martedì 28 febbraio 2023

Nota critica di Donatini a " La staccionata " di Gian Marco Cellini

 

Si tratta di un romanzo psicologico questo di Gian Marco Cellini. Non poteva essere altrimenti, visto che l’autore è proprio di professione, psicologo e psicoterapeuta. È la storia di un giovane, Giacomo, con problemi psicologici, in cui passato e presente si snodano parallelamente nel flusso della narrazione, per ricongiungersi in maniera drammatica nel finale.

Giacomo ha vissuto una vita piena di traumi, sia fisici che psicologici, indotti da una condizione difficile già nell’infanzia. Nato da una coppia, fuori dal matrimonio, rifiutato dal padre naturale, seguito dai nonni, in una convivenza in cui la madre Marilena, non si sente a suo agio. Usciti lei e il bambino dalla casa paterna, Giacomo vive solo con la madre che si riaccompagna e poi si sposa con un amico di gioventù Pietro, che ama il bambino e lo segue con amore anche dopo la morte di Marilena, uccisa dal padre naturale, ricomparso, nel corso di una colluttazione.

Il ragazzo seppur molto bravo a scuola, viene bullizzato dai compagni, fatto che acuisce il suo disagio psichico. Alla fine fugge dal patrigno per costruirsi la sua vita in autonomia. I suoi problemi psicologici si aggravano, carattere introverso, difetti fisici quali problemi di traspirazione e odore sgradevole, che gli rendono difficile il rapporto con gli altri.

Per mettersi a riparo dai suoi disturbi nevrotici, scegli di vivere una vita iper organizzata, salutista, ma questo non fa altro che produrre nuove fobie, il terrore paranoico dei tuoni, l’insonnia, l’odio del cibo, fino all’odio per il suo stesso corpo. Di fatto le sue fissazioni, la sua condizione difensiva, messe in atto per proteggersi, divengono insidie e cause scatenanti dei suoi traumi.

 

Il testo segue uno schema che procede negli step classici della narrazione, in cui il passato del ragazzo costituisce l’antefatto che genera la sua crisi psicotica, che si acutizza sempre più fino all’acme rappresentato dall’incontro di due donne, una ragazza e una signora, due figure opposte, sul piano fisico e psicologico. Il loro incontro causa in lui una drammatica presa d’atto della sua condizione in sui si confrontano elementi reali e surreali, materiali e onirici, la riscoperta del corpo e la sessualità. Questa riscoperta non porta purtroppo a una accettazione dell’esistenza, ma piuttosto a una volontà di auto distruzione e al conseguente drammatico scioglimento finale.

 

Una considerazione sul titolo, grande enigma della narrativa moderna, come ci spiega molto bene Umberto Eco nella nota in calce al suo romanzo Il nome della rosa. La staccionata forse vuole indicare una sorta di limite invalicabile, tra la condizione in superficie dell’esistenza e i demoni interiori che si scatenano, fino a condizionare profondamente il nostro essere quotidiano, oppure la staccionata come protezione e allo stesso tempo costrizione, impedimento di vivere la vita, liberare le proprie pulsioni, realizzare l’espressione compiuta della propria personalità

 


lunedì 27 febbraio 2023

Antonio Spagnuolo :"La parola in ascolto"

 

Lucianna Argentino: “La parola in ascolto” ed. Manni 2021- pagg. 78 - € 12,00 //

 

Se desideriamo indagare sulle origini dell’atto poetico credo che dobbiamo scavare nei meandri del sub conscio, dove la fantasia trova il pabulum necessario per evidenziare l’integrità dei rapporti interpersonali, basati sulla comprensione del significato della parola stessa, quella parola che riesce a creare metafore e simboli nel ritmo del verso. Il bagaglio della psiche sfuma nell’imprevedibile e diviene di volta in volta la lente rifrangente del pensiero e di tutta l’esperienza culturale, di fondamentale importanza per il vettore trainante dell’arte.

Questo per introdurre alla lettura di un volume di particolare intensità e coerenza con l’incontro / scontro della interpretazione, perché qui ci troviamo per la poesia innanzi ad un corposo saggio, che come indicato prende spunto dalla parola “Silenzio”.

La scrittura di Lucianna Argentino apre, con chi la sa ascoltare attentamente, profonde consonanze armoniche. Le sue parole all’apparenza semplici, ben disposte sulla pagina, chiare e allo stesso tempo quasi ondeggianti, risuonano a lungo, internamente, e continuano a creare fecondi echi con l’esperienza del lettore.

Le immagini e spesso anche le situazioni non disdegnano passi di una prosa breve e lirica, conservano le impronte della complessità di una esistenza concreta, ma rivelando anche una sorta di alone mistico, austero e rilucente di una propria forza vitale. Ella cerca di realizzare un approfondimento che sembra nascere dalla filosofia e con essa si addentra nel reticolo del subconscio per svelare gli accenti  culturali che accarezzano la pagina nel segno della ricerca e della durezza del pensiero.

Una lettura piana e lineare qui è a portata di mano. La poetessa si abbandona ad una scrittura densa e pregnante, palpitante e suggestiva e, pur non trascurando di annotare momenti della realtà quotidiana, affonda in un lirismo che ha la saggezza del dire contemporaneo e la voce della grande tradizione. Lo dimostra anche il fatto che ricorre l’immagine impalpabile dell’indagare e che ricorrono le stagioni del immersione metaforica, nel compiere il senso dello scorrere del tempo, e ricorrere il colore , la folgorazione che illumina e converte in promessa ogni sillaba.

 

L’invito ad abituarsi al “silenzio” diviene gioco indiscutibile di probabili allucinazioni, o addirittura di improbabili lampeggi che avvolgono il nostro sub conscio, per avviarci alle immaginazioni policromatiche dell’irreale. Un fantasticare sottoposto al flusso irrefrenabile del quotidiano e alle armonie di un dettato impaziente che punta a dei cardini irrinunciabili della mente.

Dobbiamo quindi arrischiare, osare una intuizione momentanea che in fondo è libero fluido di più contese del simbolo, nutrito da ansie erratiche, da controlli dell’ora, da sorvegliate incertezze della emotività, da sottaciute cicatrici.

L’argomento di derivazione analitica è ineccepibile: il bello estetico, comunque sia realizzato, magari anche in controcanto, ossia autonegandosi nello stesso momento in cui si crea, attenua o addirittura oblitera gli orrori degli eventi storici se ve ne siano, dal momento che il bello estetico è quanto di più umano vi sia. La stilizzazione poetica di un dolore lo rende funzionale a un piacere, ossia al suo contrario, alla sua negazione. Non solo quello estetico ma qualsiasi discorso sull’indicibile produce un’analoga contraddizione, ed è certamente la consapevolezza della parola che cerca gli abissi dell’anima.

*

Parlare di questo lavoro risulta alquanto difficile, complicato, proprio perché più che un saggio completo esso è come un trattato di ermeneutica, nel quale trovare, salvare e studiare il tomo che viene dedicato alla parola silenzio.

Ed ella stessa ci avverte in prefazione:                  

“Da tempo sentivo il desiderio di esprimere i miei pensieri sul silenzio come atto creativo, quello che precede, accompagna e segue la poesia, ossia il silenzio che assieme alla parola poetica continua a vibrare e a creare nell’animo del lettore. Il silenzio, infatti, è parte della poesia e quindi, da poeta, frequento entrambi da molti anni. Certo, non si può parlare di poesia senza parlare di silenzio, così come, in questo piccolo saggio, parlando di silenzio, ho necessariamente parlato di poesia. Il punto di partenza è stato, tuttavia, il silenzio a cui volevo dedicare delle riflessioni approfondite. È, dunque, un saggio poetico-spirituale, in cui ho cercato di scandagliare il potere del silenzio attraverso suggestioni e ispirazioni nate dal mio percorso umano, quindi dagli studi, dalle letture, dalla musica, dall’arte. Quello che si snoda tra le pagine di questo libro è, pertanto, un distillato delle mie molteplici esperienze”.                                                           

L’impeto di un approccio dà origine a un codice simbolico personalissimo che va da mutamenti del colore, verso il bruno o verso l’azzurro, alla febbre, al diffondersi di un incendio, alla perdita di una visone, al trascorrere di nubi, alla traversata del mare, all’imbandire di una tavola cibarsi o bere, al progredire di una stagione fino alla pienezza dell’autunno, al vuotare un’urna che la pioggia ha riempito, al remare incontro alla notte. Una funzione di cerniera e di centralità, una certa percezione elegiaca del ricordo, che si forma e scorre nel senso nostalgico del tempo in pagine che attanagliano per la loro limpida scorrevolezza e per la loro delicata fattura, degna di una penna carica sino al massimo di un bagaglio culturale di tutto rispetto.

Dunque “il silenzio”, quella pausa che avvolge ogni pensiero e ne determina la sospensione quasi per realizzare il vuoto che prepara accuratamente la sorpresa del dire o della involontaria illusione. Una stanza vuota nella quale accogliere lo spirito eletto che attende il nostro benvenuto per imbrigliare effusioni, per riscoprire i segni dell’arte, anche quando sembrano evaporare in preghiera, nella giusta voglia delle scelte di testarle degne o indegne dell’animazione, che giocano e si addestrano nella fantasia di un destino esistenziale.

Lucianna Argentino ci propone allora, in questo suo esprimersi da poeta, un’immersione policromatica nei flutti di una tempestosa mareggiata, nella quale scopriremo che il silenzio è qualcosa che diviene palpabile e raggiungibile nelle varie illuminazioni. Esso è ascolto perché da esso nasce la parola poetica, è una soglia perché  somiglia alle porte spaziotemporali della narrativa fantascientifica, è speranza perché dal silenzio emerge la parola del dire, è relazione perché consente una rete di influenze reciproche, è epifania, attenzione e libertà, scintilla, digiuno di purificazione e festivo, voce della memoria e memoria della voce, preghiera perché chiama a se l’illimitato, maternità perché deve nutrire la conca del cuore, il silenzio è lo spazio nel quale ci si abbandona allo spirito carnale della poesia, e così via proseguendo in una ricarica elegiaca simile alla sequenza numerica dei petali di una margherita.

Ricca di sorprese anche la spontaneità con la quale tra la parola e il silenzio vengono proposte sorprendenti inserimenti di dialoghi con autori incontrati quasi per caso.

Cosa dire della scrittura? Come suggerisce stesso Lucianna la scrittura assume in queste pagine l’equilibrio necessario per un percorso piuttosto acerbo affondando la penna anche nell’etimologia delle parole usate, per quella velatura multiforme che influenza il pensiero ed aiuta alla riflessione sul silenzio. La ricchezza delle metafore  si appaga nei riferimenti stratificati nel meraviglioso groviglio della frase.

L’attenzione offre anche osservazioni linguistiche sulla ricerca del simbolo, che risulta fatta di spartizioni di termini mai stravaganti e sempre aderenti al linguaggio attualmente in uso.

Semplicità ed approfondimento sono le cifre che alimentano questo simbolismo, nel declino delle diverse e numerose considerazioni che il silenzio partecipa.

Il progetto primario si realizza così nel rispetto dei valori che il palpabile sentimento del lettore riesce a ricamare anche sul piano dei confronti e dei consigli.

 

 

ANTONIO SPAGNUOLO

Bando Premio Mimesis

 L’Associazione Culturale Teatrale Mimesis, in collaborazione con

il Comune di Itri (LT), il periodico Dialettica tra Culture,

il blog Alla volta di Leucade, gemellata con il Circolo IPLAC, promuove il

 

XXVI PREMIO NAZIONALE MIMESIS di poesia

Scadenza 12 maggio 2023

 

SEZIONE A) Poesia inedita: Si partecipa con un massimo di tre poesie a tema libero, in lingua italiana o in uno dei dialetti d’Italia (con traduzione). Per poesia inedita s’intende mai divulgata tramite qualsiasi mezzo. In ogni caso, l’opera non dovrà mai essere associabile all’autore, ma se prima della pubblicazione della classifica finale fosse divulgata, l’autore avrà cura di avvisare la segreteria che la sposterà nella sezione B.

SEZIONE B) Poesia edita: Si partecipa con un massimo di tre poesie a tema libero, in lingua italiana o in uno dei dialetti d’Italia (con traduzione), pubblicate e/o divulgate tramite qualsiasi mezzo.

La mancata osservanza delle regole comporterà l’esclusione dei testi anche a premi attribuiti.

 

GIURIA DEL PREMIO

 

Presidente Nazario Pardini (ex ordinario di Lingua e Letteratura Italiana, poeta, saggista, critico letterario, blogger)

Vice pres. Patrizia Stefanelli

Federico D’Angelo Di Paola

Emanuela Dalla Libera

Gianpaolo G. Mastropasqua

Vincenzo Mastropirro

Serenella Menichetti

Giuseppe Napolitano

Francesco Terracciano

Antonio Villa

Giovanni Martone: Segretario del Premio

La giuria, con giudizio insindacabile, valuterà le opere in forma anonima e stilerà una graduatoria di 12 vincitori per sezione.

 

PREMI

Sarà pubblicata una raccolta antologica delle opere vincitrici a spese dell’Associazione Culturale Teatrale Mimesis. I poeti, con la propria partecipazione, ne autorizzano la stampa senza nulla a pretendere circa i diritti d’autore che resteranno di loro proprietà.  

SEZIONE A Poesia inedita

classificato: € 500 offerti dal Comune di Itri; trofeo, motivazione in pergamena, 5 copie dell’antologia.

classificato: € 200, trofeo, motivazione in pergamena, 5 copie dell’antologia.

classificato: € 100, trofeo, motivazione in pergamena, 5 copie dell’antologia.

VINCITORI dal 4° CLASSIFICATO

Targa ricordo con incisione della poesia premiata, 5 copie dell’antologia, cofanetto di vini pregiati.

 

SEZIONE B Poesia edita

classificato: Contratto editoriale per la pubblicazione di una silloge di 64 pagine in 100 copie, trofeo, motivazione in pergamena, 5 copie dell’antologia.

classificato: € 200, trofeo, motivazione in pergamena, 5 copie dell’antologia;

classificato: € 100, trofeo, motivazione in pergamena, 5 copie dell’antologia.

VINCITORI dal 4° CLASSIFICATO

Targa ricordo con incisione della poesia premiata, 5 copie dell’antologia, cofanetto di vini pregiati.

PREMIO SPECIALE “PROVINCIA DI LATINA”

All’autore residente in provincia di Latina, con il punteggio più alto, non presente tra i 12 vincitori.

PREMIO SPECIALE “STAMPA”

Trofeo conferito a una poesia, tra le 24 vincitrici, per l’impegno comunicativo.

GIURIA STAMPA

Franco Cairo (giornalista di Lazio TV- Europa TV)

Orazio La Rocca (giornalista, vaticanista, scrittore)

Gaetano Orticelli (giornalista, scrittore)

Orazio Ruggieri (corrispondente locale per H24, Tele Free)

La serata di premiazione si terrà nella terza settimana del mese di agosto 2023. I poeti vincitori presenti saranno intervistati dai giornalisti per Lazio TV. Saranno declamate le liriche vincitrici.

La segreteria spedirà, a proprie spese, il trofeo/targa, la pergamena e una copia dell’antologia. Per i premi in denaro e il contratto editoriale è richiesta la presenza dei vincitori.

MODALITÀ D’ISCRIZIONE E INVIO OPERE

Il contributo di partecipazione, di €15 per una sezione e €25 per due, può essere versato con:

-ricarica postepay n. 4023600977025677 intestata a Nicola Maggiarra Codice Fiscale MGGNCL49P25E375F
-tramite Paypal a: info@associazionemimesis.com

-bonifico bancario verso: Associazione Culturale Teatrale Mimesis IBAN IT04N0103074000 000000658870 MPS filiale di Itri (LT). Causale: Contributo XXVI Premio Nazionale Mimesis

-in contanti o assegno intestato a Nicola Maggiarra.

Invio opere entro il 12 maggio 2023

Tramite e-mail a info@associazionemimesis.com Oggetto: XXVI Premio Nazionale Mimesis –sezione in cui si partecipa (A e/o B)

Allegare tre file: 1) Le poesie in unico file formato word  carattere 12, senza alcun segno di riconoscimento; 2) dati anagrafici, domicilio, n° di telefono, indirizzo e-mail; 3) copia del versamento contributivo.

Tramite posta tradizionale al seguente indirizzo: Giovanni Martone, Contrada Campanaro Alto, 9 - 04020 Itri (LT). Spedire le poesie in unica copia scrivendo in calce l’indicazione della sezione e i

dati personali. Accludere al plico la ricevuta della quota contributiva. Farà fede il timbro postale.

Risultati in  www.associazionemimesis.com - htthps://www.facebook.com/premiomimesis/

La segreteria informerà i vincitori tramite e-mail e telefono almeno 15 giorni prima della premiazione. L’autore, con la partecipazione al concorso, accetta le norme del bando, dichiara la proprietà delle opere, acconsente al trattamento dei dati personali ai sensi del d. Lgs. Nr.196/2003.

Telefoni utili: 3475243092/ 3397263226

 

Patrizia Stefannelli a Nazzario per il compleanno

 

 

A Nazario per il suo compleanno

 

Con la mano sul cuore

 

 

Un giorno addietro o tanti ─ più non so ─

dicemmo ‘sempre’ o forse ‘mai’;

il punto è che tante cose

ci restano nelle ossa conficcate:

sono dolori, amico, di corolle,

non biancospini non roseti

o glicini ma grappoli

d’anime avverse. E pure

di vaglia avemmo nuovi fiori

che crebbero selvaggi sulla via.

Noi ne scrivemmo attenti

a non sciuparne il vero

tradendo la natura ineguagliabile.

Il cuore si compiace, amico caro,

se dirada quel velo di vapore

che non ci oltraggia ma nasconde il sole.

 

 

Con affetto e stima.

Patrizia

25 febbraio 2023

 

 


martedì 21 febbraio 2023

Franco Donatini ci comunica

 Carissimi,

vi invito al Salotto di venerdì prossimo alle ore 19,30 a Villa Le Sughere per la presentazione del libro "La staccionata" di Gian Marco Cellini.
In attesa di incontrarci vi saluto cordialmente.
Franco



lunedì 20 febbraio 2023

Anna Vincitorio:"Chi è Erica Jong"

 

CHI È ERICA JONG?

 

 

Nata a Mann (New York, 26 marzo 1942) è una scrittrice, saggista e poetessa statunitense. La sua attività letteraria ha inizio nel 1971 con una raccolta poetica, Frutta e verdura. Piena popolarità nel 1973 con la pubblicazione del romanzo Paura di volare. Risaltano i temi del femminismo anni ‘60 e la protagonista: Isadora Wing, presenta forti analogie con l’autrice. Il tema è autobiografico e provocò scalpore per la sua audacia. Un bestseller che ripropone l’autrice in tutta la sua spregiudicatezza e scandalizzò anche Henry Miller. Nel Il mio universo versi: Poesia, Paola Cingolani ci parla di Erica Jong definendo la sua “una poesia senza paura”. Riporto le sue parole: “Confesso che ero indecisa su chi pubblicare; in verità la poesia è così bella e mi attrae talmente tanto che, ogni volta m’innamoro di un autore e torno, dopo attenta lettura, ad alcuni classici il cui messaggio è sempre più vivo e palpitante. E. Jong è l’autrice di numerosi bestseller e raccolte di poesia. L’ho incontrata, simpaticamente, dopo averla citata in rete con I’m woman di Libreriamo, dunque sono andata ad approfondire subito. Il suo fascino mi ha stregata più di sempre e così ho risolto ogni dubbio. Sono lieta di avere questa grandiosa autrice tra i miei contatti: è una follower su Twitter e, la cosa, mi entusiasma smisuratamente. Ricordo che Isadora Wing, la sua protagonista schietta, disinibita e diretta è l’antenata rivoluzionaria di tutte le donne moderne”.

Traduzione dal testo di Anna Vincitorio

 

Ho intese tradurre da Ordinary Miracles alcune poesie tratte dalle quattro sezioni del testo: Fetal heartbeat – Battito profondo; The breath inside the breath – Respiro nel respiro; The heart, the child, the world – Il cuore, il bambino, il mondo; Straw in the fire – Paglia nel fuoco.

 

         Poesia fluida. Gli occhi dell'autrice che guardano le stelle in una chiara notte… effluvio odoroso e, in questa contemplazione dove l'aria delle isole è morbida, si inserisce il piccolo miracolo del piccolo battito di un cuore. I versi delle poesie che seguono sono incentrate sul miracolo della nascita: “piccolo uovo/ piccola protuberanza… piccola rosa raggiante/ in un rosso universo…oh nocciolo di avocado/ quasi pronto a germogliare…/ piccolo albero da frutta/ che guardi il mare…”, custodito sotto il cuore della madre. La descrizione fisica e fonetica del suo essere madre: “Il suono della O/ non quello della I/ imbarazza il mondo/ I miei amici che volontariamente hanno reso/ i loro corpi piatti/ la loro grafia piatta come il dolore,/ mi guarda in modo incredulo…/ Il mio mondo è rotondo/ limitato dalla montagna della mia paura”.

         Per Erica, vivida l'importanza dell'avere in grembo un piccolo cuore che, all'interno del suo ventre, pulsa come un orologio… “conoscerti come il poema di Dio”. La descrizione della nascita della sua prima figlia e l'importanza di nascere donna. Nessuno potrebbe chiamarla “seconda” perché lei è soltanto splendidamente prima. “Tu sei nata donna/ per la pura gloria di questo/ piccola dai rossi capelli, bella, strillona…/ Tu non sei il secondo sesso/ ma il primo del primo/ quando le fasi della luna completano il ciclo/ della tua vita./ Tu griderai/ per la gioia/ di essere donna/… Dolce Molly”.

E Erica Jong, per il miracolo della maternità, non odia più la parola madre trovandola oscena, ma ora l'ama.

         Nella seconda parte della raccolta, parole diverse. Notevole, per l'emozione immaginifica che si prova è: The horse from Hell.

Visioni oniriche di cavalli fantastici che galoppano fuori del mare. Il ricordo visionario del nonno: “galoppa dietro/ tutti i miei incubi/ danza nella spuma in un tumulto di zoccoli/ lascia che il diavolo ti colori/ con il suo pennello verde mare… O nonno mio/ appena tu muori/ nasce nelle mie labbra una poesia/ come la spuma si forma al mattino/ nella bocca dell'oceano…”.

In Erica, la necessità irrinunciabile di definire il poeta: “voce, flusso d'acqua… nodo alla gola che rende gli occhi vigili…/ Il poeta è dolore./ Il mondo deve avere/ qualcuno che provi questo dolore/ e ne parli./ Il poeta è questa bocca”.

Invece l'amore, per Erica è: “la sola nostra vela/ nei mari delle nostre vite/ come la morte è/ la nostra sola salvezza". Nella terza e quarta parte assistiamo a un passaggio dal mondo in cui il fanciullo piange la madre, ad Erica amante: “per un lui inquieta nell'amore/ come il ghiaccio piange per paura/ di sciogliersi a primavera…”.

         Seguono descrizioni forti sull'amore nella sua cruda fisicità. La donna madre ma anche carnale amante che ha il cuore piagato “segnato come un ventre/ che ha portato alla luce/ un imperioso baby Cesare/ ma ancora,/ malgrado la sua stessa/ carnale esplosione/ rimane integro”.

         Descrizione dell'amante che le ha donato “sette anni/ durante i quali le cellule del mio corpo/ morte, erano rinate…Ora siamo morti/ nel limbo dei perduti amori,/ questo naufragio di memorie/ che si annera col tempo…”.

In pieno risalto il desiderio viscerale di un ritorno dell'amante.

         Provare ancora emozioni forti ed essere nuovamente fusi nel corpo e nella mente. La consapevolezza di un amore che si esaurisce “come sicuramente le paludi/ sono ancora desertificate/ così sicuramente anche gli oceani/ si rivoltano per insabbiarsi./ Io non temo il sangue tanto come temo/ che lo stesso si prosciughi/ finché il più piccolo respiro/ soffi il nostro amore, i nostri sogni/ l'unica chiara luce che ci unisce/ via/”.

         Si potrebbe dire che la quarta parte Fuoco nella paglia, è come una esplosione di passione erotica crescente:… “Amanti sono andati/ e venuti/ Attraverso loro/ ho amato/ Cosa? L'amore di per stesso?/ Precarietà/ Un implacabile amante/ in me stessa?…/ Ovvero questo è il poeta/ il poeta ha bisogno/ di innamorarsi/ come il fiume ha bisogno di pioggia/ che cade regolarmente/ per scorrere? O, io vorrei/ mondare i miei argini/ dai miei occhi blu/ divinità fluviale/ il mio seme colorato/ divenuto raccolto,/ il mio flusso/ produce sperma/ nel quale nuoto”. Notevole la poesia The rose. La fine di una rosa, amorevolmente curata “si è seccata nel suo boccale/ come un maschio sfinito. È morta…”. Però, questo amore anche violento è per Erica Jong una guida per la poesia. Dall'amplesso passionale alla poesia e la poesia è speranza. Nella poesia Alla Musa, si pone un interrogativo: “Questo è il potere dei poeti/ o il potere del sesso?…”. Parlare con l'amante colma il suo “ventre di desiderio/ che brucia i miei polmoni,/ un caldo ventre che esplode/ con poesie non scritte/… Io imbriglio il suo collo/ come tutte le poesie/ hanno sospinto il sangue – sperma sgorgato… sognare notti di appagamento/ a bordo di una barca/ la barca oscilla/ la bara del profondo/ diviene culla/ del nostro singolare amore/ Io lecco le lacrime salate/ dalla tua pelle dolce,/ il tuo corpo è/ la mia droga di sale/– i tuoi occhi/ l'incontaminato oceano/ nel quale/ nuoto…".

         Quest'amore dà una sensazione di morte. “Fuoco–zolfo impregnato/ nel nostro singolare amore. Nel letto noi bruciamo/ come pianeti/ girati verso soli…/ la morte è nell'aria,/ l'aria si illumina/ col sangue”.

         Le poesie delle ultime raccolte hanno, senza falsi pudori, solamente descritto l'amore come lo ha inteso E. Jong? Sì. Però possiamo andare oltre e vedere come la necessità di amare senza alcun limite. ha creato una poesia legata alla fisicità del mondo ma anche una poesia che sprofondando nell'incommensurabile oceano del desiderio, diviene fonte non solo di morte ma anche di vita.

 

                            1 gennaio 2023 – Firenze

The birth of the water baby

La nascita del bambino acqua

 

 

 

Piccolo uovo,

piccola protuberanza

completamente pieno

delle dita della mano, dei piedi

piccola rosa raggiante

in un rosso universo

che una volta ti ha voluto più piccolo

che vuoto

ma ora ti tiene stretto

frenando

il tuo cuore veloce

sotto il suo

che batte più lento

come la terra

trattiene il mare

 

 

Oh nocciolo di avocado,

quasi pronto a germogliare

piccolo albero da frutta

che guardi il mare,

piccolo pesce che nuota,

piccola terra innamorata

tienti stretto!

tienti stretto!

 

 

Qui sotto il mio cuore

sarai custodito

per tutto il tempo che ci vorrà

per incontrarci.

Noi giungiamo separatamente

a ciò che possiamo fare insieme

 

Tu sei nato

ricordando

il fluttuante suono

del mio sangue,

il rimbombo del mio cuore

Ecco come tua madre

che sempre sogna del mare

sabato 18 febbraio 2023

Presentazione a Roma e a Formia di " Dimensione umana dell'esistere" di Patrizia Stefanelli e Nazzario Pardini

 







/Video di presentazione trasmesso in piazza Della Vittoria

https://www.youtube.com/watch?v=pBymGDYsM9o






GIAN PIERO STEFANONI:"STANZE"

 

STANZE

 

C'è il flagello

ma non c'è il corpo

dove la parete segnala

nello spazio il rimosso.

 

È nell'odore, che non è del vinto,

negli umori che più non trattengono

lo spazio degli universi reclusi.

 

Ora che ti guardo, riportato

a piombo, depositato sul fondo

il mare ci viene a prendere

coi suoi occhi e le sue reti scoperte,

il mondo solo nella traduzione della mente.

 

Il dolore ha le sue stanze,

i suoi attaccamenti.

 

Gli idoli non si riconoscono tra loro.

 

 

giovedì 16 febbraio 2023

Franco Donatini comunica.....

 

 
Carissimi,
nell'ambito della mostra a Lucca del pittore surrealista Mauro Alessandro Perini, sarà presentato il mio libro dal titolo Antonia Bolognesi. L'amore segreto con Giorgio De Chirico.
Vi invito con piacere all'evento che si terrà a Lucca, presso il Real Collegio, in Piazza del Collegio, 13, sabato prossimo, 18 febbraio, alle ore 17.
In attesa di incontrarci, vi saluto cordialmente.
Franco

mercoledì 15 febbraio 2023

Silvana Lazzarino" La poesia di Franco Campegiani "


”Dentro l’uragano”, le poesie di Franco Campegiani alla Fuis Roma (sabato 18 febbraio, alle ore 18.00 )


L’evento organizzato dalla FUIS si svolge a Roma presso il Teatro degli Scrittori in Lungotevere dei Mellini 33/A, sabato 18 febbraio 2023 alle ore 18.00.

Il primo posto per gli inediti ottenuto al Premio Internazionale Golden Selection organizzato dall’Associazione Culturale Pegasus nel 2021, dal poeta Franco Campegiani con la raccolta poetica “Dentro l’uragano” non poteva che confermare la profondità e ricchezza di quest’opera poetica di grande attualità per i temi espressi che suggeriscono come all’individuo sia data la possibilità di fare un passo indietro rispetto al suo agire ancorato sempre più a principi dove prevalgono potere e materialismo. per ritrovare un nuovo ascolto di sé e di quanto intorno in perfetta armonia.

Da non perdere la presentazione di questo straordinario testo poetico pubblicato da Pegasus edizioni, organizzata a Roma dalla FUIS –Federazione Unitaria Italiana Scrittori presso il Teatro degli Scrittori a Roma in Lungotevere dei Mellini, 33/A sabato 18 febbraio 2023 alle ore 18,00.

Ai saluti di Natale Antonio Rossi co-Presidente FUIS, seguono gli interventi di Sandro Angelucci poeta, saggista e critico letterario, Sonia Giovannetti poeta, saggista e critico letterario, le letture sono affidate all’attore e poeta Massimo Chiacchiararelli. L’incontro culturale è moderato da Salvatore Rondello poeta, giornalista e critico letterario. Tutti nomi di prestigio e di successo nel settore della poesia e della critica letteraria, del giornalismo e del teatro.

Dal testo di Franco Campegiani, che oltre ad essere poeta affermato e di successo, è anche saggista, critico d’arte e letterario, nonché filosofo, emerge come in situazioni conflittuali e complesse si possa fare leva su quell’amore dimenticato per sé e gli altri da cui trovare la forza per riemergere. Dai momenti oscuri e bui che possono accadere nella vita si può risalire ristabilendo un vero e autentico ascolto di sé, confrontandosi con le proprie fragilità per accoglierle. Lo stare in una situazione di rischio e incertezza, nel turbine di drammi e conflitti che spesso sfuggono di mano, conduce alla fine l’uomo verso la vera realizzazione di sé.

Attraverso la tempesta e il suo superamento l’individuo ritrova sé stesso e un atteggiamento rinnovato nei confronti della vita. Nella poesia di Franco Campegiani, come in particolare in questa raccolta, vi è un’aspirazione a ritrovare quella semplicità e autenticità delle origini che manca nella società attuale, per guardare ad un risveglio individuale che è di richiamo universale. La poesia presente in queste pagine

è animata dal fantasma di una nuova e inedita civiltà della terra, dal risveglio di una condizione elementare del vivere nel cuore degli odierni mali megalopolitani”.  
Tornare alle origini però non è facile dovendo ricontattare quella parte più autentica e incontaminata sempre più messa a tacere da condizionamenti, abitudini e falsi miti. Parlando di purezza violata, di distacco dall’originario spirito di armonia, Franco Campegiani sottolinea come questo smarrimento abbia portato attriti, contrasti, dispersione, da cui si può risalire ritrovando la capacità di lasciarsi condurre dal quel sentire autentico che è stato celato per via dell’eccessivo rumore, per via dell’orgoglio.

Nella lirica “Stazione metro il poeta allude ad una sorta di profezia come se la scossa per uscire dal torpore potesse derivare da un accadimento sconvolgente

E s’aprirà di nuovo il cuore/allo scrosciare dei cieli/al tuono fragoroso/dei concerti universali”.

A subire questo oltraggio dettato da una dimenticata fiducia nell’ascolto di una sub-coscienza innata da parte dell’uomo, è la Madre Terra e ogni presenza che in essa si manifesta sia da essa originata, sia legata alle creazioni dello stesso individuo; ma la Natura trova sempre il modo per ricucire le ferite essendo Lei manifesta da prima della venuta dell’uomo. In questa ottica di speranza risuonano gli ultimi versi della lirica “Le colonne e il mare” quando il poeta scrive;

“Quanta memoria nelle macerie,/nel terriccio informe e nella storia/tempo che fugge, tempo che crolla,/ma la natura è tempo ritrovato,/tempo che di morte vive/e sempre si rinnova. /Il costruito si dissolve, /perenne è ciò che è dato…/ E sullo sfondo immacolato il mare”.

Ma attraverso la riscoperta di un nuovo modo di guardare l’orizzonte dove si apre il giorno e cala la notte nella loro circolarità quali parti di un tutto, si ricontatta quell’autentica parte di sé che era all’origine. Come scrive Aldo Onorati nella prefazione:

“Il vertice di tutte le espressioni della vita è uno, indivisibile, comprendente il cielo e la terra, il bene e il male, per cui noi potremmo risorgere dalla bufera cosmica e rinascere dal cuore di un lapillo”.  E’ partendo da questo riscoprire l’armonia dei contrari con il rinnovato incontro con gli infiniti e misteriosi volti della natura che l’uomo può risorgere e come scrive sempre Onorati “riscoprirsi come un tutto, come il principio e la conclusione”.
E ancora “quando odio e amore troveranno dentro all’individuo-uno un modus vivendi” il conflitto con il proprio sé e tra il sé e egli altri sarà abbandonato lasciando nuovo spazio al quell’autenticità con cui essere parte di uno stesso respiro universale. Da sottolineare quanto affermato da Franco Campegiani:

C’è bisogno di forti scosse per abbandonare la rotta del razionalismo imperante, che tutto divide, e tornare a navigare nelle acque arcigne e vivide dell’armonia dei contrari. Occorre dar corpo a una reinvenzione possente del senso della vita”.
Franco Campegiani affianca a quest’opera poetica altri importanti pubblicazioni in campo poetico tra i quali ricordiamo: “L’ala e la gruccia” (1975),per le collane di Mario dell’Arco, “Selvaggio pallido 1956 (Carte Segrete, Rossi & Spera) con prefazione di Vito Riviello e disegni di Umberto Mastroianni, “Cielo amico” 1989 (Ibiskos) in una collana inaugurata da Domenico Rea e “Canti tellurici”2000 (Sovera Multimedia).

In molte liriche presenti in questi testi poetici si fa strada la sua riflessione sul rapporto tra l’uomo la natura, il bisogno dell’uomo di infinito che si cela nella stessa natura e ancora la ricchezza della terra dono dato all’umanità da proteggere. Citiamo il saggio filosofico “Ribaltamenti” (edito per la prima volta da David and Matthaus nel 2017 e poi nel dicembre del 2019 in una versione aggiornata da DeLuxe editore) dove è centrale il tema dell’armonia dei contrari necessaria in ogni ambito per giungere ad un perfetto equilibrio, unitamente al fatto che per superare la superficialità di oggi sia importante il risveglio del pensiero prelogico dello sciamano, del bambino che agisce con naturalezza, cosi da staccarsi da una visione autocentrica.

Ricordiamo inoltre che questa raccolta poetica di Franco Campegiani è stata protagonista dell’evento tra Poesia e Arte: “24 Artisti Dentro L’uragano” che si è svolto lo scorso ottobre 2022 a Monterotondo presso la Galleria d’arte grafica Campioli dove è intervenuto Salvatore Rondello. Gli artisti presenti in mostra -tra pittori, scultori, fotografi – che si sono ispirati alle poesie della raccolta di Campegiani hanno restituito lavori di grande forza espressiva donando nuovo respiro ai versi del poeta attraverso imprevedibili scenari di melodie emozionali che riportano ad un autentico riconoscimento di sé e dell’altro. Osservando le opere di questi artisti si è come accompagnati nell’inevitabile percorso dove passando dalla notte al giorno, dall’ombra alla luce, con quello spirito di libertà e incoscienza, si definisce quel processo di trasformazione necessario per ritrovare la propria autorealizzazione nel ricongiungimento con il proprio sé.

Silvana LAZZARINO  
da About Art on line, Roma 12 febbraio 2023