lunedì 26 novembre 2018

ROBERTO DE LUCA: "SAPORE DI NEBBIA" DI GILBERTO ANTONIOLI


Roberto De Luca su Sapore di nebbia, di Gilberto Antonioli

Esiste un punto molto interessante nella poesia di Gilberto Antonioli e questo punto viene messo in evidenza anche in un passaggio della prefazione di Giuseppe Chiecchi, il quale asserisce che il poeta ( e questa poesia) si trovano in bilico sulla linea che demarca l’esteriore e l’interiore e,  a questo equilibrio, aggiungo io come lettore e come fruitore, Gilberto affida la sua Arte.
In generale, il poeta, buon osservatore del’esteriorità, è un tramite, un ponte, ossia è colui che controbilancia, portando nell’interiorità il peso di una realtà che viene poi filtrata dall’Ars Poetica, dalla scrittura quindi.
In questa poesia esiste uno stretto rapporto tra Ars Poetica e quotidianità intesa come  ‘sentire quotidiano’. Essa ravvisa nel quotidiano una profondità inaspettata, poiché in nessun altro luogo al mondo si può riscontrare un eguale permesso di libertà così com’è dato dal quotidiano, dalla sfera dell’intimo, in cui confluiscono numerose similitudini con le cose che appartengono al mondo esterno e, in modo particolare, alla natura. 
La forma risente in maniera positiva della lettura dei classici della Poesia Italiana , da Dante ai giorni nostri,  mentre i contenuti , così come sono espressi,  sotto forma di metafora, risultano del tutto originali e poco associabili a una qualsivoglia corrente letteraria.
La poesia di Gilberto  Antonioli afferra la vita sotterranea e vivida, i misteri, le sinestesie e il linguaggio nascosto della Natura, quasi che il poeta fosse in attesa di un messaggio che non smette mai di farsi attendere, suscitando incertezza, ma anche curiosità, creatività e dinamismo.




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