martedì 4 dicembre 2012

Poesie di Ivana Tata


Note Biografiche dell’autore Ivana Tata

 

Sono nata in Ciociaria il 14/8/48, la mia infanzia non è stata molto felice. Mi sono laureata a Roma in Scienze Biologiche ed ho insegnato matematica e scienze in scuole medie di Milano dove ho vissuto dall’età di 27 anni ed ho avuto una figlia. Vivo tuttora a Milano da pensionata e finalmente posso dedicarmi alla mia passione, la poesia.

 

 
Foto

 

Ho allineato sul tavolo

tutte le foto che rappresentano la mia vita,

foto di bambina, di ragazza, di giovane madre,

ogni scatto, ogni evento ha un significato,

promessa, impegno, assicurazione, garanzia,

consapevolezza di progetti incompiuti.

 

Ogni foto non è un momento fermo

ma continuo, è un inizio e una fine

che si ripete sempre senza sosta,

e il tempo non può arrestarsi,

non possiamo riavvolgerlo come un film,

ma ripartire da quel punto

e cercare nuovi orizzonti.

 

Con una sola occhiata posso

abbracciare un’intera esistenza,

una identità vissuta, decisa da me

e allo stesso tempo condizionata dal destino.

Non mi resta che stare sulla scena,

riempiendo di senso la vita,

lasciando di lei un’orma con valore.

                                                         Ivana Tata

                                    

 

 

 

Sul tram

 

Una ragazza con un fiore in mano

sale sul tram e non vorrebbe mai partire.

I suoi occhi cercano fuori dal finestrino

quello che le ha aperto una visione azzurra,

allungare si dovrebbe questo attimo,

la sera è di festa e il cuore ha voglia

di afferrare tutte le luci intorno per brillare d’amore.

Aspetta, non andartene, viviamolo qui l’eterno.

che ha fatto volare la colomba su un mare ormai calmo.

Tornare a casa è troppo presto,

 

 

Una donna seduta su un sedile scomodo

ha fretta di partire,

la giornata ha lasciato sulle sue braccia

stanchezza e fredda solitudine,

l’unica consolazione è il suo  nido

dove l’attendono uccellini allegri.

Presto, presto si deve tornare perché

nella borsa non porta solo pane,

anche speranza e tenerezza d’amore

che potrebbero consumarsi e abbruttirsi.

 

 

In fondo al tram, in un sedile isolato,

siede un uomo che pensa,

pensa a se stesso e alla parte che interpreta.

Innamorato stanco, deve parlare alla sua donna

dell’amore che è stato, ora non più presente

Quella stella non si riflette più nei suoi occhi,

non risplende, non illumina la strada,

è avvizzita come le mammelle di una vecchia.

Tornare a casa è pesante,

accettare la sconfitta è difficile

e non sa se il tram deve partire o restare.

                                                             Ivana Tata

                                                    

  

Tango

 

Ho ballato un tango incantato

che invocava il duello,,

che espiava per il mio amore,

vestita di seta

ho vissuto una milonga

con il mio ballerino.

Il vestito era troppo leggero

e la musica della chitarra

creava un inquieto abbraccio.

Sei stato tu il mio sole

sotto il quale ho lasciato

bruciare la mia pelle bianca,

attore affascinante sulla scena

ho sempre battuto le mani per te,

ma il sipario è calato troppo presto.

                                                         Ivana Tata







Serata

 

Sotto i portici del centro-città

la folla si sofferma davanti alle vetrine,

è l’ora in cui si accendono le luci,

è l’ora di cercare ristoro

nelle sale affollate.

La compagnia non sempre aiuta,

gli sguardi non sono sereni,

da tavolo a tavolo salta

una certa tristezza.

Le parole si rompono e

sbattono come onde contro

barriere antimareggiata,

spumeggiano e poi si afflosciano

su di una infertile attenzione.

La cerimonia è cominciata ed

è gia finita e mentre il corteo

dei bicchieri colorati va e viene,

ci siamo scambiate menzogne

ed ora possiamo tornare a casa

con la mente più leggera.

Per strada la notte sparge

fragranze puerili scrostate

e con molte increspature

e ombre di solitudine.                            Autore: Ivana Tata

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