sabato 11 giugno 2022

CLAUDIO FIORENTINI: "LA RIVOLUZIONE INDUSTRALE..."


Claudio Fiorentini,
collaboratore di Lèucade


La rivoluzione industriale ha trasformato il mondo e la nostra società

 L'angolo curvoRubriche Giugno 10, 2022  Claudio Fiorentini

 

La rivoluzione industriale ha trasformato il mondo e la nostra società che, parallelamente, ha beneficiato di un ordine diverso, consentendo ai figli degli operai, che prima erano figli di contadini e artigiani destinati a lavorare sin da piccoli, di andare a scuola. L’alfabetizzazione è, quindi, figlia della rivoluzione industriale. Senza la rivoluzione industriale, che pure ha portato sofferenza, forse l’alfabetizzazione non sarebbe stato quel fenomeno di massa che abbiamo conosciuto. Oggi il livello di scolarizzazione, con tutte le sue deficienze, è abbastanza elevato e le prospettive per i giovani sono, senza ombra di dubbio, più rosee di quello che si poteva pensare cento anni fa.

Tuttavia il mondo non si è fermato e da alcuni decenni siamo entrati nel post-industriale che, essendo caratterizzato da una forte automazione dei processi, ha portato una forte riduzione della mano d’opera, a vantaggio di nuove classi di lavoratori sempre più specializzati e sempre più istruiti. Il post-industriale inizia con l’avvento dell’informatica, che ci ha portati a sviluppare macchine che hanno sostituito l’omino della catena di montaggio, e allo stesso tempo ha portato una continua e assai rapida evoluzione tecnologica che rende assai dinamico il mondo del lavoro.

Dire che il post-industriale è segnato dalla rivoluzione informatica è limitativo; l’informatica porta in sé caratteristiche di sviluppo impensabili solo mezzo secolo fa, ma ha anche la caratteristica di aprire scenari rivoluzionari che cambiano completamente il concetto di società e, con questo, le modalità con cui si lavora.

Tendendo ben presenti le necessità dell’uomo, che sono la salute, l’alimentazione e la riproduzione (ovviamente le necessità intangibili, come l’amore e la creatività, fanno parte del gioco, ma non si possono soddisfare se prima non si mangia), tentiamo di capire come si sviluppa la nostra società partendo dalla suddivisione del post-industriale in tappe: informatica à automazione à informatizzazione (anche domestica) à informazione (dati) à logistica e, in un futuro assai prossimo, ottimizzazione dei processi attraverso le soluzioni integrate rese possibili dalle telecomunicazioni…

Limitiamoci a questi termini in qualche modo consequenziali, e ricordiamo sempre che, parallelamente a questi passaggi, dobbiamo affrontare la rivoluzione verde, altrimenti saremo fritti!

È evidente che la dinamica in atto rivoluziona la “logistica”, cioè tutto ciò che ha a che vedere con l’approvvigionamento che, ad oggi, forse è l’agente più inquinante delle nostre attività, ed è ciò che continuerà a cambiare anche per necessità, iniziando dai trasporti, per finire con la gestione di approvvigionamenti e magazzino.

Non ci vuole un trattato di scienza per capire che a la pandemia è stato un catalizzatore di questi fenomeni, accelerando il cambiamento nei nostri modi di comprare; gli stessi supermercati (e alcuni mercati rionali) si sono attrezzati per consentire all’utente di fare la spesa on-line. Alcuni settori, però, hanno risentito maggiormente di questa modalità di vendita e, sebbene fosse nell’aria da tempo, la vendita on-line, ha iniziato a ridisegnare, drammaticamente, la catena commerciale. L’editoria, che prenderò come esempio, è uno di questi. Vero che anche prima si compravano i libri on-line, ma l’aumento di queste vendite è stato feroce, accelerando l’impatto, che già prima si vedeva, sui piccoli commerci, come le librerie. Eppure, l’informatizzazione del commercio dei libri non ha portato solo distruzione, ma ha consentito al lettore di cercare e acquistare libri che in libreria non arrivano; non solo: ha consentito al lettore che abita in uno sperduto paese di comprare libri.

La vendita di libri in Italia (suppongo anche in altri paesi) è stata facilitata dal canale informatico ed è anche aumentato, contrariamente alle previsioni, il numero di lettori, passando da 24 a 26 milioni in due anni.

Inoltre, gli editori indipendenti, quelli che pubblicano autori emergenti – spesso rischiando – e che non trovi in libreria, hanno trovato un canale di vendita efficace e, se il lavoro di promozione e pubblicità funziona, hanno consentito agli autori di trovare nuovi lettori. Certo, la sovrapproduzione di opere letterarie non rende facile identificare l’opera di valore, ma esistono, per i lettori accorti, reti di segnalazione valide, e un buon lettore sa a chi rivolgersi.

Questo esempio aiuta a capire come evolve la logistica, cioè la rete di approvvigionamento e di distribuzione, e dimostra che il numero di consumatori può anche aumentare. Fondamentale è, però, capire il ruolo che gioca l’informazione, cioè la raccolta e l’interpretazione dei dati, che purtroppo è, prevalentemente, in mano a reti sociali e gestita da server perlopiù americani: coi dati si può gestire il consumo, o anche controllarlo, quindi il valore delle informazioni che noi ingenuamente forniamo ogni giorno alla rete quando postiamo qualsiasi fesseria su FB, è inestimabile e chi gestisce la raccolta e l’interpretazione dei dati, oltre ad arricchirsi grazie al nostro più elementare narcisismo, può controllare il mondo.

Questa è la rivoluzione che stiamo vivendo e farci cogliere impreparati ci renderà succubi dei voleri dei grandi e spietati gruppi, per cui è necessaria una riflessione su come far fronte a queste nuove dinamiche.

Dopo la raccolta e l’interpretazione dei dati viene la proposta commerciale, e successivamente la logistica, perché i grandi gruppi commerciali che acquistano i dati raccolti e interpretati, possono definire strategie a misura di consumatore, guidandolo nelle sue scelte, attraverso pubblicità mirata. Cosa c’è di male in questo? Che le scelte vengono guidate, ma se il popolo è maturo e non si lascia guidare, e se i dati vengono raccolti per studiare strategie di ottimizzazione per la salvaguardia dell’ambiente, un altro uso degli stessi – che non sia cinicamente commerciale – è possibile!

Veniamo al punto: la tecnologia oggi ci consente di far viaggiare i dati a velocità inimmaginabili solo due o tre anni fa, ci consente di capire quali sono le interazioni tra sistemi e ci consente di studiare, facendo le giuste analisi, quali sono le metodologie di lavoro e le strategie di implementazione per ridurre l’impatto ambientale del nostro vivere quotidiano. Se non lo si fa, capitoleremo!

Come sarà il mondo domani non possiamo saperlo, ma dobbiamo pensare che oggi stiamo vivendo una rivoluzione integrata, dove la tecnologia automatizza molte attività che convivono in un sistema gestionale globale dove la logistica è in forte evoluzione e, se gli studi sono indirizzati a un’ottimizzazione sempre più globale, questa meta-rivoluzione può portare moltissimi benefici per l’ambiente che, non dimentichiamolo, è l’unico che abbiamo.

Claudio Fiorentini

 

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