lunedì 16 gennaio 2017

N. PARDINI: LETTURA DI "L'IMPORTANZA DELL'UOMO..." DI GIOSOFATTE FRISINA



Giosofatte Frisina: L’importanza dell’uomo nel rapporto col dio. Augh! Edizioni. Viterbo. 2016. Pg. 120

(…)
Così vago si coglie
motivo messaggio di preghiera
dai morti ai vivi:
“Godetevi pur
le vostre cose belle…
e i nostri poveri resti
spediteci coi razzi
tra le stelle!” (Preghiera).



Riportare uno stralcio della poesia incipitaria della silloge significa affrontare uno dei motivi principi della filosofia del Poeta: Thanatos ed Eros; vita e morte; poesia e mistero; Bellezza e spoglie. Non c’è più distacco, netta separazione, conflittualità: la fine non esiste in questo processo dove presente passato e futuro si embricano in un divenire rivolto alla totalità dello spirito; alla Bellezza del presente che non ha tempo; alla storia di un Poeta che sa proiettarsi al di là dell’orizzonte; in un mondo di edenico onirismo:

(…)
E’ un gran bel sogno
davvero.
Ma se lo è
anche la stessa vita
motivo non c’è
di risvegliarsi tanto (Sogni)

In una Poesia  intensa, loquace, apodittica, che, con un ritmo agevole e plurale, riesce a connotare quelli che sono i processi meditativi di un uomo-poeta tutto volto alla ricerca del supremo attraverso la complessità dell’esistere; dell’amore:

Penso
non sia solo
affar di sentimento
ma di mente e pensiero

al limite  dell’arte
con cui scambia dei doni (Cos’è l’amore),

dell’arte:

Al mondo
ogni cosa è arte
(penso al fiocco di neve ricamato) (…)

In tal senso così
l’umano e l’arte
fanno un tutt’uno
nell’alchimia
del magico creato (Fisiologia dell’arte).

Ed è nell’arte della natura, nella sua luminosità panica che il Poeta trova motivo di elevazione.
E’ questo il nerbo della plaquette, partire dall’uomo, dal mistero e dalla bellezza del suo esserci, e da lì volare verso il Supremo con un lirismo semplice e arrivante, molteplice e polivalente. E’ con la fluidità della parola, con la scioltezza del verbo che si possono cristallizzare gli input di un climax ascensionale che dalla problematicità del vivere arriva a intingersi, a completarsi nella totalità dell’anima. L’importanza dell’uomo nel rapporto col Dio, questo il titolo dell’opera, che, con il suo enunciato, fa già da apriporta al dipanarsi filosofico-meditativo della vicenda di Giosofatte. E’ un cammino che traduce la sua storia in un nutrimento generoso per l’approdo ad un porto da cercare, da individuare attraverso la sostanza del dubbio; dell’incertezza; dato che ne sono proprio questi ultimi gli sproni. Ma si sa che per attraversare un mare di bonacce o di marosi occorre una barca che regga le lunghe distanze, le forti impennate, i sobbalzi delle onde; occorre che sappia vincere la notte di un piano profondamente esteso, senza confini, appena illuminato dalla proiezione di un faro tanto piccolo quanto il potere umano. Ma l’uomo, essendo un riflesso dell’eterno, contiene anche quegli stimoli che lo portano ad innalzare lo sguardo oltre la siepe; oltre quel limen che spesso fa da vincolo, da impedimento agli azzardi che facilmente ci sperdono nei dubbi della vita:

(…)
Solo le religioni
infondono certezza
porto incantato
per chi ne fa una scelta.

Ma è solo il dubbio
che ti fa avanzare.

La certezza ristagna
come una morta gora ( Il valore del dubbio).

Anche se è proprio il dubbio a  essere determinante per la creatività, la crescita. L’arte stessa, come la Poesia, sarebbe finita senza la percezione di un’isola che non c’è. E’ proprio quello stimolo alla navigazione ad essere essenziale per l’anima dato che nell’ipotesi di un approdo a quell’isola non avremmo più niente da dire e da scoprire. Questa è la motivazione umana e spirituale di Frisina: una continua, diacronica, avventura verso le Colonne d’Ercole; un odisseico andare verso il guado:

(…)
Solo l’uomo sa questo fino a contraria prova.
Così “Colonne d’Ercole”
di certo varcherà:
non essendo un prodotto di natura
pur se ne fa parte
come quel Cristo in croce (L’uomo e la sua croce).

Per il Poeta non c’è più impedimento alla crescita, alla espansione; tutto si fa apertura verso l’alto, verso la grandezza dei cieli. D’altronde è tanto complicato l’esistere, è tanto problematico il nostro cammino che è facile smarrirsi nell’immensità che ci circonda, senza trovare appigli spirituali. Tanti sono gli interrogativi a cui non riusciamo a dare risposte. Tante le questioni non risolvibili a prima vista, con una ragione abituata a calcolare i decimali della terra, a misurare i tramonti con gli occhi di un semplice mortale a cui è impedito di toccare vette eccelse data la sua fragilità: <<Tra noi e l'inferno o il cielo c'è di mezzo soltanto la vita, che è la cosa più fragile del mondo.>>. (Blaise Pascal, Pensées). Sì, la vita. E sappiamo quanto sia effimero il tempo, il giorno; quanto sia fuggevole questa nostra permanenza terrena. Ma è anche vero che si può costruire, con le bellezze che teniamo dentro o con quelle al di fuori di noi, una scala  volta all’azzurro; a superare la caducità del nostro soggiorno con uno sguardo all’eterno:

(…)
Quella (l’essenza)
vi soffiò la vita

e il libero io
a duro esame pose.

La promozione
è l’anima infinita (L’eventuale anima immortale).

E’ così che l’uomo fa parte dell’intero universo che entro di sé contiene e fuori cerca, anche oltre, il cosiddetto nulla che non c’è:

Terra aria
acqua e fuoco
son della vita gli elementi uniti

cui la coscienza umana
fa esistenza
con l’universo intero.

Ed anche oltre:
il cosiddetto nulla
che non c’è (L’uomo ultracosmico)


Nazario Pardini

2 commenti:

  1. Versi squisiti, di struttura letteraria, filosofica e prettamente umana, commentati da un Nazario che entra in pura simbiosi con il Poeta. Resta ben poco da dire a un'umile lettrice come la sottoscritta. Ho visto Eraclito e la sua teoria degli opposti che si completano; mi sono imbevuta dei sogni di Giosofatte Frisina; mi sono adagiata in un anelito d'infinito,consapevole che l'eternità può abitare anche nell'attimo terreno, se di quell'attimo sappiamo
    cogliere 'l'universo intero'. E m'inchino a un Autore così fertile di auspici e così autenticamente ispirato e al suo impareggiabile critico letterario.
    Maria Rizzi

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  2. Ringrazio a nome di mio padre Nazario Pardini per lo splendido commento con cui ha saputo cogliere la profondita' di questa ricerca poetico-filosofica giunta alla sua quinta pubblicazione. E grazie anche a Maria Rizzi per le sue lusinghiere parole.
    Giusy Frisina

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