è questo che mi è accaduto coi versi del Nostro che sono arrivati immediati, densi di musicalità e afflato lirico, e li ho riletti invece con un duplice intento, memorizzarne la bellezza e promulgarla ovunque. Farò in modo che la sua voce superi i confini. Scrivere della sua poetica è per chiunque sfida grandissima, cosi ho deciso di lasciare che la sua voce si sedimenti dentro me per poi tradurla in lingua inglese, senza tradirla. Sono in ascolto. Ho colto per ora il senso generale della sua poetica: raccontare la vita terrena come fosse un soggiorno temporaneo. Come un lupo di mare, Nazario redige un diario di bordo, ma lo fa in versi, eleganti e classici, intrisi di ossimorici abbandoni. Leggendo mi par di conoscere tutti i suoi familiari, il fratello Sauro, a cui si deve l'opera di copertina, la madre dalle mani screpolate dal lavoro, il padre che si staglia come esempio di rettitudine e onestà, la donna amata, il figlio e le nipoti. Come una cronaca, questa raccolta ha un chi, un dove, un quando. Il dove è un luogo a metà strada tra la meravigliosa campagna pisana e l'isola della memoria, sospesa tra fughe ed ancoraggi, lontana dai rumori di terra, dai frastuoni che inondano le strade, dove il nostro poeta è ospite  e medita sulle vicende umane. Leggendo la lirica La mia isola si intuisce come essa altro non sia che la cultura, un sapere enciclopedico che stimola il pensiero e dove Nazario respira la verità che hanno cercato sempre i pensatori nei secoli dei secoli. Il quando nasce con la sua infanzia, attinge alla mitologia e aspira a un tempo ultraterreno. Perché non è solo commiato d'autunno come qualcuno ha scritto, c'è il futuro della primavera, la speranza di un Eden fiorito, la fede che esista un altro azzurro, oltre quello del mare, un azzurro dove fare ritorno, perché come egli stesso scrive, l'azzurro è il nostro primo amore. Non si riduce però alla cronaca il libro di Pardini, come le parabole contiene molteplici messaggi, ed Egli che molti di noi vivono come un padre spirituale, il nostro babbo poetico, ci invita a concentrarci sulla bellezza per trovare pace in terra, ci esorta con paterno esempio a trovare la nostra isola dove respirare eternità e dove divulgare canti che superino i confini. Per far questo, ritengo che occorra fare un passo indietro e restare in ascolto (Claudia Piccinno).

     

    Quando ho ricevuto la copia autografata del libro Il sorriso del mare di Nazario Pardini, l'ho tenuto tra le mani e come sono solita fare sin da bambina, quando mi regalano un libro, l'ho annusato, ho esplorato la cover, ho apprezzato la veste grafica e gli ho scritto una mail per ringraziarlo. Solo dopo qualche minuto, ho scoperto di aver ricevuto la copia numero 8. 

    Ho pensato subito che l'otto, se ruota a 90 gradi, assomiglia all'infinito e fa pendant con la foto di copertina.. Sembra incredibile, ma esattamente un anno fa a Rodi ho visto un tramonto simile ed ho cercato la mia foto.

    Cerca le differenze, ho pensato.. Ci ho visto subito nella mia foto, i due alberi in primo piano e il terzo sullo sfondo.

    Nazario, Delia e la gioventù.

    Esiste Delia? È forse archetipo di Laura e Beatrice? No. Delia c'è, sicuramente non corre più sulla battigia ma i suoi occhi sono profondi e caldi come il tramonto della copertina o come quello che qui allego.

    Ho avuto il privilegio di leggere alcuni di questi componimenti circa un anno fa, quando erano ancora inediti e ne ho tradotti alcuni in inglese. Ma leggendoli ora, uno dietro l'altro, essi assumono il senso di un unicum, un poema d'amore compiuto .

    Qui Nazario ci racconta l'amore, quello senza tempo, che ritorna ogni sera prima di addormentarci come il cortometraggio di ricordi lontani, eppure tanto vicini perché non ci hanno mai abbandonati.

    Parte integrante di questo amore lungo tutta la vita del poeta, oggetto di contemplazione e adorazione è appunto il mare che a volte è solo un riflesso, uno spettatore, altre volte è colui che accoglie l'Arno e i suoi fratelli, come il padre invocato dal Nostro, lo accoglierà, noi speriamo il più tardi possibile, tra le sue braccia nel cielo infinito.

    Sorride il mare di Nazario e a volte invia burrasche per cancellare orme nella sabbia, ma la mente sa ripescare azzurrità e le concentra negli occhi blu di Delia. 

    L'amore non si scorda, ed è come un mosaico che mette a punto tutti i suoi frammenti come si trattasse di un'unica stagione.

    Non finisce mai un amore non vissuto, è infinito esattamente come il mare.

    Il mare lo sa e sorride. 

    Grazie Nazario per avermi trasmesso questa grande lezione di vita. 

     

     

     

     



     

  •  ·
    https://fabriziobregoli.com/2021/02/27/su-in-ordine-sparso-antologia...

    Con questa antologia dal titolo "In ordine sparso" (Il cuscino di stelle, 2020), a cura di Armando Iadeluca, Claudia Piccinno raggiunge un importante traguardo per una scrittrice, saggista, traduttrice e poeta: una raccolta di commenti critici, qui tutti raccolti e messi a fattore comune, per la comprensione della sua opera, della sua poetica, del suo…

    Commenti e suggerimenti
  • sabato 14 gennaio 2023

    FEDERICO GARCIA Lorca, Federico Enciclopedia on line Condividi Poeta e drammaturgo).

     

    García Lorca, Federico

    Enciclopedia on line
    • Condividi

    Poeta e drammaturgo spagnolo (Fuente Vaqueros 1898 - Víznar, Granada, 1936). Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di S. Dalí e L. Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti. Talvolta ridotto a cantore folkloristico dell'Andalusia per raccolte come il Romancero gitano (1928), suo primo successo popolare, G.L. in realtà superò questa posizione raccogliendo suggestioni derivate sia dalla tradizione spagnola seicentesca sia dalle moderne avanguardie. Tra le raccolte: Poeta en Nueva York (scritto tra il 1929 e il 1930 e pubblicato nel 1940); tra le pièces teatrali: Bodas de sangre (1933), Casa de Bernarda Alba (1933).

    VITA E OPERE

    Compì i suoi studî prima ad Almería e quindi nell'università di Granada dove studiò filosofia e diritto, laureandosi in giurisprudenza nel 1923. Appassionato di teatro, fondò nel 1931 il teatro universitario "La Barraca" che diresse con Eduardo Ugarte. Di una certa importanza formativa fu il viaggio negli Stati Uniti nel 1930. Risiedette in Argentina nel 1933-34. Morì a Granada, fucilato dai nazionalisti, durante i primi giorni della guerra civile. Appartenente alla medesima generazione di R. Alberti, P. Salinas, J. Guillén, partecipò ai varî tentativi modernisti, specialmente impressionisti, ciò che sta a testimoniare la buona conoscenza che doveva avere delle correnti letterarie europee e particolarmente francesi. Il valore folcloristico della poesia lorchiana è stato


    Viene da sé, leggendo le poesie di…., tirare in ballo uno dei più grandi scrittori dell’altro secolo: Garcia Lorca (1898-1936); i suoi versi armoniosi, ricchi di pathos, di creatività, e di immensa saudade. Un canto che si propone come rievocazione, come poesia dell’home, delle radici; come poesia da tramutare in canzone da cantare con gli amici in un ritrovo. Insomma armonia, fragranza, repêchage, vertigini popolari,  innesti di personale statura volti all’amore, al sociale, alla vita. José M. Valverde in Storia della letteratura spagnola, così scrive: 1)“ l’esempio che riportiamo ha uno sviluppo più lungo, tanto da assumere le dimensioni di un vero romance, ma la struttura, poggiante su ritornelli e simmetrie, in forma di ballata, rivela la presenza della musica che, come è sempre accaduto nei romances spagnoli, ha una melodia della lunghezza di quattro versi, cioè di un periodo strofico. Nell’intenzione del poeta, questa lirica si sarebbe dovuta leggere alternando le strofe cantate a quelle semplicemente recitate. Quanto alla strana parola iniziale, arbolé, è una “appoggiatura” di tipo folkloristico, modificazione senza senso della parola arbol (albero), che si trova soprattutto nelle canzoni infantili spagnole; l’accento finale, che si ripete nell’aggettivo verdé, rivela la  necessità della musica:

    Arbolé, arbolé – seco y verdé.

    <<La ragazza dal bel viso – sta raccogliendo le olive.

    Il vento, amante di torri -   la prende per la cintura.

    Passaron quattro cavalieri – sopra cavalli andalusi

    con vestiti azzurri e verdi – con lunghi mantelli oscuri.

    “Vieni a Còrdova, ragazza” – La ragazza non li ascolta.

    Passarono tre toreri – sottili nella cintura:

    vestiti color d’arancia – con spade d’argento antico.

    “Vieni a Siviglia, ragazza” – La ragazza non li ascolta.

    Quando la sera divenne – viola, con luce diffusa,

    passò un giovane che aveva – rose e mirti di luna.

    “vieni a Granada, ragazza” – la ragazza non lo ascolta.

    La ragazza dal bel viso – continua a raccogliere olive,

    col braccio grigio del vento – stretto intorno alla cintura.

    Arbolé. Arbolé – seco y verdé.

     

    Motivo che ritroveremo in un’altra tra le più belle canzoni, delicato omaggio a una donna di servizio, dove riappare il vecchio tema ronsardiano dell’invito a godere della giovinezza e della primavera, il titolo:

    A Irene Garcia, donna di sevizio….>>.

    Quindi folklore, inno alla giovinezza,  melanconia per lo scorrere del tempo, amore e musica, tanta musica sono gli ingredienti che tornano vivi anche nel poeta che stiamo prendendo in esame, ricorrenti nella poesia ronsardiana della PLEIADE, facendone la grandeur.:

    2)Les Amours de Cassandre (1552). Ces sonnets , imités de Pétrarque et des poètes pétrarquisants, manquent de naturel et de simplicité. On  y retrouve les thèmes mis à la mode par la poésie italienne, les comparaisons outrées, les métaphores compliqués…. La mitologie y tient une grande place. Pourtant , le rythme  heureux du vers, l’harmonie des sillabe, font oublier  l’artifice de l’imagination; et sous la préciosité de surface, on reconnait  la délicatesse  ou l’ardeur d’une passion sincère:

    Comme un beau lis au mois de juin blessé

    D’un rais trop chaud languit à chef baissé

    Je me consume au plus vert de  mon âge”.   

    Non è difficile comparare i temi ispirativi dei grandi poeti citati con quelli che caratterizzano la poetica del  Nostro. Ma procediamo con ordine:

    Amore, Giovinezza, tempus fugit, saudade, memoriale, panismo esistenziale, euritmica scansione, e felice musicalità del verso sono gli elementi che accomunano lo stile del Nostro con quello degli autori citati.

     

     

     

     


    mercoledì 11 gennaio 2023

    MARCO DEI FERRARI "POLVERI DI NULLA"

    POLVERI DI NULLA

     

    Lampi gamma per frattali

    fluttuano dalle galassie al Grande Muro

    atomi orbite e fotoni cadranno

    nell’indefinito espanso

    al bosone di Dio

    l’auraborus ci narra granuli di semi

    dalle stringhe di schiuma al limito

    massimo

     

    materie oscure alla deriva di buchi

    fagociti di vapori gas polveri

    microonde reticolano irridenti

    spettri di luce offuscano

    pallide particelle di umane storie

     

    nane nere pianeti freddi

    crespi atomici fucinano ammassi

    supernove s’esplodono alla condanna

    di multiverse trame dal nulla apparse

     

    enigmi di forze sinottiche

    nel viottolo a scala germogliano

    quanti a velocità finita

    prevalenti asimmetri

    su vuoti di neutrini tracciano energie

     

    formicolo primi tre minuti

    passato – futuro s’impatta

    pressato spumoso

    gravita su onde transite

     

    bilanciano dal nulla curve

    giganti di spazio tempo

    miniature di polveri a punto zero

    misterico ciglio

    che dovrà l’assolo

    antimaterico... varcare

     

    Marco dei Ferrari


    lunedì 2 gennaio 2023

    A. PIPERNO: "Proust senza tempo" E CONTRO LA MEMORIA


    Biografia[modifica | modifica wikitesto]

    Figlio di Giuseppe Maria e di Albertine Louise Viora, nacque ad Aosta, città della famiglia materna (quella paterna era invece del Canavese). Trascorse l'infanzia a Torino, dove frequentò le scuole fino al ginnasio. Suo compagno di studi in questi anni fu Carlo Levi, che gli rimase amico per tutta la vita[2].

    Nel 1916 fu affidato ai nonni materni con la sorella maggiore Giuliana e tornò ad Aosta, dove studiò al liceo classico "Principe di Napoli" per uscirne diplomato con un anno di anticipo. Nel 1918, indeciso se iscriversi a matematica o a lettere, optò per quest'ultima facoltà all'Università di Torino. Nello stesso anno, in occasione di un concorso per una borsa di studio, conobbe Piero Gobetti. Nel 1919 morì il padre (allora ricopriva la carica di segretario capo dell'Intendenza di Finanza di Torino), lasciando la famiglia in difficoltà finanziarie[2].

    Il 10 luglio 1922 si laureò presentando una tesi su Jacopone da Todi, con relatore Vittorio Cian. Il lavoro, da cui derivarono due pubblicazioni, fu rivisto e dato alle stampe nel 1926[2][3]Targa commemorativa dedicata a Natalino Sapegno, via Porta Pretoria a Aosta.

    Diplomatosi al Liceo classico di Aosta (allora denominato "Principe di Napoli"), in compagnia di illustri personaggi quali Federico Chabod, si laureò a Torino nel 1922 con una tesi su Jacopone da Todi, in seguito pubblicata.

    Di formazione inizialmente crociana,: 

    Proust senza tempo si divide in due parti di lunghezza quasi uguale: una prima, inedita, dove è soprattutto chi scrive a rendere conto della propria passione per l’autore e una seconda parte, largamente edita sulle pagine del «Corriere della Sera», in cui è in gioco il rapporto tra Proust e gli altri, da Dante a Woolf, da Balzac a Roth.

    Recensione di Alessandro Piperno, “Proust senza tempo”Ennio l'alieno - Renato Minore, Francesca Pansa | Libri Mondadori

    Marziano, alieno, amico della notte. Irripetibile. È l’Ennio che tutti chiamano Flaiano e nessuno conosce davvero, che si lascia inseguire come insospettato protagonista di un romanzo di amicizie, delusioni, solitudini, grandissimi dolori. Continua Disponibile su: Genere: Narrativa Contemporanea ISBN: 9788804749820 228 pagine Prezzo: € 18,50

    diacritica.it/recensioni/recensione-di-alessandro-piperno-proust-senza-tempo.html
    diacritica.it/recensioni/recensione-di-alessandro-piperno-proust-senza-te

















    Renato Minore - Wikipedia

    https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Minore

    Renato Minore (Chieti, 7 settembre 1944 ) è un giornalista, scrittore e poeta italiano. Risiede da oltre trent'anni a Roma. Si è laureato in lettere moderne con Natalino Sapegno e si è specializzato in filologia moderna. Ha insegnato Teoria e tecniche delle comunicazione di massa all'Università di Roma e alla … Visualizza altro