martedì 8 luglio 2025

Cinzia Baldazzi in ricordo della madre

 


CINZIA BALDAZZI – L’esame della vita

 

Una donna colta, emancipata, che ha combattuto una dura battaglia all’interno del nucleo familiare per vedere riconosciuto il suo diritto allo studio e all’indipendenza economica.

Laureata in Storia della Filosofia all’Università di Perugia nel 1945 (in quanto l’ateneo romano era poco agibile e con attività ridotta a causa della guerra), trovò subito impiego in una grande compagnia aerea statunitense fino a diventare capo della segreteria del direttore generale in Italia.

Lei era mia madre: l’ho perduta il 6 luglio 1965. Adriana Cardoni aveva solo quarantuno anni.

Con mio figlio Adriano abbiamo registrato un brevissimo video di saluto e di ricordo, che trovate a questo link:

 

https://www.facebook.com/cinzia.baldazzi.5/posts/pfbid02pHdzc7sGjHM76UD7ZBRnsk7tV7KsULZgj2FqZaRCLxnXCBJq7vRper3TTiZ3cbccl

 

L’anno successivo alla sua scomparsa, all’esame di Stato di quinta elementare la mia insegnante, la signorina Maria Elena Tomeucci dell’istituto Montessori, per aiutarmi ad affrontare “l’esame della vita”, mi fece recitare le terzine dantesche in apertura dell’ultimo canto del Paradiso, quando san Bernardo si rivolge alla Vergine affinché a Dante sia elargita tanta virtù da renderlo capace di innalzarsi alla visione piena di Dio. Ricordo bene che la commissione, presieduta da Maria Clotilde Pini (per decenni a capo della sezione romana dell’Opera Montessori), si commosse per quella voce bambina che, senza esitare, leggeva a voce alta un passo impegnativo della Divina Commedia.

 

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura

nobilitasti sì, che 'l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore,

per lo cui caldo ne l'etterna pace

così è germinato questo fiore.

Qui se' a noi meridïana face

di caritate, e giuso, intra ' mortali,

se' di speranza fontana vivace.

Donna, se' tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre,

sua disïanza vuol volar sanz'ali.

 

63 commenti:

  1. Cara Cinzia,
    leggerti è stato come aprire una finestra sul silenzio che parla d’amore.
    Quel silenzio che conosce solo chi ha perso, eppure continua ad amare con gratitudine, senza misura.
    Tua madre Adriana vive nel tuo sguardo, nella voce di Adriano, in quel piccolo video che dice tanto più di mille parole.
    E quelle terzine di Dante – così alte, così umane – sembrano oggi scritte anche per lei.
    Nel tuo gesto ho sentito il respiro di un amore universale, che consola, protegge, ricuce.
    Un amore a cui tornare, sempre, quando ci manca il cielo, o una carezza, o il senso delle cose.
    Ti ringrazio per aver condiviso questo spazio sacro. Mi ci sono ritrovata, ad ammirarlo con amore.

    Con affetto e stima,
    Cecilia Salaices

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  2. Una donna determinata che ha lasciato impronte da seguire e che tu hai saputo onorare, ricordandola sempre con amore e ammirazione, perseguendo i tuoi obiettivi con la stessa determinazione. Nonostante il dolore della perdita, hai raggiunto cio` che volevi e per cui tua madre ne sara` fiera.

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  3. L’amore di una madre è sempre il più grande e universale, soprattutto perché assolutamente gratuito, incondizionato, e proprio per questo umanamente impareggiabile e irripetibile. La sua perdita prematura è un evento spesso sconvolgente, devastante, ma può anche tramutarsi nel tempo in forza di vita e tensione di crescita e cambiamento interiore. La tua intensa invocazione “dantesca” di bambina, cara Cinzia, amplifica simbolicamente e mirabilmente la natura quasi “divina” di questo amore materno, che non ha eguali sulla terra, la cui bellezza/purezza può essere solo richiesta e riproposta rivolgendosi verso l’alto, nella dimensione dello spirito e della comunione intima con le anime perdute. Grazie per questo commovente e toccante contributo alla memoria per la scomparsa di una figura materna così forte e fiera, che un po' sento anche mio e appartenente alla mia esperienza, avendo perduto un po' troppo presto la mia cara madre 🙏 un abbraccio sincero

    Giuseppe Guidolin

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  4. Cara Cinzia, la storia di tua madre è toccante. Donne come lei ora ce ne sono molto poche...
    Caterina Mililli

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  5. Voglio ringraziare Cinzia Baldazzi perché con questo post mi ha dato la possibilità di ricordare mia madre umile nella sua semplicità ma grande di animo .Mi ha trasmesso grandi valori e l amore per la cultura cosa che mi fa apprezzare gli interventi della nostra critica che mi arricchiscono sempre molto e seguo con piacere. Amalia Viti

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  6. Un tributo struggente e illuminante alla forza, alla dignità e alla memoria. La tua cara mamma emerge come una figura luminosa: una donna colta e determinata, che ha sfidato le convenzioni sociali del suo tempo per affermare il diritto all’istruzione e alla libertà. La sua storia non è solo personale, ma universale: incarna la lotta di tante donne che hanno dovuto conquistarsi, con fatica, ciò che oggi dovrebbe essere garantito.
    Recitare le terzine del Paradiso da bambina, durante l’esame di Stato, è pura poesia nel cuore della realtà. In quel gesto, c’è il dolore della perdita, il bisogno di elevarsi, la potenza dell’eredità spirituale e culturale che tua madre ti ha lasciato. Le parole di Dante diventano strumento di resistenza e rinascita, come se san Bernardo parlasse anche per te, chiedendo alla Vergine la forza necessaria ad affrontare l’“esame della vita”.
    Lia Grassi

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  7. Un antico proverbio ebraico recita cosi: "Dio non poteva essere dappertutto...e allora creò le madrj".

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  8. Davvero complimenti Cinzia, per come hai voluto onorare la persona a te piu` cara e per come hai saputo seguirne le orme. Si dice che la mela non cade mai lontana dall'albero e tu, come tua madre, sulle ali dell'amore brilli di innata determinazione.

    Ornella Garbari

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  9. Un tributo che commuove per la sua profondità e per la grazia con cui intreccia memoria personale e riflessione universale. Le parole di Cinzia Baldazzi non sono solo un omaggio alla madre, ma anche un atto d’amore verso la vita, la cultura e la bellezza che ci attraversano e ci sopravvivono. In questo ricordo si avverte la presenza viva di una figura materna che continua a parlare attraverso la voce della figlia, in un dialogo che non si interrompe mai. Grazie per aver condiviso un frammento così intimo e luminoso.

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  10. Cara Cinzia, di te mi ha sempre colpita, tra le tante tue virtù, la dolcezza che riveli con lo sguardo, atteggiamenti e parole e che caratterizza il tuo essere donna, e madre, e professionista appassionata di ogni forma d'Arte, Bellezza e Cultura. Sicuramente l'hai ereditata dalla tua mamma che troppo presto ti ha lasciato, ma che è incorporata nel tuo cuore e nella grazia con cui entrambe voi, donne di valore e con valori umani e immortali, ci allietate. La tua attività culturale, accorta e poliedrica, mostra sempre il tuo alto livello di sensibilità, accresciuto sì dalla sofferenza per la mancanza fisica materna durante l'infanzia, ma dalla capacità di mantenere vivo in te e e per i tuoi cari lo spirito essenziale della sua forza e determinazione. Viva le grandi Donne, da omaggiare come la tua splendida mamma e come te, sua mirabile testimone. Un abbraccio. Rosanna Petraglia

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  11. Un omaggio delicato e appassionato a una figura di donna dalla grande statura intellettuale, in anticipo sui tempi.

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  12. L'articolo di Cinzia Baldazzi riguardo la madre Adriana è un battito d'anima che risuona profondamente. Non solo il ricordo di una figura materna forte e pioniera, ma il riverbero di una forza femminile che ha squarciato il velo delle convenzioni. La madre, come le terzine dantesche che cita, è stata una "meridïana face di caritate" che illumina ancora il cammino.

    Quell'"esame della vita" affrontato da bambina con Dante è l'immagine struggente di come l'arte e l'amore possano dare senso all'assenza. Un promemoria potente che l'amore puro e senza tempo è l'unica ala che ci permette di volare.

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  13. Sempre, nella dimensione umana, la madre è quella certezza che si vorrebbe mettere in tasca, come un ricordo mancante, oppure come una risorsa inattesa, capace di un di un consiglio prezioso, a cui nessuna donna, figlia di affetto e di grembo, riesce a sottrarsi. Una madre è modello, intrinsecamente origine di ogni cosa che appartenga al nostro carnale tragitto. Quando però si rivolge il proprio sguardo consumato verso il mistero di una madre mistica, ormai non più terrena, ma per quel trascorso ora tramite privilegiato verso dimensione altre, ecco allora che il verso poetico sperimenta l'occasione di sublimazione, in quanto questa visione di profondità umana, che resta mistero, che resta intreccio di volontà e grazia, è nello stesso tempo limite e volto di misericordia nei confronti dei viventi, uno spiraglio di cielo possibile soltanto nel disegno di eternità distanti.
    Il Vate lo capisce, perché colto del suo poco e di quello delle genti a lui intorno. In questa scala di parole il vortice sale e scende dall'effimero verso il cielo, dando colore all'unico zampillo di vita eterna a cui ognuno in fede può affidarsi.

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  14. Valentina Coccarelli8 luglio 2025 alle ore 16:03

    L'articolo di Cinzia Baldazzi dedicato alla madre Adriana è un profondo inno all'emancipazione e all'amore. Il suo racconto dipinge Adriana come un faro di forza, una donna che ha saputo affermare il proprio diritto all'indipendenza. Cinzia eleva la memoria della madre accostandola alle terzine dantesche.
    Il momento dell'esame di quinta elementare, dove la piccola Cinzia recita Dante, è di una poesia disarmante, mostrando come cultura e affetto siano ancore vitali. Un testo che commuove e ispira, ricordando il valore inestimabile dei legami che ci plasmano.

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  15. Conosco Cinzia Baldazzi da qualche anno ma non sapevo della perdita della madre in così giovane età, così contro natura vista l'età. Trovo molto bello l'omaggio alla madre e soprattutto significativo che nel video sia presente anche il figlio che non l'ha mai conosciuta come nonna, cime ci fosse un legame che va oltre ogni logica umana. Quel legame forse è da ricercare nei bellissimi versi che Dante fa dire a San Bernardo rivolti alla Vergine Maria, fra i più belli ch'io conosca rivolti alla Madre celeste.
    Se crediamo al passo del Vangelo in cui Gesù affida Giovanni alla Madre, credo dobbiamo sentirci tutti suoi figli. E così è come se un cerchio spirituale d'amore si chiudesse, qualcosa a cui ricorrere quando una madre terrena non è più, indipendentemente da quando ciò avviene per i suoi figli, una fonte vivace di consolazione e di speranza che unisce l'amore terreno a quello celeste

    Valeria Maria Beatrice Motolese

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  16. Ma è meraviglioso, commovente, Cinzia cara. Mi riporti a quel senso profondo di famiglia, di autentica condivisione, di amore incondizionato che si avvicina all'eternità. E che dall'eterno torna e ci avvolge, malgrado il tempo, malgrado ogni barriera.
    È molto sentito. C'è tanto amore nel vostro video.
    Alba Toni

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  17. Un ricordo toccante e colmo di luce, che trascende il dolore personale per farsi meditazione sull’amore, sulla dignità femminile, sulla memoria e sulla fede. L’omaggio a tua madre Adriana si fa esempio di coraggio e bellezza interiore, reso ancor più vibrante dal gesto condiviso con tuo figlio e dal richiamo potente alle terzine dantesche, vero canto dell’anima. Grazie per aver aperto a tutti noi questo spazio di intimità e verità.
    Sofia Skleida

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  18. Che testimonianza impressionante della forza di una donna che ha lottato con dignità per l’istruzione, la libertà e l’indipendenza in un’epoca in cui questi diritti non erano affatto garantiti. La storia di Adriana Cardoni non è solo un’emozionante evocazione di una madre, ma anche un omaggio al coraggio femminile e al potere trasformativo della cultura. Il momento legato alle terzine di Dante, recitate con voce infantile davanti alla commissione, ha un valore simbolico commovente – un vero e proprio “esame della vita”, in cui l’eredità spirituale e intellettuale della madre prende voce attraverso la figlia. Grazie per questa confessione così profonda e luminosa.
    Mirela Cocheci

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  19. Quella domenica la chiesa era affollata di fedeli, ciascuno con la sua palma da benedire.
    L'aria incensata rendeva suggestivo il momento.
    Qualche bimbo irrequieto attraversava le navate correndo a scivoloni.
    Il prete tollerava bonariamente: "Facciamoli crescere”, diceva, “e intanto facciamoli disubbidire".
    Anche le mamme in verità non si davano pena di trattenere i piccoli.
    D'un tratto si sentì un calpestio più affannoso.
    "Mamma!", gridò un bambino all'ingresso della chiesa.
    Come in un balletto di danza classica, all'unisono tutte le mamme voltarono il capo.
    La maternità non ha attrito, non ha freni.
    Si spande liscia, come i bagliori della luna sul mare.
    Maria Antonietta Cassaro

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    1. Maria Antonietta Càssaro

      Onorata di essere presente in questo evento per apprezzare e condividere non i disagi e le amarezze delle "assenze" ma per testimoniare che ogni donna è madre di ciò che ama

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  20. Carissima Cinzia, la tua storia di bambina rimasta orfana mi ha toccato profondamente, per il seguente motivo: mio padre, che non ho avuto modo di conoscere, è morto il giorno della mia nascita. Per cui la mia infanzia è stata psicologicamente compromessa dall’assenza della figura paterna "irrelata" in una sua foto bagnata giornalmente dalle lacrime di mia madre. Per cui mi rifletto con grande commozione nella tua trascorsa infanzia priva dell'amore materno.
    Vincenzo Sanfilippo

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  21. Un omaggio molto toccante quello che hai dedicato alla tua mamma prematuramente scomparsa, nobilitato da versi insuperabili che celebrano l'umile grandezza della maternità della Vergine, punto di riferimento e sostegno per ogni credente, così come ogni madre lo è per i propri figli. Un pensiero dotto e delicatissimo con cui celebrare la memoria e l'amore per una mamma, che travalica le barriere del tempo e dell'assenza. Soprattutto se a declamare quella sublime preghiera è la voce della propria bimba.
    Giuseppina Dibitonto

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  22. La dolcezza che riveli con lo sguardo, atteggiamenti e parole, caratterizza il tuo essere donna, madre, professionista appassionata di ogni forma d'Arte, Bellezza e Cultura. Sicuramente l'hai ereditata dalla tua mamma che troppo presto ti ha lasciato, ma che è incorporata nel tuo cuore e nella grazia con cui entrambe voi due, donne di valore e con valori umani e immortali, ci allietate. La tua attività culturale, accorta e poliedrica, mostra sempre il tuo alto livello di sensibilità, accresciuto sì dalla sofferenza per la mancanza fisica materna durante l'infanzia, ma dalla capacità di mantenere vivo in te e per i tuoi cari lo spirito essenziale della sua forza e determinazione. Viva le grandi Donne!
    Rosanna Petraglia

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  23. Cinzia, la tua mamma è stata veramente una donna molto bella. E anche molto intelligente, per quello che leggo del suo vissuto. Ti ha lasciato il dono dell'intelligenza, e non è poco.
    Le mamme non si dovrebbero mai perdere, ma sei mamma anche tu e riversa tutto il tuo amore nel cuore di tuo figlio.
    Mi complimento con te in un abbraccio affettuoso.
    Gina Di Sabatino

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  24. Elaborare una morte è sempre difficile. Quella di una madre è un’elaborazione che richiede maturità profonda. Specie se la figura materna è stata un esempio da raggiungere e possibilmente superare. Ma questo percorso permette di raggiungere una comprensione della vita senza pari. Ti sono vicino nel ricordo.
    Graziano Gismondi

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  25. Le tue parole dedicate a tua madre sono davvero commoventi. E che dire dei sublimi versi creati dal Sommo Dante per la preghiera di San Bernardo alla Vergine? Non potevi fare scelta migliore!
    Mara Alei

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  26. Una bella e delicata Donna ci guarda, con un piccolo sorriso, da una fotografia, che è tutto quello che è rimasto! Ora capisco la vostra delicatezza, cara signora Cinzia Baldazzi!
    Le madri non partono, si nascondono nell’anima dei loro figli, per esser loro sempre accanto, per accarezzare la loro anima quando sono tristi! Che Dio abbia cura di fare riposare in pace vostra madre!
    Marioara Visan

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  27. L’amore è il mezzo e il fine più nobile, l’amore non è mai sprecato e mai inutile… e l’amore di una madre è infinito, dura per sempre.
    Michela Capasso

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  28. Un qualcosa che tocca il cuore, nel ricordo di una madre che sin da giovane ha mostrato forza e determinazione nel raggiungere i propri obiettivi personali, a dispetto di tutti e tutto, in un’epoca storica dove per una donna era difficile pensare di essere autonoma e progredire intellettualmente.
    La cosa bella è che Cinzia, nonostante la perdita precoce della mamma, è stata presa per mano in senso spirituale, plasmata della stessa tempra di chi l'ha messa al mondo.
    Nel video ho visto tanto amore della figlia (Cinzia) per la propria madre (Adriana) e per il figlio (Adriano), e del figlio per la propria madre.
    Una storia che è un esempio di continuità di valori e di amore filiale e materno.
    Ermanno Spera

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  29. Un abbraccio, Cinzia! Possono passare tanti anni ma la nostalgia dei genitori che ci lasciano troppo presto rimane. Ci sono giorni, poi, in cui i sentimenti si acuiscono!
    Spesso mi chiedo come sarebbe andata la mia vita se mio padre non fosse morto mentre ero ancora una ragazzina!
    Francesca Peronace

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  30. Cara Cinzia, mi investi di tanta sapienza che non merito scegliendo uno dei passi più teologici e filosofici dell'intera cantica. Il “Paradiso” di Dante è la cantica di più difficile interpretazione. San Bernardo chiede alla Vergine in quanto Madre di Dio, inteso come Cristo, di concedere la grazia di avvicinare Dante alla visione di Dio (teologicamente possibile solo dopo la morte) e solo lei può intercedere affinché ciò avvenga. Ma il significato più intrinseco che può essere esteso ai giorni nostri, e che ha perso di significato rispetto ai tempi remoti, lo troviamo nella terzina che recita testualmente:
    “Donna, se' tanto grande e tanto vali,
    che qual vuol grazia e a te non ricorre,
    sua disïanza vuol volar sanz'ali”.
    È una similitudine, come altre innumerevoli di Dante, che innalza la propria madre non intesa come Madonna ma come genitrice verso la quale noi abbiamo perso valori, rispetto e considerazione. Ma chi meglio di una madre, considerata oggi una semplice ancella tuttofare, può parlarci, consigliarci, indirizzarci, pur concedendo il beneficio dell'errore ma anche dell'amore materno profuso e indissolubile? Può capirlo solo chi l'ha persa in tenera età o, come me, prematuramente: è lei le ali della nostra vita e non possiamo volare senza di esse e quando cercheremo di rivolgerci a lei e troveremo il nulla sarà tempo di piangere e piangeremo.
    Andrea Barbacane

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  31. Il brano dantesco ha sempre suscitato in me grande commozione, e non posso fare a meno di ripensare alla mia mamma, scomparsa dieci anni fa, e di cui ho quindi goduto la presenza per molti anni. Era una persona dura e autoritaria, ma capace anche di grandi momenti di tenerezza, per cui la amavamo al di sopra di tutto.
    Aveva avuto una vita non facile: sesta di sette fratelli, all'improvvisa scomparsa di mio nonno aveva dovuto iniziare a lavorare a sedici anni, ma questo non le aveva impedito di prendere il diploma magistrale. Aveva insegnato per qualche anno dalle suore, per poi assumere lavori più importanti che le avevano permesso di conoscere mio padre, con cui è riuscita a festeggiare le nozze d'oro. L'ho amata forse meno di quello che meritava, ma ero sempre in una sorta di competizione con lei. Ora che non c'è più, la vorrei qui, per amarla e coccolarla come faceva lei con me. Un bacio a tutte le figlie e le madri.
    Antonella Proietti

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  32. Cinzia, che dire? Sono molte le emozioni, così intime che diventano inesprimibili, e bene hai fatto a evidenziare il brano dantesco della Vergine madre. Un brano, sì, rivolto alla Madonna, ma in questa immagine fa sempre capolino la figura della nostra madre terrena che ci ha dato la vita.
    Cesare Palumbo

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  33. La morte di una persona cara comporta sempre un dolore indicibile, quando, poi, a morire è la propria giovane mamma e a perderla è una bambina, indubbiamente, il dolore si tramuta in dramma, in trauma, con tutte le conseguenze possibili. Nella tenera età, una figlia necessita dell'amore materno quanto il latte e il pane, ha bisogno delle sue attenzioni, di quel bacio della buonanotte che nessun altro potrà dare allo stesso modo. Adriana, bellissima e colta donna, in un tempo difficile per il genere femminile, mamma della cara Cinzia, era troppo giovane per morire. Non so, ma, da donna, penso che il momento del trapasso, sia stato, per lei, non tanto penoso per la sofferenza fisica, quanto tormentato dall'angoscia di dover lasciare orfane quelle figlie, virgulto e radice della propria carne. Sessant'anni dalla dipartita di mamma Adriana, sembrano tanti, ma, per chi ama, sono solo un battito di ciglia, quell'attimo che muta le stagioni e che nulla, comunque, toglie a certi penosi eventi, un susseguirsi di ritmi che appannano, ma, non cancellano quel sentimento primordiale che lega indissolubilmente madre e figlio. Alda Merini, scrive di aver conosciuto il paradiso il giorno in cui ha concepito il suo pargolo, Gesù, Uomo- Dio ha voluto una Madre che lo allevasse con tutto l'affetto e la dedizione di cui solo una genitrice è capace e, Pasolini afferma addirittura che non avrebbe potuto mai amare e incontrare un amore più grande di quello della sua mamma. Del racconto di Cinzia, mi sorprende e colpisce molto, il ricordo dell'esame di quinta elementare. Una domanda mi martella la mente: con quale coraggio un'insegnante che sa, chiede ad un'orfana di leggere un passo della Divina Commedia come quello della preghiera di San Bernardo alla Vergine Madre? E con quanta e quale forza d'animo la piccola Cinzia riesce a leggere senza tentennare “NEL VENTRE TUO SI ACCESE L'AMORE; COSI' E' GERMINATO QUESTO FIORE”? Pazzesco. Durezza della maestra, fermezza, forza interiore di una decenne che l'esperienza della morte aveva resa già adulta, una minuscola donna che aveva già imparato a masticare e a ingoiare rospi e dolori dell'esistenza. “Mia madre ha sessant'anni e più la guardo, più mi sembra bella” (De Amicis); Ecco, io credo che questi sessant'anni di volo eterno di Adriana siano per Cinzia luce, splendore, ali d'angelo sempre pronti a ripararla, ali di quell'angelo soave di nome mamma adorato e venerato fra tutte le genti del mondo.
    Antonietta Siviero.

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  34. Coloro che abbiamo amato, non muoiono mai. Poi, quando a morire è una mamma che lascia figli piccoli, la sua presenza viva e costante è sempre lì, proprio vicino vicino, più vicino dell'Angelo Custode. Un grande caro abbraccio.
    Antonietta Siviero

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  35. A volte le parole non bastano
    A coprire il bene
    Di una madre
    Che ha mille pensieri
    Per i figli
    Regalando il bene
    Perché gli occhi di una madre
    Piangono per amore

    Nunzio Cammariere

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  36. Eterna memoria, Cinzia cara. Hai la tempra di tua madre. Grazie per aver condiviso con me questo momento doloroso della vita. Un abbraccio affettuoso.
    Tatiana Ciobanu

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  37. Cara Cinzia, i genitori non si vogliono perdere mai. Ma quando si perdono così giovani è una vera tragedia. Ho letto tutto il tuo dolore nei tuoi occhi quando ci siamo incontrate e mi hai parlato della perdita prematura di tua madre.
    Un abbraccio forte e consolatore per te, con tutto il mio cuore.
    Cettina La Placa Tumminelli

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  38. Complimenti per il tuo commovente scritto e per il commento video. Parlare della propria madre è parlare della Madre. Quindi, un grazie sentito a te e a tuo figlio.
    Danilo Amione

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  39. Bellissima donna, che tristezza.
    Ti sono vicina, mia cara. La perdita di una mamma è un dolore insopportabile. Quando la mia mi ha lasciata, volevo morire con lei.
    Un abbraccio di cuore.
    Maria Lucarelli

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  40. "come ci hai amato tu, mai nessuno al mondo ci ha amato e forse ci amerà!", parole struggenti e vere. L'amore una madre per i propri figli è impareggiabile ed è autentico sempre e in ogni situazione. Un grande omaggio ad una mamma amata, intelligente, laureata in Storia della Filosofia nel 1945, allorché il conflitto mondiale era ancora in corso. E questo dimostra la grande tenacia e determinazione che aveva questa donna in un contesto storico difficile e penalizzante per le donne. La sua morte precoce è un evento triste e doloroso. Vi lascia l'amore e l'affetto eterno, vegliando sulle vostre vite dall'alto. La sua recitazione di Dante la dice lunga sull'animo di questa bambina dolce e sensibile. Che a lei sia elargita ogni grazia e una vita eterna.

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  41. "Come ci hai amato tu, mai nessuno al mondo ci ha amato e forse ci amerà!", parole struggenti e vere. L'amore una madre per i propri figli è impareggiabile ed è autentico sempre e in ogni situazione. Un grande omaggio ad una mamma amata, intelligente, laureata in Storia della Filosofia nel 1945, allorché il conflitto mondiale era ancora in corso. E questo dimostra la grande tenacia e determinazione che aveva questa donna in un contesto storico difficile e penalizzante per le donne. La sua morte precoce è un evento triste e doloroso. Vi lascia l'amore e l'affetto eterno, vegliando sulle vostre vite dall'alto.
    Misk Hamid

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  42. Carissima Cinzia, ho letto le tue bellissime parole su tua madre e il racconto di te bambina e l'ho trovato essenziale e tuttavia commovente. Non sono certo la persona giusta per capire cosa può essere successo nel tuo cuore e nella tua mente bambina, io che ancora discuto animatamente con una madre 97enne che è sempre stata molto differente da me. Posso solo immaginare il senso di una perdita così grande, immaginando di entrare in empatia con quella vispa bambina che eri e che ha saputo crescere bene nonostante e, forse, anche grazie a quella grande ferita. Tu sei comunque mamma più di tante altre che ho conosciuto e lo sei con tutti coloro che scegli di proteggere. È bello vedere che sulla mancanza e sui nostri ideali materni sia possibile costruire un mondo di sane realtà. Io credo che la tua mamma sia stata bravissima per averti saputo infondere in così pochi anni tanto amore, tanta gioia e tanto coraggio. Sono sicura che tu hai saputo far crescere e moltiplicare tutto ciò che lei ti ha dato.
    Susanna Hirsch

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  43. Nella mia "Ballata alla donna" qualifico la donna-madre "d'amore unica fiamma, fonte d'acqua viva e tenace guerriera". La tua mamma, cara Cinzia, è stata uno scrigno d' amore che tu hai aperto e goduto con gioia; ma soprattutto lei ha saputo costruire per sé stessa, per la sua famiglia, un'architettura di vita basata sulla conoscenza che dona senso alla vita. Hai avuto e hai tuttora una splendida mamma.
    Cristina Di Bartolomeo

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  44. Nei passaggi del tempo, ogni ricordo ha la sua grande importanza. Ricordi importanti che hanno segnato, forgiato l’essere figlia e poi madre per valorizzare sempre più il grande significato dell’amore materno.
    Giovanni Monopoli

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  45. So cosa significa la perdita di un caro, purtroppo lo so bene. Ma desidero focalizzarmi su ciò che i miei pensieri istintivamente trovano, cioè un margine sull'amore che si trascina da madre a figlio e viceversa.
    Il rammentare la scomparsa della mamma della cara Cinzia Baldazzi chiarisce il vivido rammarico di come potevano incrementarsi le valorose ricerche della studiosa professoressa Adriana Cardoni, laureata in storia della filosofia, negli anni duri del dopoguerra: anni difficili, dove le donne erano ancora considerate inferiori, e con ciò debbo considerarla una "mosca bianca".
    Non dimentichiamoci che il regime fascista ostacolava il diritto all'insegnamento di greco, latino, storia, e così via. Inoltre, il governo Mussolini aumentò del 40% l'importo sulle tasse. Ma le prime due donne laureate in Scienze Naturali nel 1881 come Evangelina Bottero Pagano e Carolina Magistrelli andarono controcorrente alle riforme maschiliste, esercitando con caparbietà un talento straordinario. Poi tante altre, che non potrei elencare tutte ovviamente.
    Ricollegandomi ai ricordi di Cinzia Baldazzi, condivido il suo trasporto nell’evidenziare la “memoria”, ed è l'unica via: finché ricorderemo chi non c'è più, vivrà per sempre.
    La preghiera di San Bernardo alla Vergine è un simbolo all'elogio della continuità della vita.
    Fabiola Poliziani

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  46. Tua madre ti ha lasciato un tesoro incommensurabile, cara Cinzia: oltre al suo amore, ha desiderato indicarti la strada per la libertà e l'indipendenza del pensiero. E tu, da grande donna, oggi ne hai onorato il dolce ricordo. Un abbraccio!

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  47. José Carlos Morgana9 luglio 2025 alle ore 13:19


    Cinzia, grazie.
    È un nesso che non si taglia,
    né nostalgia né ricordo rallentano o indeboliscono.
    No, non ci sono barriere, al contrario, così penso sia.
    Il passato è solo lo specchio a rovescio
    di un futuro, ma l'oggi è la tua forza
    che lei sostiene e ti accompagna.
    Lei porge saggezza che tu ricevi e rifletti;
    è amore, vivido, legame indissolubile.
    Abbraccio.

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  48. Cinzia carissima, non c'è giorno che passi senza che il tuo cuore senta la sua mancanza. È stata la luce che ha illuminato i tuoi giorni, la forza che ti ha sostenuto nei momenti difficili, l'amore incondizionato che ti ha sempre avvolto.
    Anche se non è fisicamente lì con te, senti la sua presenza in ogni sorriso, in ogni ricordo, in ogni gesto d'amore che ti ha insegnato. Grazie a lei per tutto ciò che ha fatto per te, per i sacrifici, per le risate, per le lezioni di vita. Sarà sempre il tuo angelo custode, la tua guida, il tuo rifugio.
    Carmela Rocca

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  49. VEDERE l’invisibile
    Nel tuo ventre si riaccese l'amore grazie al quale è fiorita questa rosa
    Vi è un amore che abbraccia l’universo intero che si eleva sin nei mondi invisibili. E una madre lo sa, poiché è nel suo ventre che tutto ha inizio.
    Una donna è stata figlia prima che madre, come lo fu Figlia, la Madre del Fattore. E in questo mistero che il sommo Vate ha reso mistico e poetico vi è la verità del dono.
    La mamma è quella che ci capita, non la scegliamo e nemmeno è dato conoscere il tempo concesso per camminarle accanto, per crescerle fuori e dentro. Tuttavia, il legame di amore che si intreccia sin da quei nove mesi è sufficiente a riempire una vita intera.
    Si va alla ricerca dell’amore, della felicità senza accorgersi che vi è gioia e amore infiniti, in un abbraccio materno, quelle braccia appaganti che, come radici, attecchiscono nel profondo per portare luce.
    A te, cara Cinzia, è capitato di dover sostenere un esame più grande di te, la vita ti ha presentato ben presto il conto: l’assenza e il ricordo.
    A buona ragione la tua maestra ti affidò la recita del XXXIII canto del “Paradiso”, forse con il sotteso intento e invito a ricercare sempre “L'amor che move il sole e l'altre stelle”, quell’abbraccio universale che compensa l’esistere, e che ognuno serba nel proprio essere, così come lo stesso Dante nella sua concretezza sensibile, e trascendenza tangibile, tenta di descrivere.
    Certo è che a dieci anni le dinamiche esistenziali non sono comprensibili, ma solo l’amore che si palesa sin dal primo vagito, si pretende.
    La maternità ti ha riscattata e godi ora del figlio che avresti voluto presentare a tua madre presenza invisibile che, dopo sessant’anni e oltre ancora, tu vedi al pari della riconoscenza del dono della vita che per mezzo della vita ti è stato offerto.
    Rosalba Griesi

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  50. Sono molto grata al professor Nazario Pardini e a voi, amiche e amici, per aver condiviso l’anniversario della morte di mia madre, avvenuta veramente troppo presto.
    Un atto dovuto, questo ringraziamento ma, conoscendomi, suppongo sappiate quanto esso nasca dal profondo del cuore di figlia, allo stesso tempo erede precoce di un progetto di sopravvivenza e vita migliore per tutti coloro i quali combattono in difesa della libertà e del rispetto.
    Mi batto come posso per l’eguaglianza di genere, tuttavia alla Vergine Madre (forse peccando di parzialità) chiedo di proteggere soprattutto il futuro di noi donne, ovunque esse siano. Senza dimenticare il Vangelo di Luca dove leggiamo “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.
    Ancora grazie.
    Cinzia

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  51. Cara signora Baldazzi, fantastica lettura. Un ricordo toccante e pieno di dignità. Il ritratto di una donna straordinaria, colta e coraggiosa, che ha saputo affermare la propria libertà in un’epoca in cui per una donna non era affatto scontato. La figura di sua madre, Adriana Cardoni, emerge con forza e dolcezza da queste righe, come esempio di determinazione e intelligenza, ma anche di amore profondo per la vita e per la famiglia. Il richiamo alle terzine dantesche, recitate da una voce bambina in un momento così delicato, aggiunge una nota di grazia e di speranza che commuove sinceramente. Un omaggio autentico, intenso, che attraversa il tempo e lascia un segno.
    Luigi Paciello

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  52. Penso a te così piccina con quei due occhi neri dolci tristi con il cuore gonfio di dolore ,senza risposte in un punto sotto il cielo oscuro come non provare a capirti con quella desolazione intorno che c'era,a leggere con quella vocina delicata, profonda la poesia di Dante austera e parlante di amore a preghiera, immagino che ti sentivano quasi religiosamente, adesso capisco il tuo sguardo melanconico di cuore, la tua fierezza di mamma e donna ma anche figlia;con la immagine nel anima di una madre lottatrice,amorosa, intellettuale ,quasi unica per i tempi di allora,sei il omaggio del amore per lei💖. Haydi.

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  53. Una donna forte, volitiva, di carattere, che pur spegnendosi troppo presto ha lasciato una figlia bambina che ha seguito le sue orme. Ti sei evoluta come se fossi stata accompagnata dalla mamma passo dopo passo, probabilmente lo sei stata, e il suo esempio e ricordo ti ha dato forza e coraggio. Grandi queste donne che sono riuscite ad emergere dalle difficoltà della guerra e di una società maschilista che tendeva a sottometterle e a smorzare ogni loro desiderio di evolversi (alla Lidia Poët). Un ricordo bello e struggente che mi ha colpito e commosso, con la giusta chiusa delle meravigliose terzine dantesche.

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  54. Struggente e ricco d'amore il vivido ricordo della madre di Cinzia, una donna speciale da lei venerata e divenuta figura mitica e onnipresente, poichè persa nell'infanzia.
    A Cinzia sono tuttora di conforto le terzine dantesche nella preghiera di San Bernardo alla Vergine, che fu invitata a recitare all'Esame di quinta elementare l'anno successivo alla perdita della mamma, davanti alle maestre che, mi par bene, si commossero.
    E quella bimbetta coraggiosa, gentile e sapiente si è trasformata nella donna di oggi, madre amorevole del suo Adriano, che ha il bellissimo nome della nonna.
    "Vergine Madre, figlia del tuo figlio..." recita la preghiera di San Bernardo, riferendosi alla Divinità di Cristo e, a ben pensarci, ogni madre accoglie in sè una creatura che è immagine del Divino e, come Maria, dice un "Sì" al progetto del Signore.
    Quanta umiltà e quanto coraggio!
    E quanta gratuità d'amore in quell'inscindibile legame suggellato da un brindisi!
    Grazie a Cinzia per averci ricordato, attraverso la memoria della mamma e le parole di San Bernardo, che ci fanno intravvedere il Paradiso, questo tipo di amore.
    Il più grande.

    Isabella Sordi

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  55. Cara Cinzia. C'è qui il ricordo dolente di una madre vissuta pochissimo, ma anche il conforto lenitivo della poesia dantesca che ci ha accompagnato negli anni della scuola dell'obbligo. Per molti una punizione senza causa, questo leggere o imparare a memoria versi in un italiano desueto e lontano da noi. Per altri invece il primo passo verso la grande letteratura, i suoi valori, le sue aspirazioni al Divino. Tua madre ti seguiva da lassù mentre recitavi, era lei la tua Maria in attesa. Lo è ancora, a distanza di oltre mezzo secolo e la cosa bella è che anche tu lo sai. Un caro saluto e un abbraccio grande grande.
    Flavio Provini

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  56. Non ci sono parole per descrivere il dolore della perdita di un genitore.
    Ci hanno messo al mondo, e ci hanno fatti crescere con pazienza e sacrificio, insegnandoci i valori della vita. Dietro ogni nostro traguardo e ogni nostra vittoria ci sono anche loro.
    E, quando se ne vanno, il vuoto lasciato è incolmabile. Col tempo, si impara a convivere con il dolore, ma la loro eredità rimane indelebile, perché è diventata parte di noi stessi. Per questo, quando ci lasciano, anche noi moriamo un pò ma, allo stesso tempo, essi continuano a vivere nei nostri ricordi e nei nostri cuori.
    Anche mia madre è rimasta orfana di padre quando era bambina, a soli 6 anni. E, qualche giorno fa, il 7 luglio, era il decimo anniversario della sua scomparsa.
    I figli sono il nostro futuro, e le strade che decideranno di intraprendere possono essere lastricate di ostacoli, difficoltà, amarezze. Gli insegnamenti dei genitori, con parole o con l'esempio, sono fondamentali per decidere quale strada intraprendere, e come superare gli ostacoli; perchè, dietro a tutto questo, c'è il mestiere forse più importante di tutti, per il quale non esistono "istruzioni per l'uso", ma solo tanto impegno e amore: il mestiere di genitore. Questa è la loro eredità.

    Giuseppe Filingeri

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  57. Leggere queste parole mi ha profondamente commossa. Anche io ho vissuto il dolore della perdita prematura di mia madre, e sento risuonare, nella storia di Adriana Cardoni e nel ricordo di sua figlia Cinzia, un’eco familiare di forza, amore e assenza che non si attenua con il tempo.
    La recitazione delle terzine dantesche da parte di una bambina appena colpita da un lutto così grande è un’immagine di rara potenza: la fragilità della voce e la profondità del testo si incontrano in un momento che davvero rappresenta “l’esame della vita”. E in quelle parole rivolte alla Vergine — “fonte vivace di speranza” — ritrovo anch’io un appiglio, una consolazione che valica le epoche e le singole storie.
    Associare il mio dolore a quello evocato da Cinzia Baldazzi è per me un gesto di empatia e memoria condivisa, dove la perdita personale diventa parte di una più ampia trama di vite segnate, sì, dal lutto, ma anche da un amore che non smette mai di parlare.
    Sabrina Fardello

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  58. Non sempre una madre sa amare, non sempre una madre è sinonimo di amore universale e gratuito, non sempre una madre sa essere madre. Perché è un essere umano e, come tale, imperfetto (ma sempre perfettibile) che compie delle scelte, giuste o sbagliate. Ma quando una figlia ricorda con tanto trasporto, affetto, riconoscenza e ammirazione la propria madre, vuole dire che quella persona ha saputo essere pienamente donna e madre. E questo, che è più che ricordo ma (come lo sarebbe, anche in negativo) un'impronta indelebile, può essere un'eredità che un figlio (sempre per libero arbitrio) può raccogliere o meno. In Cinzia, il ricordo della cara mamma è roccia su cui ha posto piede per salire lungo il suo sentiero. Una roccia potente e ferma, su cui poter contare in un momento di sconforto, pausa, ristoro. Onore quindi alla forte e dolce mamma di Cinzia e onore a Cinzia, anche lei madre e esempio.
    Carla Sautto Malfatto

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  59. Ho visto il tuo ricordo dedicato alla mamma. Mi hai commosso profondamente. Sento molto il tuo stato d'animo nelle parole e nelle immagini pubblicate; perché la mamma è figura universale; perché, certo, c'è Dante e le sue eccelse parole dedicate all'emblema della donna-mamma in Paradiso; perché, soprattutto, c'è quella voce di bambina che gli dà il suono vivo della carne generata, dell'amore materno e filiale. Da Adriana mamma al tuo Adriano figlio, che bella successione! Non può sostituire la mancanza, ma colma l'assenza, il vuoto. Io sono stata e sarò tutta la vita, sostanzialmente, figlia. Orgogliosa e grata di essere figlia. In quanto tale ti sono vicina, con condivisione e affetto. Grazie di questa emozione.
    Claudia Palombi

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  60. Cara Cinzia , dopo un periodo buio , rispondo un po' tardi. Mi hai impressionato con la storia dolorosa della partenza tra le stelle della tua mamma troppo presto. Si come io ho vissuto sulla mia pelle " crude e cotte" , posso capire gli altri che vivono situazioni terribili in giovane età, come te. Spirito e la determinazione di tua adorata mamma, rimarranno per sempre dentro di te e ti daranno la forza di affrontare qualsiasi situazione che la vita ci riserva. Grazie per farmi ricordare la straordinarietà di mia madre , Victoria. Era una paesana molto semplice che ha rinunciato alla scuola anche se i piaceva tanto , per fare studiare le sorelle più piccole. Si come era più grande da sei fratelli ,aveva grossi impegni in casa , in campo , con animali . Ma lei era una victoria della bontà sulla cattiveria, dell' amore sulla indifferenza ....era una victoria in tutto. Era strafelice con la famiglia intorno, che stavano bene e sazi. Avevo capito la sua intelligenza inata quando sono arrivata in situazioni di non avere né tetto né cibo.. Spero tanto che Buon Dio provvederà riposo e tranquillità per le madri amorevoli e consapevoli e di grande qualità del anima, madri che non ci sono più sulla terra , ma più lontano in qualche stella.

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  61. Cara Cinzia, quale pregevole iniziativa è la tua: doppiamente commovente! Come non farsi coinvolgere da tanto amore, l'amore genitoriale: l'amore di una figlia per la mamma e di un figlio per la mamma, uniti in un "nodo d'oro" traslando l'esempio di Exupéry! Quale esperienza emozionante deve essere stata per voi!
    Innanzitutto, complimenti per la verve caratteriale dimostrata da mamma Adriana, messa in atto in un'epoca in cui nulla pressoché era permesso, né agevole alle donne. E congratulazioni per i risultati ottenuti. Posto lavorativo di rilievo assunto in gioventù. Dispiace pensare ai brevi anni di sua vita ma, nella memoria, seppur sofferti, sempre attuali.
    La mamma: è l'infinita dimensione che riveste l'amore assoluto a cui possiamo eventualmente appellarci. Condivido, commossa. Infatti, ho sempre pensato allo stesso modo perché ho sempre sentito questo sentimento determinato e predominante nei riguardi di mia mamma. Una mamma magicamente presente nell' empatia. È lì che si eliminano i confini genitoriali e amicali. Sì, è un tutt' uno. Dicendolo filosoficamente, è l'Uno di Plotino.
    Un caro saluto ai Leucadiani, un grazie sempre alla cara Cinzia Baldazzi e al caro Nazario Pardini per la loro illuminante presenza culturale.
    Rita Fulvia Fazio

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