domenica 1 novembre 2020

ADRIANA ASSINI: "ROSSO DI TIRO...", SCRITTURA&SCRITTURE, 2020

           Adriana Assini. Rosso di  Tiro, blu d’Oltremare. Una                          storia fiamminga. Scrittura&Scritture. 2020

-Un vento salato muggiva su Bruges. Il cielo, gessoso, incombeva sui vicoli, lambiva i possenti bastioni e le torri, incorniciando in una fredda aureola lo scuro castello del Conte-. Così inizia la nuova opera di Adriana Assini, con uno schizzo iconicamente leggero da vera pittrice, e lei lo è; lo dimostra nel prosieguo del romanzo, dove le storie si intrecciano in ambienti rappresentati con acribia intellettivo-emotiva, senza lasciare niente al caso. Questa è Adriana e questo il suo stile che ti abbraccia e  promette di portarti alla fine dandoti il piacere di leggere vicende infiocchettate in batuffoli di ovatta. Un dire che ti sfiora e ti accarezza come lo può fare una piuma sul viso. Mentre gli uomini sono impegnati in vere guerre, le donne della Compagnia della Conocchia “si incontrano di nascosto nelle fredde  notti tra Natale e la Candelora”, e, scambiandosi consigli sulla vita e sulla morte, coltivano un grande sogno comune. Tutto è leggero, fluente, sapido di vita e di storia trecentesca, di cui la Nostra è oramai una grande specialista. Adriana si prepara, studia, si forma, e sa immettersi nei panni di quella gente, diventando ella stessa personaggio indispensabile alla trama. Non solo perché lei è la scrittrice, ma soprattutto perché è talmente immedesimata che vive le scene come fosse una di loro. Quando Grand stava bruciando: “… Tra le botteghe a pelo d’acqua. Le decine di battelli in transito e una folla di mercanti, appresero che Gand stava brucando”. Lei è in quella mischia di gente e battelli, in quel formicolio di vita, a respirare il fumo dell’incendio, a tormentarsi per le sorti delle torri possenti che ancora incutevano terrore.  E’ lì, tra quei fatti, tra quegli accadimenti, veri, usciti da una penna di magistrale intuizione poetica. Poetica, sì, dacché solo la creatività e l’intuizione di una poetessa si possono lanciare in  un trionfo di rappresentazioni d’iconica visività. I personaggi vivono dei contorni della scenografia. Gli ambienti li formano e danno loro quella carica psicologica fattiva: il discorso si fa indiretto, anche se dialogico, l’autrice parla con l’apporto degli elementi naturali che li avviluppano: “… tra ciarle e sospiri, le filatrici fecero incetta dei lampioni e di altri minuti doni del bosco, tenendosi alla larga tanto dai covi dei lupi quanto dalle capanne dei carbonai. Non disperavano, invece, d’incontrare qualche creatura del bosco:  fauni, fate, e folletti custodi di arcani silvestri. Finché, affidandosi al solo senso dell’orientamento, non ritrovarono l’olmo secolare sotto il cui mantello spesso andavano a rifugiarsi per chiedere consiglio su come dirimere  grandi dilemmi o piccoli fastidi”. Fate, boschi, misteri. Ingredienti tipicamente medioevali che ci danno la contezza di un’epoca in cui le genti vivevano di tali contaminazioni. I personaggi sono del tempo, con una psicologia tipicamente influenzata dal mistero del bosco, e delle sue profondità. Le descrizioni si susseguono con una forza rappresentativa di grande elasticità: “… Le foglie ingiallivano appena in quell’inizio d’autunno, ma da nord soffiava già il temibile Aquilone, portando i suoi gelidi mugugni fin dentro le case riscaldate a stento dai camini”. O ancora: “… Mare brusco, mare nero. E un vento furioso che muggiva senza posa su Bruges… Spuntata l’aurora, la città dai cento canali biancheggiò di una luce irreale, sotto una coltre di neve”.   Non è di certo compito del critico scrivere della trama e degli intrecci che la compongono, quanto piuttosto quello di rilevare le caratteristiche formali e la simbiotica fusione tra dire e sentire; al lettore il compito di leggersi le pagine di questo emozionante e ben nutrito testo, che senz’altro lo lasceranno di stucco e per la forza espositiva, per i contenuti storico-creativi, ma soprattutto per l’inventiva di una scrittrice che scrive dando sostanza alle sue creazioni.             

Nessun commento:

Posta un commento