venerdì 1 novembre 2013

PAOLO BASSANI: SU "MAURO MELIS" NAVIGATORE SOLITARIO SULLA VIA DI COLOMBO

MAURO MELIS
Navigatore solitario sulla via di Colombo
Pagina della memoria di Paolo Bassani



            Incontrai per la prima volta  Mauro Melis all’inizio degli anni ’90.  La nostra famiglia era in profonda amicizia con la madre di Melis, la signora Renza, che abitava l’appartamento sottostante il nostro. Per questo, più d’altri, possiamo dire di aver vissuto anche noi l’avventura di Mauro. La signora Renza, in quel giugno 1992, ci teneva costantemente informati. Ricordo i suoi pensieri, i timori, la sua trepidazione. In qualche modo anche noi ne fummo contagiati. Poi, finalmente, venne il grande giorno: Mauro, il navigatore solitario, era giunto sano e salvo alla sua meta. Anche noi festeggiammo quel evento che era diventato familiare e, così, felici partecipammo alle manifestazioni che la città gli volle dedicare.
            Un giorno Mauro venne a trovarmi. Mi portò un filmato che aveva girato durante la traversata: un documento prezioso che fu presentato durante numerosi incontri cittadini e trasmesso dalle emittenti televisive. In quella circostanza, mi confidò che aveva in mente di raccontare la sua avventura scrivendo un libro che avrebbe riportato la storia della traversata attraverso le annotazioni del “diario di bordo”. Mi chiese se avessi avuto piacere di scrivere una prefazione. Con gioia accettai quel inatteso invito. Il libro con il titolo “Atlantico che stress…” fu edito da Mursia.
           


Oggi, rileggendo quelle pagine, ho pensato che potevo ricordare quel evento e farlo conoscere ad altri,  grazie alla generosa ospitalità di “Alla volta di Leucade”.
Mi sono riletto anche la mia presentazione.  Sono passati parecchi anni, ma in quello che scrissi  ora ritrovo l’immagine di Mauro.
“Sentire dalla viva voce di Mauro Melis e ora anche leggere il racconto della sua straordinaria impresa, è per me come risfogliare un vecchio libro di avventure.
            Come ogni ligure, anch’io sento un segreto legame per il mare: naturalmente quello che fu caro a Montale, Cardarelli, Cozzani; m’incanto alla sua vista quando placido riluce o rabbioso si scaglia sulla costa. Un mare animato, trasfigurato, capace d’avvolgerti nel suo misterioso fascino e di farti sognare: dondolante abbandono, incantesimo antico di luci e di sirene… Ma altro è  il mare incontrato da Melis; altro trovarsi su un “guscio di noce” in mezzo all’oceano, sballottati da onde gigantesche e tormentati da vortici di venti.
            Attraversare l’oceano Atlantico dall’Inghilterra agli Stati Uniti con una imbarcazione di nove metri, in completa solitudine per 25 giorni affrontando la violenza delle tempeste, l’opprimente muraglia delle nebbie, l’insidia degli iceberg vaganti come mine e dulcis in fundo una serie di avarie di bordo, è certamente un’impresa leggendaria; anche per una terra di grandi tradizioni marinare.
            Nel racconto “Atlantico, che stress…” Melis narra la sua grande avventura con semplicità e sincerità, un’avventura che non comincia il giorno della partenza da Plymouth ma molto prima: il giorno in cui matura in lui l’idea di partecipare alla regata. E’ da allora che inizia a confrontarsi con le difficoltà, che più d’una volta minacciano di far naufragare il suo sogno prima ancora che nasca. Melis non ha la barca, né gli sponsor che possano coprire le ingenti spese per una tale impresa. Non è facile trovarli. Ma Mauro non si scoraggia. Sente che risolvere questi problemi è già la premessa per affrontare e vincere gli altri, che il mare senza dubbio gli presenterà; e allora non potrà sperare in nessun altro aiuto se non nella sua capacità, resistenza, forza di volontà. Così, quando riesce ad avere la barca e gli sponsor  nel suo cuore esplode l’entusiasmo, come se avesse già percorso la prima parte della traversata.
            Giunge finalmente il giorno della partenza. Si tolgono gli ormeggi, le vele si gonfiano alla brezza, lo scafo dolcemente inizia a scivolare sulle acque… Plymouth lentamente si allontana. Nella descrizione che Melis fa di questo momento si avverte un soffio di vera poesia. E’ il 7 giugno 1992.
            La grande avventura inizia e Mauro, puntualmente, d’ora in poi ne annoterà scrupolosamente le fasi sul diario di bordo: una testimonianza non soltanto “tecnica” ma anche umana. E’quest’ultimo aspetto che più mi ha colpito. E’ quasi un colloquio interiore in cui affiorano i dubbi e le speranze che, da sempre, s’alternano nell’uomo quando si confronta con eventi che sono più grandi di lui.
            Sono riflessioni che mettono in luce tutta la verità del cuore, diventando una commovente lezione di vita; lezione che prende forma proprio nelle parole di Melis, che furono ricordate in una solenne cerimonia di Villa Marigola, quando fu festeggiato il nostro “Navigatore solitario”:
“Le situazioni più difficili ci insegnano a vedere il mondo con occhi diversi; a capire e apprezzare molte cose; a ritrovare la vera dimensione, l’importanza di antichi, profondi valori; la fede in Colui che sa placare le tempeste dei mari e dei cuori”
            L’avventura di Melis mi fece ritrovare alcuni lontani pensieri dell’infanzia, quando sui libri di scuola studiavamo Cristoforo Colombo. Quasi un invito a riscoprire una pagina di storia, a capire lo spirito dell’uomo.

OLTRE NUOVI ORIZZONTI
          ( a Cristoforo Colombo)

Quale vento
verso l'ignoto
sospinse
le tue vele?
Quale fede
accese
i tuoi pensieri?
Quale speranza
   ardore
indussero
l'animo tuo inquieto
a violare
   gli estremi confini
      del mistero?
Intuito felice
   spirito d'audacia?
Fu
il desiderio innato
in ogni uomo
che lo sguardo
innalza al firmamento
e la verità ricerca
    oltre i confini
      dell'ignoto.
                         
                                                            Paolo Bassani



Alcune foto della traversata atlantica



















3 commenti:

  1. Bravo Mauro..metti piu foto di questa meravigliosa
    esperienza

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  2. certo che il mondo ti riserva sorprese inimmaginabili. Ho conosciuto nel Marzo 2015 Mauro Melis al Porto Mirabello tramite il suo lavoro..... parlando mi aveva detto che lui andava in barca a vela..... ma da persona elegante non mi ha detto che ha fatto la traversata atlantica Ostar!!! Complimenti Mauro, sei una persona speciale!!

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