lunedì 16 settembre 2013

N. PARDINI: SUL MARE DI SETTEMBRE


SUL MARE DI SETTEMBRE






Non chiedermi perché

Non chiedermi perché sono venuto
a trovarti di nuovo. Sarà forse
perché qualcosa provo
ancora dentro me.
Sai!, non è molto che pensavo
all’ultimo saluto. Ti ricordi?
Era sul mare, il cielo cinerino
di un settembre un po’ stanco accompagnava
un melanconico addio. Eppure
io non credevo che un lungo patrimonio
potesse rivelarsi così fragile
come la bruma pallida d’autunno.
Il cielo si rompeva ad occidente
e il sole grosso e fervido, alla sera
di quel giorno impossibile, tingeva
il tuo volto diverso. Mi ero sperso.
Non ritrovavo più la strada amica,
la strada di una vita. Sono qui.
Non chiedermi perché. Sono venuto!
Ho ancora dentro l’anima
il sole di una sera,
il mare quasi calmo, un volto stanco,
e una battima lenta a misurare
un tempo troppo pigro per chi soffre.
Sarà forse l’amore. Chi lo sa.
Eppure c’è qualcosa che ha guidato
quest’animo rigonfio di ricordi
tra i fiordi del passato. Ma non chiedermi
di più. Accetta un mio saluto. E vado.
Davanti a me c’è un guado,
un guado che riporta
quest’uomo ormai attempato
                            all’altra sponda.







5 commenti:

  1. Ho scritto la prefazione al libro da cui è tratta questa splendida lirica mettendo, già da allora, in evidenza la sua bellezza e la sua rappresentatività dell'intera raccolta.
    Mi limiterò a ripetere quanto dissi a proposito della chiusa, del suo gradevolissimo "sapore dolce-amaro" che la rende "ancora più gustosa al palato".
    Grazie, Nazario, non solo a mio nome ma - immagino - a quello di tutti coloro che seguono il blog per averci deliziato con la straripante armonia di questo dettato.

    Sandro Angelucci

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  2. Il "mare di settembre" ha in questa lirica una forte carica metaforica, simbolica e semantica in cui trovano luogo, e in qualche modo si sommano, le percezioni del viaggio, del trapasso, del cambiamento, evocate, su un sostrato memoriale di forte impatto, dai due membri del sintagma. L'ampia e multiforme strada del mare e il settembre in cui muore l'estate e vagisce l'autunno determinano nella mente del lettore una polisemia esegetica del tutto coinvolgente, che culmina nel "guado,/ un guado che riporta... / all'altra sponda".
    Per il resto, come Sandro Angelucci al quale mi associo, ringrazio Nazario per la generosità con cui ci offre tanta bellezza.
    Pasquale Balestriere

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  3. Cari lettori, cari utenti del blog, dire "bellezza" nei riguardi di questo testo è poco...Vi è una ricchezza superiore, un'energia che fissa l'occhio impressionistico dove riposano valenze di pensieri, espressioni e cifre stilistiche inimitabili, attraverso di esse il poeta riesce a cogliere inimmaginabili trasalimenti, emozioni, suggestioni, visioni che rivelano lo stile e il contenuto: entrambi di ottima valenza e di peculiare vocazione. Il tono sempre alto conferma vaghezze semantiche di grande spessore ed equilibrio. La cifra metaforica nella poesia di Pardini raggiunge sempre l'esito felice di un lirismo modellato e forgiato a crepuscolari venature, a immagini spesso paniche, in cui il modulo linguistico mostra rigore e dolcezza, in egual dose. Raramente capita di leggere poesia che sa dare emozioni, disvelando sentimenti e smarrimenti come nei versi di questo autore.
    Io resto ammirata e meravigliata dalla composita sinergia che avverto nei suoi versi che sanno dare sfolgoranti messaggi e splendere così intensamente di luce propria. Auguri sinceri e meritatissimi.
    Ninnj Di Stefano Busà

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  4. Bellissima poesia. Complimenti. Inoltre l'esperienza coinvolgente e profondamente umana, anche se può essere fonte di dolore, con armonia e condivisione riscatta il cuore. Esempio pensiamo ai Carmi di Catullo - la narrazione diventa immortale e condivisa nel tempo con freschezza poetica e gusto della vita.

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  5. "Non chiedermi perché sono venuto...": sento l'espressione ripetuta come la realizzazione di un imperativo interiore. Tornare dove è avvenuto l'addio è doloroso,ma significa anche consegnare quella storia d'amore al tempo delle cose che non potranno mai più essere cancellate, quindi a una sorta di sacralità. Poesia che entra nell'animo con straordinaria bellezza

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