Praga è il luogo dove
si giocano i sentimenti di un gruppo di ragazzi, campo neutro dove la ricerca
della felicità sembra più semplice. È una cifra del nostro tempo, cercare
altrove, muoversi come se il movimento fisico aiutasse quello interiore. Ma i
drammi sono gli stessi, non cambiano e la fuga sembra molto quella del soldato
a Samarcanda, i problemi te li ritrovi tutti. Come trovare allora la forza per
affrontare e realizzare una propria felicità? Forse negli altri, negando
l'assunto di Jean-Paul Sartre "l'inferno sono gli altri". Nell'amore,
forse.
Le esperienze si intrecciano e non tutto va
come i personaggi del libro vorrebbero. Ognuno dei protagonisti si ritrova
nelle mani una carta da giocare, una possibilità; chi nell’essere diretto e
sincero, a volte troppo, diviene eroico; chi, consumato nel proprio vittimismo,
si trova invischiato in una vicenda che lo trascina verso la malavita.
Interessante che in questo libro gli immigrati sono gli italiani, e in quanto
immigrati sono portatori di un fattore positivo, cosa che a me sembra molto
vera. Condivido perciò l’analisi dell’autore, che vede nella ricerca di una
nuova possibilità una forza positiva.
Una seconda cifra del
nostro tempo è l’incomunicabilità tra le generazioni. Le vecchie foto, mosse
dall’aria che entra dalle finestre, parlano, ma le loro parole non aiutano
Mark, l’unico non immigrato del gruppo, a uscire dalle pastoie del suo dramma.
Roberto De Luca in
questo breve romanzo ci presenta un arco di possibilità, in cui i protagonisti
si trovano anche a dialogare con gatti o con vecchie foto; il contenuto di
quegli oggetti, la memoria, il simbolo di cui essi sono portatori, aiuta a
capire. È un romanzo breve che interpreta il nostro tempo, con il coraggio
dell'autore di avere un punto di vista, ma lasciandoci la libertà di immaginare
una realtà diversa.
La presenza
dell'autore nel racconto, chi lo conosce sa trovare il suo tocco, è discreta,
cortese come è lui, ma anche con una certa autorevolezza che non guasta e fa il
vero narratore. Non è un romanzo complesso, in breve ci dà una sensazione, ma
una sensazione che fa più di tante parole sprecate in romanzi più lunghi.
Ringrazio Nazario per aver dato risalto al romanzo "Come pioggia sottile" di Roberto De Luca, edito da Graus, che ho avuto l'onore di leggere in anteprima e ritengo un vero gioiello. Luca con la sua incredibile capacità analitica mette in luce alcuni aspetti fondamentali del testo. Per la prima volta si parla di immigrazione al contrario. I giovani protagonisti, tranne uno, partono dall'Italia e scelgono Praga per darsi un'identità. Evidenzia anche una 'seconda cifra del nostro tempo, ovvero l'incomunicabilità'. Va detto che l'Opera è esistenzialista, nel senso effettivo di tale dottrina, in quanto analizza la vita umana: l'uomo è solo, abbandonato nel mondo, condannato a essere libero, obbligato a scegliere. L'esistenzialismo costruisce una via, non impone una formula. In fondo a questa via, c'è la possibilità per ognuno di riconoscersi nella sua vera natura e per tutti di comprendersi e di realizzarsi in una comunità solidale. Dal romanzo di Roberto si può capire come da questa generazione, da questo tempo, si sia sviluppata la nostra tremenda alienazione. Io sono reale? Esisto? Nessuno mi guarda. Nessuno mi tocca. Parlo agli altri e loro non mi ascoltano. Guardano oltre la mia spalla per vedere chi altro c'è. Nessuno mi guarda più negli occhi. Sono solo e sto morendo di solitudine. Come dice Schweitzer: «Stiamo tanto insieme eppure stiamo tutti morendo di solitudine». Luca asserisce che il romanzo "ci presenta un arco di possibilità, in cui i protagonisti si trovano anche a dialogare con gatti o con vecchie foto; il contenuto di quegli oggetti, la memoria, il simbolo di cui essi sono portatori, aiuta a capire"... aggiungerei li aiuta a capirsi, a trovarsi. E tramite la cifra stilistica fruibile, mai onnisciente dell'Autore, noi lettori siamo chiamati a porci le stesse domande dei protagonisti, a condividere le loro inquietudini, ad arrabbiarci, a gioire, a commuoverci con loro. Rinnovo il mio plauso al carissimo Roberto, a Luca, che molti d noi amano definire la mente, auguro al romanzo di toccare le vette che merita e li abbraccio entrambi, nel segno del nostro Vate che rende l'Isola sempre più varia.
RispondiEliminaRingrazio il prof Nazario per l' inserimento dell' intro di Luca Giordano a questo mio romanzo, e ti ringrazio Maria per questo commento al testo che hai visto nascere. In effetti hai fatto centro su alcuni punti focali, prima di tutto sul fatto che i personaggi ricerchino la felicità in un tempo altamente indecifrabile e pervaso dall'incomunicabilita'. Come tu stessa asserisci poi, tramite la Ricerca, ai personaggi si presentano varie possibilita'.Essi le sfruttano per creare un qualcosa che sfondi il velo dell' incertezza, proiettandosi, chi in un modo, chi in un altro, in evoluzioni personali che avranno di sicuro un seguito , quindi un futuro. Questo credo sia il lato veramente positivo del quadro d' insieme . Grazie dunque per la tua efficace interpretazione e per aver aver guardato così a fondo in questa storia.
RispondiEliminaRoberto
Conosco "Come pioggia sottile" il nuovo romanzo di Roberto De Luca, sul quale l' ho intervistato non molto tempo fa nel corso della sua presentazione a Roma. È una vicenda avvincente, che tocca molti temi, dai ricordi, dal mondo giovanile al confronto tra le generazioni. Bravissimo Roberto e notevole l' introduzione di Luca Giordano, che conferma le sue doti analitiche.
RispondiEliminaE un abbraccio anche al nostro Condottiero che permette questi incontri sulla sua Isola !
Loredana D'Alfonso