(versi ispirati dall’Apocalisse di Giovanni)
I
Dal fumo uscirono dalla terra delle cavallette
cui fu dato il potere degli scorpioni...
Egli aveva aperto il pozzo dell’abisso....
E in tenuta di guerra in migliaia si erano schierati –
nei giorni lunghi di Plutone –
negli avamposti delle città senza Europa –
E sbucato dal giorno di Mercurio qualcuno disse basta,
inseguendo il cielo come voce che grida nel deserto –
Ma lo presero per pazzo e lo incatenarono –
E alla marcia della guerra e della pace
si ritrovarono per farsi la guerra
- Mentre il cielo disertore si allontanava –
ancora una volta ignorato e sgomento.
II
L’Angelo mi trasportò – in Spirito –
Su di un alto e grande monte
E mi mostrò una città risplendente
Come cristallino diaspro…
Era la Gerusalemme celeste
Dalle dodici porte e dai dodici angeli
(dodici come lo zodiaco e i pianeti
e gli apostoli e i mesi dell’anno
e come tutto ciò che ruota all’infinito
attorno al Sole irriducibile)
Tre porte a Oriente – dove sorge la luce del Vero
Tre ad Occidente – il tramonto dei Sogni di onnipotenza
Tre a Settentrione – le porte del Sacrificio immane
Tre a Mezzogiorno – il ritorno del Bene
A ogni porta le tre Religioni –
Senza più alcun Tempio
Senza più alcuna guerra -
Se il Tempio è il Signore e l’Agnello
Ma né il Sole né la Luna la illuminano -
Se il Signore è la Luce
E la lampada l’Agnello.
Nessun commento:
Posta un commento