Ninnj Di
Stefano Busà RECENSIONE Al Saggio Critico Di Sandro Angelucci Sul Poeta
Rescigno
Intervenire criticamente su un
saggio, a sua volta, -critico-
è quel che si può dire il clou in letteratura.
Ma quando questo disquisire giunge da
un esegeta accreditato come Sandro Angelucci, il fatto incuriosisce e si va a
leggere con più pertinente attenzione l’autore segnalato. Non fosse altro che perché conosco da
molti anni Rescigno, sarei stata per prima curiosa di apprendere una più
profonda esegesi su questo autore: schivo, coerente al suo episodio letterario
fin dall’esordio, interessato alle varie tappe della vita, profondamente
naturale e fruibile in ogni suo testo poetico, che va a toccare avvenimenti,
esperienze plurime dell’uomo, soprattutto, il suo dolore e il suo distacco
dalla realtà, con la morte. Gli ultimi due libri si fermano su quella tematica
o almeno la sfiorano con quell’ineluttabilità che è propria delle persone
autentiche, nel voler valutare il passaggio nell’al di là con somma chiarezza e
senza dileggio. Vi è da sempre nel poeta Rescigno il sacro fuoco della poesia.
La parola del poeta è fede e religio di una verità ultima che pone in
rilievo la vita con i suoi molteplici aspetti peculiari, con la sua meditazione
e speranza, con il suo pianto e le sue gioie.
Sempre, l’autore ha trattato il tema
lirico con grande rispetto per i valori dell’uomo, e vista dal lato del
sublime, la sua ispirazione rigorosamente attinge alla visione cosmica, ad un
più dettagliato e lucido panorama del mondo, che è mistero e religioso stupore,
amore e morte, amalgama potente e lungimirante di una contemplazione che si fa
viaggio e passaggio dall’uno all’altro, da un aspetto all’altro, diventando
memoria e ricordo come categorie ultime di un umanesimo che si ricompatta col
mondo, con le sue varianti prodromiche e le sue esperienze temporali.
Una ricerca lunga quanto la vita,
quella di Gianni Rescigno, che da grande affabulatore è riuscito a dare
l’interpretazione del suo lirismo in maniera esaustiva, sia idealmente che
concretamente: i suoi superbi paesaggi terragni, le sue vigne, i suoi ulivi, la
natura selvaggia e imponderabile di un Sud fatto a immagine di poesia, tra luci
e ombra, tra passaggi interiori e suggestioni, tra emozioni e scoperte, tra
lusinghe e dolore; si snoda la vita, e il poeta Rescigno la percorre in un
fremito che tutta la raccoglie.
Il suo impianto linguistico è
moderno, contemporaneo, mai sperimentale, perché sa cogliere un panismo, un
misticismo lirico che non sono di tutti. L’ermeneutica su cui si colloca l’esegesi
di Sandro Angelucci è ricchissima di spunti che serviranno a incorniciare la
figura di questo poeta entro l’ambito di una scrittura poliedrica e versatile,
senza nulla togliere al viaggio reale della sua esistenza, al quale giustamente
il Critico riserva tutta l’attenzione.
É scevro da funambolismi ariosi e
descrittivi questo saggio, va dritto al punto cruciale che è la personalità del
poeta Rescigno: le sue carrellate di versi, tutti potenti, tutti immersi in
un’atmosfera lirica da lunga e pesante permanenza in poesia.
Il Critico ne ha saputo individuare
linee e forme, categorie e passaggi cruciali, i flussi e i riflussi che ne
hanno regolato le stagioni, i gusti, le sollecitazioni amorose, i dubbi, le
speranze.
A indicarne la camaleontica tranche de vie non potrebbero essere che le stesse
parole del poeta: “forse è l’anima nostra in continua prova/ per raggiungere l’infinito
(da: Nessuno può restare) Genesi, 2013. Quest’ultima è una raccolta lucida e
ben delineata, una sintesi oserei definirla di quel percorso che Rescigno
compie au rebours, per abbracciare l’intero percorso e donarsi infine nelle
braccia dell’Ultimo Morfeo, come un guerriero stanco.
L’esegesi di Angelucci è di quelle
che non si fanno attendere, ne delimita gli assunti, ne ricrea le atmosfere, ne
illumina i contorni con un’aderenza alla realtà tra le più straordinarie. E’
lì, infatti che si sentono l’abilità e la preparazione di un critico, quando
questi ne avverte i segni, le interferenze, le angolazioni, i traguardi, le
impalpabili sottigliezze, gl’indicibili rifrangenti dell’umano percorso che si
fa carne e sangue della vita, ne assume i contorni, ne evidenzia i dati più
eclatanti, per giungere all’ultimo stadio che è il più verosimile – come la
nascita, infatti, anche la morte è un barlume di vita, anche se l’una dà,
l’altra toglie, ma è l’inafferrabile, il mistero di ogni umanità ad attaccarsi
al sogno, alla rappresentazione scrittoria di un progetto che si trasforma in
poesia, come in arte. Un processo salvifico, un procedimento di gran lunga più
misterioso e potente della stessa nascita. Angelucci sembra dire nel suo
saggio: se un poeta dopo aver percorso il suo cammino, aver ostinatamente
scavato per trovare la peculiarità del linguaggio, la chiave più opportuna
offertagli dalla vita, ha saputo parlare con le sembianze di un uomo qualunque,
“umile” eppure elevato, dal perentorio bisogno del –dire- allora gli si può
riconoscere l’immortalità dello spirito, la sua lunga permanenza nei territori
dell’anima, che ne testimoni il grande privilegio della Poesia. Mi pare che un
critico non potesse dare miglior giudizio di questo. Spero di averlo
interpretato bene!
Ninnj Di Stefano Busà
Milano, 24 Gennaio 2014
Biancamaria Lazzarini
RispondiEliminaSeguo da un po' di tempo questo blog, che davvero sa dare tanto in fatto di Lettere, di critica, di poesia; di ciò desidero ringraziare il blogger Nazario Pardini. Riguardo poi questo intervento critico, desidero esprimere i miei migliori complimenti a tutte e tre le figure, che risultano ottime: l'autore, il critico della sua opera e il supervisore di entrambi...che potenza,la loro, essi sanno davvero dare una scrittura encomiabile. di cui andarne fieri. Bravi e auguri
Andrea Liotta
RispondiEliminaè una panoramica vasta quella che fa il critico Angelucci alla scrittura di Gianni Rescigno. Chiunque vorrebbe essere sotto la lente d'ingrandimento di un critico di tale livello. Rescigno lo merita e la Di stefano Busà non può non verificarne e analizzarne con autorevolezza tutta la validità. Sono lieto di essere un lettore ed estimatore del Vs. sito. Grazie per quanto trattate e ...come lo trattate...ad alti livelli.
Quale piacere, quale goduria emotivo-intellettiva poter leggere una recensione di tale portata. Ringraziare la Busà è poco. E' veramente poca cosa. Qui si rasenta la perfezione dell'esegesi, critica su critica, poesia su poesia, trasparenza di un prosodico dire su contenuti di altrettanta valenza euritmica che non disdegna sonorità e abbracci a una storia che appartiene a noi tutti. Ed è proprio lì il nocciolo della questione: saper penetrare negli animi con una vicissitudine personale zeppa di dolore e di amore. Ed è anche da lì che nasce quella trama verbale indispensabile al sentire. Bravo Angelucci e veramente unica la nostra Busà.
RispondiEliminaNon credo, caro Pardini, di fare cosa tanto eccezionale, il saggio di Angelucci si merita pienamente un mio intervento, perché eviscera una situazione di profonda penetrazione letteraria sul poeta Rescigno. Di entrambi ho molta stima e considerazione: mi è sembrato giusto un mio modesto giudizio. Grata a tutti per la considerazione, ricambio con viva e grata stima.
RispondiEliminaNinnj Di Stefano Busà
Luisa Scognamiglio
RispondiEliminaHa ragione, Pardini, non è tanto lo scritto critico in sé, quanto l'esegesi dettagliata e puntuale che la Di Stefano mostra nello specifico, ad essere apprezzabile e autorevole. Rescigno ne potrà andare fiero di avere critici così importanti che disquisiscono sulla sua attività. Io ne sarei onorata.
Quale incantevole sorpresa questo acutissimo e vibrante commento di Ninnj Di Stefano Busà, che accomuna l'arte poetica di un grande protagonista del nostro tempo, come Gianni Rescigno, all'acume critico di Sandro Angelucci, spirito particolarmente sensibile ai voli della poesia, che nel tempo darà sicuramente prove sempre più convincenti e sorprendenti delle sue qualità ermeneutiche! Siamo in presenza di un connubio unico, storicamente importante e felice. Ai due si aggiunge ora la Busà, con la sua penna che tocca le corde più vive della mente e del cuore. Grazie a tutti per il prezioso dono.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Siete troppo buoni! Grazie a voi tutti.
RispondiEliminaNinnj Di Stefano Busà