Bertgang (Fantasia onirica), di Luigi Fontanella, Moretti 6
Vitali, Bergamo, 2012
Di Ninnj Di Stefano
Busà
Con “Bertgang”
(Fantasia onirica), Luigi Fontanella ci presenta la sua ultima fatica lirica,
che, a dire il vero, sembra andare oltre le forze e il fascino visionario di un
deja vu, verso un mito irrisolto,
oltre la sfumata, eppure, viva e presente allegoria di una figura
prepotentemente impressa nella sua mente di sognatore e di poeta, per quella
fluida metamorfosi erotica che lo contraddistingue.
La -donna- s’inquadra
in un reticolo di fantasia, di perenne smarrimento di fascino e di teorico
dissolvimento che entra nelle spire di un immaginario astrattismo, ma al
contempo imprime un melodioso, quasi magico richiamo all’Eden primitivo della specie umana: Adamo ed Eva
cacciati attraverso l’ignobile azione della disobbedienza, sono protagonisti
della loro vicenda personale, ma anche di quella dell’intera umanità che
rivelerà ed evocherà i punti più salienti dell’inconscio freudiano. Compagni di
sventura, in un delirio di ebbrezza, che va a perdersi nei sensi e nella forza
dell’Eros, essi vivranno l’esilio del sensi e della carne che ideologicamente e
psichicamente deformano la figura dellEros delirante e contraddittorio del
mito moderno. La parabola è rivisitata da Fontanella con grande e delicata
fantasia onirico-sentimentale: vi sono tutti gli elementi per catalogarla entro
un labirintismo di sogni, di desideri, di aspirazioni che ognun si porta
dentro, seppure in un pensiero teorico di astrattismo votato a sentimenti
seducenti e impalpabili. La psiche viene (ri)visitata alla Freud: una compagine
di fantasie sul punto di esplodere al primo alito di vento...e Fontanella nel
suo poemetto mostra chiaramente che Zoe Bertgang gli ricorda il modello, quantomeno
il <fantasma> di una realtà che prende forma e purezza poetiche dalla
rivisitazione di metamorfosi oniriche: il sogno si traduce in un’idea di danza
e di camminamento, identificabili in Gradiva,
come evocazione di una figura che è scolpita nell’anima tal quale il
simbolismo lo mostra: epifania e vertigine di un mondo che rilancia la bellezza
dell’Eros: un amore o una narrazione di felicità immaginifica mai raggiunta,
che il desiderio coglie nel suo interessante <transfert> : “Vano sogno
dunque il mio e solo vera/ la mia follia?” un sogno, un criptico
smarrimento, un’apoteosi del ricordo che dell’amarcord restituisce interamente tutta la gamma della sensazioni
virtuali o non, della passione salvifica dell’autore o del suo allusivo
riferimento, quale archetipo trascolorante o in via di estinzione, sciolto da
ogni qualsivoglia trama, purtuttavia, doloroso e pungente, avulso dalla
felicità stringente e arcana di un simbolismo, più vicino all’atmosfera quasi
idilliaco-metafisica del poemetto, che vuole rappresentare le zone oscure di
una vertigine velleitaria e visionaria, atta a sperimentare i contrappunti, le
orchestrazioni, le narrazioni visionarie e le atmosfere surreali,
magiche e composite di questa poesia ricca di note dolcissime, che sanno ben
bilanciare un linguaggio, aulico, denso di note misteriche e di suspence, di aree magiche,
surreali, carico di desiderio insopprimibile, atto ad esplorare le vie
mnemoniche per portare alla luce in un gioco di dissepolti e deliranti
riferimenti la carica erotica del protagonista, il quale vi costruisce il
disegno di una fanciulla rassomigliante, probabilmente amata dal poeta: una
"reverie" ripresa nel movimento fluido di danza e nella grazia che le
imprime il suo camminamento. L’emblema tragico del mito, la fuggevole
consapevolezza di una magìa, di un’elegia che non tornano, (sembra non sia
stato risolto del tutto entro l’ambito psicologico dell’autore il nodo della
trascendenza psicoanalitica), di cui ancora ne riconosce i segni, ne porta
tracce indelebili, ne intuisce presenze oniriche, fantasie "erotiche"
attraverso l’evocazione di Gradiva/Zoe.
Norbert o Fontanella
amano lo stesso modello femminile, ne sono attratti fino a trasfigurare l’Eros. Il suo richiamo,
attraverso il fantasma icastico e seducente di un passo rapido e leggiadro che
sa fluttuare come aria dentro la psiche, ne analizza ne indaga i contorni,
parla tutte le lingue del cuore, ed è tanto intenso e tenace da ispirare l’alta
poesia di questo poeta.
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