giovedì 11 agosto 2011

Nota al libro Aspetterò l'arrivo delle rondini, di Giannicola Ceccarossi

Premio Il Portone, Pisa 2011
Terzo Premio
a
Giannicola Ceccarossi
per il libro
Aspetterò l’arrivo delle rondini

Poesia complessa e al contempo lineare quella di Ceccarossi. Il titolo deriva dalla poesia eponima che introduce il testo, e che già contiene quel dolce substrato di soffusa malinconia, volta in speranza d’amore, ad intrecciare il diacronico succedersi delle pièces; poesia, dicevamo, che già rivela quelle che sono le costanti stlistiche dell’autore: la prima è l’uso sapiente di un importante significante metrico, e da lì la ricerca laboriosa, anche se fondamentalmente spontanea, del termine a vestire simbioticamente gli impulsi dell’anima: un lessico, che è frutto di un lavoro di scavo, d’intarsio, di certosina cesellatura e incastonatura: un impiego tecnico-fonico di grande impatto che affabula il lettore; la seconda la presenza di una musicalità che, anche se nascosta, quasi baudelairiana, fuoriesce da ogni dove, contestuale, dal fonema, dal sintagma, dalla parola, dai legami che intrecciano i versi, creando compattezza, e organicità dell’insieme. E l’altra, molto più evidente, l’impiego di un panismo esistenziale come rivelazione e scoperta. Esemplare la lirica  Eravamo coriandoli di cielo. In essa le ombre, i fiori recisi, i petali ruggine, i fiocchi di primavera, i mandorli impalliditi, le mani imbrattate di sole, l’alba, l’erba piegata dalla falce sono tanti segmenti di un memoriale trasformati nel tempo in una sorta d’irreale-realtà. L’autore

ha bisogno di coinvolgere la natura, farla complice, per ritrattare la sua interiorità; e gli impulsi diventano, così, più meditati in questa traduzione, argine a possibili esondazioni. Una metamorfosi quasi fisica. Un allegorismo suadente e accattivante, che non ha niente di eccessivo e complicato, ma che ci arriva, mediato, quale luce che nella speranza del poeta tornerà a dipanare le ombre. In Aspetterò l’arrivo delle rondini  tutto sembra risolversi in ombra e luce, in buio e foschia. Ma anche se un tramonto segna una fine, come gioia di pochi istanti, in Ceccarossi sembra dominare la speranza di un ricordo infinito.      


Nazario Pardini
Arena Metato, 11/07/2010

1 commento:

  1. "Aspetterò l'arrivo delle rondini" è un libro che io ho avuto il piacere di leggere, perché mi è stato gentilmente donato da un amico, membro di giurie in premi letterari. Una silloge che mi ha coinvolto per la sua intensità memoriale ed esistenziale. Molto vicina ad ogni essere pensante. E devo riconoscere che la nota critica di Pardiuni è condotta con grande precisione critico-analitica.

    Graziano

    RispondiElimina