Nota
al libro
All'alba della sera
di
Alberto Averini
E’ nella complessità della vita, ma soprattutto nel suo divenire, nella sua precarietà, nella coscienza dell’essere e dell’esistere alimentatrice di melanconia, memoriale, spleen, che si snoda la poesia di questa plaquette. I versi si dipanano su uno spartito vario e articolato, fatto di trame ora brevi ora ampie ad accompagnare l’altalena delle vibrazioni interiori.
Ci si aggrappa al ricordo di cose preziose, di giorni fuggiti, e ne facciamo un tesoro di vita vera, filtrata dal tempo, che torna a esistere con un potere da nirvana edenico e rifugio a un esistenzialismo che ci inquieta; e così, secondo Alvini: “Vedrò altri giorni, ed altri notti ancora, / e le alterne stagioni, / ma nel vento di marzo udrò cantare / tra parole divise o solitarie / ... / la voglia di vita / nel tramonto odoroso della sera”.
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