Ignazio Gaudiosi: ANTINOMIE.
Edizioni Helicon. Fano. 2010.
Pp. 114. Euro. 11,00
La
plaquette di Gaudiosi si distribuisce su un tessuto classicamente controllato e
modernamente intriso di problematiche esistenziali che rendono l’opera nuova ed
attuale. Antinomie. E le antinomie
nella vita sono tante. È lo scandalo delle
contraddizioni a permeare di sé l’esistenza umana: “Ciascuno come sempre col
suo tempo / per appianare i veti della sorte, / ma non potrà scemare / il vento
delle sue malinconie.” “Pareva quasi di sentire un pianto, / di chi non lo
ricordo, / udivo e non sapevo, forse era il mio / e non me ne accorgevo.”. E
tanti sono gli avvenimenti, le occasioni che macerati dal tempo,
tornano a galla come immagini ora dolci, ora forti, ora tristi, ora
nostalgicamente memoriali, per tradursi
in poesia: “Danno le parole / la loro vera impronta, / il loro segno vero, /
più gravido di senso, quando vanno / le immagini con esse.”. E la parola
segue e ad accompagna con la sua forza evocativa l’autore nelle sue
operazioni di scavo. La parola, intrecciata in endecasillabi fluenti e
liricamente avvincenti, prende l’autore per mano e lo sostituisce nella sua
funzione di traduttore. La parola smussata, slargata, lavorata, azzardata.
Azzardata, sì!, nel tentativo di estendere il significato oltre il limite
stesso del sintagma e della sintassi. E’ proprio dell’uomo subire la più grande
antinomia dell’esistere: quella fra la caducità della vita e la spinta dello
spirito verso la possibilità dell’impossibile. Quella di vivere in uno spazio
ristretto con l’animo rivolto alle vertigini dell’oltre. Ma è con la poesia che Gaudiosi intende sopperire alle sottrazioni quotidiane della vita; ed è alla poesia che affida il compito di trasferire i suoi fremiti esistenziali, il suo taedium in un pianeta dove le memorie riattivano l'esistenza; dove la nutrono di tale sostanza da mascherare il patema delle dicotomiche inquietudini terrene.
Nazario
Pardini
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