martedì 25 agosto 2020

GABRIELLA VESCHI LEGGE: "BRICIOLE DI VITA" DI MARCO ZELIOLI



Marco Zelioli
BRICIOLE DI VITA
Ricordi e pensieri (2000-2019)

Recensione di Gabriella Veschi


Briciole di Vita di Marco Zelioli, silloge poetica pubblicata da Guido Miano (Milano, 2019) con Prefazione di E. Concardi, è senza dubbio una delle risposte alla querelle aperta da Montale nel 1975 ma attuale anche oggi, nell’era della rivoluzione tecnologica e della globalizzazione, se è ancora possibile la poesia.
E’ da sottolineare la valenza simbolica dell’ossimorico titolo, briciole, intese come, tessere di un mosaico da ricomporre e analizzare, frammenti di esistenza ma estremamente importanti, affidati alla parola affinché non siano inghiottiti dall’oblio; il sottotitolo Ricordi e pensieri (2000-2019), pone il lettore di fronte ad una minuziosa cronistoria in versi di un lasso di tempo che abbraccia i primi due decenni del nuovo secolo. Ogni componimento scaturisce da un evento o da un’emozione particolare lungo un percorso che si snoda parallelamente su due binari, quello della quotidianità dell’esperienza autobiografica e quello della grande Storia nell’accezione manzoniana, con un drammatico susseguirsi di fatti; le poesie riportano il luogo e la data e nelle note a piè di pagina Zelioli interviene con puntuali spiegazioni dei testi, per comunicare quanto accaduto e preservarne la memoria. Così in Dopo un anno tre versi ricostruiscono la vicenda di Carlo Giuliani, giovane esponente no-global ucciso a Genova nel 2001 durante il G8 (“oggi forse sappiamo quel che accadde”), mentre In ancora uno ci si interroga sulla piaga del terrorismo (“un giorno finirà questa mattanza?”) che ha a lungo insanguinato l’Italia e le cui con recrudescenze hanno causato più recentemente l’uccisione dei due giuslavoristi Biagi e d’Antona.
Nella Nota di apertura, lo stesso autore afferma di usare solo l’endecasillabo, a testimoniare il “legame con la tradizione classica” (Concardi), nei confronti della quale emergono anche alcuni punti di rottura: la scelta del verso lungo e di una veste grafica caratterizzata da blocchi irregolari, dalla ripetizione di formule, con il prevalere di anafore e paronomasie, conferisce talvolta un andamento narrativo molto vicino, sotto certi aspetti, alla poesia-racconto di Cesare Pavese e alla Neoavanguardia degli anni ’60 del Novecento. Il linguaggio è concreto, aderente alla realtà, ai fatti, per così dire, “narrati: il soggetto lirico coincide con l’autore e la poesia diviene un atto di coraggio (Libertè, Eluana), senza ipocrisia: “fu certa politica indecisa / a rinviar l’inizio dei lavori” (da Il ponte caduto, dedicata al crollo del ponte Morandi a Genova).
Innumerevoli i temi affrontati nella raccolta, tra cui la fede in Dio e la religione, ma sembra prevalere quello del libero arbitrio, della capacità dell’uomo di scegliere tra bene e male (“Liberi siamo nati e moriremo, / senza una data certa di scadenza / scritta sull’etichetta della vita. // Comunque sia, ne siamo responsabili, da La libertà).
C’è però spazio anche per il ripiegamento interiore e l’espressione dei propri sentimenti, come ad esempio nella lirica Amore coniugale, dove l’amore per la propria moglie è privo di condizionamenti, più forte di ogni cosa (“Ad una sola so pensare sempre: / l’unica tu cui dedicare tutto / per il piacere d’esser ricambiato / e so d’esserlo stato a dismisura”), capace di far ancora provare al poeta i battiti del proprio cuore.ù

Gabriella Veschi

Marco Zelioli. Briciole di vita. Ricordi e pensieri (2000-2019). Guido Miano Editore, Milano 2020, pp.100; isbn 978-88-31497-14-5.



Nessun commento:

Posta un commento