E ancora e sempre hai creato un capolavoro, giocando
sulla tesi - antitesi - alla macchia -la macchia-...
Ed è la tua lirica un ricamo d'impegno civile e di
malinconica nostalgia della macchia intesa soltanto come ricorso a madre
-natura, ai suoi miracoli poetici, alla sua indicibile, sussurrata quiete.
Bellissimo il distinguo tra i due stati d'essere.
Viviamo effettivamente nascosti, in luoghi dell'anima che fungano da riparo e
da isolamento e gli elementi della natura che tessi con rara abilità, sembrano portare
avanti 'la loro vita operosa', che a tratti, ci appare priva di senso, ma
rappresenta, forse, il senso solenne dell'andare avanti. La vita continua,
vibra, palpita e noi, troppo spesso spettatori, torneremo a farne parte da protagonisti.
Sei una Poetessa sublime, amica mia. Grazie di aver impreziosito il sabato con
tanto Dono! E grazie di esistere.
Maria Rizzi
Il
mare invisibile di Maria Rizzi, edizioni della Sera, 2019
Maria
Rizzi stupisce sempre perché in qualsiasi genere letterario si misuri, non
rinuncia a nulla di se stessa, anzi vi partecipa copiosamente con tutto il
proprio io. Così con questo suo Il mare invisibile, romanzo poliziesco,
giallo imperniato interamente sull’indagine svolta, ma anche romanzo sociale,
storico. Il titolo stesso ci offre due chiavi di lettura. La prima come mare dell’indifferenza, del perbenismo di una
società che non ascolta le voci degli ultimi, anzi malata di inquietanti
nostalgie, colma il vuoto interiore con perversi disegni. La seconda come mare del silenzio soffocato di chi , attraverso il pelago, cerca approdi di vita in luoghi in cui il
silenzio diviene sopportazione di soprusi
disumani non denunciati per paura. Comune denominatore alle due
interpretazioni sono la sofferenza e la
morte, sfondo dell’intera vicenda, lenita però dai palpiti lirici dell’autrice.
La Rizzi infatti non abdica alla sua vocazione e conforta il procedere del
romanzo creandovi un’atmosfera unica, irrepetibile con queste inattese
vibrazioni di poetica umanità. Ciò crea stupore perché sembra contrastare con
il metodo scientifico asettico con cui costruisce l’indagine con
forte determinazione nella presentazione dei personaggi, dall’ispettore al
commissario a tutti i vari protagonisti, tutti esaminati con attenzione,
rispetto nella descrizione fisica, psicologica perfino nel loro costume
abituale di vita nel contesto abitativo e paesaggistico. E qui ecco la Nostra: si
lascia andare, come accennato, alla sua sensibilità che si fa parola poetica capace di rendere morbida con
tocchi di colore la situazione sorprendente nella sua ambiguità ove l’uomo si
rivela cannibale. Questo procedere così minuzioso, particolareggiato sembra
rallentare il ritmo dell’azione, della narrazione, in realtà dilata quel senso
di suspence tipico di un romanzo poliziesco, operazione realizzata anche dal
suo periodare breve, incalzante allentato in pause di inatteso respiro. Vi
contribuisce anche il linguaggio che muta, varia nei monologhi nei dialoghi
psicologici: è il suo vissuto interiore, la sua reazione fisica, psicologica al
bene, al male che diviene espressione cruda, realistica, quando l’azione va oltre
l’umana misura, scientifica, tecnica nell’indagine poliziesca, affettuosa,
delicata nell’ attenzione alla sofferenza. La Rizzi cambia tono, registro con
estrema naturalezza, indice della sua
partecipazione con cuore e mente alla vicenda da lei creata-ricreata evocata
dalla terribile verità dei nostri tempi.
Non è lecito qui anticipare nulla per non togliere quel quid di
curiosità input ad una buona lettura. Il
romanzo acquista così una sua inconfondibile identità grazie proprio
all’autrice coerente con se stessa anche nell’uso di questo genere di
scrittura, espressione di libertà che più manifesta la sua grande umanità permeata di amore per
gli ultimi, devozione per la natura ovunque presente.
Rivisitando
alla fine il titolo nelle sue chiavi di lettura, il romanzo appare un atto di
accusa contro la società che non vuole vedere la realtà e quindi lottare per
migliorarla. Ma la Rizzi, proiettata attraverso i suoi ispettori, commissari e
pure una donna ispettrice, verso i valori fondanti dell’umana convivenza,
rivaluta la coesione, la sinergia collaborativa dei suoi fidi che, pur con
brevi momenti di dissonanza, creano tra loro un ritmo lavorativo unico con
aperture risvolti psicologici esaltati nei monologhi, nei dialoghi: intenso e
poetico quello che chiude il romanzo. E questi personaggi fanno veramente
barriera per rivelare la complessità diabolica dell’animo umano asservito su
più fronti alla malvagità, ma anche per sottolineare la dignitosa sofferta
situazione di chi vive il vero silenzio, per denunciare la verità celata nel modus vivendi di chi non vuole ancor
riconoscere nell’altro una Persona
da rispettare. Sempre.
Rosapineta,
31.7.20
Maria Luisa Daniele Toffanin
SI
VIVE ALLA MACCHIA SI VIVE LA MACCHIA
Si
vive ora alla macchia
braccati
dall’usurpatore
indifesi
al nulla-civico rispetto
disarmati
da voi che comunicate
si
vive smarriti alla macchia
senza
rifugio interiore
nell’afasia
dell’anima.
Altro
è vivere la macchia
respiro
d’aria rigenerante
laboratorio
operoso di madre natura
ove le
more grevi di frutti poggiano
sulle
asparagine selvatiche.
Le tamerici
ombreggiano
l’oro
delle belle di notte e
l’ontano
troneggia rassicurante
al
piegarsi insicuro della canna.
altro referente certo
tra voli e canti sublimi
infimi insetti assordanti
in un mutare d’ombre e luci.
Si vive ora la macchia
fra paradigmi ovunque d’umano sentire.
Oltre tra ultimi petali morbidi
d’un lilla evanescente
improvviso s’apre su un balcone di dune
un filo lontano d’azzurro marino
s’insinua segreto il salmastro
nell’umore acceso di macchia.
E sul sentiero del sole
chioccioline infinite
imperlano stecchi reti barriere
imperlano il negativo con lievi ricami
quasi sospesi nell’aria
minuta storia di vita operosa
a noi non noto il senso.
O mia natura qui gloriosa
nella tua etica estetica fusione
prodigio d’appartenenza
a noi messaggio da svelare.
Rosapineta, 29 luglio 2020
Maria
Luisa Daniele Toffanin
Carissima Maria Luisa, Sei così generosa che hai fatto mettere come introduzione alla recensione del libro il 'cappelletto' alla tua magnifica lirica. Riguardo a quelle che definisci umilmente 'note' sono l'ennesima, esegesi del mio "Mare Invisibile", una lettura vibrante. attenta, ricca di nuove sfaccettature. Sei nella Storia, la prendi tutta e la interpreti con l'amore che ti connota e ti rende Donna e Artista speciale!
RispondiEliminaQuesto pacco -dono rappresenta davvero una bellissima vacanza....
Ti voglio un bene dell'anima e ti sono grata di tutto, così come sono grata al nostro Condottiero della sua generosità nell'ospitarmi su quest'Isola di luce. Vi stringo entrambi forte forte!