Maria Rizzi, collaboratrice di Lèucade |
L’ISIS
definisce se stesso come ‘stato’ e non come gruppo. Usa metodi violenti, controlla tra Iraq e
Siria un territorio esteso approssimativamente come il Belgio e lo amministra
autonomamente, ricavando dalle sue attività i soldi necessari per sopravvivere.
Teorizza una guerra totale e vuole un califfato, non si sa bene dove. I suoi
capi sono molto ambiziosi. Per capire la storia dell’ISIS serve introdurre tre
personaggi: il primo, conosciuto da tutto il mondo per gli attacchi terroristici
dell’11 settembre è Osama Bin Laden , di origine saudita, che è stato a lungo
capo di Al Quaida. Il secondo è un medico egiziano, Alzawari, che ha preso il
posto di Bin Laden dopo la sua uccisione; il terzo , Al Zarqawi, un giordano
che dagli anni ’80 -’90 è stato uno dei
rivali di Bin Laden. Nel 2000 quest’ultimo decise di fondare un suo gruppo, con
obiettivi diversi da quelli di Al – Quaida. Egli voleva provocare una guerra
civile, sfruttando la complicata situazione dell’Iraq. La strategia di Al Zarqawi
è quella di portare avanti una campagna di sabotaggio continuo a siti
turistici, a centri economici di stati musulmani per creare una ‘rete della
violenza’. Nel 2013 il gruppo si estese in territorio siriano e prese il nome
di ISIS. Questo gruppo non dipende per la sua sopravvivenza da paesi stranieri.
Ha cominciato a vendere l’elettricità al governo siriano e ha messo in piedi un
sistema per esportare il petrolio siriano conquistato durante le offensive
militari. I soldi li usa per gli stipendi dei suoi miliziani. Più di 30.000
combattenti hanno aderito alla causa. In Siria e Iraq circa 3000 europei
combattono per lo stato islamico. Spesso sono ragazzi in cerca di lavoro,
partiti da Londra, Bruxelles, attratti dalla loro propaganda. Il Weshinton Post avrebbe individuato in
Turchia una eventuale città, dove i jadisti avrebbero comprato delle loro
attrezzature. Internet, video, foto, pagine social da twitter e facebook, da
youtube ai semplici blog, sono mezzi per diffondere la propaganda del terrore. Gli
sforzi per diventare un marchio del terrore si realizzano anche attraverso
gadget, riviste, abbigliamento. In Iraq cresce l’opinione che gli USA usino
l’ISIS come scusa per intervenire di nuovo in Medio Oriente, ma un documento
del Cairo sostiene che il terrorismo
islamico nasce dal movimento salafita.
Al –
Baghdadi è molto carismatico. Si sa che è nato a Samarra nel 1971. Il resto è
un mistero. I suoi miliziani lo dipingono come discendente diretto del profetto
Maometto.
Si
sospetta che lo stato Jihadista rappresenti l’organizzazione più ricca del
mondo e rappresenti una minaccia
globale… basta pensare agli attentati degli ultimi tempi, commessi in luoghi
non sospetti come i musei, le spiagge, i locali, la Rambla. Come possiamo
difenderci?
Maria
Rizzi
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