mercoledì 20 dicembre 2023

Anna Vincitorio legge: "DIMENTICATI" di Valerio Bispuri

 DIMENTICATI – THE FORGOTTEN di Valerio Bispuri Silvana Editoriale 

“Le emozioni che i malati mentali sentono sono schegge di un mondo per loro indecifrabile e ogni sensazione entra nelle stanze della loro mente. Dimenticati è un viaggio sull’orlo della pazzia, nell’universo della psichiatria italiana e africana, alla ricerca di cosa è la follia…”. (v. Bispuri dal testo). Ho avuto conoscenza di questo libro leggendo un articolo su Venerdì di Repubblica. Parole coinvolgenti e una serie di foto in bianco e nero. Ho davanti a me il testo: una finestra con inferriate; un bianco indistinto all’esterno, e un volto. Il suo grido disperato che acquista una dimensione corporea uscendo dall’immagine; bocca spalancata. Quel grido, che non possiamo udire, ci penetra. Ho letto la testimonianza di Grégoire Ahougbonon che racconta. Il suo è un atto di fede. Si era sentito perduto “nel buco in cui era caduto” e dopo essere sprofondato nell’abbandono e tentato il suicidio, ha incontrato un prete missionario. Nella disperazione è importante essere ascoltati. Un pellegrinaggio a Gerusalemme ha portato Grégoire alla nascita della “Associazione San Camillo de Lellis” per l’accoglienza e la cura dei malati psichici. Questi malati in Africa “sono abbandonati per le strade o incatenati agli alberi per sempre” (G. A.). Una persona che vive un disagio psichico è un “dimenticato tra i dimenticati”. Ultimi fra gli ultimi. Devono essere aiutati con la nostra mano tesa e con l’ascolto. PSICHIATRIA1 . Parola importante ma, concretamente, cosa è? Cosa comporta? Marco Bertoli – Direttore del Dipartimento di salute mentale – ASUFC – la considera un vuoto dopo aver visitato manicomi, ospedali giudiziari, comunità… C’è come un muro, una porta chiusa che separa i sani dai sofferenti. I manicomi sono una realtà. Esistono da sempre. Franco Basaglia2 , Direttore dal 1972 dell’ospedale psichiatrico di Trieste, contrario all’internamento e alla segregazione dei pazienti, contribuì in modo decisivo alla promulgazione della legge 13-V-1978 n.180, che sancì la chiusura dei manicomi. Ma la sua morte prematura ha lasciato delle carenze gravi che tutt’ora non si sono sanate. Manca spesso il come seguire e curare questi infelici che sono lasciati soli o affidati a familiari impotenti e inadatti a seguirli. È meraviglioso quando uno di questi malati guarisce. Si sono aperte le porte della loro prigione. Uscire da un tempo di dolore, di psicosi, di tremenda angoscia. Essere nuovamente umani. 1 Ramo della medicina che ha per oggetto lo studio clinico e la terapia delle malattie mentali – Devoto Oli. 2 Psichiatra – Venezia 1024 – 1980. Il libro di Valerio Bispuri dona luce agli invisibili. Penetriamo in immagini cupe. Senso di abbandono, decadenza. Muri con graffiti, finestre con grosse spranghe. In nebbie di fumo evanescente, individui in voluto abbandono. Possiamo essere a Chairama nello Zambia (2019), come a Renis nel Lazio. Foto attuali tra il 2018 e il 2022. Colpisce di queste foto la realtà di situazioni tragiche che l’occhio del fotografo ha penetrato, provando in sé le emozioni e le angosce di queste persone. Una stuoia, un grosso corpo disteso; occhi atterriti e spalancati su una realtà che non possono comprendere. Una bacinella accanto alla testa. I luoghi per l’attuazione delle misure di sicurezza sono come prigioni. Disorienta e commuove l’abbraccio fra due uomini. Sulla destra la luce velata dall’immancabile fumo della sigaretta. Unica evasione da una realtà distruttrice. Mani tese verso le sbarre. Volti per metà annientati da bagliori come fenditure tra il sano e il perduto. Un braccio e un dito minaccioso verso una donna seduta su una stuoia. Quel dito teso appartiene a un volto sconosciuto che rappresenta disumanità, freddezza. I letti che accolgono i malati sono stretti con lenzuola grinzose. Bottigliette d’acqua sul comodino. Si parla di accoglienza per pazienti psichiatrici, ma le immagini portano alla luce visioni di solitudine, violenza su caviglie ingabbiate da rigide fasce. Sono immagini crude e reali. Valerio Bispuri ha visitato quei luoghi; è penetrato con l’occhio e con la mente in quei corpi avvolti da coperte sgualcite. Una stanza nuda con disegni sulla parete nel carcere di Pescara. Il volto contratto dal grido in una strada di Lusaka – Zambia, 2021. Ragazzi con problemi psichiatrici di tossicodipendenza, sempre Zambia 2019. Mi colpisce una immagine dove mi pare di cogliere qualche sprazzo di luce: Un centro di accoglienza per pazienti psichiatrici del Benin – 2021. Un fanciullo nero seduto che tende le braccia verso una finestra dove c’è una donna con la testa ripiegata, un panno bianco sulla spalla. Cosa vede in lei? Forse la madre perduta? Quello che più sconvolge in queste immagini è il buio con improvvisi stralci di luce. Luce che però illumina il niente. Vuoto sul pavimento e nell’anima dei forgotten. Ancora disegni: carte da gioco sul muro: il cuore, la morte, un cavallo, una mano che stringe un libro che si sfoglia. Cosa significa il libro per quella mano? Leggere che esiste una realtà fuori, a lui negata? Si susseguono spazi vuoti, luce che filtra e una piccola immagine lontana, accucciata. Sono centri di accoglienza ma le immagini evidenziano solo individui solitari e in cupa assenza separati gli uni dagli altri. I pazienti del Benin hanno spesso vesti variopinte, mosse dal vento che attenuano quel senso di vuoto. Un uomo guarda una donna che avanza come se danzasse. C’è ancora in lui la scintilla umana del desiderio? In una foto un paziente è trafitto da aghi di luce che sembrano sottili stiletti di metallo convergenti sulla sua testa. Mi domando: a parte l’abilità nel cogliere attimi i più disparati di queste visioni di sofferenza e abbandono, Valerio Bispuri ha aperto la sua anima alla sofferenza, si è sentito anche lui perduto, senza vie d’uscita se non qualche sprazzo di effimera luce nella follia? È un libro dotato d’immagini splendide, di denuncia che dovrebbe far pensare e non soltanto lasciarci spesso immobili e distratti davanti alla TV ascoltando realtà che non ci appartengono. Grazie, Valerio. La tua mano sull’obiettivo è quella di un cuore sensibile alla sofferenza umana. Non basta vedere e spero che questo libro aiuti il mondo della psichiatria a lottare non solo usando la scienza ma con un forte coinvolgimento emotivo per alleviare e, forse, in un futuro annientare le sofferenze di quei dimenticati. Penso di concludere inserendo Il cavallo pazzo di Franco Basaglia, che io ho inteso come un invito, anche se flebile, alla speranza. 

Anna Vincitorio Firenze – 29 ottobre 2023

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